La preghiera allevia la sofferenza. La sofferenza offerta con amore ottiene miracoli
Cari figli! In questi giorni... desidero che anche per voi la vostra croce diventi gioia. In modo particolare, cari figli, pregate per poter accettare la malattia e le sofferenze con amore come le ha accettate Gesù. Soltanto così potrò con gioia darvi grazie e guarigioni che Gesù mi permette. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. (11 settembre '86)
Il dolore, la sofferenza bussano alla porta di ogni persona, di ogni famiglia, di ogni comunità. Di fronte alla malattia una domanda diventa quasi necessaria: perché il dolore? Perché la sofferenza? Una domanda che non può rimanere senza risposta, eppure spesso essa non trova risposta comprensibile ... soprattutto quando ci si trova di fronte a persone indifese, come i bambini.
Anche al tempo di Gesù ci si imbatteva in persone ammalate e ci si chiedeva: perché? E Gesù che conosceva il pensiero e il cuore degli uomini puntualizzava che la malattia e la sofferenza sono il retaggio dell'umanità; essa è un fatto fondamentale della vita umana.
L'uomo cerca la soluzione alla sofferenza nei rimedi umani e scientifici, ma spesso anche chi si dichiara ateo, si rivolge a Dio, ripetendo quanto leggiamo nel Vangelo: "Signore, se vuoi puoi sanarmi!".
I viaggi della speranza si moltiplicano e i Santuari Mariani richiamano le folle. A Medjugorje la Regina della Pace ci invita alla preghiera costante ed all'offerta della sofferenza a Dio per la salvezza dell'umanità. Maria, essendo Madre, non può non comprendere e venire incontro a un figlio che si rivolge a Lei, non può negargli il suo abbraccio e il suo aiuto.
Cari figli!
Oggi vi invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate. E così io non posso aiutarvi, dato che voi non desiderate agire. Cari figli, vi invito a pregare il Rosario: il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia! Così comprenderete perché sono da tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare.
(12 giugno '86).
"La risposta cristiana al dolore e alla sofferenza non è mai caratterizzata dalla passività"
Il Papa nell'affermarlo pensa a quanti accettano la malattia e il dolore come partecipazione alla Passione di Cristo e a quanti: singoli e istituzioni, laici e religiosi, medici e infermieri, sanno lenire la sofferenza altrui facendosi dono per gli altri attraverso il volontariato e l'assistenza amorosa.
Il problema della sofferenza ci fa sentire figli dello stesso Padre, fratelli e sorelle che vivono lo stesso problema, che sono alla ricerca del significato profondo, non solo della sofferenza e della malattia, ma della stessa vita umana.
Anche al tempo di Gesù ci si imbatteva in persone ammalate e ci si chiedeva: perché? E Gesù che conosceva il pensiero e il cuore degli uomini puntualizzava che la malattia e la sofferenza sono il retaggio dell'umanità; essa è un fatto fondamentale della vita umana.
L'uomo cerca la soluzione alla sofferenza nei rimedi umani e scientifici, ma spesso anche chi si dichiara ateo, si rivolge a Dio, ripetendo quanto leggiamo nel Vangelo: "Signore, se vuoi puoi sanarmi!".
I viaggi della speranza si moltiplicano e i Santuari Mariani richiamano le folle. A Medjugorje la Regina della Pace ci invita alla preghiera costante ed all'offerta della sofferenza a Dio per la salvezza dell'umanità. Maria, essendo Madre, non può non comprendere e venire incontro a un figlio che si rivolge a Lei, non può negargli il suo abbraccio e il suo aiuto.
Cari figli!
Oggi vi invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate. E così io non posso aiutarvi, dato che voi non desiderate agire. Cari figli, vi invito a pregare il Rosario: il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia! Così comprenderete perché sono da tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare.
(12 giugno '86).
"La risposta cristiana al dolore e alla sofferenza non è mai caratterizzata dalla passività"
Il Papa nell'affermarlo pensa a quanti accettano la malattia e il dolore come partecipazione alla Passione di Cristo e a quanti: singoli e istituzioni, laici e religiosi, medici e infermieri, sanno lenire la sofferenza altrui facendosi dono per gli altri attraverso il volontariato e l'assistenza amorosa.
Il problema della sofferenza ci fa sentire figli dello stesso Padre, fratelli e sorelle che vivono lo stesso problema, che sono alla ricerca del significato profondo, non solo della sofferenza e della malattia, ma della stessa vita umana.
Fonte: Medjugorje Torino n. 137
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