PREGHIERA
O Dio, nostro Padre,
grazie per averci dato Carlo,
modello di vita per i giovani,
e messaggio di amore per tutti.
Tu lo hai fatto innamorare
del tuo figlio Gesù,
facendo dell’Eucaristia
la sua “autostrada per il cielo”.
Tu gli hai dato Maria,
come madre amatissima,
e ne hai fatto col Rosario
un cantore della sua tenerezza.
Accogli la sua preghiera per noi.
Guarda soprattutto ai poveri,
che egli ha amato e soccorso.
Anche a me concedi,
per sua intercessione,
la grazia di cui ho bisogno…
E rendi piena la nostra gioia,
ponendo Carlo tra i beati
della tua Santa Chiesa,
perché il suo sorriso
risplenda ancora per noi
a gloria del tuo nome.
Amen.
Pater, Ave, Gloria.
Conferma la mia Fede, alimenta la mia Speranza, rinvigorisci la mia Carità, a immagine del giovane Carlo”
Carlo nacque a Londra, il 3 maggio 1991. Trascorse l’infanzia a Milano, circondato dall’affetto dei suoi cari e imparando da subito ad amare il Signore, tanto da essere ammesso alla Prima Comunione ad appena sette anni. Frequentatore assiduo della parrocchia di Santa Maria Segreta a Milano, allievo delle Suore Marcelline alle elementari e alle medie, poi dei padri Gesuiti al liceo, s’impegnò a vivere l’amicizia con Gesù e l’amore filiale alla Vergine Maria, ma fu anche attento ai problemi delle persone che gli stavano accanto, anche usando da esperto, seppur autodidatta, le nuove tecnologie. Colpito da una forma di leucemia fulminante, la visse come prova da offrire per il Papa e per la Chiesa. Lasciò questo mondo il 12 ottobre 2006, nell’ospedale San Gerardo di Monza, a quindici anni compiuti. Il 5 luglio 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che dichiarava Venerabile Carlo, i cui resti mortali riposano dal 6 aprile 2019 ad Assisi, nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione. Nel medesimo anno il Pontefice ha citato Carlo nell'Esortazione apostolica post-sinodale "Christus vivit". Il 21 febbraio 2020, ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo a un miracolo attribuito all’intercessione di Carlo, che è stato solennemente beatificato ad Assisi il 10 ottobre seguente.
Forse un giorno, neppur troppo lontano, avremo un santo, regolarmente
canonizzato, come patrono di internet e protettore di tutti i
cybernauti. Già comunque adesso abbiamo un valido intercessore in Carlo
Acutis, un ragazzo di 15 anni, “patito” di internet come i suoi
coetanei, ma a differenza di tanti di loro, convinto che debba diventare
“veicolo di evangelizzazione e di catechesi”.
Sul web è ancora presente (www.miracolieucaristici.org), la mostra
virtuale progettata e realizzata da lui a 14 anni, che sta facendo il
giro del mondo e che testimonia come davvero per Carlo l’Eucaristia è
stata la sua “autostrada per il cielo”. Già, perché Carlo continua ad
essere un mistero: con i suoi 15 anni limpidi e solari, con la sua
voglia di vivere e la sua prorompente allegria, ma soprattutto con la
sua fede che scomoda ed interpella quella di noi adulti.
Nasce il 3 maggio 1991 a Londra, dove i suoi genitori si trovano per
esigenze di lavoro. Cresce a Milano, come tutti gli altri,
differenziandosi solo per una particolare inclinazione per le pratiche
religiose che a 12 anni lo porta alla messa ed alla comunione
quotidiana. E non è tutto: di pari passo con l’adolescenza arriva anche
il rosario quotidiano e l’adorazione eucaristica, convinto com’è che
quando “ci si mette di fronte al sole ci si abbronza... ma quando ci si
mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi”.
Già, la santità: è il suo chiodo fisso, il suo obiettivo, la molla che
lo fa stare in modo “diverso” sui banchi di scuola, in pizzeria con gli
amici o in piazzetta per la partita di pallone. Non è geloso del suo
“kit per diventare santi”, che regala generosamente a tutti e che, molto
semplicemente, contiene: un desidero grande di santità, Messa,
Comunione e Rosario quotidiano, una razione giornaliera di Bibbia, un
po’ di adorazione eucaristica, la confessione settimanale, la
disponibilità a rinunciare a qualcosa per gli altri.
Per lui, che così tanto desidera la santità, è normale cercare amici in
cielo; così nel suo sito internet c’è la sezione “scopri quanti amici ho
in cielo”, dove compaiono i santi “giovani”, quelli che hanno raggiunto
la santità in fretta.
Anche lui è convinto di non invecchiare; “Morirò giovane”, ripete, ma
intanto riempie la sua giornata di vorticosa attività: con i ragazzi del
catechismo, con i poveri alla mensa Caritas, con i bambini
dell’oratorio.
Tra un impegno e l’altro trova ancora il tempo per suonare il sassofono,
giocare a pallone, progettare programmi al computer, divertirsi con i
videogiochi, guardare gli adorati film polizieschi, girare filmini con i
suoi cani e gatti. Oltre a studiare, naturalmente, perché frequenta con
profitto (pur senza essere il primo della classe) il liceo milanese
“Leone XIII”.
Dagli amici è amato, per la ventata di allegria che sa portare nella
compagnia, anche se lui non cerca lo sballo come gli altri, sempre
misurato e padrone dei suoi sentimenti e dei suoi slanci. Così, anche
chi lo avversa e lo deride, finisce per subirne il fascino e per
lasciarsi attrarre da lui.
Poi, improvvisa come un fulmine a ciel sereno, arriva la leucemia,
quella acuta che non lascia scampo, e che lui accoglie con un sorriso,
offrendo la sua vita per il Papa e per la Chiesa. Cerca la guarigione
perché ama la vita, ma sorride alla morte come all’incontro con l’Amato e
perché sa che oltre ad essa non c’è il nulla.
Muore il 12 ottobre 2006 e lo seppelliscono nella nuda terra ad Assisi,
la città di san Francesco, che più di altre ha amato e nella quale
tornava così volentieri per ritemprare lo spirito. Proprio nel cimitero
cittadino di Assisi viene sepolto, ma nel gennaio 2019 i suoi resti
mortali sono stati riesumati, per essere traslati, il 6 aprile dello
stesso anno, nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della
Spogliazione, nella stessa città.
«Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie»,
amava dire, citando il filosofo inglese Edward Young. Un destino a cui
egli evidentemente è sfuggito se, appena trascorsi i cinque anni
previsti dalle norme canoniche, la diocesi di Milano, nel cui territorio
si trova Monza, ha dato inizio alle fasi preliminari della sua causa di
beatificazione e canonizzazione.
Il 15 febbraio 2013 la Conferenza Episcopale Lombarda ha dato il proprio
assenso all'inizio della sua causa, seguito, il 13 maggio 2013 dal
nulla osta da parte della Santa Sede.
concesse il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione, è
stato aperto il processo diocesano. La prima sessione si svolse il 12
ottobre 2013, l’ultima il 24 novembre 2016.
Il 5 luglio 2018 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto
con cui Carlo veniva dichiarato Venerabile. Intanto, in Italia e
all’estero, sono cresciute sempre più la fama e la stima per questo
ragazzo che ha cercato la santità in modo straordinario, pur
nell’ordinarietà della sua vita.
Il 14 novembre 2019 la Consulta Medica della Congregazione delle Cause
dei Santi espresse parere positivo circa un presunto miracolo, avvenuto
nel 2013. Si trattava della guarigione di un bambino brasiliano affetto
da importanti disturbi all’apparato digerente, con rara anomalia
anatomica congenita del pancreas. I genitori del bambino e l’intera
comunità parrocchiale cui appartenevano si unirono nella preghiera,
chiedendo espressamente l’intercessione di Carlo.
Il 21 febbraio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo
Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa
Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui la guarigione
era ritenuta miracolosa e ottenuta per intercessione di Carlo.
La sua beatificazione si svolse il 10 ottobre 2020, nella Basilica
Superiore di San Francesco ad Assisi. La celebrazione è stata presieduta
dal cardinal Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di
San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, come rappresentante del
Papa. La memoria liturgica del Beato Carlo venne fissata al 12 ottobre,
giorno esatto della sua nascita al Cielo.
Autore: Gianpiero Pettiti ed Emilia Flocchini
Video
Il 3 maggio 1991, a Londra, dove i suoi illustri genitori, Andrea e
Antonia, si trovano in quel momento per motivi di lavoro, nasce Carlo
Acutis. Nel settembre dello stesso anno, rientrano tutti e tre a Milano,
la loro città.
Molto presto, Carlo si rivela un bambino di straordinaria intelligenza,
quindi di una geniale capacità di utilizzare i computer e i programmi
informatici. È affettuoso, vuole molto bene ai suoi genitori, trascorre
del tempo con i nonni. Frequenta le scuole elementari e medie presso le
Suore Marcelline di Milano, poi passa al Liceo Classico Leone XIII retto
dai Padri Gesuiti. Ama il mare, i viaggi, le conversazioni, fa amicizia
con i domestici di casa, è aperto a tutti e a tutti rivolge saluto e
parola. Ha un temperamento solare, senza alcuna difficoltà a parlare con
i nobili o con i mendicanti che incontra per strada. Nessuno è mai
escluso dal suo cuore davvero buono.
Tutto per Gesù
Ma che cosa distingue Carlo da tanti suoi coetanei? Nel corso della sua
esistenza, molto presto ha scoperto una Persona singolare: Gesù Cristo, e
di Lui, crescendo, si innamora perdutamente. Fin, da piccolo,
l’incontro con Gesù sconvolge la sua vita. Carlo trova in Lui l’Amico,
il Maestro, il Salvatore, la Ragione stessa della sua esistenza. Senza
Gesù nel suo vivere quotidiano, non si comprende nulla della sua vita,
in tutto simile a quella dei suoi amici, ma che custodisce in sé questo
invincibile Segreto.
Cresce in un ambiente profondamente cristiano, in cui la fede è vissuta e
testimoniata con le opere, ma è lui che sceglie liberamente di seguire
Gesù con grande entusiasmo. In un mondo basato sull’effimero e sulla
volgarità, testimonia Gesù e il suo Vangelo, che i più hanno smarrito o
dimenticato, che molti combattono. Non ha paura di presentarsi come
un’eccezione al mondo (ebbene, lo sia!) e di andare contro-corrente,
contro la mentalità imperante oggi.
Sa che per seguire Gesù, occorrono una grande umiltà e un gran
sacrificio. I suoi modelli sono i Pastorelli di Fatima, Giacinta e
Francesco Marto, S. Domenico Savio e S. Luigi Gonzaga, e poi S. Tarcisio
martire per l’Eucaristia. Carlo, con continua coerenza e non in modo
passeggero, si inserisce in questo stuolo di piccoli che con la loro
esistenza narrano la gloria di Gesù. Si impegna fino al sacrificio per
vivere continuamente nell’amicizia e nella grazia con Gesù. Trova, assai
presto per la sua vita, due colonne fondamentali: l’Eucaristia e la
Madonna.
L’Ostia lo trasforma
La sua vita è interamente eucaristica: non solo ama e adora
profondamente il Corpo e il Sangue di Gesù, ma ne accoglie in sé
l’aspetto oblativo e sacrificale. Già innanzi la sua 1a Comunione,
ricevuta a soli 7 anni nel monastero delle Romite di S. Ambrogio ad
Nemus, di Perego, poi sempre di più, alimenta una grande devozione al
SS. Sacramento dell’altare, in cui sa e crede che Gesù è realmente
presente accanto alle sue creature, come Dio e l’Amico più grande che
esista. Partecipa alla Messa e alla Comunione – incredibile, ma vero
anche per un ragazzo d’oggi – tutti i giorni. Dedica molto tempo alla
preghiera silenziosa di adorazione davanti al Tabernacolo, dove sembra
rapito dall’amore. Proprio così: dal Mistero eucaristico, impara a
comprendere l’infinito amore di Gesù per ogni uomo.
Tutto questo è una continua "scuola" di dedizione così che non gli basta
essere onesto e buono, ma sente che deve donarsi a Dio e servire i
fratelli: tendere alla santità, essere santo! Nasce di lì, il suo zelo
per la salvezza delle anime. Non si limita a pregare, ciò che è già
grande cosa, ma parla spesso di Gesù, della Madonna, dei Novissimi (=le
ultime cose: morte, giudizio di Dio, inferno, paradiso) e del rischio di
potersi perdere con il peccato mortale nella dannazione eterna.
Carlo cerca di aiutare soprattutto coloro che vivono lontani da Gesù
immersi nell’indifferenza per Lui e nel peccato. Spesso si offre, prega e
ripara i peccati e le offese compiute contro l’Amore divino, contro il
Cuore di Gesù, che sente vivo e palpitante nell’Ostia consacrata. Come
S. Margherita Maria Alacoque, anche lui alimenta dentro di sé il
desiderio di condurre le anime al Cuore di Gesù, nel quale confida e si
abbandona ogni giorno. In particolare, si comunica tutti i primi venerdì
del mese per riparare i peccati e meritarsi il Paradiso, secondo la
"grande promessa" di Gesù, nel 1675, a S. Margherita Maria. Tra i suoi
scritti, le sue "note d’anima", forse l’affermazione più bella è proprio
questa: "L’Eucaristia? E’ la mia autostrada per il Cielo!".
Questa sua assidua e quotidiana abitudine di accostarsi all’Eucaristia,
vivifica e rinnova il suo ardore verso Gesù e fa di lui un suo intimo
amico, come confermano i sacerdoti che lo hanno conosciuto da vicino e
anche i suoi compagni. Gesù gli fa bruciare le tappe nel suo cammino di
ascesa.
Ora ne conosciamo il perché: la sua esistenza sarebbe stata breve e la
via della perfezione doveva essere percorsa da lui in poco tempo. Carlo
non si sottrae e non si tira indietro e, pur sapendo di essere così
diverso dalla società che lo circonda, sa anche che la santità è in
realtà la norma della vita: si lascia condurre per mano, sicuro che Gesù
ha scelto per lui "la parte migliore", che non gli verrà tolta. Prova
dentro di sé la certezza di essere amato da Dio e tanto gli basta per
essere a sua volta apostolo della Verità e dell’amore, che è Gesù
stesso.
Annunciatore di Gesù
E’ apprezzato e stimato dai suoi compagni di scuola, che lui aiuta
sempre, anche se talvolta viene canzonato per la sua fede vivissima. Non
è mai un alieno, ma è solo consapevole di aver incontrato Gesù e, per
essergli fedele, è pronto anche a sfidare la maggioranza, "che ha solo
ragione quando è nella Verità, mai perché è maggioranza". Quindi non
teme le critiche e le derisioni, ma sa che sono ineluttabili per
conquistare alla causa di Gesù compagni e amici. Sì, Carlo intende
conquistare anime e ci sono dei non-cristiani, uomini di altre
religioni, che per averlo conosciuto e parlato con lui, hanno chiesto il
Battesimo nella Chiesa Cattolica.
E’ un genio del computer, nonostante e suoi versi anni, e un campione
dello spirito, per la sua fede salda e operosa. I suoi compagni lo
cercano per farsi insegnare a usare al meglio il computer, e Carlo,
mentre spiega programmi e comandi, dirige il discorso verso le Verità
eterne, verso Dio. Mobilitato e posseduto da Gesù Eucaristico, non perde
occasione per evangelizzare e catechizzare. Il suo esempio trascina, la
sua parola suadente spiega i Misteri della salvezza. Emana un fascino
singolare, ha un ascendente straordinario, diremmo, un’autorevolezza che
non è della sua età anagrafica. I suoi compagni sono ora concordi nel
dire che Carlo è stato un vero testimone di Gesù e annunciatore del suo
Vangelo.
Ha capito che è indispensabile un grande sforzo missionario per
annunciare il Vangelo a tutti. Apprezza l’intuizione del Beato Giacomo
Alberione (1884-+1971) a usare i mass-media a servizio del Vangelo. Il
suo obiettivo è quello dei missionari più veri: giungere a quante più
persone possibili per far loro conoscere la bellezza e la gioia
dell’amicizia con Gesù.
In questa visione della realtà, prende come modello S. Paolo, l’apostolo
delle genti, che impegna tutto se stesso per portare il Vangelo a ogni
creatura, fino al sacrificio della vita.
E’ un vero figlio della Chiesa, Carlo Acutis: per la Chiesa, prega e
offre sacrifici. Il suo pensiero continuo è rivolto al Papa, nel quale,
Giovanni Paolo II o Benedetto XVI che sia, crede e vede il Vicario di
Cristo: per il Papa offre penitenze e preghiere. Si appassiona a
ascoltare il Magistero del Papa e a seguirlo. Matura così una conoscenza
della Fede, fuori dal comune, tanto più se si considera la sua età:
comprende e illustra concetti di fede con parole semplici e
comprensibili, che neppure un teologo potrebbe utilizzare meglio.
Meraviglia e incanta sia il suo parroco sia i religiosi e le persone che
incontra e lo ascoltano. Chi lo avvicina, se ne va con una certezza di
fondo: che Gesù è davvero l’unico Salvatore atteso dall’umanità anche
oggi e il solo che sa riempire a pieno il cuore dell’uomo.
Consacrato alla Madonna
L’altra colonna fondamentale su cui costruisce la sua vita è la Madonna:
a Lei consacra più volte tutta la sua vita; a Lei ricorre nei momenti
della necessità, certo che Maria SS.ma nulla rifiuta. E’ impossibile
parlare di Carlo, senza considerare la sua forte devozione alla Madonna.
E’ affascinato dalle sue apparizioni a Lourdes e a Fatima e ne vive il
messaggio di conversione, penitenza e preghiera. Da Fatima, impara a
amare il Cuore Immacolato di Maria, a pregare e a offrire sacrifici per
riparare le offese che molti le arrecano.
Maria SS.ma è la sua Avvocata, la sua Mamma: è fedele, per amor suo,
alla recita quotidiana del Rosario, diffonde la devozione mariana tra i
conoscenti, visita i suoi santuari, Lourdes e Fatima compresi. Tra i
"suoi" santi, predilige S. Bernardette Sobirous e i Beati Pastorelli di
Fatima e parla di loro assai volentieri, per invitare molti a vivere i
messaggi della Madonna. È impressionato dal racconto della visione
dell’inferno, come riferito da suor Lucia di Fatima, e pertanto decide
di aiutare più persone che può a salvarsi l’anima. Sembra impossibile
per un ragazzo, eppure Carlo legge il Trattato del Purgatorio di S.
Caterina Fieschi da Genova (1447-1510), in cui la santa descrive le pene
delle anime in Puragatorio. Carlo offre preghiere, penitenze e
Comunioni in loro suffragio.
In un mondo chiuso alla grande Verità della fede, Carlo scuote le
coscienze e invita a guardare spesso all’"Aldilà", che non tramonta. In
famiglia, nella scuola, in mezzo alla società, diventa testimone
dell’Eternità. Vive puro come un angelo, affidando la sua purezza alla
Madonna e chiedendo preghiere per la sua purezza alle monache di
clausura che frequenta, interessatissimo alla loro vita di preghiera.
Difende la santità della famiglia contro il divorzio, e la sacralità
della vita contro aborto e eutanasia, nei dibattiti in cui si trova
coinvolto.
Non conosce compromessi. E’ umile e ardente. Contagioso nella fede, come
un fuoco che si appicca dovunque e incendia di Verità e di amore a
Cristo.
"Voglio subito il Paradiso"
Non possiamo scriverne di più, tanto è affascinante. La sua storia
bellissima è narrata nel libro di Nicola Gori, Eucaristia, la mia
autostrada per il Cielo. Biografia di Carlo Acutis, S. Paolo, Milano,
2007.
Questo angelo in carne, all’inizio d’ottobre 2006, è colpito da una
gravissima forma di leucemia, incurabile. E’ ricoverato in ospedale. Non
si spaventa, ma dice: "Offro tutte le sofferenze che dovrò patire, al
Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e
andare dritto in Paradiso". Si Confessa molto sovente, ma ora è Gesù che
lo accoglie nel suo abbraccio. Riceve l’Unzione degli infermi,
Gesù-Ostia come Viatico per la vita eterna. Sorride a tutti con uno
sguardo bellissimo, con un coraggio senza pari. Alle 6,45 del 12 ottobre
2006, Carlo Acutis, di appena 15 anni, contempla per sempre Iddio.
Piccolo grande meraviglioso intimo amico e apostolo di Gesù Cristo.
Solo il divino Redentore e la sua Chiesa possono formare ragazzi così,
segno che "anche oggi, come scrisse Montalembert, Colui che pende dalla
croce continua ad attirare a Sé la gioventù e l’amore.
Autore: Paolo Risso
Video:
Nessun commento:
Posta un commento