Per essere Santi, dobbiamo servici dei mezzi che il Signore ha messo a nostra disposizione. Esaminiamo, pertanto, tali grandi aiuti :
LA PREGHIERA con tutte le sue forme:
La preghiera vocale (o preghiera comunemente detta), preghiera mentale (o meditazione) e preghiera abituale (o contemplazione); Gesù Eucaristico vittima, cibo e amico; Maria SS., madre di Gesù e madre nostra e la Chiesa, che deve essere la stella polare in questa difficile impresa.
Uno degli elementi più importanti per la nostra vita cristiana è senza dubbio la preghiera. Fermiamo, pertanto, la nostra attenzione su questo tema così frequentemente inculcato da N.S. Gesù Cristo. Prima di incominciare tale argomento, anche noi, come i discepoli, sentiamo il bisogno di dire a Gesù: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli» (Lc. 11,1). Il problema della preghiera, infatti, è piuttosto complesso e difficile e sono convinto che chi è riuscito a capirlo, ha compreso molto della vita cristiana.
1) Non è semplice definire la preghiera, perché diversi sono i suoi aspetti. S. Agostino, per es., la definisce «Un affettuoso slancio verso Dio» ; S. Giovanni Damesceno «Un’ascensione dell’anima a Dio», oppure «Una domanda a Dio di cose convenienti» ; S. Gregorio Nisseno «Una conversazione con Dio» . Mettendo in evidenza l’aspetto dell’umiltà, la si potrebbe anche definire «Il nulla (che sìamo noi) che si accosta al Tutto (Dio) per chiedere qualche cosa».
Riassumendo, la si suole definire: «Una elevazione della mente a Dio per rendergli il debito culto e per chiedergli le grazie necessarie per ottenere la salvezza eterna per la nostra felicità e per la sua gloria» (Dal Catechismo).
2) Molteplici sono pure le divisioni della preghiera: essa può essere: vocale e cioè, che si fa con le parole, accompagnate dalla mente e dal cuore; questa poi può dividersi in individuale o collettiva, privata o pubblica; e mentale, e cioè, che si fa con la mente e con il cuore. Sotto un aspetto quella vocale la si potrebbe chiamare anche attiva, in quanto è l’uomo che si rivolge a Dio e che agisce; quella mentale (o meditazione) anche passiva, in quanto ci si mette in ascolto di Dio, che parla. Esiste, infine, la preghiera abituale (o contemplazione o vivere alla presenza di Dio o vita interiore), cioè il costante amore di un’anima verso Dio.
3) A questo punto viene spontanea la domanda: ma perché dobbiamo pregare se Dio che ci ha creati conosce già tutti i nostri bisogni e tutte le nostre necessità?
«Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate» (Mt. 6,8). Dobbiamo pregare, perché quel Dio, che è nostro padrone assoluto, dal quale dipendiamo completamente, è il piu grande nostro benefattore, vuole da noi questo atto di umiltà e condiziona la concessione delle grazie alla nostra preghiera.
Pregando, infatti, noi rendiamo a Dio il debito onore, che gli spetta come Creatore da noi sue libere creature. Con i quattro atti, che la preghiera include, e cioè adorazione, ringraziamento, impetrazione e propiziazione, noi riconosciamo lui, nostro Dio, lo ringraziamo per tutti i benefici ottenuti, ne chiediamo altri, secondo le necessità della nostra vita e gli domandiamo perdono di tutti i peccati commessi.
4) Come dobbiamo pregare?
Quali sono cioè le disposizioni interiori, che dobbiamo avere affinché la nostra preghiera diventi efficace?
Dobbiamo pregare con fiducia, con umiltà, disposti sempre alla volontà santa di Dio, con perseveranza, con devozione; nel nome di Gesù Cristo, unico Mediatore fra Dio e gli uomini, per intercessione di Maria SSma, Mediatrice di tutte le grazie, degli angeli, dei santi e delle anime del Purgatorio. Si devono inoltre ascoltare gli insegnamenti di Gesù a questo riguardo:
«E quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate. perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati» Mc. 11,25). «Ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe» (Mt. 6, 15).
«Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli della piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancora prima che gliele chiediate...» (Mt 6,5-8).
«Ebbene io vi dico: chiedete e vi sarà dato cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto» (Lc. 11,9-10). E cfr. anche Lc. 1,5-8.
«In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro» (Mt 18,19-20).
Affinché la nostra preghiera produca i suoi frutti, è necessario dunque ricordare le suddette condizioni interiori e gli insegnamenti di Gesù, che si possono riassumere così: quando ci mettiamo a pregare, dobbiamo già aver perdonato ai nostri fratelli le offese ricevute; dobbiamo inoltre pregare nel segreto del nostro cuore, con poche parole e tanto amore, con insistenza, senza mai stancarci e, quando è possibile, anche insieme con i nostri fratelli.
5) Rimane ora da considerare l’oggetto delle nostre preghiere; che cosa cioè dobbiamo chiedere al Padre?
Una prima risposta ci viene data da S. Giovanni Damasceno, e cioè che dobbiamo chiedere a Dio «cose convenienti, utili e necessarie per la nostra vita presente e soprattutto futura».
Lo Spirito Santo ci illumini a chiedere quello che è più utile per noi, perché non siamo in grado di sapere quello che è più conveniente chiedere.
«Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e Colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, perché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio» (Rm. 8,26-27).
Dobbiamo chiedere a Dio non solo le grazie spirituali, ma anche materiali, specialmente quando ci troviamo in difficoltà; ma le nostre richieste devono sempre essere umilmente sottomesse alla sua santa Volontà: pregare cioè, come dice S. Paolo, secondo i disegni di Dio, e concludere le nostre preghiere come ci ha insegnato Gesù: «Padre nostro... sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra...» (Mt. 6,10).
«Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt. 26,38), «Tuttavia non la mia volontà, ma la tua sia fatta» (Lc. 22,42).
6) Ascoltiamo inoltre anche i seguenti suggerimenti. Quando chiedi una grazia a Dio, bada prima di tutto di essere disposto più alla santissima volontà di Dio che a ciò che chiedi, specialmente se di ordine materiale.
Gesù ci insegna la necessità di pregare sempre senza stancarci (cfr. Lc. 18,1).
Ciò non significa che noi dobbiamo passare la nostra giornata in preghiera, trascurando magari il nostro dovere quotidiano. Possiamo dire che la nostra preghiera è costante e continua, secondo l’insegnamento di Gesù, quando nella nostra giornata e nella nostra vita riferiamo sempre e tutto a Dio; in ogni circostanza ricorriamo sempre a Lui; in ogni cosa cerchiamo Lui; in tutti gli eventi lieti e tristi vediamo Lui e ci fidiamo di Lui; e siamo umilmente disposti a compiere sempre e in tutto fino alla morte, la sua santa Volontà. Stiamo attenti a capire bene le seguenti espressioni di Gesù: «Pregando poi non moltiplicate vane parole, come fanno i pagani, che credono di essere esauditi a forza di parole. Non siate simili a loro, poiché il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno, prima che gliela chiediate» (Mt. 6,7-8).
E poi: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede, riceve; chi cerca trova; e a chi bussa, verrà aperto»(Mt. 7,7-8).
E ancora: «Gesù narrò ad essi una parabola per insegnare la necessità di pregare sempre, senza stancarsi» (Lc. 18,1).
Sembra che queste espressioni siano in contraddizione, ma non lo sono. Gesù ci dice di evitare la preghiera meccanica e abbondante, fatta come quella dei pagani, i quali chiedono grazie materiali e credono che la concessione delle grazie sia condizionata e in proporzione alla quantità delle preghiere. Gesù invece ci esorta a pregare più con il cuore che con le parole e a chiedere ciò che ci serve secondo i piani divini e ad essere disposti sempre alla sua santa Volontà. Ci ammonisce ad essere costanti in questo tipo di preghiera.
Vi è un’espressione di Gesù che deve essere capita nel suo giusto significato:
«Tutto ciò che chiederete con fede nella preghiera, l’otterrete» (Mt. 21,22).
Come mai allora, qualche volta, non otteniamo quello che chiediamo? Come si spiega?
Non otteniamo perché non abbiamo la fede richiesta; perché chiediamo grazie che non sono secondo i piani divini; «perché, dice S. Giacomo (4,3), chiedete male, per soddisfare le vostre passioni». Noi chiediamo che si faccia più la nostra che la sua volontà e invece S. Giovanni ci insegna che «Se noi chiediamo qualche cosa secondo la sua volontà egli ci ascolta» (lGv. 5,14). Dobbiamo inoltre ricordare che quando non otteniamo, non è stata vana la preghiera, perché per mezzo di quella il Signore ci concede altre grazie, non chieste da noi. Prestiamo attenzione a questa espressione: «Quando Dio chiude una porta, apre un portone ».
Dobbiamo sfruttare nel migliore dei modi questo enorme capitale che Dio ha posto nelle nostre mani, e utilizzarlo per noi, per tutti i nostri fratelli, per tutti gli uomini e perfino anche per i nemici secondo l’insegnamento biblico.
«Noi ringraziamo continuamente Dio per tutti voi, ricordandovi incessantemente nelle nostre orazioni» (lTs. 1,2).
«Ma io vi dico: amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano» (Mt. 5,44).
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