sabato 25 aprile 2020

'Guardare' la Messa non è celebrarla. E' arrivato il tempo di riprendere la celebrazione


Coronavirus e fase 2, il cardinale Bassetti chiede che i fedeli possano tornare in chiesa per la messa


Alla fase 2 dell'emergenza Coronavirus e alle disposizioni che verranno previste nel nuovo decreto del governo Conte guarda con grande interesse anche la Chiesa, la cui comunità ha visto rivoluzionate le proprie abitudini e, di conseguenza, le modalità di partecipazione ai riti religiosi. E' per questo che assumono particolare interesse le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo della diocesi di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, Conferenza episcopale italiana. Nella lettera periodica ai fedeli, il cardinale pone sul piano della discussione senza mezzi termini la questione della partecipazione alla messa, che in epoca di Covid 19 è stata consentita soltanto attraverso le trasmissioni televisive o in streaming.
 La richiesta è chiara e prevede il ritorno dei fedeli nelle chiese. "Dico in coscienza a tutte le istituzioni - scrive Bassetti - che è arrivato il tempo di riprendere la celebrazione dell’Eucarestia domenicale e dei funerali in chiesa, oltre ai battesimi e a tutti gli altri sacramenti, naturalmente seguendo quelle misure necessarie a garantire la sicurezza in presenza di più persone nei luoghi pubblici".
Il presidente della Cei spiega in maniera argomentata la richiesta: "Con generosità e inventiva e, perché no, con coraggio, ci si è dedicati a moltiplicare le occasioni di messe in streaming, celebrazioni televisive in chiese vuote con celebranti solitari, a cominciare dallo stesso papa Francesco. Ma 'guardare' la messa non è celebrarla. Messe senza popolo, popolo senza messa. Si è cercato di puntare sulla maturità e sulla responsabilità del popolo cristiano, sulla sua capacità di meditare e di accogliere e celebrare la parola di Dio e di pregare anche la Liturgia delle Ore. Cose che chiamano in causa, se non del tutto almeno in parte, la responsabilità dei laici e la fede nella dimensione sacerdotale propria del Battesimo"
.


 Fonte: Corriere dell'Umbria

3 commenti:

  1. BISOGNA RISOLVERE IL PROBLEMA.
    SI POTREBBE FARE COME FANNO A TEATRO.
    NUMERARE I POSTI CONSIDERANDO LE DISTANZE PRESCRITTE.
    UNA PERSONA DISTRIBUISCE I NUMERI FINO AD ESAURIMENTO E POI CHIUDE IL PORTONE.

    RispondiElimina
  2. La chiesa non è un teatro... O tutti o nessuno... Il portone della chiesa non si chiude...

    RispondiElimina
  3. Tutti partecipano, facendo più Celebrazioni Eucaristiche. Ma in sicurezza.
    Non credo comunque che tutti i posti disponibili nelle nostre chiese italiane vengano esauriti. Magari!

    RispondiElimina