Oggi è il giorno dell’Epifania. “Che parolona difficile!” direte voi. E’ una parola che deriva dal greco e che significa “manifestazione” è la aprima volta in cui Gesù manifesta a tutti il suo amore per noi.
Questi “re” venuti dall’Oriente rappresentano tutti i popoli della terra che vengono ad adorare Gesù.
Avete messo stamattina le statuine dei Magi nel presepio davanti a Gesù? E’ una cosa importantissima da fare, perché è come mettere davanti a Lui, sotto la sua protezione, ogni persona. In quelle statuine ci siamo perciò anche noi, i nostri cari e anche tutti quelli che non conosciamo, vicini e lontani: tutto il mondo riunito per adorare Gesù.
Nella liturgia cristiana è la festa in cui Dio, nel Bambino Gesù, si manifesta a tutti i popoli. Il dono della mirra allude alla Passione, quello dell'oro alla regalità e l'incenso alla divinità di Cristo.
EPIFANIA O BEFANA: SEI CRISTIANO O PAGANO?
Il
nome Epifania deriva dal greco antico e significa “manifestazione”; la
parola befana è la corruzione o storpiatura lessicale di Epifania,
attraverso bifanìa e befanìa.
Basta cambiare la p in b, e la parola è trasformata: può cambiare anche di significato. Come potete benissimo notare, dire oggi epifania e dire befana non è la stessa cosa. Befana richiama qualcosa di profano, Epifania richiama qualcosa di Sacro. Ed è su questa distinzione di significati, pur originati dalla stessa parola “Epifania”, che la festa ha avuto nel recente passato una strana storia di soppressione prima, e di ripristino poi. La festa dell'Epifania era stata trasferita alla domenica successiva nel 1977, poi è stata ripristinata al 6 gennaio nel 1986. Ma ecco il grottesco: è stata ripristinata come festa laica della befana.
Allo Stato non interessava la festività religiosa. Questo già dice tutto; lo Stato fa di tutto per “laicizzare” le feste religiose.
Se la parola Epifania significa, dunque, “manifestazione”, allora capiamo l’intenzione originaria della Chiesa che non consisteva nell’evidenziare un episodio, quello dei Magi, ma nell’andare oltre, tanto è vero che, originariamente, in questa festività si ricordavano altri eventi in cui Dio ha manifestato la sua gloria, ad esempio il battesimo di Gesù e il miracolo di Cana con la trasformazione dell’acqua in vino. In altre parole: il racconto dei magi ci narra un fatto veramente avvenuto,dall’evangelista Matteo.
Noi invece, attraverso la menzogna, la vanità ed il vizio, abbiamo trasformato questo dono immenso e Sacro, in un qualcosa che sa di stregoneria, di commerciale e di brutto (befana appunto).
PER QUANTO ANCORA CI LASCEREMO FREGARE NOI CRISTIANI ?(ma lo siamo realmente?)
Basta cambiare la p in b, e la parola è trasformata: può cambiare anche di significato. Come potete benissimo notare, dire oggi epifania e dire befana non è la stessa cosa. Befana richiama qualcosa di profano, Epifania richiama qualcosa di Sacro. Ed è su questa distinzione di significati, pur originati dalla stessa parola “Epifania”, che la festa ha avuto nel recente passato una strana storia di soppressione prima, e di ripristino poi. La festa dell'Epifania era stata trasferita alla domenica successiva nel 1977, poi è stata ripristinata al 6 gennaio nel 1986. Ma ecco il grottesco: è stata ripristinata come festa laica della befana.
Allo Stato non interessava la festività religiosa. Questo già dice tutto; lo Stato fa di tutto per “laicizzare” le feste religiose.
Se la parola Epifania significa, dunque, “manifestazione”, allora capiamo l’intenzione originaria della Chiesa che non consisteva nell’evidenziare un episodio, quello dei Magi, ma nell’andare oltre, tanto è vero che, originariamente, in questa festività si ricordavano altri eventi in cui Dio ha manifestato la sua gloria, ad esempio il battesimo di Gesù e il miracolo di Cana con la trasformazione dell’acqua in vino. In altre parole: il racconto dei magi ci narra un fatto veramente avvenuto,dall’evangelista Matteo.
Noi invece, attraverso la menzogna, la vanità ed il vizio, abbiamo trasformato questo dono immenso e Sacro, in un qualcosa che sa di stregoneria, di commerciale e di brutto (befana appunto).
PER QUANTO ANCORA CI LASCEREMO FREGARE NOI CRISTIANI ?(ma lo siamo realmente?)
Vediamo allora di capire chi sono questi tre personaggi così importanti! Sono degli uomini sapienti che hanno un grande desiderio di conoscere, sono studiosi, sono dei saggi; sono soprattutto degli astronomi che studiano a fondo gli astri e cercano di leggere i segni che il cielo manda. Nel Vangelo non c’è scritto quanti sono, ma la tradizione ci parla di tre Magi, probabilmente per il fatto che i doni portati a Gesù sono stati tre. Non sono certo dei “maghi” nel senso in cui noi intendiamo la parola! Noi li conosciamo con delle fisionomie ben precise: sono infatti uno diverso dall’altro, per faci capire che rappresentano le persone di ogni parte del mondo.
La Befana e la sua storia
La Befana è una figura folcloristica
famosa in Italia ma meno conosciuta nel resto del mondo e il suo nome è
una corruzione lessicale di “Epifania”. La sua origine sembra legata ad antichissimi riti propiziatori – connessi ai cicli stagionali dell’agricoltura – che celebravano la morte della natura e la sua successiva rinascita.
I Romani credevano che, in tali
occasioni, delle figure femminili volassero sui campi per propiziare la
fertilità dei futuri raccolti e sembra derivare da qui il mito della figura femminile benefica che si sposta volando e che regala qualcosa di propiziatorio per il futuro (in origine la fertilità dei campi, in seguito i dolci).
L’aspetto della Befana
L’aspetto da vecchia sarebbe una raffigurazione simbolica dell’anno vecchio, mentre la scopa sarebbe simbolo della purificazione in previsione della rinascita della natura e dell’inizio di una nuova stagione. Il carbone
ricorderebbe infine i falò con cui un tempo (e ancora oggi in alcune
zone d’Italia ma non solo) si bruciava qualcosa di vecchio come segno
propiziatorio per il futuro. Nel corso dei secoli, su questa figura sono
nate moltissime leggende, ma in tutte la Befana si presenta come una donna vecchia e brutta ma buona e generosa.
Da allora porta regali a tutti i piccoli. Ecco quindi che “epifania”, parola greca che significa “manifestazione divina, apparizione” (quella di Cristo Signore a tutti i popoli in questo caso) si è guastato ed è diventato befana.
La festa fu abolita dal calendario civile nel 1978 e ripristinata nel 1985
In Italia è comunque una festa molto popolare e sentita, dà luogo a diverse manifestazioni e tradizioni, dai pranzi e i doni offerti per i più poveri a quella, squisitamente religiosa, specie al Sud, del bacio del Bambinello nei presepi viventi allestiti per Natale. Fino al corteo dei Magi e le sagre di paese. Nel 1978 il governo Andreotti la abolì, ma poi fu reintrodotta nel calendario religioso e civile dal 1985.È il Vangelo di Matteo a narrare l'episodio della visita dei Magi a Gesù Bambino i quali da Oriente giungono a Gerusalemme e chiedono “Dov’ è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. Il significato è teologico: i Magi simboleggiano gli stranieri e i pagani che riconoscono la venuta del vero Dio. Originariamente, si pensa comunque che i personaggi non sono tre e non sono Re. La provenienza da Oriente fa pensare alla Persia, perché «magio» è un vocabolo di questa terra ma dall'etimologia un po' oscura. Indica comunque una tribù originaria dell'Iran occidentale nel cui ambito erano scelti i sacerdoti che aderiranno alla riforma di Zoroastro.
Le interpretazioni dei Padri della Chiesa
Leggende e interpretazioni si sprecano. I Padri della Chiesa ne hanno date diverse. Tertulliano, nel II secolo, concede ai Magi la qualifica di Re; nello stesso periodo Sant'Ireneo spiega il significato dei tre doni: la mirra è l'olio tradizionalmente utilizzato per la sepoltura e allude alla Passione di Cristo, l'oro è simbolo di regalità, l'incenso è riservato a Dio. Nel XII secolo, invece, Bernardo di Chiaravalle spiegherà che l'oro era per alleviare la povertà della Vergine, l'incenso per disinfettare la stalla di Betlemme e la mirra come un vermifugo. Lutero, quattro secoli dopo, li associa a fede, speranza e carità, le tre virtù teologali.Un'altra leggenda armena vuole che i Re Magi fossero fratelli e riferisce i loro nomi: Melkon, che regnava sui Persiani; Baldassarre, il secondo, sugli indiani; Gaspare, il terzo, possedeva il paese degli Arabi.
Nessun commento:
Posta un commento