Coronavirus, il messaggio edificante e pieno di fede del parroco di Castiglione D’Adda
Bisognerebbe che tutti i parroci d'Italia, soprattutto quelli delle zone colpite, facessero altrettanto!
A Castiglione d’Adda, comune del lodigiano con poco più di 4.500 abitanti e una cinquantina di esercizi commerciali - paese d’origine del primo contagiato dal coronavirus, il 38enne residente a Codogno -, il Parroco don Gabriele Bernardelli ha voluto inviare un messaggio pieno di speranza e fede ai suoi parrocchiani. Ascoltiamo, di seguito, il suo messaggio vocale, che così conclude: “Quando sentirete suonare le campane della messa, unitevi al sacerdote che offrirà il sacrificio del Signore per tutti. Domani mattina, dopo la messa che celebrerò alle 11, uscirò da solo sul sagrato della chiesa parrocchiale benedicendo con il Santissimo Sacramento tutta la parrocchia e tutto il paese. Stiamo uniti nella preghiera. Il vostro parroco, don Gabriele.”
A Castiglione d’Adda, comune del lodigiano con poco più di 4.500 abitanti e una cinquantina di esercizi commerciali - paese d’origine del primo contagiato dal coronavirus, il 38enne residente a Codogno -, il Parroco don Gabriele Bernardelli ha voluto inviare un messaggio pieno di speranza e fede ai suoi parrocchiani. Ascoltiamo, di seguito, il suo messaggio vocale, che così conclude: “Quando sentirete suonare le campane della messa, unitevi al sacerdote che offrirà il sacrificio del Signore per tutti. Domani mattina, dopo la messa che celebrerò alle 11, uscirò da solo sul sagrato della chiesa parrocchiale benedicendo con il Santissimo Sacramento tutta la parrocchia e tutto il paese. Stiamo uniti nella preghiera. Il vostro parroco, don Gabriele.”
Di seguito la trascrizione e l'immagine della benedizione col Santissimo dal sagrato:
Cari fratelli e sorelle, nessuno di noi, forse, avrebbe mai pensato di trovarsi nella situazione nella quale, invece, siamo venuti a trovarci. Il nostro animo è frastornato, l’emergenza sembrava così lontana. Invece è qui, in casa nostra.
Anche questo fatto ci porta a considerare come nel mondo siamo ormai un’unica grande famiglia. Ora ci dobbiamo attenere alle indicazioni che le autorità preposte hanno stabilito, tra cui la cessazione della celebrazione della Santa Messa. È facile, in questa situazione, lasciarsi andare spiritualmente, diventando apatici nei confronti della preghiera, ritenuta inutile.
Vi invito, invece, cari fratelli e sorelle, ad incrementare la preghiera, che sempre apre le situazioni a Dio. Ci rendiamo conto, in congiunture come la presente, della nostra impotenza, perciò gridiamo a Dio la nostra sorpresa, la nostra sofferenza, il nostro timore. Mi è venuto in mente, ieri, il brano che si legge il Mercoledì delle Ceneri, tratto dal profeta Gioele, laddove si dice: «Tra il vestibolo e l’altare, piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: “Perdona, Signore, al tuo popolo”». Non ho vergogna a dirvi che ieri, dinanzi al tabernacolo e alla statua dell’Assunta, anch’io ho pianto. E vi chiedo di innalzare con me al Signore il grido della nostra preghiera. Pregare significa già sperare. Vi ricordo tutti nell’Eucaristia quotidiana e con me don Manuel, don Gino e don Abele.
Quando sentirete suonare le campane della Messa, unitevi al sacerdote che offrirà il Sacrificio del Signore per tutti. Domani mattina, dopo la Messa che celebrerò alle 11.00, uscirò sul sagrato della parrocchiale benedicendo con il Santissimo Sacramento tutta la parrocchia e tutto il paese. Ricordiamo soprattutto quanti sono stati contagiati dal virus e i loro familiari, affinché non si scoraggino, ma anche tutti gli operatori sanitari che si stanno spendendo per far fronte al contagio. Stiamo uniti nella preghiera. Il vostro parroco, don Gabriele.
Penso sia importante mettere a fuoco alcuni dettagli.
Vorrei ricordare che l’atto pubblico del culto è compiuto dalla Chiesa
come azione di tutto il Corpo Mistico (in realtà la Consacrazione è Actio di Cristo compiuta dal sacerdote in persona Christi).
La partecipazione del fedele, ancorché lodevole e commendevole per
poter beneficiare delle Grazie del Santo Sacrificio, non è tuttavia
elemento sostanziale dell’azione sacra: è dogma di fede che qualsiasi
Messa, anche se celebrata dal solo sacerdote, è perfettamente valida e
rende a Dio l’onore che Gli è dovuto, ed adempie perfettamente ai
quattro fini che essa, come Santo Sacrificio, si prefigge: adorazione,
propiziazione, ringraziamento, impetrazione.
Pur non essendo prevista nell'Antico rito la Messa sine populo,
il codice del 1983 ammette come possibilità, in determinate circostanze,
la celebrazione di una messa senza nessuno, che anche oggi i sacerdoti
senza cura d'anime sono soliti celebrare....
Qui bisognerebbe notare che nel "Novus Ordo" (in linea col nuovo
soggetto "Assemblea celebrante", in luogo di Cristo) è previsto un rito
della Messa cum populo ed uno della Messa sine populo, come se quando il sacerdote (nella nuova veste di "Presidente" dell'Assemblea) si volge per il Dominus vobicum non si rivolgesse all’intera Chiesa militante, purgante e trionfante, ma solo ai fedeli fisicamente presenti....
A questo proposito sembra che il parroco di Castiglione d'Adda abbia
invece ben presente la vera natura e funzione della Santa Messa.
Grazie!
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