Il " Buon Ladrone " un SANTO canonizzato direttamente da Gesù
Il " Buon Ladrone " è l’unico nella storia a potersi “vantare” di essere stato canonizzato
da Cristo stesso prima di morire sulla Croce grazie alla sua
sorprendente professione di fede
“Commemorazione del santo ladrone
che, avendo confessato Cristo sulla croce, meritò di sentirsi dire da
lui: ‘Oggi sarai con me in Paradiso’”. Così leggiamo nell’elenco
universale dei santi, il Martirologio romano, alla data del 25 marzo; e
le Chiese orientali lo ricordano due giorni prima, il 23. È l’uomo che
solitamente chiamiamo Buon Ladrone, e che si venera come santo. Un
santo, possiamo anche dire, canonizzato per voce stessa di Gesù. Non
conosciamo il suo nome con certezza. Lo si chiama Disma negli Atti di
Pilato, che sono un testo non canonico, ossia non accolto dalla Chiesa
fra le Scritture sacre. E nulla di certo sappiamo della sua vita, se non
che per i suoi delitti è stato condannato a morte insieme a un altro.
Entrambi, apprendiamo dai Vangeli, vengono messi in croce sul Calvario
insieme con Gesù: uno alla sua destra, l’altro alla sua sinistra, come
precisano Matteo, Marco e Luca. Quest’ultimo ci dà poi la narrazione più
diffusa di quei momenti.
Il Buon ladrone fa un atto di fede di fronte a Gesù morente
Uno dei due condannati, dalla
sua croce, si mette a gridare insulti contro Gesù, deridendolo come
fanno anche i soldati carnefici: “Non sei il Cristo? Salva te stesso e
anche noi!”. Ed ecco il rimprovero dell’altro condannato per quelle
ingiurie: “Neanche tu hai timor di Dio, benché condannato alla stessa
pena? Noi giustamente, poiché riceviamo il giusto per le nostre azioni;
egli invece non ha fatto nulla di male”. A questo punto l’uomo ha già
meritato la qualifica di “buon ladrone”. È uno, infatti, che sa
riconoscere di meritare per i suoi delitti la pena massima e infamante.
Un pentito, insomma, ma che si pente espiando; non per scansare
l’espiazione. Infine, un uomo che nel suo soffrire è anche capace di
compassione per i dolori di Gesù, che è stato condannato pur essendo
innocente. In genere l’attenzione per l’uomo si ferma qui. Ma lui parla
ancora, rivolgendosi direttamente a Gesù: “Ricordati di me quando
entrerai nel tuo regno”. E questo è il suo tranquillo e totale “atto di
fede” in Gesù, che in questo momento non sta compiendo miracoli come
quelli che meravigliavano le folle e incoraggiavano i discepoli: ora
Gesù pende agonizzante dalla croce, tra ingiurie e disprezzo. Ma lui gli
parla come a un sovrano in trono. Lo riconosce Signore di un regno nel
quale supplica di essere accolto, senza una parola di rimpianto per la
sua vita terrena che sta finendo. Ha quella fede che Gesù si sforzava di
instillare nei suoi discepoli, e che ora egli premia nel ladrone con la
breve risposta: “Oggi sarai con me nel paradiso”. Nell’antichità
cristiana si sono diffuse molte leggende sul Buon Ladrone. Secondo una
di esse, egli avrebbe partecipato al sequestro di Maria e Giuseppe col
piccolo Gesù, durante la loro fuga in Egitto. Anche queste narrazioni
fantasiose confermano l’importanza che fin dai primissimi tempi il mondo
cristiano gli ha attribuito, venerandolo subito come santo.
Fonte: Famiglia Cristiana
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