L’esorcista padre Leonardi: il diavolo teme Medjugorje, le possessioni esistono
Il cappuccino marchigiano Giovanni Maria Leonardi è stato un’attivista di Rinnovamento nello Spirito. Ed ha incrociato il diavolo in più occasioni
Giovanni Maria Leonardi è un sacerdote cappuccino
82enne. Nato a Pesaro, entrato nel noviziato dei Cappuccini a Camerino
(MC) a quindici anni, per diversi anni è stato un responsabile regionale
dei gruppi di Rinnovamento dello Spirito. Ma Padre Leonardi è stato
anche un noto esorcista.
In “Come si fa la preghiera di liberazione” (edizioni Segno), l’autore don Marcello Stanzione
lo intervista. «Il mio ministero come esorcista è stato piuttosto
particolare. Poiché ero, in quegli anni, responsabile dei gruppi del
Rinnovamento nello Spirito delle Marche e mi capitavano dei casi…
speciali, più volte mi presentai personalmente ad alcuni vescovi della
regione esprimendomi più o meno così: “Voi siete in possesso delle armi per combattere il nemico. Ve le chiedo. Desidero essere… armato e difeso”».
Il ministero di esorcista
I vescovi più attenti al ministero dell’esorcistato,
«normalmente mi concedevano questo incarico. Io tuttavia non facevo
conoscere ad alcuno la cosa. Al momento giusto però potevo agire con quell’autorità che mi era stata data dai Pastori della Chiesa. In
quel periodo partecipai a vari incontri di esorcisti, sia a livello
nazionale che internazionale. Erano i primi convegni organizzati da
alcuni esorcisti. Si era negli anni Ottanta e Novanta, prima quindi del
Grande Giubileo del Duemila. Si doveva ancora scegliere un responsabile
esorcista a livello internazionale che ci rappresentasse cioè
ufficialmente davanti a tutta la Chiesa».
L’incarico a Padre Amorth
Durante una assemblea, dice il sacerdote, «chiedevamo a p. Gabriele Amorth
che accettasse lui questo incarico. Dapprima non era disposto ad
accettare. Quando però egli stesso ci documentò che in tutta la Francia
vi era un solo esorcista incaricato e che questi non credeva nemmeno…
all’esistenza del diavolo, osai intervenire osservando che, se non
avesse accettato, sarebbe stato probabilmente eletto il suo esorcista di
Francia. Accettò subito».
Prima del grande Giubileo del Duemila, «quando ancora don Dino Foglio organizzava in estate incontri per giovani del Rinnovamento all’Ozio (Brescia)», il prete marchigiano esercitò il ministero di esorcista in uno di quei raduni.
«Ricordo bene quella ragazza (non ho dimenticato fino ad
oggi il suo nome) che cadeva di schianto sul pavimento in mezzo
all’assemblea. Sembrava che, per la violenza della caduta, le si
spaccasse la testa. Invece nulla! Un uomo che, indebitamente, si era
aggiunto al nostro piccolo gruppo per la preghiera di liberazione, si sentì all’improvviso invaso dal demonio: lo spirito del male era passato da lei a lui.
Terrorizzato, quell’uomo si mise a gridare dallo spavento. Umiliato
nella sua presunzione, fu poi ben presto liberato dalla misericordiosa
mano di Dio».
Il canto al Signore
Un’altra volta, durante un incontro di preghiera, si
scatenò «il nemico con segni evidenti nei confronti di una donna. Tutti
furono presi da spavento. Con calma chiesi ai presenti di non
allontanarsi. Anzi proposi di innalzare subito al Signore il canto in
lingue. Quella povera donna, posseduta, si accasciò pian piano a terra come sfinita».
Il diavolo e Medjugorje
Padre Leonardi dice non aver mai subito qualche “scherzo”
dal demonio. «Dio difende i suoi ministri. Una volta, comunque, pur
sapendo che quell’uomo era… pericoloso, gli feci buona accoglienza,
poiché desiderava far segnare una santa messa. Lo introdussi in
sagrestia. In quel mentre provai il desiderio di provocarlo: pronunciai
solo il nome di Medjugorje.
Digrignò a lungo i denti! Poi, quando fummo di nuovo presso l’altare
dove c’è il tabernacolo, lo volli salutare tracciando con semplicità su
di lui il segno della croce. Appena alzai la mano, lo spirito del male si scatenò».
«Grazie a Dio», rammenta l’esorcista, «tra me e quell’uomo
posseduto si venne a creare come una barriera. Con violenza quel
posseduto dal demonio, cercava di raggiungermi, ma non poteva. Ebbi la
sensazione che graffiasse una lastra di vetro infrangibile. Poi, sfinito, si accasciò a terra».
Chi non crede al demonio
Infine il sacerdote dice a Don Marcello Stanzione che «chi
non crede all’esistenza del demonio, non solo non crede a Gesù e al suo
Vangelo, ma non ha la giusta percezione della realtà, la quale – chiosa
– spesso si trova ancora sotto il dominio del principe del male».
Fonte: Aleteia
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