Papa Francesco
riceve in Vaticano in Udienza i Partecipanti all’Incontro promosso dal
Consorzio Internazionale di Media Cattolici “Catholic fact-checking”.
"Vi accolgo oggi per riflettere insieme a voi sulla problematica della comunicazione, in particolare sullo stile dei comunicatori cristiani di fronte ad alcuni nodi legati alla pandemia da Covid-19".
“Catholic fact-checking” è nato con l’obiettivo di aiutare a chiarire notizie false o confuse sui vaccini contro il Covid-19 tra le comunità cristiane, sorge un consorzio internazionale di mezzi di comunicazione cattolici, agenzie di informazione e scienziati di fama mondiale.
"Papa Montini parlava della comunicazione e dell’informazione in generale, ma le sue parole risultano quanto mai aderenti alla realtà se pensiamo a certa disinformazione che circola sul web ai giorni nostri - riprende Francesco un passaggio del Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali del 1972 - Infatti, voi vi proponete proprio di evidenziare le fake news e le informazioni parziali o fuorvianti sui vaccini contro il Covid-19, e avete iniziato a farlo mettendo in rete diversi media cattolici e coinvolgendo vari esperti. La vostra iniziativa nasce come un consorzio che si propone di essere insieme per la verità".
"Anzitutto insieme. Questo, anche nel campo dell’informazione, è fondamentale. Fare rete, mettere in comune capacità, conoscenze, contributi, per poter informare in maniera adeguata, rappresenta già di per sé una prima testimonianza. In un tempo ferito dalla pandemia e da tante divisioni, il fatto di stare in rete come comunicatori cristiani è già un messaggio. Non possiamo nasconderci che in questo tempo, oltre alla pandemia, si diffonde l’“infodemia”, cioè la deformazione della realtà basata sulla paura, che nella società globale fa rimbombare echi e commenti su notizie falsificate se non inventate. A questo clima può contribuire, spesso inconsapevolmente, anche il moltiplicarsi e l’accavallarsi di informazioni, commenti e pareri cosiddetti “scientifici”, che finiscono per ingenerare confusione nel lettore o nell’ascoltatore", dice ancora il Pontefice.
Per il Pontefice "la corretta informazione va garantita soprattutto a coloro che sono meno provvisti di mezzi, ai più deboli, a coloro che sono più vulnerabili".
La seconda parola, dopo insieme, è per: "insieme per". "È una parola molto piccola ma rivelatrice: ci ricorda che come cristiani siamo contro le ingiustizie e le menzogne, ma sempre per le persone. Anche se lo scopo del vostro consorzio è quello di combattere la disinformazione, di contrastare le fake news e la manipolazione delle coscienze dei più deboli, non dobbiamo mai dimenticare la fondamentale distinzione tra le notizie e le persone", commenta il Papa.
"Il comunicatore cristiano fa proprio lo stile evangelico, costruisce ponti, è artigiano di pace anche e soprattutto nella ricerca della verità. Il suo approccio non è di contrapposizione alle persone, non assume atteggiamenti di superiorità, non semplifica la realtà, per non scadere in un fideismo di stampo scientifico. Infatti, la scienza stessa è un continuo approssimarsi alla soluzione dei problemi. La realtà è sempre più complessa di quanto crediamo e dobbiamo rispettare i dubbi, le angosce, le domande delle persone, cercando di accompagnarle senza mai trattarle con sufficienza", sottolinea il Pontefice.
"Cerchiamo di operare per la corretta e veritiera informazione sul Covid-19 e sui vaccini, ma senza scavare fossati, senza ghettizzare. La pandemia ci invita ad aprire gli occhi su ciò che è essenziale, su ciò che davvero vale, sulla necessità di salvarci insieme.
Cerchiamo dunque di essere insieme per e mai contro", commenta Francesco."Non usciremo uguali: usciremo migliori o peggiori. Perché la crisi ci mette in difficoltà e bisogna trovare delle soluzioni. Ma il problema – è una trappola psicologica – è quando la crisi si trasforma in conflitto e il conflitto non si risolve: soltanto con la “guerra”, con le distanze, con le contrapposizioni, e questo è tornare sempre indietro e non fare avanzare il dialogo, l’insieme. Mai fare che una crisi si converta in conflitto. No, è una crisi. Siamo in crisi, cerchiamo insieme di uscirne", commenta il Papa a braccio.
"L’ultima breve riflessione è sulla parola verità. Non stanchiamoci di verificare le notizie, di presentare in modo adeguato i dati, di essere noi stessi sempre in ricerca. Essere insieme per la verità significa anche cercare un antidoto agli algoritmi progettati per massimizzare la redditività commerciale, significa promuovere una società informata, giusta, sana e sostenibile. Senza un correttivo etico, questi strumenti generano ambienti di estremismo e inducono le persone a pericolose radicalizzazioni", conclude cosi la sua udienza il Papa.
ACI Stampa
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