Cari sacerdoti, religiosi e religiose,
Cari pellegrini e parrocchiani di Medjugorje,
Fratelli e sorelle,
La vita sociale sembra essersi fermata in quasi tutto il mondo. Stiamo vivendo un tempo doloroso e irreale in cui, con molti cambiamenti nelle abitudini di vita, abbiamo dovuto rinunciare alla normale vita di incontri e di comunione, e quindi anche di celebrazioni liturgiche. Certamente la cosa più dolorosa è il "digiuno eucaristico", il sacrificio che ci viene chiesto solo per amore verso l’altro.
Tale è anche, più o meno,lo spettro odierno di Medjugorje. Immersa nella pace e nel silenzio tremendo, con i percorsi di pellegrini completamente vuoti, con alberghi vuoti e con la chiesa chiusa.
Questa è un'opportunità per noi di sperimentare e vivere più fortemente e più profondamente la Settimana Santa, il mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo affinché nelle nostre sofferenze e nelle sofferenze altrui vediamo, in una nuova luce, il volto di Cristo: innocente, accusato e condannato a morte, colpito, battuto, torturato, sputato e privato di tutta la dignità umana.
Cosa sentiva il Signore? Certo: un’immensa sofferenza fisica ma ancora più grande era la sofferenza della sua anima. Nell’orto degli ulivi – Getsemani – sudava sangue vedendo il peccato del modo e la prospettiva della sua morte sulla croce.
In modo particolare ha sofferto per il fatto di essere stato abbandonato. Tutti lo hanno lasciato, tutti sono fuggiti. Ha vissuto il terribile sentimento della solitudine. Abbandonato dagli uomini, si sentiva anche abbandonato da Padre celeste; sulla croce gridava : «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Durante tutto questo orrore, Gesù fu consapevole della sua missione di Servitore. Lui non pensava che agli altri: gli apostoli, le donne piangenti, i ladri crocifissi con lui, il mondo intero: leggiamo le sette parole di Gesù sulla croce!
Oggi anche il mondo vive la sua passione. Tanti morti, tanti abbandonati, tanti che vivono da soli, tanti senza fonti finanziarie, tanti disabili. Facciamoci dunque servitori! Aiutiamoci a vicenda. Aiutiamo gli anziani, i poveri, coloro che vivono senza aiuto, le famiglie con i bambini, soprattutto i genitori rimasti vedovi. Possiamo rompere la solitudine e l’isolamento non solo della nostra famiglia ma anche di vicini e abitanti non troppo lontani.
Dopo la morte e il silenzio della morte viene la Risurrezione. Dopo la calamità della pandemia verrà il ritorno alla vita normale, ma in modo differente: il tempo del ringraziamento per la vita, per il ritorno alla vita delle chiese aperte, della vita sacramentale intensa.
Cari Fratelli e Sorelle,
Davanti al disastro abbiamo un’arma potente : la preghiera fiduciosa, la preghiera ardente, la preghiera costante. Nella chiesa di Medjugorje, che temporaneamente è immersa nel silenzio esteriore, la preghiera non si è spenta. Ogni sera potete essere in comunione di preghiera, attraverso i social media di comunicazione, con sacerdoti, monaci e monache di Medjugorje, varie comunità e parrocchiani, facendo della vostra casa una "piccola chiesa".
Vi assicuro la mia benedizione e la mia preghiera quotidiana per le vostre intenzioni. Vi affido alla protezione di Cristo Risorto e di Maria Regina della pace.
+Henryk Hosersac
Visitatore Apostolico
Fonte:
http://www.medjugorje.hr/it/attualita/gli-auguri-pasquali-di-mons.henryk-hoservisitatore-apostolico,10655.html
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