lunedì 4 maggio 2020

Il piano concordato per la riapertura delle celebrazioni liturgiche ai fedeli

Messe, accordo di massima tra Cei e governo. Prevista la riapertura a fine mese

Il cardinale Bassetti: «Siamo grati alla jhujnjPresidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico». Caso Sardegna: Solinas dà il via libera da lunedì, ma i vescovi frenano
CITTÀ DEL VATICANO. 
Il cardinale Bassetti, presidente dei vescovi italiani, esprime «soddisfazione» per il piano concordato con l’esecutivo sulla riapertura delle celebrazioni liturgiche ai fedeli. Governo e Cei hanno raggiunto un accordo di massima sulle messe, a cui i fedeli potranno di nuovo partecipare probabilmente a fine maggio. Mentre si crea un caso Sardegna: il governatore dà il via libera da lunedì, ma i prelati frenano. Dopo il duro comunicato di protesta inviato domenica scorsa 26 aprile a seguito del decreto del premier Giuseppe Conte, stasera una nota del capo della Conferenza episcopale italiana esprime toni di sollievo e pacificazione «per essere arrivati a condividere le linee di un accordo, che consentirà, nelle prossime settimane, sulla base dell'evoluzione della curva epidemiologica, di riprendere la celebrazione delle Messe con il popolo». Questo significa che, «probabilmente entro la fine del mese», come indica Avvenire, si potrebbe tornare a tutte le liturgie. Non è improbabile, secondo il giornale della Cei, che l'Eucaristia con la presenza di fedeli possa riprendere già per l'Ascensione o per la Pentecoste, cioè il 24 o il 31 maggio. 
«Come Chiesa - riconosce Gualtiero Bassetti - abbiamo condiviso, certo con sofferenza, le limitazioni imposte a tutela della salute di tutti, senza alcuna volontà di cercare strappi o scorciatoie, né di appoggiare la fuga in avanti di alcuno; ci siamo mossi in un'ottica di responsabilità, a tutela soprattutto dei più esposti». Ora ribadisce «l’importanza che non si abbassi la guardia ma si accolgano le misure sanitarie nell'orizzonte del rispetto della salute di tutti, come pure le indicazioni dei tempi necessari per tutelarla al meglio». 
In questo clima di sintonia tra le parti dopo tensioni e scintille, si crea un corto circuito in Sardegna, dove la Chiesa avrebbe potuto accelerare visto che il governatore Christian Solinas aveva dato l'ok già dal 4 maggio. Ma i vescovi locali frenano e aspettano le indicazioni della Cei. I prelati sardi «pur apprezzando l'attenzione che Solinas ha rimarcato verso l'apertura delle chiese alle “celebrazioni eucaristiche” si riservano di leggere e valutare il testo dell'ordinanza regionale che verrà firmata, tenendo conto che non sono stati consultati precedentemente e che decisioni di questo tipo competono unicamente all'Autorità ecclesiastica», dice all'Ansa il presidente della Conferenza episcopale sarda, monsignor Antonello Mura. 
In tutta Italia invece da lunedì 4 maggio saranno dunque consentiti i funerali anche se le disposizioni, tra termoscanner e mascherine, stanno creando delle complicazioni organizzative, e i vescovi rispondono in ordine sparso. Qualche presule preferisce ancora la prudenza e chiede ai parroci di restare alle modalità adottate durante le settimane di lockdown. Sarebbero troppe le responsabilità per i sacerdoti, tra le quali la necessità di misurare la temperatura e mandare via chi ha oltre 37 e mezzo di febbre. Sono invece pronte a partire le parrocchie di Roma che riceveranno i termoscanner dal Vicariato e potranno chiedere al Campidoglio un sostegno per sanificare chiese e locali. Atteggiamento positivo è anche quello espresso dall’arcidiocesi di Milano, tra le più flagellate dal Covid-19: dà il via ai funerali anche per le persone decedute nelle settimane scorse.
Il ringraziamento di Bassetti «va alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui in queste settimane c'è stata un'interlocuzione continua e proficua. Questo clima ha portato un paio di giorni fa a definire le modalità delle celebrazioni delle Esequie, grazie soprattutto alla disponibilità e alla collaborazione del ministro dell'Interno e del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione». Nel contempo, «un pensiero di sincera gratitudine mi sento in dovere di esprimerlo al Ministro della Salute e all'intero Comitato tecnico-scientifico - prosegue il Cardinale - questa tempesta, inedita e drammatica, ha posto sulle loro spalle un carico enorme in termini di responsabilità». Al Paese «voglio assicurare la vicinanza della Chiesa: ne sono segno e testimonianza le innumerevoli opere di carità a cui le nostre Diocesi e Parrocchie hanno saputo dar vita anche in questo difficile periodo»; ed è testimonianza «pure la preghiera che, anche in forme nuove, si è intensificata a intercessione per tutti: le famiglie, quanti sono preoccupati per il lavoro, gli ammalati e quanti li assistono, i defunti». Bassetti questa mattina è stato ricevuto in Vaticano da papa Francesco, con cui avrebbe parlato anche della situazione della Chiesa in vista della «fase 2».  Il Pontefice nella Messa del mattino a Casa Santa Marta ha pregato «per i governanti che hanno la responsabilità di prendersi cura dei loro popoli in questi momenti di crisi: capi di Stato, presidenti di governo, legislatori, sindaci, presidenti di regioni…». Perché Dio «li aiuti e dia loro forza, il loro lavoro non è facile. E che quando ci siano differenze tra loro, capiscano che, nei momenti di crisi, devono essere molto uniti per il bene del popolo, perché l’unità è superiore al conflitto». Bergoglio ha riflettuto anche sulla fede in tempi di coronavirus: ci possono essere «tante crisi, in famiglia, nel lavoro, nel mondo, il Signore ci dia la forza nei momenti di crisi di non vendere la fede». Tutti nella vita «abbiamo avuto momenti di crisi» e anche «questa pandemia è un momento di crisi sociale». Il Papa ha citato un detto argentino: «Non si cambia il cavallo» mentre si guada un fiume. Quindi «nei momenti di crisi è il momento della perseveranza e della fedeltà a Dio».

Fonte: lastampa.it/vatican-insider

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