Santi Medici Cosma e Damiano
26 settembre
PREGHIERA
O gloriosi santi Medici Cosma e Damiano, conoscendo i singolari carismi di cui vi arricchì il buon Gesù per il bene spirituale e temporale degli uomini, con umiltà e confidenza di figli devoti, sebbene immeritevoli, in questi tempi di temibile epidemia ci prostriamo fiduciosi per implorare il Vostro potente patrocinio: soccorrete benignamente, o santi Anargiri, quanti tribolano per il fiero contagio perchè in Voi, generosi benefattori dell'umanità sofferente, sono riposte le nostre speranze che non vorrete tralasciare visto che il Divin Redentore, il quale attraversò la Palestina beneficando tutti e sanando gli infermi, non potrà certo rigettare i nostri gemiti nell'ora presente, se le nostre preghiere saranno avvalorate dalla Vostra intercessione per tenere lontano la malattia del corpo e la peste dell'anima, e sarà questa un'altra prova della Vostra inesauribile carità, un altro titolo per la nostra profonda e sincera gratitudine che sia pegno eletto della perseveranza finale che, terminato questo aspro pellegrinaggio terreno, ci congiunga un giorno a Voi e a tutti i Beati nell'eterna visione di Dio.
Pater, Ave, Gloria
Cosma e Damiano sono patroni di medici, chirurghi e farmacisti. Curavano gratis i malati e per questo furono martirizzati sotto Dioclezano. Per questo sono chiamati Santi Medici. Il loro culto è diffuso, in Italia, soprattutto al Centro Sud. A Bitonto (Bari) il Santuario a loro dedicato attira migliaia di pellegrini ogni anno.
La biografia
Sulla vita di Cosma e Damiano le notizie sono scarse. Si sa che erano gemelli e cristiani. Nati in Arabia, si dedicarono alla cura dei malati dopo aver studiato l'arte medica in Siria. Ma erano medici speciali. Spinti da un'ispirazione superiore infatti non si facevano pagare. Di qui il soprannome di anàrgiri (termine greco che significa «senza argento», «senza denaro»). Ma questa attenzione ai malati era anche uno strumento efficacissimo di apostolato. Una missione che costò la vita ai due fratelli, che vennero martirizzati. Durante il regno dell'imperatore Diocleziano, forse nel 303, il governatore romano li fece decapitare. Successe a Ciro, città vicina ad Antiochia di Siria dove i martiri vengono sepolti. Un'altra narrazione attesta invece che furono uccisi a Egea di Cilicia, in Asia Minore, per ordine del governatore Lisia, e poi traslati a Ciro.
Il culto
Il culto di Cosma e Damiano è attestato con certezza fin dal V secolo. Già poco tempo dopo la morte: dedicazione di chiese e monasteri a Costantinopoli, in Asia Minore, in Bulgaria, in Grecia, a Gerusalemme. La loro fama è giunta rapida in Occidente, partendo da Roma, con l’ oratorio dedicato loro da papa Simmaco (498- 514) e con la basilica voluta da Felice IV (526-530). I loro due nomi, poi, sono stati pronunciati infinite volte, sotto tutti i cieli, ogni giorno a partire dal VI secolo, nel Canone della Messa, che dopo gli Apostoli ricorda dodici martiri, chiudendo l’ elenco appunto con i loro nomi: Cosma e Damiano. Il culto per i due Santi, passato dall’ Oriente all’ Europa, «si mantenne straordinariamente vivo fino a tutto il Rinascimento, dando luogo a un’ iconografia tra le più ricche dell’ Occidente, specie in Italia, Francia e Germania» (Maria Letizia Casanova). A più di mille anni dalla loro morte, si dà il nome di uno di loro a quello che poi i fiorentini chiameranno padre della patria: Cosimo de’ Medici il Vecchio. E la casata chiama a illustrare la vita dei due santi guaritori artisti come il Beato Angelico, Filippo Lippi e Sandro Botticelli.
Le tre date per la ricorrenza
Le fonti sulla vita dei Santi Cosma e Damiano non sono pienamente concordanti tra loro, pur avendo molti aspetti comuni, ma riportano tre diverse tradizioni: una tradizione "asiatica", originatasi a Costantinopoli, capitale dell'impero bizantino;una tradizione "romana" affermatasi soprattutto in Siria;una tradizione "araba", che però si diffuse soprattutto nell'Europa occidentale (Roma).
Le tre tradizioni della loro vita furono inoltre inserite nel contesto dei libri liturgici greci, e ad ogni tradizione fu indicato il giorno festivo specifico: La tradizione "Asiatica" il 1º novembre. La tradizione "Romana" il 1º luglio. La tradizione "Arabica" il 17 ottobre. La tradizione cattolica stabilì invece la memoria liturgica il 27 settembre (probabilmente il giorno della dedicazione della basilica romana, secondo il calendario tradizionale utilizzato tuttora per la Messa Tridentina), tuttavia Paolo VI la spostò al 26 settembre, rendendone il culto facoltativo. La Chiesa ortodossa fissò per la loro commemorazione il 1º luglio, il 17 ottobre e il 1º novembre, a seconda dei vari costumi locali.
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