PADRE LIVIO: Una delle cose che mi ha colpito di più e che fa riflettere, è il fatto che voi, in questi quasi due decenni di apparizioni, avete trascorso gli anni difficili dell'età evolutiva e della giovinezza senza mai deviare dalla fede e dalla via di Dio. E questo nonostante viviate in un mondo pieno di seduzioni, specialmente per i giovani; un mondo molto diverso ad esempio dall'ambiente in cui Bernadette ha trascorso gli anni della sua crescita, prima di entrare in convento. Non ti pare, Jakov; che questa sia una grazia speciale che la Madonna ha ottenuto per voi?
JAKOV: Sicuramente. Se ora guardiamo indietro e torniamo ai tempi delle prime apparizioni, quando c'era ancora il comunismo, possiamo dire che ne abbiamo passate tantissime. Fin dall'inizio ce ne hanno fatto passare proprio tante. Ci hanno portato negli ospedali psichiatrici, ci hanno sottoposto agli esami più vari, ma hanno dovuto ammettere che siamo dei ragazzi normali.
Il comunismo proibiva di frequentare liberamente la chiesa, perché se andavi in chiesa rischiavi di perdere il posto di lavoro o di essere buttato fuori dalla scuola. Mi ricordo di quando eravamo a scuola. C'era un direttore che stava alla porta e, se ti vedeva con una crocettina, te la strappava e te la buttava via.
Tante volte hanno fatto pressione perché dicessimo che non avevamo visto la Madonna. Ma nel mio cuore non potevo dire che non l'avevo vista. "Io l'ho vista", dicevo, e questa è una grazia, proprio quella di cui tu parlavi prima. (57)
[57] L'aver creduto alle apparizioni non ha reso la vita facile né ai veggenti, né al villaggio. Per la verità anche in altre occasioni come a Fatima e a Lourdes, i veggenti hanno avuto delle difficoltà da parte dell'autorità civile. A Medjugorje sono state molto più gravi e prolungate a causa del regime comunista, ateo e repressivo, che si è ostinato per anni a vedere in questo fenomeno squisitamente religioso chissà quale complotto politico. Benché gli abitanti di Medjugorje non ne parlino volentieri, non vi è dubbio che l'atteggiamento del Vescovo di Mostar, Mons. Zanic, prima favorevole e poi contrario alle apparizioni, è stato motivo di profonda e intima sofferenza, alleviata in parte dalla decisione della Santa Sede di avocare a sé il caso. Tutte queste difficoltà alla fine sono state superate e, poiché la Sapienza Divina sa trarre il bene dal male, alla fine esse hanno contribuito a rendere ancora più credibili le apparizioni. Accanto alla persecuzione vi è stata però anche la seduzione che ha insidiato questi ragazzi con l'arrivo del mondo occidentale, con le sue comodità e i suoi miti.
PADRE LIVIO: Si, la grazia della testimonianza e della perseveranza.
JAKOV: Sicuramente. Infatti non mi è mai capitato di dire: "Ma perché è successo proprio a me?" oppure "O Dio non ti voglio più. Sono stanco." Proprio mai!
PADRE LIVEO: Beh, non bisogna dimenticare che ci sono dei profeti, ad esempio Geremia, che si lamentano che il Signore abbia dato loro il compito della testimonianza e gli chiedono di essere esonerati. Lui preferiva una vita privata più tranquilla. [58]
(58) Noi giustamente riteniamo fortunati questi ragazzi che hanno avuto la grazia straordinaria di vedere la Madonna ogni giorno, per così tanto tempo. Non bisogna però dimenticare le croci che hanno dovuto portare e l'impegno di generosità che la Madonna ha loro chiesto. Oltre a rendersi disponibili ogni giorno per l'incontro con la Madonna (con la preghiera che lo precede e lo segue), hanno dovuto dedicare ogni giorno tempo e energie per la testimonianza davanti ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Questa disponibilità è stata condivisa in modo ammirevole anche dalle loro famiglie. In pratica la Madonna si è presa la vita di questi ragazzi, i quali però hanno nel frattempo dovuto affrontare gli studi e poi pensare al proprio futuro, al lavoro e alla famiglia. La loro giornata è sempre stata molto piena e personalmente li ho visti impegnati nell'apostolato assai più di molti sacerdoti o religiosi. La Madonna ha dato loro molto, ma non ha chiesto di meno.
La testimonianza quotidiana
JAKOV: Qualche volta, quando ci sono tanti pellegrini a Medjugorje e bussano ogni momento alla porta, ci capita di dire: "Ma come facciamo. ..?" A volte si creano delle situazioni difficili, perché siamo tutti uomini e tutti ci stanchiamo. Ma non ci siamo certo lamentati con la Madonna perché ci ha scelto per dare testimonianza.
PADRE LIVIO: Forse la gente non si rende conto quanto sia impegnativa la testimonianza quotidiana e continuata davanti ai pellegrini. Non dico che è difficile, ma certo richiede tanta pazienza.
JAKOV: Molto dipende dai gruppi che vengono a Medjugorje. Ve ne sono alcuni che vengono solo per sentire i messaggi della Madonna. Ma ce ne sono altri che fanno strane domande, come ad esempio se ci saranno i tre giorni di buio, se bisogna preparare le candele e cose di questo genere. Dipende molto dalle persone che vengono. Certo che se tu vedi gente che vuole accogliere i messaggi della Madonna, tu nel tuo cuore senti una immensa gioia, ma se vengono rivolte domande strane... (59)
(59) Jakov vuole alludere a quei gruppi che fanno riferimento a sedicenti rivelazioni private, i quali vengono a Medjugorje per desiderio di morbosa curiosità e non per crescere nella fede, come chiede la Madonna. Una delle loro caratteristiche è la ricerca di profezie sui particolari dell'imminente fine del mondo. I pellegrini di questo genere non sono certo numerosi, ma sono fastidiosi, perché non hanno il cuore aperto a ricevere il messaggio della Regina della pace.
PADRE LIVIO: Mi ha molto colpito il comportamento di Bernadette, la quale, prima di entrare in convento è rimasta otto anni a Lourdes per rendere testimonianza delle apparizioni. Anche per lei la penitenza più grande era quella di ricevere i pellegrini, pur facendolo con grande generosità e dolcezza. Evidentemente si tratta di un impegno stressante.
JAKOV: Eh, questo dipende dalla gente.
PADRE LIVIO: Ce n'è di ogni genere e specie.
Fonte: altervista.org
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