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sabato 12 agosto 2023

Gli insegamenti di Madre Elvira: "Un cammino di guarigione" - VIDEO



 Suor Elvira Petrozzi, conosciuta come Madre Elvira, è morta a 86 anni. Spinta dal suo desiderio di dedicare la sua vita agli ultimi, Suor Elvira trasformò, nel 1983, una villa diroccata sulla collina di Saluzzo, nella Comunità Cenacolo, un luogo per gli “ultimi”: tossicodipendenti, disagiati, ragazzi in difficoltà.
Nel tempo suor Elvira ha aperto oltre 72 comunità in tutto il mondo e sono decine di migliaia le persone accolte in tutti questi anni.
Amava ripetere: «quando diranno: "Elvira è morta!" voi dovete cantare, ballare, fare festa perché io sono viva! Guai se dite: "poverina"… No, niente "poverina"! Io vado ben tranquilla e felice, e canto, canto già! Davanti a me si spalancherà qualcosa di grandioso… la vita non muore!».

Siamo tutti invitati a fare un bel sorriso a Madre Elvira e a dirle un bel grazie per la sua vita vissuta in pienezza! Dal Cielo vegli e preghi per noi!

VIDEO

Comunità Cenacolo 

Madre Elvira ai giovani: perdonateci

Giovani a cui sente il bisogno di chiedere perdono, a nome della famiglia, della scuola, del mondo del lavoro, della stessa comunità ecclesiale:

    Perdonate la nostra falsità, perdonate la nostra ipocrisia, perdonate la nostra incoerenza. Perdonateci e non accusateci. Noi non possiamo essere i modelli che voi cercate. I vostri genitori non possono essere quei modelli che voi pretendete di avere. Nessuno di noi è in grado di riempire pienamente il vostro cuore di verità, di coerenza, di luce, di pace, di amore.

L’unico che non delude è Gesù Cristo

E anche se i giovani hanno il diritto di pretendere di più dagli adulti, richiamandoli ad una maggiore coerenza,

    il vero modello che non delude è un altro, verso cui vi assicuro che ogni giorno anche tutti noi guardiamo e ci orientiamo: è Gesù benedetto, Gesù figlio di Maria, Gesù figlio di Dio, Gesù il Crocifisso, Gesù il Crocifisso vittorioso, Gesù il Risorto. Lui è il nostro modello, Lui è la nostra risposta.

Rendere felice l’altro

Giovani che nella loro ricerca dell’anima gemella rivelano spesso immaturità ed egocentrismo, e a cui madre Elvira si rivolge spronandoli a chiedersi non se l’altro mi farà felice, ma cosa devo fare io per renderlo tale.

Infatti

    l’amore non è solo “mi piace” ma è volontà, rispetto, attesa, sacrificio, dono di te stesso alla persona che ami.

Dio vi indicherà la strada

E a quanti di loro sentono con timore di essere chiamati alla vita consacrata ricorda che:  

    Noi abbiamo un Dio che si è definito via, strada, cammino: volete che non vi indichi la strada se veramente vi interessa conoscerla? Ma buttate prima dietro alle spalle la paura del rischio, la paura di coinvolgervi totalmente, perché è la paura che non fa vedere bene.

Un passaggio molto forte della catechesi è rivolto al senso autentico della preghiera:

    Penso a dei giovani che dedicano del tempo alla preghiera e rimangono comunque sempre dubbiosi, sempre in sospeso. Quella preghiera è solo sentimento, estasi: tutti vorremmo vedere sempre qualcuno fuori di noi. Invece la preghiera è forza dentro di noi, è un movimento che ti spinge all’audacia, al coraggio. La preghiera ti innesta nella volontà di Dio, ti cambia.

Dio ti chiama e ti riempie

Da qui un accorato richiamo alla concretezza delle scelte di vita che la fede richiede, scelte radicali, in controcorrente rispetto a quelle del mondo. Scelte capaci di meravigliare e stupire chi ci sta intorno.

    Non offendiamo il Signore continuando a girargli intorno. Se questo Dio non vi parla è segno che vi inginocchiate davanti agli idoli, non è il Dio di Gesù Cristo! Se non è un Dio che vi dona l’audacia, il coraggio, la libertà di staccarvi da voi stessi, dalle vostre paure, dai vostri complessi, dai vostri peccati e non vi porta in mezzo al mondo per camminare e testimoniare, ebbene non è il Dio di Gesù Cristo. Ve ne siete fatti uno troppo comodo. Vi siete fatti un fantasma sulla vostra misura. Vi siete messi in galera. Ma se incontriamo il Dio di Gesù è un Dio che ti accoglie, un Dio che ti chiama, un Dio che ti riempie, un Dio che ti manda. Ti manda ad urlare quello che abbiamo urlato qui, insieme, tutti: Dio esiste ed io l’ho incontrato!  




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