Una
delle più belle definizioni della preghiera suona così: “La preghiera è
vita con Dio nell’amore!” A noi cristiani ogni tanto rimproverano che
le nostre invocazioni sono troppo rumorose, veloci, e che non dedichiamo
loro il tempo necessario. Questo può anche essere vero.
Gesù ha severamente criticato la preghiera formale, quella delle
labbra, incapace di cambiare la vita. Ha criticato anche la preghiera di
richiesta, in quanto è solo la ricerca di ciò di cui abbiamo bisogno.
Gesù ha paragonato questa preghiera con quella pagana, che non viene
esaudita.
Infatti la nostra preghiera può essere veramente atea, cioè senza
Dio. Questo succede quando nella preghiera cerchiamo quello che ci
serve, ma non cerchiamo Dio e la Sua volontà. Gesù, infatti, premette
che il Padre sa tutto quello di cui abbiamo bisogno, che ci ama ed è
pronto a donarci tutto; ci invita a cercare prima di tutto il Regno di
Dio e la Sua giustizia e tutto il resto ci sarà dato in abbondanza.
Ciò non vuol dire che non possiamo pregare Gesù per le nostre
necessità, dire a Lui quello che ci opprime, cercare il Suo aiuto nelle
difficoltà. Anzi, Egli stesso ci esorta:
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà
aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa
sarà aperto!” (Mt 7,7-s).
Però se la nostra preghiera rimane ferma sulle richieste, allora essa
è atea, perché non cerca Dio, ma solo i Suoi doni. Dio non vuole stare
con noi solo quando abbiamo bisogno di Lui, ma vuole rimanere con noi
sempre.
Molti cristiani vivono la crisi della preghiera. Sono convinti di non
saper pregare e di non avere tempo per la preghiera. Ma la verità è
un’altra. Essi cercano prima di risolvere in un altro modo i propri
problemi, e se non ci riescono, allora provano con Dio. Come se Dio
fosse un “pronto soccorsoi”
Mentre se non hanno alcun bisogno, allora non hanno bisogno neanche
di Dio e non Lo cercano. Perciò si può dire che il vero problema della
preghiera è il nostro rapporto con Dio, cioè la nostra Fede.
Esistono diverse forme e modi di pregare. Da noi è più espressiva la
preghiera orale, con molte parole, testi e canti. Questo è bene, ma non
soddisfa più il cuore dell’uomo d’oggi. Il cuore si riempie
quotidianamente di informazioni varie, di immagini: ha bisogno della
tranquillità e della pace per incontrarsi con Dio. Perciò il senso di
tutte le parole, dei canti, delle invocazioni sta nel fatto che l’anima
ed il cuore entrino in un nuovo ritmo, quello divino, per poter
rimanere con Dio, nella pace.
La preghiera più adatta a questo scopo, è certamente quella di
Adorazione. Mentre ogni nostra preghiera, come abbiamo detto, può
diventare atea, perché in essa invece di cercare Dio cerchiamo i Suoi
doni, l’Adorazione è qualcosa di particolare. Se dedico del tempo a
Gesù adorandoLo nel Santissimo Sacramento dell’Altare, allora io cerco
Lui presente nel Sacramento, che è Emmanuele – Dio con noi. Non Lo cerco
per i Suoi doni.
Se Lo adoro, vuol dire che cerco soprattutto Lui, Lo benedico e Lo
ringrazio, Lo lodo e Lo esalto, perché Egli è il Signore. La fede e
l’amore sono la condizione dell’Adorazione. Noi non riusciamo a
trattenerci a lungo con la persona della quale non ci fidiamo, o non
amiamo.
Questo vale anche per i nostri rapporti con Dio. La fiducia e l’amore
crescono dimorando gli uni con gli altri. E quanto più cresce l’amore
verso qualcuno, tanto meno abbiamo bisogno delle parole per capirci, e
rimane sempre più spazio per il silenzio, che penetra nelle profondità
del nostro cuore e della nostra anima e raggiunge la tranquillità “in
Dio” e non nelle “cose” che Egli ha dato.
In questo tempo senza-Dio, caratterizzato dal materialismo e da varie
idolatrie, che nella corsa frenetica distolgono il cuore umano dalla
presenza divina, accade che molti cristiani si sentano vuoti dentro,
soli, nella paura e nell’angoscia, senza la luce e senza una via
d’uscita, nell’amarezza e nella sofferenza, senza vita interiore e
senza un rapporto con Dio. In questo vuoto assoluto, l’Adorazione è di
prima necessità. Riconoscere Dio nel proprio cuore, riservargli il
primo posto, ascoltarLo, dimorare in Lui, riposare in Lui, creare lo
spazio per Lui, collaborare con Lui servendosi dei Suoi doni, stare in
ascolto e riconoscersi in Lui: questa è la necessità assoluta del
cristiano d’oggi. Riconoscere Dio nelle Sue creature, accoglierlo con
amore e collaborare con Lui, lo può solo chi sa adorarlo.
Con l’Adorazione cresce e si approfondisce sempre di più il rapporto
con Dio Creatore e con sé stesso, come essere creato e donato, ma anche
verso gli altri uomini e verso tutto il creato. Il fatto terribile che
avvengono tanti conflitti parla da sé: l’uomo d’oggi si trova sulla via
dell’autodistruzione. E tutto questo, perché si è allontanato da Dio,
cioè dalla vita e dalla luce, dalla verità e dall’amore.
Il cuore umano non può rimanere tranquillo. Perciò aumenta la violenza e la distruzione.
Al mondo può capitare quello che succede al bambino che non ha
sperimentato l’amore materno e paterno: ed allora lo cerca in tutti i
modi, senza saper scegliere i mezzi, ma, anzi, distruggendo sé stesso e
gli altri attorno a sé.
P. Slavko Barbaric
Tratto da “Adorate col cuore mio figlio”
di P. Slavko Barbaric OFM
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