Don Giuseppe Corbari, vicario parrocchiale di Robbiano (Monza e Brianza), ha celebrato la messa di domenica davanti alle fotografie che i fedeli gli hanno mandato per non farlo sentire solo. Il sacerdote le ha incollate alle sedie e superato così la tristezza per la chiesa vuota a causa del divieto di tenre funzioni religiose imposto dalle misure di contenimento del coronavirus.
Giussano (Monza e Brianza), 15 marzo 2020 - Don Giuseppe Corbari è un sacerdote che ama molto i suoi parrocchiani. Tanto che si è fatto inviare un selfie dai suoi fedeli per riempire la chiesa durante la celebrazione della santa messa e sentirli vicini. Ogni giorno aumentano e don Giuseppe, vicario parrocchiale di Robbiano, chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, ha dovuto aggiungere sedie e panche per collocare le fotografie di tutti. Sull’altare ci sono quelle dei chierichetti e dell’organista. Così, nonostante le restrizioni per il contenimento del Coronavirus, il prete ha idealmente unito tutti in un momento dove non è possibile ritrovarsi per la celebrazione eucaristica. «Sono commosso dalla risposta dei miei parrocchiani– spiega il sacerdote –. Tutto è accaduto per caso, mercoledì come ogni mattina stavo celebrando la messa, che i miei fedeli ascoltano attraverso la radio parrocchiale e ho sentito un tuffo al cuore guardando la chiesa e vedendo tutte le panchine vuote. Ormai è da un mese che la chiesa è chiusa e ciò mi rattrista. Quando la funzione di mercoledì è terminata è arrivata l’idea e l’ho comunicata a tutti i parrocchiani iscritti alla nostra piattaforma social, che ha oltre 200 iscritti».
Continua il sacerdote: «Ho chiesto a tutti di inviare le loro foto e man mano ho iniziato a stamparle. Nel giro di tre giorni, oltre agli iscritti della piattaforma virtuale, sono arrivate persone che hanno lasciato loro foto davanti alla chiesa. Tanti bambini e ragazzi portano gli scatti che ritraggono i nonni. Che soddisfazione avere una risposta così importante dalla comunità. Ora passo molto tempo a sistemare le fotografie sugli schienali delle panchine e quelle dei chierichetti sull’altare. Se si piegano le rimetto a posto e sento i miei fedeli vicini. È un brutto momento, dobbiamo credere e stare vicini. Io continuerò a celebrare messa con più gioia, perché i miei fedeli sono tutti qua, anche se solo in foto. Sentire le persone tanto vicine mi ha riempito il cuore e così ho colto il desiderio dei cittadini di sentirsi un gruppo unito in un momento di allontanamento. Una comunità che sente la necessità di condividere anche il timore e la paura. Ma saperci tutti vicini in chiesa, anche se in foto, ci farà stare meglio e vivremo con preghiere e fiducia questo drammatico momento per l’umanità». L’iniziativa ha avuto grande successo anche su Facebook, dove è stata postata una foto da una fedele con la chiesa vuota e le panche e l’altare pieni di fotografie. Tanti i ringraziamenti al «mitico» don Giuseppe. «Con la tecnologia non vado d’accordo e mi sorprende in positivo che la mia idea abbia portato un po’ di buon umore», conculde il prete.
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