INRI
[In quel tempo] Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo;
se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero
combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è
di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?».
Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per
questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità.
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Sigla latina della frase Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, fatta affiggere da Pilato sulla croce di Gesù: l'iscrizione voleva essere dispregiativa come a voler dire: “Ecco colui che si è proclamato re dei Giudei”, ma Pilato aveva ripetuto solo una parte della definizione che la Bibbia aveva dato del Messia: Rex regum et Dominus dominantium (Re dei re e Signore dei dominanti), e non per spregio ma per giusto titolo.
che sarebbe stata apposta sopra la croce di Gesù, quando egli fu crocifisso, per indicare la motivazione della condanna. L'esibizione della motivazione della condanna, infatti, era prescritta dal diritto romano,
Il Titulus crucis conservato nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma; sulle tre distinte righe si legge una parte del cartiglio: quella in ebraico è molto corrotta e vi sono varie interpretazioni, IS NAZARENUS B[ASILEUS TVN IOUDAIVN] (greco) e I. NAZARINVS RE[X IVDAEORVM] (latino)
Risulta discussa la questione se è verosimile ritenere che il cartiglio della croce sia stato conservato e se la reliquia romana possa corrispondere realmente all'originale o almeno essere una copia fedele di quest'ultimo. Alcuni studiosi hanno supposto che il cartiglio sia proprio quello originale, in particolare è stato sostenuto che sarebbe stato staccato dalla croce e deposto inizialmente nel sepolcro assieme al corpo di Gesù.[7] La sepoltura, caratterizzata secondo i vangeli dall'utilizzo di una tomba di ampie dimensioni, dal trattamento della salma con unguenti preziosi e dall'avvolgimento in un sudario, avrebbe avuto tutte le caratteristiche di una sepoltura regale. L'aggiunta del cartiglio, il cui testo appariva ai seguaci di Gesù inconsapevolmente profetico della regalità di Gesù[8], si accorderebbe con le intenzioni di Giuseppe d'Arimatea e di Nicodemo.
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