VIDEO👆👆👆
Il mezzogiorno del venerdì santo è l’ora più buia di tutto il vangelo.
Lo è non solo per la crocifissione di Gesù, ma sopratutto per quel senso
di solitudine e abbandono che Egli sente da parte del Padre. Morire è
attraversare quella regione sconosciuta in cui ciò che confidavi non è
più di nessun aiuto. Gesù ha scelto l’ultimo posto. Questo significa che
la sua solitudine è la più grande di tutte. Nessuno è più lontano dal
Padre se non Lui. Ha scelto di mettersi all’ultimo posto
affinché nessuno possa più dire di essere solo. Quando pensiamo di aver
toccato il fondo, quando pensiamo che non c’è più niente e nessuno per
noi, dobbiamo ricordarci che un passo oltre la nostra solitudine c’è
Gesù. È Lui che ha scelto quel posto per mettere un argine alla nostra
disperazione. E il segno più concreto della Sua presenza è Maria:
“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre,
Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì
accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna,
ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da
quel momento il discepolo la prese nella sua casa”. L’estremo gesto che
Gesù compie al margine della Sua esistenza terrena è lasciare la
propria Madre come Madre di tutti. In Giovanni, ognuno di noi, è il
beneficiario di questa eredità. Tante volte la nostra vita è
insopportabile perché la vogliamo vivere da soli, con le nostre forze,
senza l’aiuto di nessuno. Dio ha mandato Suo Figlio a prendere sulle Sue
spalle il giogo dei nostri giorni. E il Figlio ci ha dato una Madre
perché il compito di una madre è quello di umanizzare la vita. La
presenza di una madre rende umane le cose che altrimenti sarebbero
insopportabili. Maria è la possibilità di vedere la nostra vita
umanizzata. Oggi possiamo solo farci silenziosi e mendicanti sotto la
Croce di Gesù. GuardarLo e sentire in noi il pentimento e la gratitudine
per tanto amore e sussurrare: “Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo
perché con la tua santa Croce hai redento il mondo”.
Giovanni 18,1-19,42
Nessun commento:
Posta un commento