UNA FAMIGLIA DI PALERMO TESTIMONIA: DARIO È GUARITO
Palermo, Novembre 2006. Dario, un bambino di soli 9 anni, gioca e scherza con la sua famiglia. All'improvviso un dramma: in un momento di corsa il padre si accorge che il piccolo ha una sofferenza respiratoria. Il medico indica di eseguire una risonanza magnetica con contrasto, un esame delicato che dura 4 ore. Da questo esame si scopre un rarissimo ispessimento della parete sinistra del cuore, quindi dietro al ventricolo sinistro una neoplasia. Il tumore è di 5 cm all'interno del cuore, il diciannovesimo caso in tutto il mondo. Spesso non presenta alcun sintomo, arriva con una morte improvvisa e inaspettata. Per questi casi nessun medico sembra poter dare una speranza. I genitori, Alessandro e Nora, cadono in una disperazione totale: "Solo la Madonna ce lo può salvare".
La mamma dice che in effetti si poteva solo pregare, dato che nient'altro sarebbe stato utile per quella situazione. Ma c'è un episodio che avviene qualche giorno prima, un segno che sembra essere una delle parti che compongono un disegno davvero incredibile.
Gaetano, il barbiere amico di famiglia regala una coroncina al padre mentre tagliava i capelli. Alessandro chiede scherzoso: "Cosa fate con queste palline? Ci passate il tempo?". Ma Gaetano serio risponde che non si tratta di uno scherzo. Racconta che giorni prima era arrivato al salone un uomo in lacrime che chiedeva preghiere per il figlio malato terminale. Il barbiere, per consolarlo, lo aveva invitato a tornare per ritirare una coroncina del Rosario e pregare insieme, ma quell'uomo non si era più ripresentato. Così, quella coroncina passa nelle mani di Alessandro. "Custodiscila, capisci il senso e metti in pratica" - riprende il barbiere. Ma Alessandro non interessato e non curante di quelle parole la ripone in tasca. Pochi giorni dopo, la famiglia viene sconvolta dalla notizia della malattia di Dario.
La mamma, Nora, racconta di aver sentito nel cuore sin da subito che quella malattia sarebbe stata qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Ecco che si presenta un secondo segno. Enzo, un caro amico, venuto a conoscenza della notizia di Dario va a trovare la famiglia. Con coraggio invita Alessandro e Nora a non disperarsi, ma lottare per la guarigione . "Andate a pregare a Medjugorje, un piccolo angolo della ex Jugoslavia dove dal 1981 sei veggenti testimoniano di vedere la Madonna e parlare con Lei".
Nonostante la famiglia non sapesse neanche dell'esistenza di quel posto, decidono di partire. Era marzo del 2007. Come migliaia di pellegrini, Alessandro Nora e Dario intraprendono questo viaggio, portando tutte le ansie, la preoccupazione e il dolore, ma tenendo nel cuore anche la speranza che la Madonna rispondesse alla loro richiesta. Vengono a sapere che una delle veggenti, Viska, aveva ricevuto dalla Madonna il compito di pregare per gli ammalati e riceveva nella sua stanza. Una volta lì dentro, la veggente recita una preghiera molto intensa con le mani sulla testa del piccolo Dario. Prega insieme alla famiglia e per la famiglia, stringendo il bambino al petto. Da lì si era intuito che Maria si stava prendendo cura di loro. Nasce nel cuore un lucina di speranza e il desiderio di inginocchiarsi sulle dure pietre del monte Podbrdo, un cammino compiuto a piedi scalzi per offrire la propria sofferenza e implorare la Grazia. "Ti consegniamo Dario, Madre Santa, noi non possiamo fare più niente". Parole di grande abbandono per una famiglia così lontana dalla fede, e che mai avrebbero pensato di pronunciare.
Ritornano a Palermo e cercano di riprendere la loro vita quotidiana, provando a mantenere un atteggiamento tranquillo. Ma non c'è serenità nelle loro giornate, dato che da un momento all'altro Dario potrebbe morire. I medici di Palermo si mettono in contatto con l'ospedale Bambin Gesù di Roma. Qui, un professore americano capisce che nessuno è in grado di operare Dario in Italia, così indica loro una clinica negli Stati Uniti, che si occupa di casi speciali. Il costo per il delicato intervento a cuore aperto è di 400.000€. Come fare a trovarli? Alessandro e Nora mettono in vendita il negozio e la casa, ma nessuno si presenta. Iniziano a bussare alle porte, ma, nonostante il grande aiuto di amici e parenti i soldi non bastano. La regione Sicilia accetta di finanziare l'80% delle spese, la clinica rinuncia al restante 20% e fissa l'appuntamento per il ricovero di Dario. È il 20 giugno del 2007. "Madre - pregava in lacrime Alessandro- stiamo partendo in 3. Dacci la forza di sopportare la perdita di nostro figlio". I professori spiegano che l'intervento sarebbe stato molto invasivo, perché una parte della parete del cuore sarebbe stata rimossa e la valvola mitralica avrebbe dovuto essere sostituita man mano che il bambino cresceva. L'equipe si prepara per l'intervento, mentre i genitori annientati si riuniscono in preghiera. L'intervento sarebbe durato 10/12 ore.
Dopo 4 ore arriva una chiamata. Era il cardiochirurgo, che con voce confusa comunica che del tumore non c'era più traccia. La gioia esplode in un grido di pianto per Nora e Alessandro, che increduli non riuscivano a dare spiegazione a ciò che sentivano. Dario viene dimesso dalla clinica il 25 giugno (data che segna la prima apparizione a Medjugorje). Per festeggiare insieme, la famiglia decide di fare un viaggio a Chicago e poi a Medjugorje per ringraziare la Madonna per il miracolo del figlio e la conversione avvenuta per tutta la famiglia.
VIDEO SULLA GUARIGIONE DEL PICCOLO DARIO: 👇👇👇
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