MESSAGGIO DEL 6 LUGLIO 1984
(Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Leggete la vita di santa Maria Goretti. Pregate con lei il Signore perché vi ottenga le sue virtù.
Preghiera di Giovanni Paolo II
Bambina di Dio, tu che hai conosciuto presto la durezza e la fatica, il dolore e le brevi gioie della vita. Tu che sei stata povera ed orfana, tu che hai amato il prossimo instancabilmente facendoti serva umile e premurosa. Tu che sei stata buona senza inorgoglirti che hai amato l’Amore sopra ogni altra cosa. Tu che hai versato il tuo sangue per non tradire il Signore, tu che hai perdonato il tuo assassino desiderando per lui il paradiso: intercedi e prega per noi presso il Padre affinché diciamo sì al disegno di Dio su di noi. Tu che sei amica di Dio e lo vedi faccia a faccia ottienici da Lui la grazia che ti domandiamo… Ti ringraziamo, Marietta, dell’amore per Dio e i fratelli che già hai seminato nel nostro cuore. Amen
Maria nasce a Corinaldo il 16 ottobre 1890. Viste le condizioni di miseria, nel 1897 la sua famiglia si trasferisce nella campagna romana per cercare lavoro.
I Goretti dividono la casa con i Serenelli, il padre e il figlio Alessandro (che poi sarà il suo stupratore). Quando Maria ha quasi 10 anni, suo padre muore per via della malaria che infesta quelle zone. Marietta, come veniva chiamata, aiuta sua madre occupandosi dei fratelli e della casa, sostenuta da una grande fede in Dio.
Alessandro, ventenne quando Maria ha 12 anni, tenta alcuni approcci con lei, che Maria rifiuta. Il 5 luglio 1902, di fronte all’ennesimo rifiuto di Maria che dice “No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all’inferno”, Alessandro la colpisce ripetutamente con un punteruolo.
Trasportata all’ospedale di Nettuno, Maria muore il giorno seguente, non prima di aver detto a sua mamma “Per amore di Gesù lo perdono, voglio che venga con me in Paradiso”. Alessandro viene arrestato e passa 27 anni in carcere; quando torna libero incontra Mamma Assunta e i due si riconciliano, nel segno del perdono di Marietta.
Proprio il perdono del suo assassino, assieme alla strenua difesa della virtù, portano Maria Goretti ad essere proclamata Santa il 24 giugno 1950 in Piazza S. Pietro, alla presenza della mamma. La Santa è conosciuta e venerata oggi in tutto il mondo e moltissime sono le parrocchie a lei intitolate.
I Goretti dividono la casa con i Serenelli, il padre e il figlio Alessandro (che poi sarà il suo stupratore). Quando Maria ha quasi 10 anni, suo padre muore per via della malaria che infesta quelle zone. Marietta, come veniva chiamata, aiuta sua madre occupandosi dei fratelli e della casa, sostenuta da una grande fede in Dio.
Alessandro, ventenne quando Maria ha 12 anni, tenta alcuni approcci con lei, che Maria rifiuta. Il 5 luglio 1902, di fronte all’ennesimo rifiuto di Maria che dice “No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all’inferno”, Alessandro la colpisce ripetutamente con un punteruolo.
Trasportata all’ospedale di Nettuno, Maria muore il giorno seguente, non prima di aver detto a sua mamma “Per amore di Gesù lo perdono, voglio che venga con me in Paradiso”. Alessandro viene arrestato e passa 27 anni in carcere; quando torna libero incontra Mamma Assunta e i due si riconciliano, nel segno del perdono di Marietta.
Proprio il perdono del suo assassino, assieme alla strenua difesa della virtù, portano Maria Goretti ad essere proclamata Santa il 24 giugno 1950 in Piazza S. Pietro, alla presenza della mamma. La Santa è conosciuta e venerata oggi in tutto il mondo e moltissime sono le parrocchie a lei intitolate.
Testamento spirituale di Alessandro Serenelli
«Sono vecchio di quasi 80 anni, prossimo a chiudere la mia giornata. Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia prima giovinezza infilai una strada falsa: la via del male, che mi condusse alla rovina. Vedevo attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani segue senza darsi pensiero: io pure non mi preoccupai. Persone credenti e
«Sono vecchio di quasi 80 anni, prossimo a chiudere la mia giornata. Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia prima giovinezza infilai una strada falsa: la via del male, che mi condusse alla rovina. Vedevo attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani segue senza darsi pensiero: io pure non mi preoccupai. Persone credenti e
praticanti le avevo vicino a me, ma non ci badavo, accecato da una forza bruta che mi sospingeva per una strada cattiva. Consumai a vent'anni un delitto passionale del quale oggi inorridisco al solo ricordo. Maria Goretti, ora santa, fu l'angelo buono che la provvidenza aveva messo avandti ai miei passi per salvarmi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per il suo uccisore. Seguirono trent'anni di prigione. Se non fossi stato minorenne, sarei stato condannato a vita. Accettai la sentenza meritata, rassegnato: capii la mia colpa. La piccola Maria fu veramente la mia luce, la mia protettrice; col suo aiuto mi comportai bene nei ventisette anni di carcere e cercai di vivere onestamente quando la società mi riaccettò fra i suoi membri. I figli di S. Francesco, i Minori Cappuccini delle Marche, con carità serafica mi hanno accolto fra loro non come servo, ma come fratello. Con loro vivo da 24 anni. Ed ora aspetto sereno il momento di essere ammesso alla visione di Dio, di riabbracciare i miei cari, di essere vicino al mio angelo protettore ed alla sua cara mamma, Assunta. Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliono trarre il felice insegnamento di fuggire il male e di seguire il bene sempre, fin da fanciulli. Pensino che la religione con i suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, l'unica via sicura in tutte le circostanze, anche quelle più dolorose della vita. Pace e bene»
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