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venerdì 30 aprile 2021
Attraverso questa malattia molti saranno purificati e convertiti. La paura della morte è un segno che non siamo santi. - INTERVISTA
Durante la preghiera mi è apparsa per tre volte l'immagine di un fiore: la veggente Marija racconta....
Il nostro cuore è come un fiore
"Durante la preghiera mi è apparsa per tre volte l'immagine di un fiore. La prima volta era meraviglioso, fresco, coloratissimo. Ed io ne ero felice! Poi ho visto lo stesso fiore chiuso, appassito, aveva perduto completamente la sua bellezza. Ero triste! Ma, ecco una goccia d'acqua cadde sul fiore appassito ed esso subito riacquistò tutta la sua freschezza ed il suo fulgore! Ho cercato di capire che cosa potesse significare per me questa visione, ma non ci sono riuscita... Perciò decisi di chiederlo alla Madonna durante una delle Sue apparizioni. Le dissi: “Madonna mia, che cosa vuol dire quello che ho visto durante la preghiera? Che significato aveva quel fiore?” La Madonna sorrise e rispose: “Il vostro cuore è come quel fiore. Ogni cuore è meraviglioso nella bellezza creata da Dio. Ma quando sopraggiunge il peccato, il fiore appassisce ed il fulgore svanisce. Quella goccia caduta sul fiore per ravvivarlo, è il simbolo della Confessione. Voi, quando siete nel peccato, non potete aiutarvi da soli: vi serve aiuto”.
La confessione, grazie alla divina potenza di Gesù Signore, supera la sua entità di incontro umano conducendo l'uomo fino all'incontro con Dio, con il Padre buono che, dopo aver tanto atteso, ora con gioia corre all'abbraccio, dona vesti nuove ed invita tutti alla mensa della comunione dove si festeggia l'immensità della Divina Misericordia.
Perciò la Confessione è un incontro tra l'umano e il divino, attraverso lo strumento umano della conversazione e della reciproca fiducia.
La confessione è l'accettazione della Volontà di Dio ed il rifiuto del mondo che imprigiona e disprezza, l'adesione alla sorgente di salvezza e di luce, di pace e di amore, ed il rifiuto delle tenebre, dell'odio e del disordine! Tutto nella piena consapevolezza dei nostri gesti.
Maria dice: Non potete festeggiare la mia festa se non vi confessate, il che significa: non potete cominciare la vita nuova se non dite a Dio: Ecco, Signore, sono pronto a fare secondo la tua Volontà! La volontà di Dio per me è prima di tutto chiedere perdono per tutto quello che abbiamo fatto contro la Sua Volontà, per aver preferito noi stessi alla voce di Dio.
Allora la confessione è il momento del ritorno e della rinnovata accettazione del Paradiso terrestre, l'inizio della costituzione del nuovo mondo. E' il momento in cui Dio ha diritto ad entrare di nuovo nella nostra vita e a riacquistare il primo posto. Questo è anche il momento in cui il nostro uomo vecchio, distrutto, si rinnova nella piena umanità di Cristo. Dio Padre è bontà infinita, è misericordia e dona sempre il perdono a chi glielo domanda col cuore. Pregatelo spesso con queste parole: “Dio mio, lo so che sono grandi e numerosi i miei peccati contro il tuo amore, ma io spero che tu mi perdonerai. Sono pronto a perdonare a tutti, all’amico come al nemico. O Padre, io spero in te e desidero vivere sempre nella speranza del tuo perdono”.
giovedì 29 aprile 2021
Le "Stimmate invisibili "di Santa Caterina (solo in morte si videro i cinque fori).
Il 1° aprile 1375 Santa Caterina da Siena riceveva le Stimmate. Ma la stigmatizzazione di questa grande Santa fu differente da quella di un san Francesco o di un Padre Pio, le piaghe dei quali furono visibili e sanguinati. Quelle della vergine domenicana, per espressa richiesta di lei, furono invisibili per tutta la sua vita (solo in morte si videro i cinque fori). L’unico ad esserne a conoscenza fu il suo confessore, il beato Raimondo da Capua, che così ne parla della sua Legenda maior sanctae Catharinae Senensis
Essendo venuta in Pisa, insieme con altri, fra i quali c’ero anch’io, fu accolta in casa di un certo cittadino, che stava vicino alla cappella di santa Cristina. In questa cappella, in giorno di Domenica, a domanda della vergine, dissi la messa, e per dirla col linguaggio d’uso, la comunicai. Ricevuta che ebbe la Comunione, secondo il solito andò in estasi, perchè il suo spirito assetato del Creatore, cioè, del sommo Spirito, si allontanava quanto più poteva dai sensi. Aspettavamo che ritornasse in sé per ricevere da lei, come alle volte avveniva, un qualche conforto spirituale, quando all’improvviso vedemmo il suo corpicciuolo, che stava prostrato, alzarsi a poco a poco, rimanersene ritto su le ginocchia, stender le braccia e le mani, e raggiare di luce la faccia; dopo essere rimasto lungamente tutto intirizzito, e con gli occhi chiusi, lo vedemmo cascare di colpo come se fosse stato ferito a morte. Poco dopo, l’anima sua riprese i sensi.
Allora la vergine mi fece chiamare, e con voce sommessa, mi disse: «Sappiate, o padre, che per la misericordia del Signore, io porto già nel mio corpo le sue stigmate». Io le risposi, che osservando i movimenti del suo corpo mentre lei era in estasi, mi ero accorto di qualche cosa; e le domandai come il Signore aveva fatto tutto ciò. Mi rispose: «Vidi il Signore confitto in croce, che veniva verso di me in una gran luce, e fu tanto lo slancio dell’anima mia, desiderosa di andare incontro al suo Creatore, che il corpo fu costretto ad alzarsi. Allora dalle cicatrici delle sue sacratissime piaghe, vidi scendere in me cinque raggi sanguigni, diretti alle mani, ai piedi ed al mio cuore. Conoscendo il mistero, subito esclamai: Ah! Signore, Dio mio, te ne prego: che non appariscano queste cicatrici all’esterno del mio corpo. Mentre dicevo così, prima che i raggi arrivassero a me, cambiarono il loro colore sanguigno in colore splendente, e sotto forma di pura luce arrivarono ai cinque punti del mio corpo, cioè, alle mani, ai piedi e al cuore». Le domandai: «Dunque nessun raggio è arrivato al lato destro!». Ed ella: «No, ma direttamente al sinistro, sopra il mio cuore; perché quella linea lucida, che usciva dal lato destro di Gesù, mi ferì direttamente, e non per traverso». Ed io: «Ti ci senti ora dolere in quei punti?». E lei, tirato un gran sospiro, rispose: «È tale il dolore che sento in questi cinque punti, specialmente nel cuore, che se il Signore non fa un altro miracolo, non mi par possibile che io possa andare avanti, e che in pochi giorni non debba morire».
Mentre ascoltavo queste parole e non senza mestizia ci riflettevo sopra, stavo attento se avessi potuto scorgere qualche segno di tanto dolore. Avendo lei finito di dirmi quel che desiderava che io conoscessi, uscimmo dalla cappella, e ritornammo alla casa di chi ci ospitava. Quivi giunti, appena la vergine ebbe messo piede nella camera che le era stata assegnata, non reggendole il cuore, tramortì. Tutti fummo chiamati d’intorno a lei, e considerando il caso insolito, piangevamo per la paura di perdere colei che amavamo nel Signore. È vero che l’avevamo veduta spesso rapita fuori dei sensi, ed anche alle volte l’avevamo ritrovata indebolita parecchio dalle penitenze e dalle fatiche; pure fino a quel momento non era mai apparsa ai nostri occhi tramortita in quel modo.
Dopo poco tempo ritornò in sé, e quando tutti ebbero fatta colazione, mi parlò di nuovo, dicendomi di sentire che se il Signore non ci metteva un rimedio, presto sarebbe morta.Non rimasi sordo a queste parole, e radunati i suoi figliuoli e le sue figliuole, li pregai e scongiurai con le lacrime agli occhi di rivolgere tutti insieme al Signore la medesima preghiera, perché si degnasse di concederci per altro tempo la nostra mamma e maestra, acciocché noi, così deboli ed infermi, e non ancora irrobustiti dal cielo nelle sante virtù, non rimanessimo orfani fra i pericoli del mondo. Tutti e tutte con uno stesso animo ed una sola voce promisero di farlo, e così andammo da lei, e le dicemmo piangendo: «Noi certamente sappiamo, o mamma, che tu desideri Cristo tuo Sposo, ma il premio tuo è già sicuro; abbi piuttosto compassione di noi, che lasceresti ancora troppo deboli in mezzo alle tempeste. Sappiamo che nulla ti negherà lo Sposo dolcissimo che ami con tutto l’ardore: quindi ti supplichiamo di pregarlo, ché ti lasci ancora con noi, perché, se te ne andrai così presto, resta inutile che ti abbiamo seguito. Benché le nostre preghiere siano per quanto sta in noi fervorose, tuttavia temiamo che, per le nostre colpe, non siano ascoltate, perché disgraziatamente siamo molto indegni; ma tu, che desideri ardentemente la nostra salute, impetraci quello che non può ottenere il merito nostro». A queste parole, che le rivolgevamo piangendo, Caterina rispose: «Già da un pezzo ho rinunziato alla mia volontà, né in queste né in altre cose voglio se non ciò che vuole il Signore. Io desidero con tutto il cuore la vostra salute, ma Colui, che è mia e vostra salute, sa procurarla meglio che di una qualunque creatura; e perciò si faccia in tutto la sua volontà. Nonostante pregherò volentieri, perché avvenga ciò che è meglio. A questa risposta restammo dolenti e perplessi.
Ma l’Altissimo non disprezzò le nostre lacrime, perché il sabato seguente Caterina mi fece chiamare, e mi disse: «Mi sembra che il Signore vi voglia accontentare, e spero che presto raggiungerete il vostro intento». E come mi disse avvenne. La Domenica seguente lei ricevette dalle mie indegne mani la santa Comunione, e come nella Domenica precedente il suo corpo, mentre era in estasi, fu quasi abbattuto dall’ardore, così in questo giorno, godendo della stessa estasi, sembrava davvero che rinvigorisse. Alle consorelle che si meravigliarono, perché in questo rapimento lei non aveva dato segno di soffrire come sempre i soliti dolori, ma era sembrato piuttosto che godesse e quasi dormisse un sonno tranquillo e riposante, io dissi: «Spero in Dio che le nostre lacrime, con le quali abbiamo chiesto che ci fosse conservata la vita di lei, siano già state accolte dal Signore, come lei ieri mi promise; e lei, che si affrettava di andare dal suo Sposo, spero che ritorni da noi, per sollevare la nostra miseria». Parlai così, e in breve avemmo la prova che non m’ero sbagliato, perché riavutasi, ci apparve tanto vigorosa, da non avere più alcun dubbio d’essere stati esauditi. O Padre di infinita misericordia, che cosa farai ai tuoi servi fedeli e figli diletti, se hai acconsentito con tanta piacevolezza a noi peccatori?
Pensando fra me e me a quanto vedevo, per essere più sicuro domandai alla vergine: «Mamma, lo senti ancora il dolore di quelle ferite che son state fatte nel tuo corpo?». Rispose: «Il Signore, con mio grande dispiacere, ha esaudito le vostre preghiere, e quelle ferite non recano più al mio corpo nessuna pena, ma lo rendono più forte e robusto, e sento bene che il vigore nasce proprio da dove prima derivava lo spasimo».
I fatti che ti ho raccontato, o lettore, ti dicano di quali grazie straordinarie fosse arricchita l’anima di questa vergine, e t’insegnino che anche i peccatori, quando pregano per la salute dell’anima propria, vengono esauditi da Colui che vuole che tutti gli nomini siano salvi.
Fonte :https://www.radiospada.org/2019/04/le-stigmate-invisibili-di-santa-caterina-da-siena/
MEDJUGORJE - Sintesi dell'Apparizione della Regina della Pace a Ivan - 27 aprile 2021
MEDJUGORJE - Sintesi dell'Apparizione della Regina della Pace a Ivan - 27 aprile 2021 Cari sacerdoti, cari amici, ancora una volta vi saluto dal cuore in questo nostro momento di preghiera stasera. Durante una apparizione la Madonna parla attraverso me e dice al mondo: "Cari figli, il mondo di oggi passa attraverso una crisi pesante, La più grande crisi però è la crisi della fede. Il mondo di oggi fa un cammino che guida via da Dio. L'umanità si sta allontanando da Dio. La Madonna in un modo speciale è preoccupata per le famiglie e per i giovani e come la Madonna in un messaggio dice "La famiglia di oggi si trova in una situazione difficile e noi possiamo aiutare unicamente con l'amore e la preghiera del cuore". Cari, care famiglie, cari giovani, quello che il mondo oggi ci offre è di passaggio. Satana utilizza ogni momento vuoto per sé stesso, oggi in modo speciale prova a distruggere i giovani e attraverso questo vuole distruggere le famiglie. C'è un futuro, però ci sono anche delle condizioni e questo è il ritorno a Dio. La Madonna ci parla delle condizioni: dobbiamo convertirci, pregare, digiunare, credere e darci a Dio completamente, abbandonarci, rimanere con lei sul cammino della santità. La Madonna ci dice quello che dobbiamo fare: pregare il rosario, confessarci, leggere le Sante scritture, celebrare la Santa Messa e fare il bene. Tutto comincia sempre con l'individuo, con la persona individuale, poi va nella famiglia, poi nella società, nella chiesa e nel mondo. Ogni cosa comincia con la persona individuale, con la sua conversione. L'individuo poi crea delle relazioni nuove nella famiglia e questo cresce dalla famiglia a fuori. Molte volte noi parliamo ai pellegrini che vengono a Medjugorje e, quando viaggiamo nel Mondo, noi diciamo quello che la Madonna dice: La Madonna non si stanca, lei ripete le cose e anche noi senza stancarci ripetiamo quello che dice lei. La pace deve regnare nel cuore, poi nella famiglia e poi nel mondo. L'individuo fa la famiglia nuova, fa la chiesa nuova e poi il mondo nuovo, la società nuova, la chiesa nuova. E tutto diventa nuovo e tutto comincia con il rinnovamento dell'individuo e lui poi aiuta gli altri a rinnovarsi, aiuta a realizzare la vera identità. Cari amici, la Madonna è con noi, lei non è stanca di chiamarci. Anche oggi è venuta molto gioiosa e felice tra noi, ci ha salutati con il suo saluto materno: "Che Gesù sia lodato, cari figli miei". Poi per un certo tempo ha pregato su tutti noi, sui sacerdoti presenti e su quelli che sono ammalati. Ci ha dato la sua benedizione materna, ha benedetto gli oggetti che avete portato per la benedizione. Io vi ho raccomandato tutti quanti: i vostri bisogni, le vostre intenzioni e le vostre famiglie e in un modo speciale ho raccomandato tutti quelli che si sono raccomandati tramite scritto o email. Poi la Madonna ha preso un momento, un certo tempo, e ha pregato specialmente per la famiglia, per i giovani, per la pace nelle famiglie, per la pace per i giovani. In questa preghiera se ne è andata nel segno della luce e della croce con il saluto "Andate in pace cari figli miei" Cari amici, io so che voi vorreste che lei ci desse un nuovo messaggio ogni volta però noi dobbiamo prendere e accettare quello che abbiamo e quello che lei ci ha detto e poi vivere le cose prima di poter ricevere un nuovo messaggio. La Madonna ci ha dato un messaggio il 25 aprile e questo vogliamo ascoltare ancora una volta: "Cari figli! Oggi vi invito a testimoniare la vostra fede nei colori della primavera, che sia la fede della speranza e del coraggio. Figlioli, la vostra fede non venga meno in nessuna situazione e neanche in questo tempo di prova. Camminate coraggiosamente con Cristo Risorto verso il Cielo che è la vostra meta. Io vi accompagno in questo cammino di santità e vi metto tutti nel mio Cuore Immacolato. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
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mercoledì 28 aprile 2021
Il Papa ha inserito anche Medjugorje tra i 30 santuari e luoghi di preghiera del mondo, da cui si pregherà per la fine della pandemia.
30 Santuari e luoghi di preghiera, tra cui Medjugorje, in preghiera con Papa Francesco per la fine della pandemia
La richiesta della REGINA DELLA PACE: digiuno il mercoledì e il venerdì. Cosa fare e come farlo
La richiesta della REGINA DELLA PACE
digiuno il mercoledì e il venerdì. Cosa fare e come farlo
P: Una richiesta molto particolare e importante della Regina della pace qui a Medjugorje è il digiuno. È un invito che la gente desidera capire e mettere in pratica. Che cosa richiede esattamente la Madonna al riguardo?
VICKA: Siccome fra gli ascoltatori ci sono anche molti malati, vorrei dire innanzi tutto che il loro digiuno è la sofferenza, che devono offrire con amore. A loro è sufficiente fare qualche piccola rinuncia e donarla alla Madonna. Invece le persone che stanno bene sono invitate a fare il digiuno a pane e acqua due volte alla settimana, il mercoledì e il venerdì. Anche se all’inizio possono trovare qualche difficoltà, devono andare avanti con forte volontà, senza scuse, e digiunare per amore di Dio e della Madonna.
P: Il digiuno va da mezzanotte a mezzanotte? VICKA: Tutto il giorno.
P: Ventiquattro ore?
VICKA: Sì. Se si incomincia alla mattina, lo si fa fino all’indomani mattina.
P: Spesso la gente chiede se il tè o il caffè rompono il digiuno richiesto dalla Madonna.
VICKA: Se la Madonna chiede pane e acqua vuol dire che è pane e acqua.
P: Ho l’impressione che alcuni amino il digiuno per motivi di dieta.
VICKA: Quello non conta niente. La dieta non c’entra con la Madonna. Quando si fa il digiuno per amore di Dio, non importa se una persona è grassa o magra, ma importa che lo faccia col cuore.
P: Alcune persone non si sentono per vari motivi di fare un digiuno come quello richiesto dalla Madonna, ma sono disponibili per esempio a saltare un pasto. A queste persone io dico sempre che la Madonna prende quello che noi le diamo secondo le nostre possibilità.
VICKA: Se una persona incomincia a privarsi della cena, poi sarà anche capace a privarsi del pranzo e della colazione e così arriva al digiuno completo. P: C’è anche un cammino verso il digiuno?
VICKA: Sì, c’è anche un cammino.
P: Tuttavia la Madonna non ha chiesto soltanto il digiuno della gola, ma anche quello della lingua, quando ha invitato a non mormorare, e quello degli occhi, quando ha invitato a spegnere la televisione.
VICKA: Certamente.
P: Potremmo allora interpretare come digiuno anche la rinuncia al fumo, alla televisione e cose di questo genere?
VICKA: Guarda, Padre , ci sono certamente tantissimi sacrifici che noi possiamo fare, ma quando la Madonna ha chiesto il digiuno ha parlato chiaro, invitando le persone sane a digiunare a pane e acqua il mercoledì e il venerdì. P: In altre apparizioni, come a Lourdes e a Fatima, la Madonna ha chiesto sacrifici, ma è tipico di Medjugorje il digiuno a pane e acqua.
VICKA: I sacrifici si possono e si devono fare ogni giorno. Invece il Mercoledì e il Venerdì la Madonna ci chiede una cosa molto precisa. Non ci chiede di mangiare niente, ma di nutrirci col pane e con l’acqua.
P: Perché è così importante il digiuno a pane e acqua?
VICKA: La Madonna ha detto che con il digiuno a pane e acqua si possono allontanare le guerre, per quanto violente esse siano. Mentre noi digiuniamo la Madonna ci purifica nel nostro intimo e ci toglie dal nostro cuore il male che si è depositato lì da tanto tempo. Molte persone sono diventate insensibili e neppure sanno di avere un cuore. Col digiuno pian piano riusciamo a scoprirlo e a purificarlo.
P: La Madonna ci ha messo in mano un’ arma potentissima.VICKA: Quante volte la Madonna ha detto che col digiuno e con la preghiera si può allontanare anche la guerra!
P: A una mamma che vuole la conversione del figlio si può consigliare il digiuno a pane e acqua per ottenere la grazia della conversione?
VICKA: Ma certo. Il digiuno a pane e acqua con la preghiera.
P: Il digiuno e il rosario insieme?
VICKA: Tutte e due le cose insieme.
P: La Madonna ci ha messo in mano due armi formidabili.
VICKA: Sono le più forti che esistono.
P: Si può ottenere tutto con queste armi?
VICKA: Tutto, tutto.
P: Però anche i sacrifici e le mortificazioni sono importanti. La Madonna nelle sue apparizioni li chiede spesso e anche qui a Medjugorje sono entrati nella vostra vita quotidiana.
VICKA: Sì, la Madonna chiede anche piccoli sacrifici. L’importante è che siano veramente tali e che siano fatti col cuore e con gioia.
P: Per esempio dare un po’ del mio tempo a una persona che ha bisogno, oppure sopportare con pazienza una persona antipatica…
VICKA: Quelli sono sacrifici e non fare qualcosa che mi piace, per esempio aiutare una persona a cui voglio bene. Sacrificio è aiutare una persona che è distante, o perdonare quando sei stato offeso…
P: Sacrificio è anche accettare le prove che Dio ci manda.
VICKA: Quando noi sappiamo accogliere con gioia quello che Dio ci dà, allora tutto cambia. Invece tante volte ci lamentiamo e diciamo: “Ma dov’è Dio?”, “Ma perché proprio a me?” e pochissimi sono pronti a dire: “Signore ti ringrazio per questo grande dono della sofferenza e se hai ancora qualcosa da darmi, ecco io sono pronto, solo ti chiedo in questo momento la forza e il coraggio di andare avanti”.
P: Certo.
VICKA: Anche la Madonna ha detto: “Voi non sapete quanto valore ha la sofferenza davanti agli occhi di Dio”.
P: Le malattie che vorremmo che Dio ci togliesse, in realtà sono dei doni.
VICKA: Ma guarda, Padre, questi sono grandissimi doni. Dio sa perché li dà e quando li toglie.
martedì 27 aprile 2021
" La Madonna non ci lascerà in pace finché non avremo trovato la pace": (P. Slavko Barbaric - 27 dicembre 1985)
La Madonna vuole che cominciamo a vivere radicalmente la nostra vocazione
Questi ammonimenti e questi messaggi hanno un semplice significato, non
dicono niente di nuovo, ma riportano ai Vangeli, alle
parole di Gesù su quello che deve succedere: segni nel cielo, nelle
stelle, nel sole, terremoti... La Madonna non può dire altre cose, ma se
dice questo dovrebbe servire alla nostra fede, non alla paura,
all'angoscia, alle nuove preoccupazioni...
In che senso? Molti cristiani vivono dicendo: « Io credo, io sono
cristiano, vado in chiesa, mi confesso », ma il loro cuore e la loro
vita sono solo sulla terra. Molti dicono: « lo credo », ma dipendono
solo dai soldi, dal successo, dal progresso, dalle cose materiali e non
si aprono alle altre cose.
Una fede vera, più profonda ha questa dimensione - io dico -
apocalittica: cioè, io vivo la mia fede nella fiducia al Signore, io so
che ogni giorno il Signore può chiamarmi.
Noi non facciamo bene se diciamo: mi convertirò domani, perdonerò
domani, mi riconcilierò domani; la confessione è domandata oggi, non
domani.
Allora i messaggi hanno questo significato: risvegliarci nella fede,
lavorare, pregare, credere, abbandonarsi e nello stesso tempo essere
aperti, pronti ogni giorno ad essere chiamati e incontrare il Signore
nell'amore.
La situazione: vedete che molta gente viene sempre nonostante l'inverno.
Il messaggio è diffuso in tutto il mondo; io posso dire che la Madonna
ha trovato i suoi agenti
dappertutto.
Io non so, ma mi sembra di poter dire che Medjugorje e tutti quelli che
hanno cominciato a pregare e a digiunare per la pace, sicuramente hanno
aiutato se l'anno prossimo sarà dichiarato l'anno della pace, e tutti
quelli che sono venuti a Medjugorje, che hanno letto su Medjugorje,
collegheranno subito Medjugorje e il messaggio della pace, e molti
saranno più aperti se si parlerà di più sulla pace a tutti i livelli;
forse per tutto il mondo è una nuova chance. Così noi tutti siamo
responsabili per la pace, soprattutto quelli che hanno accettato il
messaggio della Regina della Pace. Pregare per la pace, digiunare per la
pace e riconciliarsi con tutti coloro con i quali si vive, così verrà
la pace. La pace non viene dai concordati, non viene dalla carta, la
pace viene dal cuore dell'uomo che vive la pace e diffonde la pace, non
solo le parole...
Questa pace ha come contenuto la giustizia, la verità, l'amore. Da dove
vengono le guerre? Perché? Perché molti fanno le ingiustizie e gli altri
non perdonano: cosi vengono i conflitti nelle famiglie, tra le persone,
nella Chiesa e in tutto il mondo.
Con altre parole: tutti quelli che cominciano a vivere l'amore verso il
prossimo e verso Dio, tutti quelli che provano ad essere giusti anche
aiutando i più poveri, i bisognosi, preparano la via alla pace.
Molti domandano come si comporta il governo: io posso dire che possiamo
lavorare; voi potete venire e basta. Una cosa che per me è un miracolo è
stato quando alla televisione di Belgrado il 17 ottobre hanno mostrato
un documentario su Medjugorje; era molto buono, ha dato nuovi impulsi
alla nostra gente. È molto importante.
Dico una sola cosa: nella Chiesa, nei giornali della Chiesa è ancora
proibito scrivere su tutto quello che succede qua, ma in questa
situazione potete vedere come Dio si comporta verso tutti noi. Dio ci
lascia liberi e se noi non vogliamo la Madonna trova gli altri; trova
gli altri che non credono in Dio; non credono alla Madonna, ma sono
arrivati. Sono cose bellissime che servono alla diffusione dei messaggi.
Mi sembra di poter dire che qui si è verificata un po' la parola del
Signore quando ha detto: « Se voi date la lode al Signore, il Signore
può creare dalle pietre una nuova stirpe di Abramo ».
È un segno che la Madonna - come ha detto una volta in un messaggio - è
instancabile, non ci lascerà in pace finché non avremo trovato la pace.
Un sacerdote mi ha detto: « Ho guidato due pullmann a Medjugorje : ho
sentito più impulso per la preghiera, per la fede che non per tutto il
lavoro che ho fatto ». E adesso porta molto spesso la sua gente e il
numero - dice - cresce meravigliosamente.
Un altro sacerdote mi ha detto: « Io ho domandato ai miei di pregare, ma
io non ho pregato. Ma quando ho cominciato a pregare, a confessarmi
ogni mese, vengono anche i miei parrocchiani ».
La Madonna vuole questo: che cominciamo a vivere radicalmente la nostra
vocazione. Tutti siamo, dobbiamo essere apostoli, dobbiamo diffondere la
pace, tutti siamo ugualmente invitati all'amore. Desidero che in
questi giorni proprio sentiate la mano del Signore sopra di voi e anche
l'amore della Madonna e così, benedetti, andiate nell'anno nuovo vivendo
abbandonati nella preghiera, per vivere la vita amando il prossimo e
amando Dio sopra ogni cosa.
(P. Slavko Barbaric - 27 dicembre 1985)
Fonte:medjugorje.altervista.org
lunedì 26 aprile 2021
Cari amici di Medjugorje, faremo tutti insieme dall' 8 maggio al 24 giugno, una catena di digiuno e preghiera.....
domenica 25 aprile 2021
Messaggio del 25 aprile 2021 - MEDJUGORJE
Alcune riflessioni del veggente Ivan, in questi giorni: "Cari sacerdoti, cari amici in Cristo.... (17- 20 Aprile 2021)
venerdì 23 aprile 2021
I due atteggiamenti fondamentali che l’uomo deve avere quando si trova davanti alla sofferenza.
"Beati gli afflitti"di Jelena Vasilj
Quando meditiamo sulla sofferenza umana dobbiamo partire sempre dal fatto che ci troviamo davanti a un mistero inesauribile. Essa infatti è parte dell’uomo, che è mistero a se stesso ed è conosciuto in profondità solo dal suo autore. La sua vita, dice San Paolo, è nascosta e verrà rivelata nella sua gloria con la venuta di Cristo (cfr. Col 3,4). La sofferenza è la più forte testimonianza che l’uomo non è solo, che egli ha la sua origine altrove, cioè in Dio. L’uomo è stato affascinato dall’idea di possedere la propria vita sin dall’inizio, quando ancora egli si trovava nel giardino dell’Eden, appropriandosi delle prerogative che la vita porta in sé. E non solo della sua, ma anche di quella degli altri. Dio gli fa tuttavia presto comprendere che tale decisione avrebbe avuto gravi conseguenze, tali da portarlo a conoscere la morte (cfr. Gen 2,17).Con il peccato l’uomo viene infatti soggetto alla morte e, insieme ad essa, anche alla sofferenza, che va considerata come una specie di morte o di assenza di quel bene di cui l’uomo godeva all’inizio della sua creazione. E’ da rilevare che l’essere umano già allora era esposto al lavoro e all’azione, è quindi errato pensare che la sua unica occupazione fosse quella di mangiare la frutta dell’Eden! Si sa però che egli non conosceva ancora la fatica che accompagna il lavoro, perché essa diventò una maledizione conseguente al peccato; perciò Dio gli disse: "Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita "(Gen 3,17). Per rimediare a questa assenza del bene, l’uomo deve essere ricondotto da Dio; ed è proprio la sofferenza a ricordargli che egli deve affidare la propria vita all’altro; che egli non è autosufficiente, e che più si distacca da Dio e dagli altri, più la sua lacuna interiore cresce. Il peccato del nostro progenitore ci ha fatto ereditare una natura inferma, soggetta alle sofferenze materiali e morali. La vera maturità non consiste nel saper controllare la propria vita, altrimenti commettiamo l’antico errore, ma nell’accorgersi che la ferita che sanguina ha bisogno di un Medico, che è venuto per curare i malati e che, come agli Apostoli dice anchea noi : "Perché avete paura?" (Mt 8,26),... potremmo aggiungere, della vostra sofferenza! Avere fiducia di Gesù e seguire il suo esempio sono i due atteggiamenti fondamentali che l’uomo deve avere quando si trova davanti alla sofferenza. La fede è necessaria perché la Croce di Cristo è il vincolo della nuova alleanza, per essa siamo di nuovo legati alla Divinità nel sangue di Cristo. Imitando invece il modo in cui Cristo stesso si è comportato ci viene rivelata la sua volontà eucaristica: "Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e portare a compimento la sua opera" (Gv 4,34). Anche noi nell’Eucaristia siamo nutriti da questa volontà; ma spesso dimentichiamo che in essa ci viene data tutta la persona di Cristo. Nella sofferenza è quindi necessario unire la nostra volontà di ringraziamento e di offerta a quella della SS. Trinità, e vivere con piena coscienza che siamo continuamente avvolti dall’abbraccio della Famiglia Divina. Possiamo dedurre, che la sofferenza più profonda si sperimenta quando non si è alla continua presenza di Dio. Come il bimbo che, pur soffrendo, in presenza della mamma ritrova la calma, così anche noi nel seno del Padre, troviamo il nostro riposo. Non ci dobbiamo mai staccare da Cristo di cui siamo corpo. Proprio in quanto tali, nella sua Ascensione egli ci fa già riposare in cielo; così, per la stessa ragione, il Cristo soffre con quella parte del suo corpo che è ancora sulla terra. Dobbiamo pregare lo Spirito Santo, il Consolatore degli afflitti, colui che è la vita e la forza di Dio. Ma una tale consolazione nasce solamente dalla SPERANZA, che è generata dalla virtù della pazienza e che, a sua volta, è frutto della sofferenza (cfr. 2Cor 1,6). Ci affidiamo alla sua Sposa Maria, consolatrice degli afflitti, affinché il suo cuore trafitto, possa essere per noi fonte di consolazione.
Eco di Maria Regina della Pace 158
mercoledì 21 aprile 2021
Dal 1 maggio "La maratona di preghiera" per invocare la fine della pandemia che coinvolgerà tutti i Santuari del mondo