Medjugorje 14 febbraio 2024, Mercoledì delle Ceneri: OMELIA di fra Bojan Rizvan (parroco della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Zara):
“Ora è il tempo della grazia, ora è il tempo della salvezza”. La Quaresima è un tempo meraviglioso perché impariamo a vivere adesso. Impariamo a vivere il nostro presente. E in questo momento del nostro presente avviene un miracolo, e cioè che il nostro “adesso” si intreccia con l'“adesso” di Dio. Che la nostra temporalità è intrecciata con la Sua eternità e grazia. Ecco perché la chiamata a vivere adesso, e non domani, è al centro del cammino quaresimale. Vivere qui e ora, non qualche altro momento. A volte, anche nella nostra vita spirituale, possiamo vivere costantemente nel passato. Quanti sono coloro che si seppelliscono nella propria storia e diventano costantemente ostaggi del proprio passato, del proprio peccato, delle proprie debolezze... Oppure possiamo essere ostaggi del nostro futuro in un determinato momento, possiamo preoccuparcene. L’ansia può insinuarsi nei nostri cuori a causa di ciò che accadrà domani. Non sappiamo se il nostro futuro sarà luminoso o oscuro. Ed è proprio per questo che, nella celebrazione della Quaresima, Dio ci insegna a vivere adesso, a vivere questo momento, e la Quaresima ci riporta innanzitutto al presente", la Quaresima ha il compito di riportandoci alla realtà, alla nostra realtà, ed è per questo che dobbiamo impegnarci oggi per combattere la procrastinazione.Spesso rimandiamo molte cose nella nostra vita, e spesso siamo molto inventivi su come rimandare qualcosa. E anche allora, quando nel nostro cuore appare un desiderio buono e pio e diciamo che lo inizieremo da domani, c'è ancora tempo... E la parola di Dio ci ricorda: "Ora è il tempo della misericordia, ora è il tempo della salvezza." E questa celebrazione deve aiutarci a lottare contro ogni procrastinazione nella nostra vita e nel nostro cuore. La Quaresima ci insegna a rispondere alla domanda su qual è il mio presente, qual è la mia realtà in cui vivo, dove sono adesso, cosa sono e dove mi trovo, dove mi hanno portato le mie scelte di vita, dove le mie decisioni di vita, ciascuna di che ho un giorno nella mia vita. Quell'adesso si riferisce al momento dell'inizio del cammino, ora dove siamo e ora per cominciare a camminare con il Signore nella vita perché «Ora è il tempo della grazia, ora sono i giorni della salvezza». Questo giorno e questa sera ci sono dati come dono di salvezza. Ecco perché il cammino quaresimale che iniziamo stasera non è un cammino senza meta, così da non sapere dove andiamo, da non sapere ciò che speriamo, da non sapere chi è il Signore centro della nostra passeggiata. Il cammino quaresimale è innanzitutto un ritorno alla terra promessa, e la nostra terra promessa è Cristo Signore, il nostro traguardo è il dono della sua risurrezione. Colui che ci aiuta a risorgere da tutte le nostre morti, e soprattutto dalla morte dei nostri peccati e delle nostre debolezze. Ciò che è importante capire in questo nostro itinerario quaresimale, che a volte sembra che siamo camminare nel deserto e nella foresta pluviale proprio perché siamo chiamati a riconoscere che nella nostra vita opera più la grazia del Signore che la nostra forza e intelligenza.
La rinuncia quaresimale che iniziamo oggi non deve in alcun modo rafforzare le nostre forze, perciò ora attraverso il nostro stesso digiuno mostreremo quanto siamo potenti, come sappiamo manifestare che siamo forti e fermi nelle nostre decisioni, ma prima tra tutti dovremmo essere chiamati a lasciare che il Signore operi nella nostra vita. Ecco perché questo ritorno alla terra promessa, a questa chiamata di Dio, che ci trasmette oggi il profeta Gioele: "Ritorna a me!", avviene in che modo? Avviene essendo chiamati a non strapparci le scarpe o i vestiti, a non strapparci qualche veste, ma prima di tutto lacerando il nostro stesso cuore. Potrebbe essere facile strapparti i vestiti, ma quanto è difficile strapparti il cuore. Può essere facile salire sul Križevac, ma è tanto difficile vivere la tua croce, permetterti di amare gli altri perché sai che sarai ferito. Perché quando ami qualcuno, ti apri necessariamente a quella vulnerabilità. Ecco perché la Quaresima ci insegna ad amare nella misura in cui sappiamo fare a pezzi la nostra stessa vita. Ecco perché in questa Quaresima dobbiamo sperimentare anche il dolore a causa dell'amore. Perché Cristo stesso lo ha sperimentato. Quando preghiamo la Via Crucis in questa Quaresima, cos'altro ricordiamo se non l'amore che ha manifestato la sua fedeltà attraverso il dolore, che ha manifestato la sua consolazione attraverso il dolore, che ha manifestato la sua simpatia in tutte le nostre sofferenze e difficoltà",
«La Quaresima è davvero anche tempo di attenzione, cioè di concentrare il cuore su ciò che è importante. Per non permettermi di perdere tempo nella mia vita. Un uomo saggio è colui che sa distinguere l'essenziale dal poco importante e dal quaresimale, e impara a farlo. La Quaresima ci insegna a distinguere ciò che è del tutto privo di importanza da ciò che è essenziale e che viene dal Signore e diventa salutare per la nostra vita. Quanti eventi ci saranno in questi 40 giorni che vorranno dirci esattamente questo?"
Siamo testimoni qui a Medjugorje che spesso si parla della necessità di una vita di digiuno. Ecco perché, per riconoscere le priorità, non dobbiamo essere schiavi di nulla, perché ogni schiavitù spegne la gioia, ogni schiavitù spegne un sorriso. Quando un uomo vive schiavo dei propri peccati, non può essere un uomo veramente gioioso. Ecco perché Gesù dice che quando digiuni non essere cupo. Deve essere visibile un sorriso da parte dei discepoli di Cristo che digiunano affinché possiamo portare agli altri la gioia del cielo con un sorriso. Che chiamata e missione per questa Quaresima, per non deformare il nostro volto ma per essere persone che porteranno agli altri un vero sorriso. Fratelli e sorelle, questo è il cammino che iniziamo oggi. Questo è il cammino a cui il Signore ci invita. Questo è il passo che vogliamo fare. Possa quindi il nostro cammino verso il Signore Gesù essere benedetto dalla sua grazia".
Ieri a Medjugorje è iniziato un rinnovamento spirituale di due giorni per i parrocchiani di Medjugorje, dopo la santa messa nel salone di S. Giovanni Paolo II.
Testo e foto: Mateo Ivanković
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