UDIENZA GENERALE
30 MARZO 2022
PAPA FRANCESCO
Lo Spirito Santo fa proprio questo: illumina i sensi.
L’anestesia
dei sensi spirituali – e questo è brutto – l’anestesia dei sensi
spirituali, nell’eccitazione e nello stordimento di quelli del corpo, è
una sindrome diffusa in una società che coltiva l’illusione dell’eterna
giovinezza, e il suo tratto più pericoloso sta nel fatto che essa è per
lo più inconsapevole. Non ci si accorge di essere anestetizzati. E
questo succede: è sempre successo e succede nei nostri tempi. I sensi
anestetizzati, senza capire cosa succede; i sensi interiori, i sensi
dello spirito per capire la presenza di Dio o la presenza del male,
anestetizzati, non distinguono.
AUDIO PAPA FRANCESCO
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Quando
perdi la sensibilità del tatto o del gusto, te ne accorgi subito.
Invece, quella dell’anima, quella sensibilità dell’anima puoi ignorarla a
lungo, vivere senza accorgerti che hai perso la sensibilità dell’anima.
Essa non riguarda semplicemente il pensiero di Dio o della religione.
L’insensibilità dei sensi spirituali riguarda la compassione e la pietà,
la vergogna e il rimorso, la fedeltà e la dedizione, la tenerezza e
l’onore, la responsabilità propria e il dolore per l’altro. È curioso:
l’insensibilità non ti fa capire la compassione, non ti fa capire la
pietà, non ti fa provare vergogna o rimorso per avere fatto una cosa
brutta. È così: i sensi spirituali anestetizzati confondono tutto e uno
non sente, spiritualmente, cose del genere. E la vecchiaia diventa, per
così dire, la prima perdita, la prima vittima di questa perdita di
sensibilità. In una società che esercita soprattutto la sensibilità
per il godimento, non può che venir meno l’attenzione verso i fragili e
prevalere la competizione dei vincenti. E così si perde la
sensibilità. Certo, la retorica dell’inclusione è la formula di rito di
ogni discorso politicamente corretto. Ma ancora non porta una reale
correzione nelle pratiche della convivenza normale: stenta a crescere
una cultura della tenerezza sociale. No: lo spirito della fraternità
umana – che mi è sembrato necessario rilanciare con forza – è come un
abito dismesso, da ammirare, sì, ma… in un museo. Si perde la
sensibilità umana, si perdono questi movimenti dello spirito che ci
fanno umani.
È
vero, nella vita reale possiamo osservare, con commossa gratitudine,
tanti giovani capaci di onorare fino in fondo questa fraternità. Ma
proprio qui sta il problema: esiste uno scarto, uno scarto colpevole,
fra la testimonianza di questa linfa vitale della tenerezza sociale e il
conformismo che impone alla giovinezza di raccontarsi in tutt’altro
modo. Che cosa possiamo fare per colmare questo scarto?
Perdono lo spirito, perdono la voglia di vivere con maturità e, come si dice usualmente, si vive con superficialità. È la grande generazione dei superficiali, che non si permettono di sentire le cose con la sensibilità dello spirito. Ma perché non si permettono? In parte per pigrizia, e in parte perché già non possono: l’hanno persa. È brutto quando una civiltà perde la sensibilità dello spirito.
Invece, è bellissimo quando troviamo anziani come Simeone e Anna che
conservano questa sensibilità dello spirito e sono capaci di capire le
diverse situazioni, come questi due hanno capito questa situazione che
era davanti a loro che era la manifestazione del Messia. Nessun
risentimento e nessuna recriminazione, per questo, quando sono in questo
stato di staticità. Invece, grande commozione e grande consolazione
quando i sensi spirituali sono ancora vivi. La commozione e la
consolazione di poter vedere e annunciare che la storia della loro
generazione non è perduta o sprecata, proprio grazie a un evento che
prende carne e si manifesta nella generazione che segue. E questo è
quello che sente un anziano quando i nipoti vanno a parlare con lui: si
sentono ravvivare. “Ah, la mia vita ancora è qui”. È tanto importante
andare dagli anziani, è tanto importante ascoltarli. È tanto importante
parlare con loro, perché avviene questo scambio di civiltà, questo
scambio di maturità fra giovani e anziani. E così, la nostra civiltà va
avanti in modo maturo.
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