Da comunista anticlericale, Ercole si recò a Medjugorje per inseguire la
fidanzata (divorziata con figli) che si era convertita. Qui, grazie
alla Madonna, vide la menzogna in cui viveva e Dio che gli porgeva la
mano. In seguito entrerà nei Francescani con il nome di fra Cristoforo.
Intervistato dalla Nuova Bussola racconta il dialogo con i
veggenti sui segreti, la crisi della Chiesa e la lotta che ci aspetta
prima del trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
Fontecolombo è uno di quei luoghi dove si respira un piccolo anticipo
di paradiso.Tuttora il luogo ospita un convento, dove vivono sette
frati minori.
A raccontarci la sua storia personale e pastorale è uno di loro:
padre Cristoforo Amanzi (OFM), 65 anni, dei quali almeno sedici lontani
dalla Chiesa. Poi, in maniera improvvisa e imprevista, giunse a
Medjugorje. Non proprio un pellegrinaggio. Ercole (questo il nome di
battesimo), allora 32enne, vi si era recato per raggiungere la sua
compagna di allora: una giovane donna, separata con due figli, che, da
poco, aveva iniziato il cammino di conversione. La cosa non era affatto
gradita ad Ercole, la cui intenzione era raggiungerla, fermarsi un paio
di giorni, e proseguire con lei per una vacanza al mare sulla costa
dalmata. Le cose andarono molto diversamente. Lei, ormai decisa a
lasciarlo, in quanto già sposata, cercò di favorire la sua conversione
con l’aiuto dei pellegrini con i quali si accompagnava.
Durante il colloquio con una suora, per Ercole arriva una vera e
propria esperienza mistica: «Quando le diedi la mano non vidi più nulla
ma comparve su uno sfondo nero una scritta di quattro lettere, gialla
come il sole, che componeva la parola GESU’». Segue una giornata
interlocutoria, al termine della quale Ercole decide di salire sul
Krizevac. Quella mattina, mossi i primi passi, prova a recitare l’Ave
Maria, l’unica preghiera di cui ricorda qualche parola. «Dopo poco andai
in sovrappensiero, durante la salita vidi scorrere, nella mia mente,
gli episodi più importanti della mia vita. Riconobbi con lucidità quello
che era accaduto: gli errori, il tradimento verso me stesso, i peccati.
Fu un’illuminazione, un esame di coscienza, di cui mi resi pienamente
conto solo in seguito. Durante l’ultimo tratto di cammino, in prossimità
della croce, percepii una voce maschile e paterna che mi diceva:
“Questo è quello che tu hai fatto, Io ti propongo un’altra vita”. In un
attimo capii tutto: Dio c’è, ha avuto pazienza con me, mi ha sempre
amato, mi dà la possibilità di amare, di ricominciare».
Cos’era successo nei sedici anni precedenti della vita di Ercole? «Avevo iniziato ad allontanarmi progressivamente da Dio intorno ai sedici anni -racconta padre Cristoforo alla Nuova Bussola Quotidiana -
in piena coscienza avevo deciso di cambiare atteggiamento». Il
cristianesimo, nella sua percezione, era diventato incompatibile con «la
necessità di difendermi dalla prepotenza e dai soprusi, volevo
diventare più aggressivo e comportarmi come tutti gli altri. Stavo però
tradendo me stesso». Il giovane Amanzi cresce in una famiglia abruzzese
di umile estrazione, si laurea a 29 anni in scienze statistiche e
intorno ai 25 si iscrive alla sezione del PCI del suo quartiere: «A quel
tempo tutto spingeva verso quella direzione – ricorda –. L’obiettivo di
una società più giusta sembrava a portata di mano, nel comunismo
anch’io vedevo una risposta». Una scelta che conferma Ercole nel suo
anticlericalismo. «A casa, ormai solo mamma era rimasta cattolica. Papà
non era praticante per motivi di lavoro, mentre ad allontanare dalla
fede mia sorella fui io.Solo mia madre continuava a pregare ma
ogniqualvolta che tentava di proporre argomenti di fede, non trovava
alcuna corrispondenza». Ma “«Non avendo un riferimento in Dio, sentivo
l’importanza di avere punti di riferimento terreni: lavoro, politica,
sport, amicizie, relazioni affettive. Facendo, in seguito, l’esperienza
di Dio, mi sono reso conto di quanto quei punti di riferimento fossero
fragili».
Entrato nell’Ordine dei Frati Minori nel 1990, Ercole Amanzi scelse
il nome religioso di Cristoforo. Leggendo la storia di San Cristoforo,
scoprì che la memoria liturgica del santo coincideva con la data della
sua conversione: il 25 luglio, data nella quale, peraltro, si festeggia
anche il patrono della parrocchia di Medjugorje, San Giacomo. Inoltre,
coincidenza ancor più significativa, agli albori della cristianità, il
culto di San Cristoforo aveva sostituito il culto pagano del semidio
Ercole…Questa scoperta fu determinante!
Indossando l’abito e mutando il nome, padre Cristoforo si è incamminato lungo la via tracciata dal poverello di Assisi, al quale sta dedicando una serie di videocatechesi su Cristiani Today per
far conoscere l’autentico San Francesco descritto dalle fonti
francescane, non il Francesco dei luoghi comuni eco-pauperisti.
Un luogo dove i francescani sono presenti in gran numero
è proprio Medjugorje, dove padre Cristoforo torna spesso come guida per
i pellegrini, affiancato dai membri della fraternità francescana “Madre della Riconciliazione e della Pace”,
da lui fondata. Il nome della fraternità nasce da quanto capitato a
Marija Pavlovic il 26 giugno 1981: la Madonna le apparve piangente con
una Croce alle spalle, dicendo: «Pace, pace, pace, soltanto pace,
riconciliatevi con Dio e tra di voi…Attraverso Marija, la Madonna chiede
la pace, non come la dà il mondo ma come la dà suo Figlio Gesù. Se gli
uomini non perseguono questa riconciliazione e questa pace, se non
giungono all’accettazione di se stessi, la loro inquietudine rischia di
produrre guerre piccole o grandi. Quello della Regina della Pace è un
invito urgente: riconciliarsi con Dio per mezzo di Gesù, che rivela
l’autentico volto del Padre, uno e trino. La Madonna dice: mettete da
parte tutti i vostri odi e rancori, andate oltre le offese subite,
puntate a ciò che è importante, perché questa vita è un soffio rispetto
all’eternità: è una successione di occasioni che il Signore dona perché
si possa crescere e maturare nell’amore umile e sapiente, l’amore di
Gesù. Perché accada, è necessario credere in Lui».
Come tantissimi altri, padre Cristoforo vede nei messaggi di Medjugorje
una continuità con i messaggi non solo di Fatima ma di tutte le
apparizioni mariane da Rue de Bac ad oggi: «Non bisogna trascurare ciò
che è accaduto a Medjugorje. I contenuti dei messaggi sono tutti in
linea con la sana dottrina che la Chiesa ha trasmesso da 2000 anni a
questa parte. Se ci fossero stati problemi dal punto di vista dottrinale
e morale, la Chiesa avrebbe già chiuso con Medjugorje. Tanto che i
messaggi possono sintetizzarsi in cinque punti conformi alla tradizione
cattolica: la Preghiera, la Parola di Dio, la Confessione, l’Eucaristia e
il Digiuno».
Quanto è vicino il tempo dei dieci segreti? «Nel 2007, lo domandai
alla veggente Vicka, la quale mi rispose che sarebbero arrivati “né
presto, né tardi”. Ora padre Petar Liubicic, il sacerdote che dovrà
rivelarli, ha ormai più di settant’anni. Il 25 agosto 1991, a
Medjugorje, in una delle apparizioni, la Madonna disse che era lì per
portare a compimento ciò che aveva iniziato a Fatima, dove aveva
annunciato: “Il mio Cuore Immacolato trionferà”». Sullo sfondo dei
segreti, presumibilmente sempre più vicini, c’è «una situazione
inquietante, con l’umanità e la Chiesa in difficoltà, dove avanzano
sempre più disposizioni e leggi anti-cattoliche». Secondo padre
Cristoforo, la debolezza che si riscontra nella Chiesa è frutto del
relativismo: «In tanti diciamo di credere in Gesù ma ognuno descrive il
Suo Volto in modo diverso: ci ritroviamo divisi. Bisognerebbe tornare a
fissare l’unico autentico Volto di Cristo. E chi ce lo può indicare se non Sua Madre?».
«Credo – conclude il frate – che non siamo lontani dal terzo segreto,
il segno indelebile di cui si parla. Dovrebbe essere motivo di numerose
conversioni, ma non basterà a donarci un tempo di pace nell’immediato.
Sarà un tempo di fede ma anche di difficoltà dovute a coloro che non
crederanno. Questi ultimi saranno sempre più aggressivi. Alla fine il
Cuore Immacolato di Maria trionferà. Consapevoli di ciò, dobbiamo
perseverare nella fede, rimanere uniti e saldi nella preghiera e nella
carità, come le prime comunità cristiane».
Fonte:lanuovabq.it
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