venerdì 27 maggio 2022

"Ero stata atea, pagana e comunista, però io cercavo quell’Uno che quel giorno ho trovato ..."- TESTIMONIANZA MEDJUGORJE

 



10/11/2008  P. Jozo ha fatto parlare Anka Blasevit, una ragazza iugoslava convertitasi a Medjugorje 5 anni fa. E stata una testimonianza vibrante con note drammatiche che ha coinvolto e commosso i sacerdoti presenti: molti piangevano.

 Ha iniziato a parlare dell’infanzia, della nascita in una città del nord della Croazia nella zona ortodossa, dell’educazione ateistica ricevuta, del disprezzo della Chiesa che le era stato inculcato dal partito, in cui fu molto attiva già dalla giovinezza. Racconta della sua famiglia presto distrutta dal divorzio, di sua madre caduta nell’alcolismo. Aveva sempre avuto grandi ideali, ma li aveva cercati lontano da Dio. Dopo un anno trascorso in Messico per la tesi di laurea era stata anche in Italia in un Centro di meditazione, li’ aveva imparato a concentrarsi, a stare in silenzio, a entrare in se stessa, ma non aveva trovato il Dio
Ma ascoltiamo le sue parole:

“A un certo punto avevo pensato di andare in Olanda in un monastero, in un centro internazionale di meditazione per le donne, perché non volevo più ritornare nel mondo. Però una settimana prima di partire mi sono svegliata con la certezza che invece sarei andata a lavorare a Dubrovnik come guida. Non sapevo da dove venisse tale idea perché temevo di ritornare in città, in quella vita, in una città bella ma decadente. Io volevo vivere una vita pura. Sono ritornata a Dubrovnik e il primo lavoro assegnatomi fu accompagnare un gruppo di pellegrini a Medjugorje! Qui comincia la mia storia: non sono finita in Olanda in una istituzione che si chiama”Madre Santa”, Dio mi ha portato a Medjugorje dove la Madre Santa è viva e presente!

Avevo delle perplessità, perché non ero cattolica, ma poi ci sono venuta per prepararmi prima di accompagnare il gruppo dei pellegrini cubani. Sono arrivata il sabato dopo Pasqua, volevo andare alla chiesa pensando di trovare informazioni. Sono entrata e ho notato e letto per prima cosa il messaggio che era esposto, era il messaggio del 25 di marzo. Non ricordo le parole esatte però ognuna sembrava scritta per me, mi sembrava di avere Dio al telefono che ti parla. Volevo scriverlo e ho notato che in chiesa era in corso la Messa italiana: io non sapevo niente di Gesù vivo, non avevo mai visto l’ostia, non sapevo niente della spiritualità cristiana. In quel momento la gente riceveva la comunione. E successo tutto in un istante. Vedevo le persone che prendevano qualche cosa in bocca, poi si giravano, venivano a inginocchiarsi e cantavano. Era come se ci fosse una linea invisibile fra il sacerdote e la gente: la gente veniva a prendere questa cosa, passava questa linea invisibile e succedeva qualcosa di strabiliante. In quel momento ho avuto la grazia particolare di vedere la trasformazione mistica che succede dentro di noi dopo aver ricevuto il Corpo e Sangue di Gesù!

Io che non sapevo niente di questo! Ho visto la gente passare questa linea e cambiare! La stessa persona quando ritornava nel banco era piena di luce, luce che veniva verso di noi, che illuminava tutto il viso, che riempiva la chiesa! Allora mi sono accorta del canto: un santo che per me oggi è il simbolo di tutta la mia testimonianza. E un canto bellissimo che condensa tutta la fede cristiana: “Tu sei la mia vita, altro io non ho, tu sei la mia strada la mia verità, nella tua parola io camminerò, finché avrò respiro, fino a quando tu vorrai”.

Io ero ignorante, in quel momento ho solo ricevuto una grazia speciale, avevo solo il cuore aperto . Ho ricevuto ciò che oggi so chiamarsi “comunione spirituale” e ho ricevuto Gesù nel mio cuore (piange). E lui è restato con me. Mi sono sentita finalmente bene, perché l’avevo trovato, avevo ormai trent’anni, però l’avevo trovato! Dopo averlo cercato per tutta la vita.

Ero stata atea, pagana e comunista, però io cercavo quell’Uno che quel giorno ho trovato nella Chiesa. Ho viaggiato per tanti continenti, ho fatto migliaia di chilometri, ho smosso, si può dire ogni pietra, ho cercato ovunque e ho lasciato fuori proprio la Chiesa cattolica! Da qui si vede la potenza e astuzia di Satana. Mi sono sentita bene e male allo stesso tempo, penso a San Paolo gettato giù da cavallo. Ho visto improvvisamente tutta la mia vita, tutti i peccati commessi, che non erano pochi, e molti mortali. Stavo bene perché capivo di non essere pazza e ciò che cercavo esisteva. Pace, gioia, amore, tutto ciò esiste ed ha un nome, un nome molto dolce. Stavo male perché, insieme col sistema, avevo perseguitato la Chiesa cattolica e i credenti. Non potevo più uscire di Chiesa, ma nemmeno restarci per la vergogna: volevo andare via ma non avevo la forza di farlo.

Durante il rosario nel pomeriggio ero come un cane che faceva la ronda intorno alla Chiesa piangendo, perché vedevo tutto ciò che mi era mancato nella vita. La gente pregava insieme in tutte le lingue, l’amore era visibile, e io una miserabile che non sa neanche un Padre Nostro! Ho visto tutta la miseria del mio essere, perché con tutto quello che avevo fatto, non sapevo nemmeno una preghiera! Non sapendo pregare, non sapevo niente. (...) Con il mio gruppo sono andata sul Podbordo e sul Kricevac. A loro non avevo detto di non essere cattolica: era il mio lavoro, non sapevo come dirglielo. Siamo andati da Vicka ed ero a disagio, non sapevo come mi avrebbe ricevuto, come spiegarle chi ero. Lei invece mi ha parlato come se fosse la mia più grande amica e io ho tradotto per il gruppo, le varie richieste di preghiere per questa e quella intenzione. Poi sono entrata in casa sua, lei si è girata e mi ha detto: “pregherò anche per te”. Questo mi ha colpito molto e mi sono sentita ancora più colpevole.

Sono felice di testimoniare per voi italiani, ma spero per prima cosa di farlo nel mio paese, in Croazia, e di chiedere - Chi è responsabile di questo crimine fatto al mio popolo dopo la seconda guerra mondiale? Chi risponderà per tutte queste generazioni cresciute senza Dio? Chi risponderà per quei milioni di giovani che si sono persi, delle famiglie distrutte? Sul Podbordo ho sperimentato la presenza della Madonna, che ho sentito come madre, madre perfetta esattamente come pensavo, che ama tutti ugualmente, e se io non potevo ritornare alla chiesa per la vergogna, per i pregiudizi, però avevo diritto di stare su quel monte. Perché lì c’era mia madre e mi diceva: io ti ho chiamato.

Lei ha iniziato a guarire il mio cuore, mi ha preso per mano e mi ha portato sul Krizevac dove ho sentito forte il contrasto fra i dubbi, gli interrogativi, e il mio cuore che voleva immediatamente dire sì. (...) E così poco a poco, con la Messa ogni giorno, con il rosario, con la croce datami da Padre Jozo, con la preghiera, tutte le mie domande trovarono risposta: ora la preghiera è la mia vita, Medjugorje è la mia vita, e Gesù è il mio salvatore. (...)

La mia famiglia ha iniziato a convertirsi, pregano insieme. Avevano paura che andassi subito in monastero! Mio nonno dopo essere stato 50 anni nel partito comunista, ex partigiano, ha voluto subito il libro di Medjugorje e il rosario. Mia madre, dopo esser stata 15 anni senza vedere mio padre dopo il divorzio, lo ha incontrato e hanno mangiato insieme! Grandi doni Dio mi ha dato!

Ho visto la Madonna a Medjugorje come la risposta di Dio al mio grido: ha sentito il grido della mia anima e l’ha mandata nel mio paese, a parlare la mia lingua (piange). E io ho trovato Dio e conosciuta la sua misericordia. Vivo di questa misericordia e di questa grazia, perché con quello che ho fatto meriterei distare all’inferno, però alla figlia prodiga il Padre ha riservato la festa, l’abito nuovo, l’anello al dito, l’amore, tutto. Dopo tutto il male che ho fatto, col suo perdono mi ha dato di ricominciare a vivere, e la vera dignità di essere umano!”

(Trascrizione cura di P. Gottardi)
 
 medjugorje.altervista.org
 
 

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