Ancora una volta di ritorno da questa meravigliosa terra che ospita la Madre Celeste, quella che qui tutti chiamano: “Gospa”. E l’insegnamento che mi ha voluto trasmettere fin dal primo giorno è stato: “Non c’è problema”.
Questo ultimo viaggio è stato davvero all’insegna dell’imprevisto, tutto sembrava essere contrario alla nostra partenza. Come tutti sanno a Medjugorje ci si va se si è chiamati, o meglio se la Madonna vuole, visto che è la sua dimora terrena e abbiamo visto come siano necessari tre fattori per riuscire a giungere fino a Lei: Primo: la sua chiamata.
Ma di cosa si tratta? Si chiederà qualcuno. Ebbene è una spinta interiore ad andare in questa strana terra, che magari prima di quel momento non si era nemmeno sentita nominare o non la si sa nemmeno pronunciare o addirittura ce ne guardavamo bene dal voler visitare… Eppure quando la “Chiamata” arriva la senti diretta al cuore, un impulso a lasciare tutto per dirigerti là, dove senti che ti aspetta un incontro straordinario, qualcosa di assolutamente personale.
Secondo: la tua risposta. Questa forza che sembra attirarti a se è fortissima, ma spesso facciamo fatica a staccarci dalle cose di questo mondo. Dalle nostre abitudini, dai nostri preconcetti, dalle amicizie e dalla famiglia. Eppure se si è così coraggiosi da dire il nostro “sì” ebbene tutto sembra più semplice, e la gioia ti esplode in cuore. Ma ancora non è sufficiente.
Terzo: l’abbandono. Vi chiederete che cosa significa abbandonarsi, se una volta chiamati si risponde:“Ok, vengo da te!” Ebbene non basta dire il nostro sì, bisogna fidarsi di Lei e per imparare questo affidamento nei giorni precedenti la partenza, sembra che il Signore permetta tanti piccoli impedimenti, tante piccole difficoltà, che alla fine fanno cedere molti, ma fortunatamente non tutti. Solo chi saprà vedere oltre e saprà riconoscere questi inciampi come dei trampolini potrà godere delle grazie che la Madonna ha in serbo per loro. Ma a volte è la Gospa stessa che non sente in noi il giusto spirito e fa si che non andiamo con avvenimenti che superano la nostra volontà, come a dirci: “Io ti vorrei qui con me… ma non sei ancora pronto per ciò che desidero offrirti.. ” Forse come disse al pastorello di Fatima “.. “Anche Francesco, ma prima dovrà recitare molti Rosari…“.
Ecco che quando tutti questi punti saranno superati ci si trova di nuovo in cammino verso questa terra che ha tanto il sapore del paradiso. Ma come diceva la beata Elisabetta della SS.Trinità: “… il paradiso è Dio e Dio è nella mia anima…” Solo che se non ne sono consapevole non posso ne sentirlo ne vederlo…
Con noi vi era una grande amica che purtroppo a causa di una brutta malattia è costretta a stare su di una sedia a rotelle. Fin dal principio le difficoltà non si sono fatte attendere: la persona che normalmente le sta accanto non poteva partire con lei, la camera che doveva essere idonea ad ospitare un pellegrino in sedia a rotelle purtroppo non aveva le misure adeguate e le piccole attività che per noi sono la normalità diventavano scogli enormi,… eppure, nonostante le nostre preoccupazioni, con un sorriso meraviglioso ha sempre detto: “Non c’è problema“.
Con i suoi occhi verde acqua, con i suoi movimenti rallentati non tanto dalla malattia quanto da una tranquillità interiore che non si può descrivere a parole, ci immergeva nel suo cielo e ci ripeteva costantemente questa frase che è entrata nella nostra mente come fosse la Madonna stessa a suggerircela “Non c’è problema”
La nostra piccola grande amica ci ha rivelato un’altra cosa molto importante: “Le persone non mi ascoltano, pensano di sapere cosa è meglio per me, anche se io cerco di dire loro come e cosa fare per aiutarmi.”
Mi sembrava davvero un insegnamento mariano. Noi andiamo dalla Gospa pensando di volerci mettere al suo servizio e se Lei ci chiede qualcosa rispondiamo forse senza rendercene conto, che noi sappiamo cosa le serve. Lei ci chiede il digiuno a pane e acqua e noi rispondiamo, si ma sarebbe meglio non dire parole spiacevoli o non criticare; Lei ci chiede di confessarci almeno una volta al mese e noi rispondiamo, che sì, più o meno lo facciamo, ma se non ho niente da dire non ci vado; Lei ci chiede di leggere la Bibbia e noi diciamo: “Tanto la sento già quando vado a messa è sufficiente“!; Lei ci chiede di pregare con il cuore il rosario e noi rispondiamo meglio per me parlarle normalmente che recitare all’infinito Ave Maria in modo meccanico; Lei ci chiede di comunicarci spesso e noi le rispondiamo che se però abbiamo fretta e dobbiamo portare al mare i nostri figli… siamo scusati perchè è la famiglia che conta…
Questo mi ha portato a fare un bell’esame di coscienza e non vi dico quanto bene mi ha fatto!
blog.studenti.it
Nessun commento:
Posta un commento