Per ben ventinove anni mi sono ritrovato abbandonato in un letargo spirituale dal quale mi rendo conto che non sarei riuscito a destarmi da solo ; serviva un aiuto , una spinta per uscire da quel torpore in cui vivevo ormai da troppo tempo .
L’unica misera consapevolezza che avevo maturato in quel tempo come uomo, prima di quel fatidico mese di giugno del 2010 che segnò il giro di boa della mia vita , era che quello che avevo non mi bastava ed ero persuaso che bastasse poco per cambiare la mia vita confidando nell’uomo , alla frenetica ricerca del successo personale .
Nel bene e nel male , sentivo di essere io il protagonista e che dalla mia interpretazione dipendeva l’evoluzione della mia esistenza , del mio essere uomo , marito , padre tra successi e delusioni , gioie e dolori . La mia fede si era affievolita fino ad assopirsi per cedere il passo alla superbia ignorante ed al nozionismo di maniera , che aveva preso il sopravvento nella mia quotidianità , salvo ricordarmi di tantoin tanto , e specialmente nel momento del bisogno , della potente efficacia del ricorso alla preghiera . Dovevo crescere ma continuavo come un eterno bambino , a prendere l’acqua del mare con il mio secchiello per depositarla in una buca scavata nella sabbia senza chiedermi perché quell’acqua venisse sempre assorbita , e dimenticavo che una mente che si crede viva e potente potrebbe anche arrivare a comprendere il perché di un tale processo ma niente di più . Crescendo mi sono accontentato di cercare di comprendere , senza grandi risultati in verità , cosa muovesse la mia vita seguendo il logorante calendario umano , ma non avevo tenuto presente che la vita è un soffio continuamente alimentato da qualcuno che vuole che sia così . A poco a poco nasceva in me un nuovo uomo ma io ne ero all’oscuro , e così nella mia mente cominciava a farsi strada un pensiero coltivato dall’educazione familiare e approfondito dalla mia formazione scolastica fanciullesca e adolescenziale ; un pensiero che nell’età adulta diventò un ricordo a causa degli impegni professionali al punto da rimanere soffocato negli anni a venire .
Un pensiero tanto nuovo , quanto antico ovvero esiste un unico grande Padre di tutta l’umanità ; un argomento forse solo suggestivo per alcuni , ma per me stava diventando il pensiero dominante che non aveva bisogno di ulteriore elaborazione . L’unico , autentico , vero pensiero per dare senso e valore alla vita . Il viatico per spendere al meglio la propria vita .
Confesso che da solo avrei trovato enormi difficoltà a giungere ad una tale rivoluzionaria riflessione , e allora ci ha pensato Lei a darmi la famosa spinta che serviva allo scopo . Maria , la Madre di Gesù , la Madre dell’umanità che lo stesso Gesù volle tale per l’eternità ; colei che tutto vede , tutto sente , tutto opera in un mirabile progetto in cui Lei si è volontariamente offerta a collaborare nella gioia e nel dolore .
La Madre è intervenuta in una giornata uggiosa estiva nel mese di giugno del 2010 , indicandomi la strada più breve e più sicura per dare un autentico significato alla mia esistenza e l’ha fatto parlando al mio cuore mentre da solo ero in viaggio con la mia automobile in direzione Roma , e sull’autostrada intento alla guida , per passare il tempo , invece di ascoltare la radio recitavo timide preghiere suscitate , più che dal desiderio sincero di pregare , dal dolore e dalla emozione per la recente perdita del mio caro papà . Subito dopo aver sentito le Sue dolci parole , mi sono sentito debole e confuso , quasi incapace di reagire razionalmente, privo di energia e di idee , ma questo passaggio a vuoto è durato un attimo. Dovevo e volevo rispondere subito a quella chiamata e così feci accogliendola con gioia e senza condizioni , e allora dentro di me ho sentito una grande calma che dava , a poco a poco , appagante serenità ed un potente desiderio di condividere con mia moglie quanto mi stava accadendo . Inoltre sentivo nascere in me un fortissimo desiderio di andare a trovare Maria e senza una spiegazione plausibile, indicai con incredibile consapevolezza la località dove ci saremmo recati a mia moglie . La nostra destinazione sarebbe stata Medjugorje dove circa due mesi dopo ci saremmo trovati per il nostro primo meraviglioso e indimenticabile pellegrinaggio . Non è facile descrivere le sensazioni che si provano a Medjugorje , posso dire però che la pace e la serenità ci ha accompagnato per tutto il tempo del pellegrinaggio . In questo luogo di grazia tutto è normale quando in realtà non dovrebbe esserlo , anche la fatica è dolce e benvenuta specialmente quando ci si avvia verso l’ascesa della collina delle apparizioni , o verso il monte della Croce . Normalità è aspettare in condizioni disagevoli per ore l’apparizione della Santa Madre senza cessare di pregare fino al momento della Sua divina manifestazione ; normalità è anche vedere il sole che assume varie splendenti colorazioni e muta dimensione , offrendo agli umili di cuore uno spettacolo unico , visibile senza bisogno di protezione per gli occhi , in un delicato e entusiasmante contesto di suggestioni che non sono mentali , come taluni vorrebbero far credere , ma del cuore . Allora , dopo queste e molte altre sensazioni e meraviglie personali e collettive , ho cominciato a dubitare della mia normalità , fatta di ipocrisia, di certezze effimere e stupido orgoglio .
Medjugorje è una località dove il tempo frenetico e irrispettoso dei nostri giorni si ferma in omaggio riverente al Signore, che nella sua infinità paterna bontà , ci accoglie e ci affida alla Beata Vergine Maria che manda sulla nostra martoriata terra a prendersi teneramente cura di noi , e Maria l’ha detto subito ai suoi sei ragazzi perché lo riportassero a tutta l’umanità con un messaggio che fa da vetrina al tempo delle apparizioni di Medjugorje , quando ha detto “ Se sapeste quanto vi amo , piangereste di gioia “ .
La Chiesa non si è ancora espressa in merito agli accadimenti di Medjugorje , ma questo apparentemente lungo tempo di attesa non deve trarre in inganno , la Chiesa fa bene a indagare con calma e prudenza , ma resta inalterato il fatto che l’albero di Medjugorje produce una straordinaria quantità di frutti buoni da trentatré anni . Mi piace concludere questo breve racconto dell’esaltante esperienza che ho vissuto a Medjugorje , con la consapevolezza di chi ritiene che quanto ha vissuto non sia altro che il prologo del romanzo della mia vita e di quella della mia famiglia . Un prologo che vuol essere testimonianza di fede nel segno indelebile della riconciliazione e della conversione .
Vincenzo Luigi Gullace
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