SANTA DOMENICA A TUTTI
VANGELO DI OGGI 10 SETTEMBRE 2023
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Parola del Signore.
COMMENTO AL VANGELO DI OGGI di don Nikola Vucic
Si chiama "correzione fraterna", ossia si corregge perché si è fratelli. Infatti la qualità essenziale tra i membri di una comunità cristiana è l'essere fratelli. Ora, questi fratelli non sono perfetti, non sono esenti da difetti e mancanze. Ed ecco, allora, la necessità del perdono e della correzione.
Quello che conta è il recupero del fratello, non quello di dimostrare il torto né di punirlo.
Nella correzione occorre discrezione, delicatezza, rispetto. Non bisogna mettere in subuglio tutta la comunità. Il peccatore va ammonito, avvicinato, prima di tutto a tu per tu, in modo segreto. Soltanto dopo l'insuccesso iniziale ci si rivolge alle persone di fiducia e alla fine, se è necessario, alla comunità.
La correzione non può mai essere una inconscia vendetta o mascherare un istinto di superiorità.
Il peccato va condannato ma il peccatore va accolto, perdonato, amato. Quindi, verità e carità insieme.
COMMENTO AL VANGELO DI OGGI del Card. Angelo Comastri: Il primo modo di volersi bene sta nel farsi del bene - VIDEO👇👇
COMMENTO AL VANGELO DI OGGI di don Luigi Maria Epicoco
Giudicare o ignorare, sono queste le due malattie che toccano le nostre relazioni. Infatti quando ci accorgiamo che l’altro compie un male ci viene spontaneo giudicarlo, ma quel fratello non ha bisogno del nostro giudizio ma del nostro aiuto. Peggio è accorgersi del male dell’altro e fare finta di nulla per quieto vivere. Il Vangelo di Matteo della XXIII domenica del tempo ordinario ci dice qual è l’insegnamento che Gesù dà a questo proposito: “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano”. La sintesi è semplice: invece di giudicare aiuta l’altro, ma fallo con delicatezza, con gradualità e solo se non vuole sentire nessuna ragione allora amalo nella maniera più radicale, cioè fagli sperimentare quali sono le estreme conseguenze della sua scelta. Ma potremmo capovolgere l’azione del Vangelo di oggi e chiederci se ciascuno di noi è disposto ad essere aiutato e corretto dagli altri o se avverte le parole degli altri solo come lesa maestà. Infatti ci piace tanto correggere il prossimo ma non amiamo altrettanto accettare la correzione a nostra volta. Vivere insieme è una fatica, ma molte volte è una fatica benedetta perché attraverso le relazioni possiamo smussare aspetti di noi che normalmente possono far male. Poi il Vangelo prosegue dicendo: “tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo”. Legare o sciogliere vano intesi entrambi in maniera positiva. Gesù non ci dà il potere di agire umoralmente come fanno i tiranni. Legare significa avere il potere di costruire legami. E sciogliere significa avere il potere di liberare gli altri da ciò che li imprigiona. In pratica Gesù ci sta chiedendo di creare legami liberanti. Ed è questo che troveremo un giorno in cielo. In fine il Vangelo dice una cosa straordinaria che troppo spesso ignoriamo: “se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Se credessimo a questo comprenderemmo che il cielo si piega solo davanti a due cose: l’umiltà e la comunione. Quando un umile prega è esaudito. Quando due persone sono davvero in comunione la loro preghiera è efficace. E lo è per un motivo molto semplice: in mezzo a loro c’è Gesù, anche se non lo vedono.
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