Il loro è un sogno diventato “Reale”: dal baratro all’amore, dal nulla al matrimonio e alla famiglia. Fino alla realizzazione personale grazie alla musica. E’ la storia di Alessandro Gallo e Francesca Cadorin in arte, appunto, i Reale, che in tre parole potremmo definire una christian rock band nata...in grazia di Dio.
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GLI ANNI BUI. L’anima del gruppo sono
certamente loro due, marito e moglie, che prima di mettersi al servizio
della fede e diventare “mezzo divino di comunicazione di massa” erano
solo due ragazzi che avevano imboccato la via del male. Sono
stati schiavi della droga fin da giovanissimi da quando, cioè, erano
ancora praticamente bambini ma già il mondo sembrava una croce troppo
grande da sopportare. Per Alessandro cresciuto in una famiglia
fortemente credente, era un modo di ribellarsi; per Francesca, il
disperato tentativo di cucire delle ferite adolescenziali. Dal provare
lo sballo a diventarne dipendenti c’è voluto pochissimo. Sono seguiti
anni travagliati, di sofferenza, alla continua ricerca del piacere
effimero e di sé stessi, un percorso che li stava portando dritti
all’inferno. Ma non avevano fatto i conti con il Signore e la Sua
infinita misericordia. Come spesso accade in questi casi sono stati i
genitori, in particolare le mamme, a fare “da tramite” ed a convincere i
propri figli che un mondo migliore era possibile.
LA COMUNITA’ CENACOLO DI SUOR ELVIRA.
E così su due
binari diversi, l'uno da Padova, l’altra da Castelnuovo Don Bosco
(Asti), sono approdati alla comunità cenacolo fondata da suor Elvira che
ha dato la sua vita pur di salvare tanti giovani smarriti. Alessandro
aveva 17 anni, Francesca 19. Ritrovarsi in un luogo che metteva Dio al
centro della vita, il sacrificio e il lavoro al centro della giornata,
non è stato facile ma piano piano è stato un tornare alla felicità.
Racconta Alessandro: “L’inizio è stato uno shock: io all’epoca suonavo
punk e ricordo come prima cosa che mi tolsero la mia fedele compagna, la
chitarra, per imparare a dedicarmi agli altri e a maturare l’amore.
Ricordo anche che il mio ‘angelo custode’ Marco, a cui ero stato
affidato per il mio cammino di riabilitazione, solo dopo circa un anno
me la fece riprendere in mano, per suonare in chiesa. Non sapevo fosse
possibile: avevo scoperto il mio modo di parlare con Gesù. Questa cosa
mi sconvolse e mi convertì”. Francesca ricorda che la comunità è stata il “primo tocco di Dio”: “La Sua mano mi ha presa e mi ha ‘scaraventata’ lì. Per me quell’esperienza, durata sei anni, è stato come un rinascere”.
L’AMORE. Poi, dopo la riscoperta di sé stessi, la scoperta del vero amore: “Non ci conoscevamo, ci siamo incontrati in comunità – racconta emozionata Francesca – grazie a madre Elvira che ci “ha messo insieme” e ci ha fatto rivivere la nostra comune passione per la musica. Non avevo intenzione di impegnarmi, ma con lui subito c’è stato un feeling diverso. Ci siamo fidanzati ma, grazie sempre agli insegnamenti di suor Elvira, con un cammino “all’antica”, in un modo che ci ha fatti sempre più innamorare. Niente telefoni, incontri sempre casti. In questo modo abbiamo assaporato l’amore autentico e lo abbiamo vissuto con una semplicità diversa che non avevo mai provato e che ci ha fatto sentire il bisogno di sposarci”. Dopo l’uscita dalla comunità Alessandro e Francesca sono tornati a scontrarsi con la durezza della vita nonostante la nascita dei loro due figli, Samuele e Gioia. “Abbiamo passato momenti duri, niente lavoro e conseguenti difficoltà economiche. Il curriculum con gli anni bui impressi sopra, contava molto di più di quello che avevamo da dare”, rivela Francesca.
LA MUSICA E I REALE. Sembrava tutto in salita ma è
bastato riscoprire la preghiera e affidarsi di nuovo al Signore: “La
vita non mi bastava più forse perché siamo nel mondo ma non siamo del
mondo” confessa Alessandro. “Con mia moglie abbiamo deciso di riprendere
a pregare e di lì a poco tutto è cambiato. Abbiamo sentito di voler dare il mondo a Dio e così sono nati i Reale”.
Gli fa eco Francesca: “Abbiamo rimesso insieme quattro cose che
avevamo, poi la Divina Provvidenza ha fatto il resto. Davvero! Ci hanno
regalato prima un mixer, poi i cavi e piano piano siamo ripartiti. Ogni
sera restavamo fedeli, ci inginocchiavamo e dicevamo il nostro sì”. Un
po’ per gioco e un po’ per davvero, trascinati dalla fede, è nato il
loro entusiasmante progetto di vita. In pochi anni dal cd fai-da-te sono
passati ai concerti nelle parrocchie e poi nelle piazze fino ad aprire
la mini Giornata mondiale della Gioventù 2015 a Torino. Un progetto
bellissimo che nei live propone una musica cristiana di qualità unita,
laddove è possibile, a momenti di preghiera come l’Adorazione: “Il
centro del nostro concerto non vogliamo essere noi ma Dio. Credo sia il nostro carisma, accompagnare le persone, i giovani all’Eucaristia.
Togli l’Io e metti Dio” ci rivela Francesca che si lascia scappare
anche una dedica per Alessandro: “Credo scriva in modo fantastico. Tocca
le corde giuste, ho creduto in lui”. Per i ragazzi, appena tornati da
un live a Medjugorje, dopo gli album “Come nessun’altro” del 2010,
“Kairòs” del 2014 e il travolgente singolo “Sono figlio di un Re” del
2015, adesso è quasi pronto il terzo disco che conterrà 14 canzoni,
un lavoro che ha già dato i suoi frutti su Musicraiser piattaforma dove
è possibile sostenere la band in infiniti modi. Per informazioni e
dettagli basta cliccare sul loro sito internetwww.realemusica.it seguire
il gruppo sulle loro pagine social. Infine, siccome le grazie per chi
si affida col cuore a Dio sono sempre molteplici, notizia di questi
giorni, la canzone “Alla porta del Cielo“ è stata scelta come inno ufficiale della marcia francescana di Assisi 2016. Una
benedizione ulteriore per un gruppo che sta pian piano raccogliendo
quanto seminato con passione e dedizione, e che, come dimostrano gli
ultimi risultati, non teme nessuno nemmeno la musica più commerciale.
Del resto a giudicare dai frutti del panorama musicale cristiano pare
proprio che al Cielo piaccia la buona musica: con un alleato così in
Alto, niente è impossibile.
Fonte:www.today.it
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