venerdì 7 gennaio 2022

LA PREGHIERA DEL ROSARIO SECONDO CHIARA LUBICH

 


LA PREGHIERA DEL ROSARIO


Fra le tante preghiere della giornata ce n'è una che a me piace particolarmente perché la nostra è l'Opera di Maria: questa preghiera è il rosario. Ma perché il rosario?
 
 
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Per un fatto, al quale, oggi, quasi nessuno accenna e che pure è presentissimo nel mondo ed abbraccia il brano di storia che stiamo vivendo. Siamo convinti, infatti, che negli avvenimenti dell'Est europeo, che hanno segnato la fine del 1989 e continuano a svolgersi, giorno dopo giorno, negli anni '90, fra nuove conquiste ed inevitabili difficoltà, c'è di mezzo la Madonna. È questo anche il pensiero del Santo Padre Giovanni Paolo II. C'è di mezzo in maniera discreta, come è suo stile, perché vuole che tutta la gloria sia data a Dio, ma c'è. L'aveva promesso a Fatima che «finalmente» il suo Cuore immacolato avrebbe trionfato. Su cosa? Sull'ideologia materialista, sull'ateismo, liberando popoli annientati. E lo ha fatto e lo sta facendo e tutti lo vedono. Ma di lei - come ho detto - non si parla. Noi però, che siamo Opera di Maria, non possiamo sottacerlo. Dobbiamo dirlo almeno fra noi. Dobbiamo soprattutto ringraziarla, lodarla e pregarla di intercedere ancora presso Dio perché porti a termine quest'opera che interessa tutti, perché dà un nuovo assetto all'Europa e ha conseguenze sul mondo intero. Possiamo fare ciò non moltiplicando le preghiere, ma perfezionando quelle che già pratichiamo.

Nell'Ave Maria, ad esempio, che recitiamo cinquanta volte nel rosario (perché chi ama non smetterebbe mai di ripetere il proprio amore) abbiamo modo di lodarla: «piena di grazia» - diciamo: «il Signore è con te», «tu sei benedetta fra le donne...». Dobbiamo ripetere queste parole con il cuore gonfio d'amore, come a dire: se tale sei, capiamo perché hai potuto tanto.

E poi nella Salve Regina: «madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra», «avvocata nostra», «clemente, pia, dolce Vergine Maria».

Nell'Ave Maria abbiamo modo anche di pregarla, chiedendole di intercedere ancora: «prega per noi peccatori adesso», in questo tempo così eccezionale.

Nella Salve Regina: «A te ricorriamo», «a te sospiriamo», «i tuoi occhi misericordiosi rivolgi a noi».

Ma nel rosario non si prega solo Maria: c'è il Gloria che tutti possiamo innalzare al cielo, nel quale si dà sfogo al proprio cuore che vuole gridare la gloria della SS. Trinità; c'è il Padre nostro con cui tutti possiamo implorare: che sia santifi­cato il suo nome anche là dove è stato messo sotto silenzio; che venga il suo regno, con la dilatazione della Chiesa, dovunque, e anche là dove è stata perseguitata; che sia fatta la sua volontà e non quella degli uomini; che sia dato il pane che tanto manca (è il primo problema da risolvere in quei Paesi), che vinca il perdono reciproco, che ogni tentazione di reciproca sopraffazione stia lontana.

E nel rosario si passano in rassegna i misteri della nostra fede, la storia della nostra salvezza, comune a tutti i cristiani.

Sì, dobbiamo migliorare - ognuno come può - la preghiera del rosario per riconoscere la dolcissima protagonista di quanto è successo e succede di grande, perché non dimentichi che ora, crollati i muri, occorre con quelle pietre - come ha detto il Papa - costruire la casa comune europea, un pezzo di quella unità del mondo in cui, come bambini, speriamo.

Dobbiamo anche pregarla perché, come è intervenuta nel nostro continente, così intervenga in quelle nazioni dell'Asia, dell'Africa, dell'America centrale, dove non bastano gli sforzi umani per liberare i popoli, ma occorrono interventi soprannaturali come quelli cui abbiamo assistito. Poi dobbiamo pregarla per tutta l'umanità, per tutti i problemi. Lei è madre di tutti e di ognuno, abbraccia il mondo ed ogni singola persona, appunto perché madre.

Gesù non predicava soltanto, non faceva solo miracoli, non chiamava solo discepoli a seguirlo: s'immergeva nella preghiera al Padre. Maria poi era tutta devozione, tutta inabissata in Dio. La preghiera non può non aver un posto di privilegio anche nella nostra vita. E uno dei segreti della fecondità del nostro agire.

Perciò attenzione alla preghiera e, in particolare, al rosario.

Perché si può intuire come ha fatto Maria a intervenire nella storia che viviamo. Ha soprattutto pregato. Ha pregato così bene, così a lungo, da ottenere. Certamente lei ha ottenuto perché era la tutta santa, la tutta bella, l'onnipotente per grazia. Per quanto possiamo, dobbiamo anche noi essere santi, almeno nel presente; essere cioè il nostro ideale vivo, sempre nell'amore...

Se la nostra preghiera al Padre, alla Santissima Trinità, a Gesù, a lei, poggerà su questa realtà, sarà gradita a Dio.

A volte si sente qualcuno obiettare che il rosario sia ormai una preghiera superata, non adatta ai tempi attuali.

E invece è una preghiera moderna, anzi modernissima, perché la Madonna anche nelle ultime apparizioni parla del rosario, perché il Papa dice che è una preghiera meravigliosa e la recita sempre, perché la Chiesa la consiglia, perché insomma è bella, proprio bella!

Ricordo una volta che mi trovavo ad Assisi ed ero con dei fratelli cristiani non cattolici e per caso ho trovato su un muretto, proprio fuori della basilica del santo, un rosario. Allora un pastore luterano mi ha detto: «Cos'è il rosario per voi? Come mai si dice Ave Maria e poi ancora Ave Maria, cinquanta volte Ave Maria?». Ed io: «Ma lei ama la Madonna? Quando si ama una mamma si vorrebbe dirle ben più di cinquanta volte: ti amo, ti amo. Quando si ama qualcuno si vuole continuare a dirlo, anzi se ci si frena a un dato momento, sembra che si spenga l'amore». E lui ha capito.

Ma quello che vorrei confidarvi è come dico io il rosario.

Il rosario è intramezzato dai cosiddetti misteri, che sono degli avvenimenti biblici proposti alla nostra meditazione.

I consiglieri spirituali dicono che si può dire l'Ave Maria, quasi meccanicamente, e intanto pensare al mistero che si menziona all'inizio della decina.

Io ho provato a fare così e ho visto che, pensando a questi misteri, mi faccio una ripassata di tutta la spiritualità dell'unità.

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