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mercoledì 8 dicembre 2021

ERA L'8 DICEMBRE 1991: "MIR I DOBRO" FESTEGGIA 30 ANNI- Ha voluto così Padre Jozo che si chiamasse .....


 


MIR I DOBRO, ERA L'8 DICEMBRE 1991

"DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE,
DAL LETAME NASCONO I FIOR"
CON L'IMMACOLATA DA 30 ANNI
 

Ha voluto così Padre Jozo, che ci
chiamassimo "MIR I DOBRO" PACE E BENE IN CROATO; ha voluto che nascessimo il giorno dell'Immacolata nel 1991. Ha scelto un nome "MIR I DOBRO" PACE E BENE IN CROATO in un tempo di guerra che stava portando tanto male, in un giorno macchiato dal sangue di tanti morti e feriti che di immacolato aveva ben poco. Ecco, questa è "MIR I DOBRO" PACE E BENE IN CROATO; questa è la sua missione perché, di fatto, da 30 anni ad oggi per MIR I DOBRO è sempre stato così. Possiamo dire che MIR I DOBRO fin dalla sua idea, fin dalla sua nascita, fin dai suoi primi passi ha portato "MIR" dove c'era guerra e "Dobro" dove c'era tanto male. Se uno conosce MIR I DOBRO sa anche chi è Chiarina, ma forse, non tutti sanno che la sua idea nasce, fiorisce, cresce da uno di quei momenti di dolore che colpiscono anche molti di noi. Chiarina, però, è l'esempio che evidenzia tangibilmente come agisce la Misericordia di un Padre quando chi sta affrontando una prova nella vita ed invoca l'aiuto dello Spirito Santo e la protezione di Maria, Madre di Misericordia. Durante gli anni di piombo, del terrorismo in Italia, Fabrizio De André scriveva una canzone in cui diceva "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior". Mir i Dobro è uno dei più bei fiori che la Regina della Pace ha fatto fiorire in Italia, perché spandesse i colori e il profumo di Medjugorje anche nel nostro Paese; la Madre ha fatto sbocciare il "Fiore di Mir i Dobro" sul letame di una guerra fratricida perché portasse, in quel letamaio diabolico, tanti aiuti umanitari, ma anche tanta preghiera non disgiunta da tante conversioni. I primi artefici di questa miracolosa fioritura sono stati senza dubbio i camionisti: molti di loro erano cresciuti senza Dio e senza fede; molti di loro andavano in Bosnia non tanto con l'idea di "fare del bene" ma con spirito di un'avventura da poter raccontare al ritorno. Ma così non è mai stato: quando uno aderisce ad un gesto d'amore grande, anche se inconsciamente, la Madre accoglie quel gesto così com'è e lo trasforma in un gesto fiorito dal letame della miseria umana. Era passato il detto che i camionisti volontari di Mir i Dobro "partivano bestemmiando e tornavano pregando". Molte di queste conversioni sono avvenute nel luogo scelto dalla Gospa dieci anni prima dello scoppio della guerra, là dove, apparendo a Marija, il 26 giugno 1981 disse "Pace. Pace. Pace. Riconciliatevi. Riconciliatevi con Dio e tra di voi. E per fare questo è necessario credere, pregare, digiunare e confessarsi". Sono tanti i volontari passati da Mir i Dobro e che hanno dato tanto; ne cito soltanto tre: Antonietta, Luciano e Fausto.

Antonietta, sorella di Chiarina, è stata la pioniera delle guide di Mir i Dobro; Angioletta, mi ha insegnato, certamente, che la Guida a Medjugorje è solo la Madonna, ma mi ha trasmesso anche la consapevolezza che noi, guide, siamo suoi “strumenti” inutili, ma preziosi, attraverso i quali la Madre opera grandi grazie. Pertanto, Angioletta, più con i fatti che con le parole, mi ha sempre raccomandato che nei confronti dei pellegrini, la nostra presenza deve essere costante, la nostra vigilanza deve farsi attenzione, il nostro paziente ascolto deve trasformarsi in condivisione fraterna e consolante.
Luciano, marito di Chiarina, autista attento e premuroso, ci ricorda molto S. Giuseppe. Uomo di poche parole, ma dall’amore in azione. Giuseppe non abbandona mai la sua Sposa; Luciano sempre ha seguito, in ombra, Chiarina. Giuseppe ha portato in salvo il suo Gesù e la sua Sposa accompagnandoli nella terra straniera d’ Egitto; Luciano ha salvato tanti innocenti e tante spose e madri come Maria Santissima, vittime della prepotenza umana. Padre Jozo sempre ripete: “Nonostante la guerra, grazie a Dio, nessuno è morto di fame”. Per realizzare questo miracolo, Dio ha voluto aver bisogno di tanti uomini di buona volontà, volontari di Mir i Dobro: fra questi Luciano ha avuto un ruolo da protagonista appassionato. I pellegrini, al termine di ogni funzione religiosa o di qualsiasi incontro a Medjugorje, prima ancora di intravedere il pullman su cui salire, riconoscevano Luciano, l’autista dalla bianca chioma; bianca come la Croce del Krizevac, bianca come la Madonnina che sta sulla Collina delle Apparizioni.
Fausto: il panettiere di Maria che sull'Isola di Jakljan ha fatto quintali di pane per gli orfani e le vedove della guerra. Padre Jozo spiegava loro che Fausto si alzava alle 4 tutti i giorni senza essere pagato; quel pane lo faceva non per soldi, ma per amore.
Quello che è certo è che Mir i Dobro non ha mai ricevuto onorificenze al Quirinale e non è mai stato ricevuto in Udienza in Vaticano, ma ha sempre operato nel nascondimento ricevendo un sorriso da tanti bambini sfortunati che hanno visto il loro papà soltanto in fotografia. Come non ricordare l'accoglienza degli abitanti di Siroki Brijeg al passaggio di un nostro convoglio formato da una quarantina di camion contente tutto il materiale necessario per la costruzione dell'Istituo Santa Famiglia per le ragazze orfane? Ai pellegrini si spiega che tutto quello che vedono è stato portato dall'Italia.
A pochi passi da questo Istituto Padre Jozoha voluto anche il Centro Disabili "Marija Nasa Nada" – "Maria Nostra Speranza". Mir i Dobro in questo Centro ha realizzato la Cappella. Durante un pellegrinaggio per l'Immacolata Padre Jozo disse: "Questa Casa cerca il cuore, non i soldi. Per questo motivo si deve venire in questa Cappella, inginocchiarsi davanti a Gesù. Questa Casa diviene Cenacolo, Calvario, diventa la grotta del presepio dove non esiste l’avidità umana, dove la Mamma ha visto nel Figlio il Cristo Redentore. Venendo qui vedo sempre un grande dono, in questi bambini disabili, una grande benedizione per noi tutti. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno fatto qualcosa. Abbiamo fatto poco, pochissimo, perché questa Croce cerca tutto o niente".
Mir i Dobro da 30 anni viaggia con due polmoni: uno materiale e uno spirituale.Così, oltre agli aiuti umanitari e i pellegrinaggi Mir i Dobro per primo ha portato in Italia l'aria di Medjugorje organizzando Incontri di Preghiera a Milano è non solo. Padre Jozo ha sempre detto che erano gli Incontri Mariani più grandi d'Europa. Tutti i veggenti hanno partecipato, testimoniato ai nostri Incontri con tanto di Apparizione; tante sono state le grazie che la Regina della Pace ha concesso durante questi Incontri, forse irripetibili. Mir i Dobro segue attentamente i bisogni attuali, del momento in questo tempo così oscuro e difficile. La gente ha tanto bisogno di ricevere conforto e una parola di speranza; così Mir i Dobro organizza periodicamente dei Ritiri Spirituali nella Casa Preghiera a Talamona (So). Questi Esercizi sono guidati soprattutto da Francescani amici di Mir i Dobro: Padre Ljubo, Padre Petar ed altri.
Anche oggi, ora come allora, come 30 anni fa, la missione di Mir i Dobro è quella di far germogliare un fiore dal letame delle miserie umane. Sono tante, infatti, le donne maltrattate, abbandonate: la cronaca ne è piena. Così, per Miri i Dobro, uno dei progetti più gravosi, ma altrettanto doverosi, è quello di accogliere delle donne con bambini che vivono questa amara esperienza. Sappiamo bene che tutto passa, tutto finirà: solo l'amore resta. Di Mir i Dobro resterà l'amore donato in questi 30 anni: "Cari figli, vi invito ad aprire la porta del vostro cuore a Gesù come il fiore si apre al sole. Gesù desidera riempire i vostri cuori di pace e di gioia" (dal messaggio RdP 25 gen. 1995). La Regina della Pace con questo augurio, invita ancora Mir i Dobro ad essere come un fiore che si apre al sole. In fondo si sa "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori".
 
Virgilio Baroni

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