COVID-19. Aggiornamento: Le Autorità della
Bosnia Erzegovina hanno decretato lo stato di emergenza su tutto il
territorio nazionale con l’introduzione di misure restrittive.
Per
quanto riguarda gli ingressi nel Paese, il Consiglio dei Ministri della
Bosnia Erzegovina ha dato istruzione alla Polizia di Frontiera di
sospendere l’ingresso a tutti i cittadini stranieri provenienti dalle
zone di maggiore diffusione del virus Covid-19, tra cui anche l’Italia
(L’elenco completo comprende: la Provincia di Wuhan in Cina, la Corea
del Sud, il Giappone, l’Italia, l’Iran, la Francia, la Romania, la
Germania, l’Austria, la Spagna, la Svizzera ed il Belgio). Il divieto di
ingresso di cui sopra non si applica a: operatori sanitari che si
recano nel Paese nell’ambito della loro attività professionale;
individui che necessitano di trattamenti sanitari urgenti; lavoratori
trans-frontalieri; servizi e squadre di protezione civile; personale
militare dei Paesi membri della NATO e di altri Paesi che partecipano al
programma “Partnership for Peace” così come quello appartenente allo
staff dei Quartier Generali della NATO e di EUFOR in Bosnia Erzegovina;
stranieri con permesso di soggiorno; autisti ed accompagnatori
nell’ambito di viaggi per trasporto salme; membri degli equipaggi di
treni e navi merci internazionali; funzionari pubblici e membri delle
delegazioni ufficiali il cui arrivo e la cui partenza siano stati
preventivamente notificati alla Polizia di Frontiera della Bosnia
Erzegovina per canali diplomatici ovvero attraverso il Cerimoniale /
Protocollo dell‘Istituzione pubblica pertinente; stranieri in transito
che viaggiano per raggiungere il luogo di residenza abituale, senza
fermarsi sul territorio della Bosnia Erzegovina; stranieri in possesso
di un permesso speciale di ingresso, permanenza e/o transito rilasciato
dal Consiglio dei Ministri della Bosnia Erzegovina; personale delle
Ambasciate, dei Consolati e delle Organizzazioni Internazionali qui
accreditato ai sensi delle Convenzioni di Vienna; autisti per trasporto
merci su strada, a patto che seguano determinate cautele mediche e non
si trattengano sul territorio della Bosnia Erzegovina per oltre 12 ore
(non importa se per transito o consegna all’interno).
A partire dal
21 maggio l’ingresso nel Paese è consentito anche ai cittadini stranieri
che viaggiano per motivi di lavoro e di affari, previa presentazione di
un certificato attestante la negatività al test da COVID-19 non più
vecchio di 48 ore e di una lettera d’invito di una società bosniaca.
I
cittadini stranieri (inclusi gli autisti per trasporto merci) possono
entrare nel territorio della Bosnia Erzegovina unicamente con un
passaporto in corso di validità, fino a quando le restrizioni
all’ingresso non saranno eliminate (non sono più accettati altri
documenti di riconoscimento). Si raccomanda in ogni caso di verificare
che i Paesi confinanti non abbiano adottato misure restrittive per
l’attraversamento delle proprie frontiere.
Ripreso a partire dal 1°
giugno il traffico aereo, ma con scarsa disponibilità di voli
passeggeri. Prevedibile aumento con la riapertura delle frontiere, forse
a partire da luglio.
Fonte: http://www.viaggiaresicuri.it/country/BIH
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