(Giorgio Nicolini) Il prof. Giorgio Nicolini, massimo esperto della Santa Casa di Loreto, così commenta la recente decisione vaticana di abrogare la festa liturgica della Traslazione miracolosa della Santa Casa di Loreto.
Voglio esprimere innanzitutto la mia solidarietà al Vescovo di
Loreto, mons. Fabio Dal Cin, che, pur da soli due anni nominato delegato
pontificio presso il Santuario di Loreto, aveva chiesto ed ottenuto
l’indizione del Giubileo Lauretano, per celebrare il centenario della
proclamazione della Madonna di Loreto a “Patrona dell’Aviazione”, in
ragione del riconoscimento plurisecolare del magistero pontificio dei
“voli miracolosi” della stessa Santa Casa. In tal modo si offriva
l’opportunità di rivalorizzare non solo l’autenticità della reliquia
nazaretana, ma anche e propriamente “la miracolosità” con cui la Santa
Casa era pervenuta a Loreto, appunto con “voli miracolosi”, per il cui
motivo Benedetto XV nel 1920 emanò il decreto del “patronato” della
Madonna di Loreto a riguardo dell’Aviazione.Un inaspettato e inopinato decreto della Congregazione per il Culto Divino del 7 ottobre 2019 ha inferto perciò un grave “vulnus”, anche pastorale, al Giubileo stesso, prima ancora che esso abbia ad iniziarsi (come previsto nel periodo dall’8 dicembre 2019 al 10 dicembre 2020).
Al fine, pertanto, di far conoscere meglio ai lettori “la questione” della Festa Liturgica in oggetto, ne espongo qui di seguito brevemente la storia.
Il 1° novembre u.s. è stato proclamato pubblicamente l’indizione dell’Anno Giubilare Lauretano per commemorare il centenario della proclamazione della Madonna di Loreto a Patrona dell’Aviazione, in riconoscimento della verità storica dei “voli miracolosi” della Santa Casa. Tale Patronato decretato il 24 marzo 1920 da Benedetto XV era parallelo ad altri assai più importanti decreti pontifici, con i quali da secoli veniva autorizzata e celebrata la memoria liturgica della TRASLAZIONE MIRACOLOSA DELLA SANTA CASA.
Tale festa liturgica è documentato che a livello locale (Loreto e le Marche) era celebrata sin dal XIV secolo, da quando cioè la Santa Casa era “venuta” nelle Marche. La Chiesa, poi, autorizzò la celebrazione di tale festa come proprio di “un miracolo”, quello della Traslazione della Santa Casa per il “ministero angelico”, inserendola ufficialmente nel Martirologio Romano già dal 1669, con un decreto di Clemente IX. Nel 1699 Innocenzo XII approvò espressamente anche la lettura del “trasporto miracoloso” della Santa Casa, con relativa Messa.
Nei primi anni del Novecento, dopo l’attacco del canonico francese Ulisse Chévalier contro la Santa Casa, che fece molto scandalo, prudentemente la Chiesa sospese dal Calendario Romano la citazione della memoria di tale “traslazione miracolosa”, in attesa che il “Collegio di Difesa della Santa Casa” promosso da San Pio X (con circa 50 studiosi di tutto il mondo) confutasse e smascherasse tutte le menzogne dissacratorie propagate da Ulisse Chévalier (e da un altro autore, il barnabita Leopoldo De Feis). La festa tuttavia continuava ad essere autorizzata e celebrata regolarmente a Loreto e nelle Marche, di cui la Madonna di Loreto è Patrona.
Sconfessato lo Chévalier dall’opera degli studiosi del “Collegio di Difesa”, Benedetto XV – prima della proclamazione della Madonna di Loreto a “Patrona dell’Aviazione” – fece ripristinare dalla Sacra Congregazione dei Riti, il 16 aprile 1916, la memoria facoltativa nel martirologio romano della “Traslazione Miracolosa” della Santa Casa. Quindi localmente, ma anche a livello universale (anche se facoltativamente) tutti potevano chiedere di celebrare il 10 dicembre non “la festa della Beata Vergine di Loreto”, bensì la memoria del “Miracolo della Traslazione della Santa Casa”, come tante volte ho spiegato nei miei scritti (cfr. www.lavocecattolica.com) ed esposto in conferenze (cfr. www.telemaria.it): come, cioè, la Chiesa aveva disposto per il 10 dicembre la celebrazione di quello che era l’unico miracolo ufficialmente riconosciuto in una celebrazione liturgica dalla Chiesa; e non si trattava quindi di una semplice memoria o festa della “Beata Vergine di Loreto”.
Ho scritto sopra che “tutti potevano celebrare il 10 dicembre” la memoria del Miracolo della Traslazione della Santa Casa, perché dal prossimo 10 dicembre 2019 non si potrà più celebrare liturgicamente il Miracolo della Traslazione della Santa Casa, ma soltanto si potrà celebrare la memoria della “Beata Vergine di Loreto”, cioè una semplice festa mariana, con il titolo attribuitole di “Beata Vergine di Loreto”, come tante altre feste di un titolo mariano: Beata Vergine del Soccorso, Beata Vergine del Carmelo, Madonna della Mercede, Madonna delle Grazie, ecc., ed ora anche “Madonna di Loreto”.
Dal prossimo 10 dicembre naturalmente chi vuole potrà anche ricordare la tradizione della “traslazione miracolosa” (per chi ancora ci crede, rimanendo fedele alla tradizione): tuttavia tale “dicitura” viene di fatto abrogata, non è più liturgicamente esistente nella celebrazione ufficiale del Calendario Romano. Praticamente questo nuovo Decreto annulla secoli di pronunciamenti pontifici e dichiara implicitamente che tutti i sette secoli precedenti (e comunque ufficialmente dal XVII secolo in poi) tutti i decreti pontifici che riconoscevano e autorizzavano il ricordo delle traslazioni miracolose non valgono più nulla, e lo stesso riconoscimento dell’autenticità della reliquia della Santa Casa – come “la vera Casa di Nazareth” – viene ora del tutto occultata se non apertamente negata.
Leggendo infatti il decreto – firmato purtroppo dal card. Robert Sarah – non vi si trova più nessun accenno alla Santa Casa come “reliquia” né la si identifica con l’autentica “Casa di Nazareth”: vi si parla infatti solo del Santuario che ricorda genericamente l’Incarnazione, nel senso appunto di “un ricordo devozionale”, non come “un fatto storico” avvenuto realmente proprio tra quelle “Tre Pareti” presenti a Loreto nel Santuario, che difatti non vengono mai nominate (d’altra parte si tratterebbe solo di «alcune pietre» aveva scritto papa Francesco recentemente ed erroneamente!…). Anzi, viene persino scritto che le grazie che si sono ottenute nei secoli, dai pellegrini e dai Santi, erano derivate dal fatto che essi si rivolgevano all’effigie della Madonna presente nella Santa Casa, e non per la reliquia in sé.
Agli occhi profani ed ingenui appare una grande concessione l’aver iscritto nel martirologio romano universale la “memoria della Beata Vergine di Loreto”, non sapendo che questa festa vi era già scritta da secoli. Il decreto della Congregazione per il Culto Divino in realtà – con un grande inganno – ha abrogato la festa secolare della “Traslazione Miracolosa”, cambiando la natura stessa della festa, facendola divenire solo “un ricordo mariano devozionale”.
Stupisce che a firmare il Decreto sia stato il cardinale Sarah: ignoranza e buona fede? Ma non conosceva i decreti di tutti i secoli precedenti? E non si rende conto che, abrogandoli, li sconfessava tutti? In realtà questo decreto del 7 ottobre u.s. è l’ultimo atto dissacratore dell’apostasia lauretana iniziatasi nel 1984, ad opera di un libro scritto e diffuso da un autore – il padre Giuseppe Santarelli, direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, solo recentemente rimosso dal nuovo Vescovo mons. Fabio Dal Cin – che aveva ipotizzato «un trasporto umano» di solo «alcune pietre» della Santa Casa di Nazareth, negando quindi sia l’integralità della stessa reliquia come i miracoli delle traslazioni.
Vi è ora solo la speranza che un nuovo “Benedetto XV” (come nel 1916) abroghi in futuro a sua volta questo assurdo, e venga ripristinata liturgicamente la memoria della TRASLAZIONE MIRACOLOSA e non solo e semplicemente la memoria della BEATA VERGINE DI LORETO!
Si continua la costante de.olizione della tradizione cattolico-cristiana. Sembra ( anzi e') una guerra contro la chiesa condotta, purtroppo, da esponenti della chiesa. Al semplice cristiano che continuera' a chiamarla come "festa della traslazione della santa casa" nulla cambiera'. Ma chi lavora nella demolizione prima o poi dovra' rendere conto a nostro Signore. A nulla giovera' il suo grado nella gerarchia.
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