PREGHIERE A SANTA BERNADETTE SOUBIROUS
Cara Santa Bernadette, scelta da Dio Onnipotente come canale delle sue grazie e benedizioni, attraverso la vostra umile obbedienza alle richieste della Nostra Madre Maria, hai guadagnato per noi le acque miracolose della guarigione spirituale e fisica.
Vi imploriamo di ascoltare le nostre preghiere supplichevoli affinchè possiamo essere guariti dalle nostre imperfezioni spirituali e fisiche.
Mettete le nostre suppliche nelle mani della nostra Santa Madre Maria, perché possa metterli ai piedi del suo Figlio diletto, nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, affinchè Egli possa guardare a noi con misericordia e compassione:
(esporre la grazia che si chiede)
Aiutaci, o Cara Santa Bernadette a seguire il vostro esempio, in modo che a prescindere dal nostro dolore e dalla nostra sofferenza possiamo essere attenti ai bisogni degli altri, specialmente quelli le cui sofferenze sono maggiori delle nostre.
Mentre attendiamo la Misericordia di Dio, offriamo il nostro dolore e la nostra sofferenza per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati e delle bestemmie degli uomini.
Pregate per noi Santa Bernadette, affinchè, come te, possiamo essere sempre obbedienti alla volontà del nostro Padre celeste, e attraverso le nostre preghiere e la nostra umiltà possiamo portare consolazione al Cuore Sacratissimo di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria che sono stati così gravemente feriti dai nostri peccati.
Santa Bernadette, prega per noi
16 APRILE: SANTA BERNADETTE SOUBIROUS
Una ragazza che non si potrebbe definire nemmeno normale tanto veniva considerata da tutti poca cosa, ma che proprio per la sua innata semplicità venne predestinata per dare un esempio grandioso di umiltà ed obbedienza.
Bernarda Soubirous nacque a Lourdes negli Alti Pirenei nel 1844, la maggiore dei sei figli di Francesco e Luisa Castérot. Bernadette, com’era chiamata in famiglia, era una bimba di salute cagionevole; soffriva d’asma e prese il colera durante l’epidemia del 1854, che la lasciò ancora più debole. Suo padre era un mugnaio con poco senso degli affari e la famiglia cadde gradatamente in grave povertà, fino a ridursi a vivere nelle cantine di una casa diroccata della città. Bernadette non ricevette quasi istruzione ed era considerata poco intelligente; non aveva ancora ricevuto la prima comunione quando, nel 1858, la sua vita molto “normale” fu trasformata da una serie di apparizioni che resero lei e la sua città famose nel mondo: tra l’11 febbraio e il 16 luglio ebbe una serie di visioni di una “Signora” nella grotta di Massabielle, e un ruscello sgorgò dal terreno nel luogo indicato dalla Signora stessa. Dopo avere raccontato la prima di queste visioni, Bernadette fu accompagnata alla grotta da un numero sempre crescente di persone, pur rimanendo l’unica ad avere esperienze fuori dell’ordinario.
La Signora nel suo messaggio chiedeva penitenza per la conversione dei peccatori e alle persone di visitare il luogo in pellegrinaggio. Quando le fu chiesto chi fosse, ella rispose: «Sono l’Immacolata Concezione » (il dogma dell’Immacolata Concezione della Madonna era stato definito dalla Chiesa nel 1854). La Signora non promise mai che gli ammalati che avessero visitato il luogo sarebbero stati guariti, né promise, benefici in questa vita, ma affermò che avrebbe reso Bernadette felice in quella futura. Nel 1862 fu costruita una cappella presso la grotta e, dopo la guerra franco prussiana del 1870, Lourdes divenne rapidamente la più famosa meta di pellegrinaggio in Europa.
La vicenda di Bernadette all’inizio incontrò forti opposizioni e aperta incredulità da parte sia della Chiesa sia delle autorità civili ed ella fu giudicata come una ragazza sempliciotta e ignorante, sofferente d’allucinazioni; ciò che convinse gli scettici intorno a lei fu la sua palese sincerità, il suo disinteresse e il buon senso. Odiava la pubblicità che la storia le aveva procurato e rifiutava di accettare il denaro o i doni offerti dalle persone che andavano a visitarla.
Non faceva mai riferimento alle apparizioni a meno non le fosse chiesto espressamente qualcosa al riguardo e rifiutava di credere di avere poteri speciali: in particolare, si rifiutava di imporre le mani sugli ammalati e, sebbene per un certo periodo toccasse i rosari dei visitatori, su consiglio del suo confessore smise anche di fare ciò. Dal 1861 al 1866 alloggiò in un ospizio retto dalle suore della Carità; nel 1864 chiese di entrare nel convento delle suore di Nevers; ciò non le fu possibile, a causa della sua salute cagionevole, fino al 1866, quando fu accettata come novizia e assunse il nome religioso di Maria Bernarda.
Passò il resto della sua vita nell’ordine, vivendo come una qualunque suora e non lasciando il convento neanche per partecipare alle celebrazioni che segnarono l’apertura della nuova basilica a Lourdes nel 1876; fu assente per scelta, perché protesa a evitare la notorietà. Disse al riguardo:
«Oh, se solo potessi vedere senza essere vista!».
Divenne anche piuttosto riluttante nello scrivere lettere dal convento, avendo saputo che quelle che aveva steso erano state diffuse con enfasi. Come afferma Thurston, forse uno dei suoi segreti fu quello di non fare mai volontariamente cose che potessero attrarre l’attenzione degli altri. In convento fu nominata infermiera e poi assistente sacrestana. Ebbe un approccio forte alla vita spirituale, come aveva in ogni altra cosa:
«Devo essere santa – disse – lo vuole il mio Gesù e vi sono obbligata dalla mia vocazione».
Il cammino verso tale santità si basava sull’obbedienza alla regola e all’unione più stretta possibile con il Cristo crocifisso. Una delle sue preghiere recitava:
«O Gesù, tienimi sotto lo stendardo della tua croce. Fa’ che io non soltanto guardi a te crocifisso ma ti abbia vivente nel mio cuore».
Riguardo a ciò che le era accaduto prima di entrare in convento, si paragonava a una scopa: «La Madonna mi ha usato. Sono stata rimessa nel mio angolo. Sono felice di fermarmi qui»; poi scrisse: «Il cuore di Gesù, con tutti i suoi tesori, è mio, e vivrò per lui e morirò in pace per lui tra le mie sofferenze». La sua salute continuava a crearle problemi; era stata consacrata soltanto quattro mesi dopo essere entrata nell’ordine e professò presto i suoi voti, poiché sembrava stesse per morire.
Dal 1875 in poi la malattia non le diede pace; l’asma peggiorò e la tubercolosi ossea le provocò grandi sofferenze; sopportò tutto con gran rassegnazione e pazienza e morì il 16 aprile 1879. «Gli unici mesi “straordinari” della sua vita furono quelli delle apparizioni; prima e dopo, la sua vita fu monotona fino all’estremo» (O.D.S.). Fu canonizzata nel 1933 col nome di Maria Bernarda, non in seguito alle sue visioni ma per la vita di preghiera, di devozione semplice e di obbedienza leale sia alla regola sia a tutto ciò che Dio le aveva chiesto di sopportare.
E difficile trovare una persona, graziata da visioni, più equilibrata e più normale di Bernadette, e forse proprio per le poche notizie interessanti offerte agli scrittori popolari, escluse le apparizioni stesse, si sentì l’esigenza di inventare storie di miracoli compiuti da lei bambina (l’attraversamento di un fiume a piedi asciutti, la moltiplicazione di cibo per la sua famiglia e altri); ma queste leggende non hanno fondamento, come pure quelle che riguardano l’epoca delle apparizioni (come la storia, ad esempio, assai diffusa, di una fiamma di candela sulla punta delle sue dita per un quarto d’ora senza farle male mentre lei parlava con la Madonna), e la santità di Bernadette è molto superiore.
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