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sabato 30 novembre 2019

Novena all'Immacolata - 2° giorno: 30 novembre


PIENA DI GRAZIA
«Il Signore Dio disse al serpente: 'Poiché tu hai fatto questo, sii maledetto... Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3, 14).
La prima Redenta
Con Maria inizia la lotta tra la stirpe della donna e la stirpe del serpente; lotta dichiarata fin dalla prima origine della Vergine, essendo questa concepita senza alcuna macchia di peccato e quindi in completa opposizione a Satana.
L'ostilità si farà poi gigantesca e si risolverà in vittoria quando Gesù, «la stirpe» di Maria apparirà nel mondo e con la sua morte distruggerà il peccato.
Il privilegio dell'Immacolata non consiste però soltanto nell'assenza del peccato di origine, ma più ancora nella pienezza di grazia.
«La Madre di Gesù, la quale ha dato al mondo la Vita stessa che tutto rinnova,... da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto ufficio... adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità tutta singolare» (LG 56).
Il saluto dell'angelo Gabriele: «Salve, piena di grazia, il Signore è con te» (Lc. 1,28) è la più valida testimonianza dell'Immacolata Concezione di Maria, la quale non sarebbe in senso totale «piena di grazia» se anche per un solo istante fosse stata sfiorata dal peccato.
La Vergine ha cominciato così la sua esistenza con una ricchezza di grazia che supera immensamente quella che i più grandi santi conseguono alla fine della loro vita.
Se poi si considera la sua assoluta fedeltà, la sua totale disponibilità a Dio, si può intuire a quali altezze di amore e di comunione con l'Altissimo Maria sia giunta, precedendo «di gran lunga tutte le altre creature celesti e terrestri» (LG 53). (P. Gabriele di S. M. Maddalena)
TI SALUTO, O MARIA
Ti saluto, o Maria, tutta pura, tutta irreprensibile e degna di lode.
Tu sei la corredentrice, la rugiada del mio arido cuore, la serena luce della mia mente confusa, la riparatrice di tutti i miei mali. Compatisci, o purissima, l'infermità dell'anima mia.
Tu puoi ogni cosa, perché sei la Madre di Dio; a te nulla si nega, perché sei la regina. Non disprezzare la mia preghiera e il mio pianto, non deludere la mia attesa. Piega il Figlio tuo in mio favore e, finché durerà questa vita, difendimi, proteggimi, custodiscimi. (S. Efrem)

Padre nostro - Ave Maria - Gloria al Padre

venerdì 29 novembre 2019

Mancano 9 giorni alla festa dell' IMMACOLATA: iniziamo la NOVENA


Novena dell'Immacolata.
(dal 29 Novembre al 7 dicembre)

1° Giorno - AURORA Di SALVEZZA.
"Chi è costei che sorge come l'aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati?"
"Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l'aurora. Verrà a noi come la pioggia di primavera che feconda la terra".
Fulgida come il sole
All'aurora c'è un momento stupendo: quello che precede immediatamente il sorgere del sole. All'inizio un lieve impallidire del cielo a oriente, appena visibile nella notte. In seguito il chiarore va crescendo lentamente, poi più in fretta, sempre più in fretta.
Ed ecco infine un momento in cui il nascere della luce è così vittorioso e ardente, lo splendore così accecante per gli occhi abituati alla notte, che ci si potrebbe credere davanti al sole stesso: appena un istante dopo, come una fiammata, la sua luce divamperà sul filo dell'orizzonte.
Ed ecco finalmente il sole... Così l'Immacolata Concezione.
Prima, nella lunga serie dei secoli precedenti, si poteva intravedere l'alba di Cristo, un lontano preludio della sua purezza e santità, già del resto meraviglioso se si considera che veniva realizzato nella natura umana, ma ancora tanto oscuro rispetto a Lui. Maria, invece, appare come culmine dell'aurora, il sorgere del giorno...nella Vergine che tutto si riunisce per poi passare da Lei al Figlio... Così l'Antico Testamento e tutto quello che vi è di storia sacra nell'umanità, come ha prefigurato Cristo, ha anche prefigurato la Vergine.
Le donne e le cose sante dell'antica alleanza la rappresentano; il tempio e l'altare, il Sinai e l'arcobaleno, il roveto ardente ne sono un simbolo; è la Vergine che viene attraverso tutti questi segni, perché attraverso di lei viene "Colui che viene".
(E. Mersch)
Invocazione d'aiuto a Maria.

O Vergine Immacolata, primo e soave frutto di salvezza, noi Ti ammiriamo e con Te celebriamo le grandezze del Signore che ha fatto in Te mirabili prodigi.



Guardando Te, noi possiamo capire ed apprezzare l'opera sublime della Redenzione e possiamo vedere nel loro risultato esemplare le ricchezze infinite che Cristo, con il suo Sangue, ci ha donato.

Aiutaci, o Maria, ad essere, come Te, salvatori insieme con Gesù di tutti i nostri fratelli. Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto, ad essere "segni" di Cristo sulle strade di questo nostro mondo assetato di verità e di gloria, bisognoso di redenzione e di salvezza. Amen.

(A. Gemma)

giovedì 28 novembre 2019

28 novembre: Nostra Signora del Dolore di Kibeho (Rwanda) RICONOSCIUTE



Apparizioni  dal 1981  al 1989

Le apparizioni della Vergine a Kibeho (28 novembre 1981 – 28 novembre 1989) sono le prime che si verificano in terra d’Africa e su cui la Chiesa ha espresso il suo riconoscimento, giudicandole autentiche, al termine di una lunga inchiesta e di un rigoroso processo canonico.

Tutto ebbe inizio in Rwanda, il 28 novembre 1981, in un collegio di studentesse, tenuto da Suore di una Congregazione religiosa rwandese in Kibeho, località situata nel comune di Mubuga, a 30 chilometri da Butare e a 35 chilometri da Gikongoro, nella prefettura di Gikongoro, nella regione naturale del Nyaruguru. Erano le 12,35. Le ragazze del collegio erano nel refettorio.
Alphonsine Mumureke, di 16 anni, alunna della prima media, stava servendo le compagne a tavola quando sentì distintamente una voce che la chiamava: “Figlia mia, vieni qui”. La voce proveniva dal corridoio, accanto al refettorio. Alphonsine si diresse da quella parte e lì vide, per la prima volta, una giovane donna, sconosciuta, bellissima, vestita di bianco, con un velo bianco sulla testa, che nascondeva i capelli, e che sembrava unito al resto del vestito, e non si poteva capire come il vestito fosse cucito. Non aveva calzature. Le mani giunte sul petto con le dita rivolte al cielo. La Madonna non era proprio bianca (muzungu) come è presentata nei santini, ma neppure nera. Alphonsine affermerà, nella sua testimonianza, di non riuscire a dire con esattezza come fosse la sua pelle. La Madonna era la sua bellezza incomparabile.
Alphonsine, piena di timore, chiese alla Signora chi fosse. La donna le rispose: “Ndi Nyina Wa Jambo”, cioè “Io sono la Madre del Verbo”. Il dialogo avveniva tutto in lingua rwandese. Le compagne di collegio, presenti, udivano le parole di Alphonsine, ma non quelle della Signora. Tuttavia la loro presenza si rivelò assai proficua, dal momento che, attraverso la ripetizione fatta dalla loro compagna, potevano sapere cosa dicesse quel personaggio misterioso, per cui loro stesse testimonieranno d'avere inteso quella risposta della Madonna. “Ni wowe Nyina wa fambo?”, “Allora tu sei la Madre del Verbo?”: avrebbe chiesto la veggente alla Madonna, secondo quanto testimonieranno le alunne. Allora anche Alphonsine si presentò alla Madonna: “Nanjye nifwa Alphonsina”. “E io sono Alphonsine”.
La Madonna proseguì: “Nella tua vita cristiana, cosa è per te la cosa più importante?”.
Alphonsine rispose in questi termini: “Amo Dio e sua Madre che ha messo al mondo per noi il Redentore”. La Signora aggiunse: “Veramente”. “Sì, è proprio così”, continuò la veggente.
La Signora a questo punto fece la seguente importante dichiarazione: “Se è così, io vengo a consolarti, perché ho ascoltato le tue preghiere. Voglio che le tue compagne abbiano fede, perché non ne hanno abbastanza”. La Signora le chiese pure di insegnare alle sue compagne a pregare perché non sapevano pregare o non lo facevano abbastanza, nonché a tenere in stima la devozione a Maria, loro Madre.
Alphonsine di rincalzo: “Madre del Salvatore, se veramente sei tu che vieni a dirci che qui nella scuola abbiamo poca fede, Tu ci ami! È per me una grande felicità vederti con i miei propri occhi”.
Alla fine, con la convinzione di essere stata visitata dalla Madonna, Alphonsine recitò tre Ave Maria e la sequenza dello Spirito Santo. Quindi la Signora scomparve lentamente, non di spalle, ma ritraendosi verso l'alto. L’apparizione durò circa un quarto d'ora.
Il collegio all’epoca ospitava 120 ragazze interne, suddivise in tre classi che le preparavano a diventare segretarie d’azienda o insegnanti elementari. Era diretto da tre suore che fungevano anche da insegnanti. Gli altri insegnanti, una donna e cinque uomini, erano laici. Il complesso non era dotato di cappella e, quindi, non vi era un clima religioso particolarmente sentito. Ecco, quindi, il significato delle prime parole della Madonna.
La reazione delle compagne di Alphonsine dinanzi alle apparizioni non fu entusiasta. Anzi. Pensarono subito che fosse isterica o che fosse vittima di allucinazioni. Divenne il loro zimbello. Nessuno la prendeva seriamente su ciò che raccontava e la ragazza ne soffriva. Pregò, quindi, in una delle successive visioni, che la Vergine apparisse anche alle altre ragazze in modo che potessero credere. La Madonna la accontentò. La sera del 12 gennaio 1982, la Vergine Madre apparve anche a Nathalie Mukamazimpaka, che aveva allora 17 anni. Ma tale manifestazione non fu sufficiente a far cadere lo scetticismo. Alphonsine insistette presso la Madonna affinché apparisse anche ad altre ragazze e la Madre di Dio la accontentò ancora. Il 2 marzo 1982, la Madonna apparve a Marie-Claire Mukangango, di anni 21. Questa nuova apparizione fu determinante, dal momento che Marie-Claire era la più scettica e, data la sua età, condizionava anche il comportamento delle sue compagne collegiali. Quando anche lei dichiarò di aver visto la Madonna, tutte si arresero. E da quel momento il collegio prestò più attenzione a quei fenomeni.
I messaggi della Madonna di Kibeho non riguardavano solo la popolazione rwandese. Lo disse esplicitamente la Vergine a Marie-Claire: “Quando io mi faccio vedere e parlo a qualcuno, intendo rivolgermi al mondo intero”. Un messaggio universale, dunque. E ciò che la Madonna voleva richiamare con le sue apparizioni era il fatto che il mondo vive senza Dio, ignorando i valori dello spirito. La Vergine diceva nei suoi messaggi di essere venuta a consolare i suoi figli, invitandoli all’unità ed alla pace, attraverso la conversione, la preghiera, la penitenza e la partecipazione alla Passione di Cristo. Ecco perché si presentava come “Vergine della sofferenza” o “dei dolori” o “Addolorata”.
Degna di nota fu l’apparizione del 15 agosto 1982, quando le veggenti ebbero una chiara visione di ciò che sarebbe accaduto alcuni anni più tardi nel loro Paese. Quel giorno, la Vergine apparve alle ragazze molto triste. Alphonsine riferì di averla vista in lacrime. Ed anche le stesse ragazze si comportarono diversamente dal solito: piansero, tremarono e battevano i denti dalla paura. Fu un’apparizione eccezionalmente lunga, durando otto ore. Le ragazze raccontarono, poi, di aver visto “un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, un abisso spalancato, un mostro spaventoso, teste mozzate”. Ed in effetti, quando in quel funestato Paese scoppiò la guerra civile tra etnie, Tutsi e gli Hutu, ci furono massacri spaventosi, che confermarono la veridicità di quell’apparizione.
Due ragazze, Alphonsine e Nathalie, inoltre, ebbero modo di compiere, in anima, diversi viaggi mistici con la Madonna nell’aldilà, dove poterono constatare l’esistenza di giudizio dopo la morte, che fa ripartire gli uomini secondo le tre destinazioni definite dal giudizio morale, paradiso, purgatorio e inferno.
Dopo un accurato esame, condotto da due commissioni, quella medica (che ha attestato la normalità delle ragazze) e quella teologica (che ha accertato l’assenza di errori nelle apparizioni), ed istruito un accurato processo canonico, il 29 giugno 2001, il primo vescovo di Gikongoro, mons. Augustin Misago, in cattedrale, alla presenza di tutto l'episcopato rwandese e del nunzio apostolico, mons. Salvatore Pennacchio, leggeva il decreto di riconoscimento dell'autenticità delle apparizioni avvenute a Kibeho, in cui dichiarava solennemente, per conto della Chiesa, “Sì, la Vergine Maria è apparsa a Kibeho nella giornata del 28 novembre 1981 e nel corso dei mesi successivi. Ci sono più buone ragioni per credere che non di negare. A questo riguardo, solo le tre veggenti dell’inizio meritano di essere ritenute come autentiche: si tratta di Alphonsine MUMUREKE, Nathalie MUKAMAZJMPAKA e Marie Claire MUKANGANGO. La Vergine si é loro manifestata sotto il nome di “Nyina wa Jambo”, cioé “Madre del Verbo”, che é sinonimo di “Umubye-yi w 'fmana”, cioé “Madre di Dio”, come essa l'ha spiegato. Queste veggenti di Maria dicono di vederla sia a mani giunte, sia a braccia aperte”.
Il 31 maggio 2003, alle 10,00 del mattino, mentre S. Em.za, card. Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, inviato dal Papa ad eseguire la consacrazione del Santuario di Nostra Signora del Dolore a Kibeho, celebrava la solenne Messa con tutti i vescovo rwandesi, aveva luogo, dinanzi ai fedeli lì radunati, il fenomeno della danza del sole, come a Fatima, il 13 ottobre 1917. Esso durava otto minuti e fu filmato e fotografato e tanto da escludere ogni tipo di suggestione.

Autore: Francesco Patruno

lunedì 25 novembre 2019

Messaggio, 25 novembre 2019 - MEDJUGORJE

Messaggio, 25 novembre 2019

Cari figli! Questo tempo sia per voi il tempo della preghiera. Senza Dio non avete la pace. Perciò, figlioli, pregate per la pace nei vostri cuori e nelle vostre famiglie affinché Gesù possa nascere in voi e darvi il Suo amore e la Sua benedizione. Il mondo è in guerra perché i cuori sono pieni di odio e di gelosia. Figlioli, l’inquietudine si vede negli occhi perché non avete permesso a Gesù di nascere nella vostra vita. CercateLo, pregate e Lui si donerà a voi nel Bambino che è gioia e pace. Io sono con voi e prego con voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Vittima di abuso, trovare la forza di perdonare dopo un pellegrinaggio a Medjugorje

 Una ragazza vittima di abuso è riuscita a trovare la forza di perdonare dopo essere andata a Medjugorje ed ha trovato la felicità.

Un dramma familiare che lascia una profonda ferita nella vita di chi lo subisce. Ma ricordiamo che a Dio nessuna guarigione è impossibile.

Vittima di abuso da parte del padre, trova il coraggio di perdonare dopo essere andata a Medjugorje

La testimonianza di Phyllis, donna residente in Iowa, comincia dall’infanzia. In quel periodo della sua vita, quello che per la maggior parte delle persone è il più sereno e spensierato, lei ha vissuto il dramma più grande: è stata abusata dal padre. Dopo anni Phyllis ha trovato il coraggio di confessare alla madre quello che aveva fatto il padre, ma questa non le diede ascolto e non ha mai preso le distanze dal marito. Quell’atteggiamento è stato vissuto dalla giovane americana come un tradimento e le ha generato un forte odio nei confronti dei genitori.
Crescendo Phyllis è riuscita a mettere su famiglia ed ha sotterrato il dolore dell’infanzia per anni. Lavoro, marito e figli la impegnavano quotidianamente e nei momenti di relax il denaro le permetteva di comprare quello che desiderava. Sarebbe stata una vita ideale per chiunque, ma il passato tornava a bussarle alla porta in ogni momento difficile e lei, sebbene sapesse nasconderlo agli altri, era infelice.

Il libro sulle apparizioni ed il viaggio a Medjugorje

Un giorno era in libreria, alla ricerca di un libro new age che la distraesse dai cattivi pensieri. Un libro che le permettesse di superare il trauma ed i fantasmi del passato. Mentre cercava qualcosa di adatto si è imbattuta in un libro che parlava delle apparizioni di Medjugorje e lo ha comprato. Lette le prime 40 pagine le è successo qualcosa di incredibile: “Una tremenda vampata di calore cominciò a muoversi lentamente giù, nel mio corpo, a partire dalla testa, muovendosi attraverso le braccia, uscendo dalle dita, giù per il torso, per le gambe e per i piedi! Non appena questa tremenda vampata raggiunse i miei piedi”. Conclusa quella sensazione Phyllis era convinta che doveva andare a Medjugorje e che li avrebbe trovato una risposta.
Parla con il marito, le spiega quello che prova ed insieme decidono di partire per la Bosnia. La donna sostiene di avere ricevuto un incredibile numero di miracoli durante e dopo quel pellegrinaggio, ma quello che vuole sottolineare è quello che riguarda i suoi genitori: “Mi inginocchiai nel pavimenti di legno e in lacrime implorai la Madonna di dirmi cosa volesse da me! Le dissi: ‘Madre benedetta, mi hai voluta qui, e sono venuta, adesso, ti prego, dimmi cosa vuoi che io faccia!’ È lì che ho proprio sentito la sua vice dirmi: “Perdonali e farei trovare loro la strada verso mio figlio”.
La donna era commossa ed incredula per quanto le era capitato, ma per diverso tempo non è riuscita ad adempiere alla richiesta della Madonna. Il suo cuore era ancora pieno di odio per quello che le avevano fatto i genitori, un sentimento che all’improvviso svanì: un giorno si trovava ad una festa a casa di amici e si rese conto di non provare più alcun odio. Il giorno successivo prese un biglietto aereo per la sua città natale e dopo 16 anni incontrò nuovamente i suoi genitori. In quella occasione è riuscita ad abbracciarli e da quel momento la sua vita ha acquisito una serenità mai sperimentata prima.

Fonte: Medjugorjeusa.org

 

domenica 24 novembre 2019

Quella scritta "I.N.R.I." :Gesù Nazareno RE dei Giudei...ma il mio REGNO non è di quaggiù.



INRI


[In quel tempo] Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
Pilato disse: «Sono forse io Giu­deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno con­segnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

 

 Sigla latina della frase Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, fatta affiggere da Pilato sulla croce di Gesù: l'iscrizione voleva essere dispregiativa come a voler dire: “Ecco colui che si è proclamato re dei Giudei”, ma Pilato aveva ripetuto solo una parte della definizione che la Bibbia aveva dato del Messia: Rex regum et Dominus dominantium (Re dei re e Signore dei dominanti), e non per spregio ma per giusto titolo.

che sarebbe stata apposta sopra la croce di Gesù, quando egli fu crocifisso, per indicare la motivazione della condanna. L'esibizione della motivazione della condanna, infatti, era prescritta dal diritto romano,

 Il Titulus crucis conservato nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma; sulle tre distinte righe si legge una parte del cartiglio: quella in ebraico è molto corrotta e vi sono varie interpretazioni, IS NAZARENUS B[ASILEUS TVN IOUDAIVN] (greco) e I. NAZARINVS RE[X IVDAEORVM] (latino)


 Risulta discussa la questione se è verosimile ritenere che il cartiglio della croce sia stato conservato e se la reliquia romana possa corrispondere realmente all'originale o almeno essere una copia fedele di quest'ultimo. Alcuni studiosi hanno supposto che il cartiglio sia proprio quello originale, in particolare è stato sostenuto che sarebbe stato staccato dalla croce e deposto inizialmente nel sepolcro assieme al corpo di Gesù.[7] La sepoltura, caratterizzata secondo i vangeli dall'utilizzo di una tomba di ampie dimensioni, dal trattamento della salma con unguenti preziosi e dall'avvolgimento in un sudario, avrebbe avuto tutte le caratteristiche di una sepoltura regale. L'aggiunta del cartiglio, il cui testo appariva ai seguaci di Gesù inconsapevolmente profetico della regalità di Gesù[8], si accorderebbe con le intenzioni di Giuseppe d'Arimatea e di Nicodemo.

Il " Buon Ladrone " un SANTO canonizzato direttamente da Gesù


 Il " Buon Ladrone " è l’unico nella storia a potersi “vantare” di essere stato canonizzato da Cristo stesso prima di morire sulla Croce grazie alla sua sorprendente professione di fede


“Commemorazione del santo ladrone che, avendo confessato Cristo sulla croce, meritò di sentirsi dire da lui: ‘Oggi sarai con me in Paradiso’”. Così leggiamo nell’elenco universale dei santi, il Martirologio romano, alla data del 25 marzo; e le Chiese orientali lo ricordano due giorni prima, il 23. È l’uomo che solitamente chiamiamo Buon Ladrone, e che si venera come santo. Un santo, possiamo anche dire, canonizzato per voce stessa di Gesù. Non conosciamo il suo nome con certezza. Lo si chiama Disma negli Atti di Pilato, che sono un testo non canonico, ossia non accolto dalla Chiesa fra le Scritture sacre. E nulla di certo sappiamo della sua vita, se non che per i suoi delitti è stato condannato a morte insieme a un altro. Entrambi, apprendiamo dai Vangeli, vengono messi in croce sul Calvario insieme con Gesù: uno alla sua destra, l’altro alla sua sinistra, come precisano Matteo, Marco e Luca. Quest’ultimo ci dà poi la narrazione più diffusa di quei momenti.



Il Buon ladrone fa un atto di fede di fronte a Gesù morente


Uno dei due condannati, dalla sua croce, si mette a gridare insulti contro Gesù, deridendolo come fanno anche i soldati carnefici: “Non sei il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ed ecco il rimprovero dell’altro condannato per quelle ingiurie: “Neanche tu hai timor di Dio, benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, poiché riceviamo il giusto per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. A questo punto l’uomo ha già meritato la qualifica di “buon ladrone”. È uno, infatti, che sa riconoscere di meritare per i suoi delitti la pena massima e infamante. Un pentito, insomma, ma che si pente espiando; non per scansare l’espiazione. Infine, un uomo che nel suo soffrire è anche capace di compassione per i dolori di Gesù, che è stato condannato pur essendo innocente. In genere l’attenzione per l’uomo si ferma qui. Ma lui parla ancora, rivolgendosi direttamente a Gesù: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. E questo è il suo tranquillo e totale “atto di fede” in Gesù, che in questo momento non sta compiendo miracoli come quelli che meravigliavano le folle e incoraggiavano i discepoli: ora Gesù pende agonizzante dalla croce, tra ingiurie e disprezzo. Ma lui gli parla come a un sovrano in trono. Lo riconosce Signore di un regno nel quale supplica di essere accolto, senza una parola di rimpianto per la sua vita terrena che sta finendo. Ha quella fede che Gesù si sforzava di instillare nei suoi discepoli, e che ora egli premia nel ladrone con la breve risposta: “Oggi sarai con me nel paradiso”. Nell’antichità cristiana si sono diffuse molte leggende sul Buon Ladrone. Secondo una di esse, egli avrebbe partecipato al sequestro di Maria e Giuseppe col piccolo Gesù, durante la loro fuga in Egitto. Anche queste narrazioni fantasiose confermano l’importanza che fin dai primissimi tempi il mondo cristiano gli ha attribuito, venerandolo subito come santo.

Fonte: Famiglia Cristiana

A NOME DI TUTTI I VEGGENTI " Caro fratello nostro Padre Slavko... "

 
Padre Slavko, hai amato Medjugorje! Sei stato innamorato del Krizevac!
Sul Krizevac hai esalato l’ultimo respiro ed hai reso la tua anima.
A Medjugorje hai trovato la pace ed il riposo eterni.
Padre Slavko: Grazie per ogni parola!
Grazie per ogni consiglio!
Grazie per ogni esortazione!
Grazie per ogni aiuto ricevuto grazie a te!
Grazie per ogni buona azione!
Grazie per aver fatto conoscere al mondo questo paese e questo popolo!
Padre Slavko, neppure ora che sei in cielo non dimenticare i bisogni e le difficoltà del tuo paese e del tuo popolo.
Dormi il sonno del giusto, di un indefesso ed impegnato lavoratore e di persona giusta.

 

A NOME DI TUTTI I VEGGENTI

Caro fratello nostro Padre Slavko! Come dimenticare tutti gli anni che abbiamo trascorso insieme: tutte le nostre conversazioni, tutte le nostre preghiere insieme e tutto quello che abbiamo vissuto insieme? Come non ricordare tutti i tuoi sacrifici e le tue lotte per noi? Come non ricordare la tua bontà ed il tuo amore per noi? Spesso ci dicevi: “Lo sapete che vi voglio bene?!” Tante volte abbiamo sentito questo amore ed in così tanti modi. Ci ricordiamo queste tue parole. Spesso, dopo le apparizioni, ci chiedevi: 'Com’è la Vergine?' Fratello, ora tu sei con Lei, tu che hai consacrato la tua vita a Lei, tu che hai fatto di tutto perché tutti conoscessero il suo amore e la sua bontà e questo amore e questa bontà erano proprio in te, come ha potuto sperimentare chiunque ti ha conosciuto. Ti ringraziamo, fratello caro, per l’appoggio di cui spesso avevamo bisogno e tu ce lo hai fornito in ogni momento. Ti ringraziamo per tutti i consigli che ci hai dato, proprio quando ne avevamo maggiormente bisogno. Grazie per averci guidato nella nostra vita spirituale e per averci aiutato nella preghiera nel nostro privato. Grazie per tutte le visite che ci hai fatto nelle nostre case, che hanno portato tanta benedizione e gioia nelle nostre famiglie. Grazie per tutti i giochi che hai fatto con i nostri bambini che vedevano in te un amico vero e sincero. Oggi caro fratello ti piangiamo, ma al tempo stesso ci rallegriamo perché tu sei insieme a colei che hai immensamente amato e per cui hai dato la vita: la Madonna. La tua opera, la tua bontà ed il tuo amore vivranno per sempre in noi e tu, fratello caro, prega e veglia sempre su di noi. Ora, caro fratello, ti diciamo quello che tu hai sempre detto a noi: Fratello, sai quanto ti vogliamo bene?
I tuoi Jakov, Ivan, Mirjana, Ivanka, Vicka e Marija


DISCORSO DI COMMIATO DEL PARROCO DI MEDjUGORJE
P. IVAN SESAR

Cari fratelli e sorelle! Caro nostro Padre Slavko! Nessuno tra noi che ti conoscevamo meglio e vivevamo con te aveva bisogno di chiedere dove fossi la domenica pomeriggio; tutti lo sapevamo bene, perché questo momento era sempre dedicato alla preghiera a Podbrdo. Né la pioggia, né il sole, né il vento, né la tempesta, né qualsiasi altra cosa avrebbe potuto distoglierti da questa tua intenzione. Oggi il Podbrdo è vuoto e triste aspettando il suo ospite più assiduo e caro. Ma tu non ci sei! Non ci sei perché al Signore della vita e della morte è piaciuto che proprio venerdì, quando chissà per quale motivo sei salito sul Križevac, meditando sulla passione e morte del Maestro e Salvatore Gesù Cristo, ai piedi della croce consegnassi l’anima a Dio. Quanto è simbolico tutto cib! Hai amato la croce, l’hai portata instancabilmente, ti sei sempre inchinato dinanzi ad essa ed ai suoi piedi, sul Krizevac, venerdì sei morto
Padre Slavko era nato nel periodo in cui la primavera prendeva il posto dell’inverno l’11 marzo 1946 a Dragicina, nella parrocchia di Cerin, da papà Marko e da mamma Luca. Stojic. Aveva portato a termine le scuole medie nel 1961 a Cerin. Aveva frequentato il ginnasio a Dubrovnik dal 1961 al 1965 e qui aveva conseguito la maturità. Aveva indossato il saio francescano per la prima volta a Humac il 14 luglio 1965. Aveva studiato teologia a Visoko, Sarajevo, Graz e Friburgo. Aveva preso i voti sacerdotali il 17 settembre 1971 a La Verna dove il suo e nostro padre Francesco aveva ricevuto le stimmate. Era stato ordinato sacerdote il 19 dicembre 1971 a Reutte (Austria). Dopo 5 anni di servizio pastorale a Capljina iniziò gli studi post-diploma a Friburgo dove, nel 1982, conseguì il dottorato in pedagogia religiosa ed il titolo di psicoterapeuta. Dal 1982 al settembre 1984 lavorò a Mostar come catechista degli studenti.
Grazie alla sua conoscenza delle principali lingue europee ed al suo smisurato amore per la Madre di Dio, ed oltre agli impegni nelle parrocchie in cui operava, Padre Slavko dedicava ogni momento libero al lavoro con i pellegrini di Medjugorje. Egli fu trasferito ufficialmente a Medjugorje nel 1983 e qui rimase fino al settembre 1985. Dal 1985 al settembre 1988 prestò servizio come vicario parrocchiale a Blagaj ed era solito trascorrere il suo tempo libero a Medjugorje, lavorando instancabilmente con molti pellegrini che venivano qui in visita. Dal 1988 al 1991 fu aiutante economo a Humac, dove prestava anche servizio come vicario parrocchiale.
All’inizio della guerra in Bosnia ed Erzegovina, quando la maggior parte dei frati più anziani si rifugiò a Tucepi, a Medjugorje si presentò il problema dei confessori. Grazie all’autorizzazione verbale di fra Drago Tolj, provinciale dell’epoca, Padre Slavko fu dislocato a Medjugorje e qui è rimasto fino alla sua morte che ha colto di sorpresa e sconvolto noi tutti venerdì alle 15.30.
Qualcuno ha scritto che non è importante quanto si vive, ma come si vive. Se questo è davvero il metro della vita, allora per Padre Salvko posssiamo dire con certezza che ha vissuto almeno tre vite umane. Era un lavoratore instancabile, che non aveva né orario, Né luogo di lavoro; lo si poteva vedere mentre parlava ai pellegrini, mentre consolava i anche gli afflitti che lo cercavano tutti i giorni e come subito dopo corresse al Majcino selo, l’istituto da lui fondato e per il quale aveva tanto lavorato, un istituto che oggi accoglie più di 60 persone, soprattutto orfani di guerra o bambini di famiglie separate.
Sarebbe difficile elencare tutto quello che il nostro caro Padre Slavko ha fatto, perché ci vorrebbe molto, molto tempo. Celo testimoniano le centinaia di telegrammi di condoglianze che abbiamo ricevuto in questi giorni da tutto il mondo. In una parola, era un bambino tra i bambini, soffriva nella sofferenza, un intellettuale tra gli intellettuali. Era la madre di tutte le persone smarrite ed abbandonate, raccoglieva tutte le persone che erano rifiutate. Era dipendente da coloro che avevano bisogno di aiuto. Dobbiamo poi ricordare una cosa nota a tutti e cioè che egli era solito aspettare il sorgere del sole sul Krizevac o a Podbrdo e l’inizio della giornata in piedi . Nessuno lo ha mai visto seduto al computer a scrivere, eppure è stato certamente uno degli scrittori più prolifici di libri di contenuto spirituale. I suoi libri sono stati tradotti in venti lingue e ne sono stati stampati oltre venti milioni di copie in tutto il mondo.
Molti lo definivano un miracolo umano ed effettivamente egli lo era. Proprio per questo motivo la sua dipartita è ancor più dolorosa perché i miracoli non accadono tutti i giorni e perché persone così grandi non nascono spesso.
Caro mio Padre Slavko! Non avrei mai immaginato che ci saremmo separati così presto, neppure in sogno avrei pensato che proprio io avrei letto il tuo curriculum vitae, sebbene si dica che le perle non abbiano curriculum vite, bensì curriculum gloriae; esse vivono a lungo perché non sono trovate, ma donate, ma al Signore della vita e della morte è piaciuto chiamarti a sé proprio adesso e noi accettiamo la sua volontà. Lasci dietro di te grandi progetti che sarà molto difficile realizzare senza di te ma qui, dinanzi a questa tomba aperta dove dormirai il tuo riposo eterno, ti promettiamo che almeno cercheremo di riprendere da dove tu hai lasciato, perché so che è questo il tuo desiderio più grande.
Riposa nella pace di Dio e possa Dio, buono e misericordioso, ricompensare ogni tua opera. Amen.

Marija Pavlovic: "Padre Slavko, lui si è innamorato della Madonna” - TESTIMONIANZA



In ogni modo… Tanti vanno al mare, ma voi avete scelto la cosa più bella: passare qualche giorno qua a Medjugorje. Voi avete deciso di tuffarvi nella grazia di Dio attraverso la Madonna.

E questa grazia, grazie al cielo, continua ancora. La presenza della Madonna è quotidiana. La Madonna appare ancora ogni giorno. Di noi 6 siamo ancora 3 che abbiamo l’apparizione quotidiana.

La Madonna ci invita a vivere ancora di più quello che ci ripete dai primi giorni. Quando è apparsa ha iniziato a dirci di abbracciare la via della santità e della conversione.
Oggi possiamo dire che Gesù è al centro della nostra vita.

Come diceva una volta un Vescovo del Messico durante una catechesi sul rosario, durante il rosario si può lavare, stirare, cucinare. Ad un certo momento ho detto: “Ma cosa sta dicendo?” E lui ha raccontato il rosario di sua mamma. Sua madre aveva 12 figli. Lei era una donna di preghiera. Lei cucinava e pregava, stirava e pregava. Lui ha detto: “La mia mamma era una santa” Era una donna che con lo sguardo vedeva molto lontano. Era una donna che divideva quello che aveva. Si ricordava di quell’anziano mezzo cieco o sordo. Mandava sempre qualche bambino con una pentola e diceva: ‘Portala a quella persona che vive al confine del paese’”. Lui ha detto che di lei si poteva solo dire che era una santa. Questo vescovo raccontava con fierezza di sua madre.

Abbiamo conosciuto tutti Giovanni Paolo II. Quando è morto abbiamo sentito in piazza: “Santo subito”. Lo abbiamo gridato.

Abbiamo avuto, grazie al cielo, anche padre Slavko, che era anche la mia guida spirituale. Con gioia lo ricordo.

Era un uomo che era stato inviato per controllare le nostre reazioni prima e dopo l’apparizione. Lui si è innamorato della Madonna. Ad un certo momento Lei lo ha preso con sè. Per noi è stato uno shock, perchè era ancora giovane.

Era amico di noi veggenti. Veniva spesso a casa nostra e giocava sul tappeto con i bambini.

Ma era un amico. Uno che ogni mattina andava sulla collina dell’apparizione o sulla collina della croce, prima della santa Messa alle 07.30, assieme ai suoi confratelli. Lui prima andava a pregare. Ma non soltanto a pregare; era anche un testimone della Madonna. Era innamorato della Madonna.

Tante volte mi diceva prima dell’apparizione: “Dille che La amo”. O dopo l’apparizione mi chiedeva: “Come era?” Ormai dopo un giorno, un mese, un anno, ci siamo abituati al fatto che lui faceva questa domanda ogni volta. Abbiamo visto che all’inizio lo faceva per curiosità, ma pian piano lo faceva con grande amore. Più diventava anziano e più diventava tenero, innamorato. Con quella tenerezza ha permesso alla Madonna di cambiare il suo cuore.

La Madonna lo ha preso qua a Medjugorje. Quando facendo la via crucis venerdì pomeriggio con i pellegrini sul monte della croce è morto, noi eravamo scioccati. Non potevamo credere che era vero che padre Slavko fosse morto. Durante l’apparizione abbiamo pianto e abbiamo chiesto alla Madonna: “Perchè?”

Il giorno dopo era il 25 e la Madonna ha dato il messaggio: “Vostro fratello Slavko è nato in cielo”. Dalla tristezza e dallo shock siamo passati ad una grande gioia. Abbiamo detto dentro di noi: “Ce l’ha fatta. Dobbiamo farcela anche noi. E’ andato in Paradiso”. Adesso tocca a noi. Tocca a voi.

Abbiamo tanti esempi: Madre Teresa, Gianna Beretta Molla. Dove ho partorito i miei figli è morta Gianna Beretta Molla e i suoi figli sono ancora vivi.

Non è una fantascienza; è una realtà. Possiamo diventare santi anche tutti noi.

La Madonna vuole creare un mondo nuovo: Dio attraverso la Madonna.

Mi ricordo che nei primi giorni, qui c’era il comunismo, nel telegiornale delle 07.30 dicevano: “In un piccolo villaggio è cominciata la rivoluzione. Sei bambini a Medjugorje dicono di aver visto la Madonna”. Loro pensavano che noi fossimo manipolati da qualcuno per iniziare una rivoluzione. Ma oggi possiamo dire che davvero è iniziata una rivoluzione. Ma non quella rivoluzione che pensavano i comunisti. E’ cominciata la rivoluzione dell’Amore di Dio attraverso la Madonna per ognuno di noi, per questa povera umanità che ha bisogno di Dio.

La Madonna dice: “Mettete Dio al primo posto della vostra vita”. Abbiamo dimenticato Dio; Lo abbiamo messo in disparte. Sembra che tutto sia più importante di Dio. Il materialismo e il consumismo ci hanno fatti schiavi. Anche il comunismo che era qua ci ha portato a fissare gli occhi solo sulla persona.

Cosa dice la Sacra Scrittura? “Povero l’uomo che…” Sapete rispondere? No? Meno male che abbiamo qua Agostino che ci aiuta. “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo!” Noi ormai siamo maledetti, perchè confidiamo nei nostri politici, nelle persone, nelle ricchezze…

Don Tonino Bello, che era anche un mio amico personale, l’ho incontrato in varie occasioni, ha scritto un bellissimo racconto dove parlava con san Giuseppe. Racconta che san Giuseppe lavorava nella sua falegnameria, accarezzava un pezzo di legno mentre lo lavorava e diceva: “Ma dove andiamo?” Ormai oggi non abbiamo più un oggetto fatto dal nonno o dal bisnonno. Ormai è tutto usa e getta. Lui diceva che ormai neanche una bambola si ripara più, perchè ne arrivano tante per Natale. Si scartano, si gioca, si rompono e si buttano via, perchè il Natale dopo ne arriveranno delle altre.

Purtroppo abbiamo una cultura usa e getta anche dell’amicizia: se ho bisogno sei mio amico, altrimenti ti dimentico.

Stiamo mettendo le persone al posto di Dio. Quelle persone tante volte sono politici o ricchi che possiamo sfruttare.

Ormai cominciamo a creare un mondo dove puntiamo sulle persone. Stiamo facendo come il gatto che si morde la coda. Non sappiamo più dove andare. Anche i nostri politici: non sanno vedere il futuro. Guardiamo l’economia. Ogni giorno aumentano sempre più le ore di lavoro.

Tante volte diventiamo schiavi. Delle persone, del lavoro, e non sappiamo più dov’è Dio. La Madonna ci dice di avere equilibrio. Abbiamo dimenticato quel filo che ci lega col cielo.

La Madonna ci dice che se una persona prega mentre lavora il suo lavoro diventa doppio. Diciamo: “In così poco tempo ho fatto così tante cose!”

Una volta ho incontrato un uomo che veniva qua a portare aiuti umanitari nei momenti di guerra e ha raccontato la sua esperienza. Anch’io ne sono stata testimone. Quando è venuto qua la prima volta per portare aiuti ogni seconda parola era una bestemmia. Ad un certo momento l’ho guardato e gli ho detto: “Ma cosa stai facendo?” L’ho affrontato e gli ho detto: “Tu stai offendendo il mio Dio!” Era shockato che qualcuno si fosse avvicinato a lui. Non sapeva chi fossi. Era un uomo grande. Ho pensato: “Se cominciamo a discutere diventa un disastro, perchè io sono piccola e lui è grande”.

(((La registrazione della testimonianza si è interrotta per problemi di audio)))
Fonte: Mailing list Informazioni da Medjugorje

 

 

Cari figli, oggi, quando festeggiate Cristo Re....



Il Re  distribuisce i suoi Doni all'umanità.
 La Carità vi renderà sudditi
 
“Cari figli, oggi, quando festeggiate Cristo Re di tutto il creato, desidero che Egli sia il re della vostra vita. Solo attraverso la donazione, figlioli, potete comprendere il dono del sacrificio di Gesù sulla croce per ciascuno di voi. Figlioli, date del tempo a Dio, affinché Egli vi trasfiguri e vi riempia con la sua grazia, cosicché voi siate grazia per gli altri. Io sono per voi, figlioli, un dono di grazia d’amore che viene da Dio per questo mondo senza pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.” Questo messaggio fu dato dalla Vergine a Medjugorje nell’apparizione del 2007


commento di Padre fr. Danko Perutina

La Madonna c’invita a scegliere Cristo, Re di tutto il creato, perché diventi re delle nostre vite. Cristo non è un re come gli altri, vestiti di porpora e col mantello, con in testa una corona ed il desiderio di comandare sugli altri. Cristo Re, con la sua vita, si distingue completamente dai re della terra. Egli li sovrasta e li supera, ponendo le basi di un regno di pace, d’amore e di perdono.
Il regno di Gesù non s’è mai manifestato come un pericolo o una minaccia. Si espande continuamente, è la realtà e l’ideale al quale aneliamo. Gesù è un sovrano vero ed autentico, che è venuto al mondo per servire in piena umiltà. Soltanto colui che serve il suo prossimo può essere davvero re, in base all’esempio di nostro Signore Gesù Cristo. La vera sottomissione consiste nel vedersi come realmente si è: nel riconoscere i nostri talenti e nel ringraziare Dio per averceli dati, ma anche nel riconoscere le nostre debolezze e nell’accettarci così come siamo, sapendo che, nonostante tutto, Dio ci ama.

Questa consapevolezza ci dà una grande gioia, ma, nel contempo, ci chiama ad
una grande responsabilità, che comporta servizio e sottomissione.
La Madonna c’insegna e, nel contempo, c’invita anche a donare, perché
soltanto così possiamo comprendere il dono del sacrificio di Gesù sulla croce,
che possiamo a buon diritto chiamare “la vittoria dell’amore”. Egli, che ci ha
insegnato ad amare il prossimo ed ancor più i nostri nemici, è rimasto coerente
alle proprie parole sino alla fine: “Nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici” (Gio. 15, 13). A causa di quest’amore, Gesù
sopportò la vicinanza anche di chi lo avrebbe tradito, senza denunciarlo; non
permise a Pietro di difenderlo con la spada, e quando questi lo rinnegò, lo seppe
generosamente perdonare. Chi, nel nome di Gesù, ha indirizzato il corso della
propria vita verso quest’amore, ha contribuito più di chiunque altro alla
creazione del Regno di Dio sulla terra.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (cfr. Gio. 3,
16). E La Madonna c’invita a comprendere il dono del sacrificio di Gesù sulla
croce, che è il dono più grande tra tutti i doni. Donandoci Suo Figlio, Dio ci ha
donato il proprio cuore, tutta la profondità del suo amore. Non c’è dono più
bello e più grande di questo. Gesù ci ha amati sino alla fine, donandoci tutto se
stesso. Venendo a questo mondo, è diventato un continuo dono per tutti noi. È
venuto per farci dono del suo amore. Noi abbiamo diritto di ricevere il suo dono
soltanto se ci mettiamo totalmente nelle sue mani, perché ci trasformi e ci
riempia della sua grazia. Così trasformati (ma possiamo anche dire convertiti),
anche noi possiamo essere portatori di grazia per gli altri. Possiamo fungere da
occhi per i ciechi, orecchie per i sordi, lingua per i muti, mani e gambe per i
bisognosi.

Omelia Messa - Međugorje - Sabato 23 Novembre 2019 - pref. Solennità Cristo Re

VIDEO:
Gesù è il Re del mondo ed il regalo più grande. Egli ci ha mandato qui, a
Međugorje, Maria, la sua e la nostra madre, la nostra Madre celeste che è un
dono di grazia per tutti noi. La voce della Madonna, Regina della pace, per tutti
questi 26 anni, è un invito di pace nei cuori degli uomini, un invito alla pace nel
mondo. Che lei, prescelta da Dio ed accolta nel Regno di suo Figlio, ci aiuti ad
accogliere Gesù come Sovrano delle nostre vite, affinché possiamo fedelmente
cooperare all’espansione del suo Regno d’amore, di giustizia e di pace

sabato 23 novembre 2019

Novena a fra Slavko Barbarić. - Nono giorno, 23 novembre


«Cari figli, oggi che il Cielo vi è vicino in modo particolare, vi invito alla preghiera perché attraverso la preghiera mettiate Dio al primo posto. Figlioli, oggi vi sono vicina e benedico ognuno di voi con la mia benedizione materna perché possiate avere la forza e l’amore per tutte le persone che incontrate nella vostra vita terrena e perché possiate dare l’amore di Dio. Gioisco con voi e desidero dirvi che il vostro fratello Slavko è nato al Cielo e intercede per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata».
(25 novembre 2000, messaggio della Regina della pace)

"CHI CREDE IN ME, ANCHE SE MUORE, VIVRÀ!"
(La frase tradotta dal croato che si trova sopra la tomba di fra Slavko).

(meditazione di Manuel R.)
Alla fine di questa mia piccola pagina dedicata a te, voglio parlarti un po’ per dirti quanto ti voglio bene.
L’espressione che la Madonna ha usato nel suo messaggio in cui ci diceva che sei in cielo è molto bella e vera: Vostro fratello Slavko!
Si, carissimo e amatissimo Slavko, tu in tutti questi anni sei stato nostro: ti sei dedicato completamente a noi. Le tue giornate erano tutte per aiutarci a crescere nella scuola di Maria! Non ti sei mai riservato alcun momento e, quando non eri nel Santuario o in giro per il mondo a parlare della Gospa, eri alla scrivania a scrivere quei libri che oggi per noi sono il tuo “testamento spirituale”. Hai avuto molto da soffrire, ma pochissimi ti hanno visto non sorridere in qualche momento! Tu ci accompagnavi anche quando non eravamo a Medjugorje attraverso i tuoi interventi mensili a Radio Maria e ci seguivi come un vero padre spirituale, per aiutarci a vivere Medjugorje a casa nostra: sapevi che questa è la cosa più importante! Nella tua vita hai pensato a tutti: bambini, giovani, anziani, sacerdoti e per tutti hai fatto qualcosa di concreto. Io ti voglio ringraziare in modo particolare per aver organizzato il festival dei giovani: grazie per tutti i momenti in cui in ginocchio ci hai insegnato a pregare con calma, grazie per tutte le volte che incontrandoci ci hai salutati, grazie per ogni tuo sorriso, che sapeva portare la gioia nei nostri cuori in tempesta! Grazie soprattutto perché sei stato il nostro maestro nell’Adorazione e chissà quante volte, mettendo da parte i tuoi bisogni, hai pregato solo perché noi potessimo sperimentare la pace e la gioia nella preghiera… grazie fra Slavko!!!!!
Grazie fratello!
La Gospa ha scelto questa parola per definirti, ma Lei sa bene che per me tu sei stato e sei ancora, dopo Gesù, il più grande amico, fratello e padre. Nei momenti difficili in cui sono giunto a Medjugorje per chiedere la luce e la pace, tu, pur non conoscendomi in modo profondo, mi hai sempre aiutato con il tuo esempio di illimitata fiducia nella Bontà di Dio e nella tenerezza della Gospa. Bastava fissarti in volto per vedere fino a che punto la pace può riempire una persona.
Tutti noi, amici di Medjugorje, guardavamo e guardiamo ora più che mai a te come nostro esempio, guida e aiuto. Non abbandonarci, caro fra Slavko! Aiutaci a comprendere e a mettere nella nostra vita con semplicità e costanza come te i messaggi della Gospa!
Con la tua mano, sostieni tutti coloro che, in qualsiasi modo, diffondono i suoi messaggi e accoglici tutti nel tuo abbraccio, quando dovremo soffrire per la Regina della Pace. Ora e sempre tu riposa in Dio, ma lavora anche con noi perché la grande luce di Medjugorje si diffonda nel mondo!
GRAZIE FRA SLAVKO!
Padre nostro - Ave Maria
Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.
Gloria.... (per tre volte)

Preghiamo con la preghiera che fra Slavko amava tanto:
Preghiera Semplice di San Francesco:

Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace:
Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

O Dio, che hai dato a fra Slavko Barbarić, la grazia di seguire sino in fondo Cristo povero e umile, concedi a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, per giungere alla perfetta carità che ci hai proposto nel tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
fra Slavko, prega per noi!


https://www.facebook.com/Grazie-fra-Slavko-201702136682887/ 

venerdì 22 novembre 2019

Potranno parlarmi tutti male di Medjiugorie, ma solo io so quello che ho provato in quel posto. -TESTIMONIANZA

Un giorno mi hanno proposto di fare un viaggio a Medjugorie, d'istinto risposi subito  di si, senza conoscere il luogo (ne avevo sentito parlare vagamente in tv).
Salita sul pullman, non conoscendo nessuno mi siedo silenziosa. Persone che già c' erano state iniziano a raccontare la loro esperienza, mi sento per un attimo fuori luogo.
Il viaggio fu lungo e molto impegnativo, si pregava giorno e notte e per me che non avevo mai preso in mano un rosario, era troppo. 

Appena arrivati leggo Medjiugorie, inizio a guardare fuori per capire cosa ci fosse di così particolare che tutti ne parlavano. Arrivo con uno zaino pesante , non di cose materiali, ma di sofferenze, problemi che mi assillivano la mente e mi facevano vivere in affanno. Ho percepito subito qualcosa di diverso nell'aria.
 Il giorno seguente si parte per la collina delle apparizioni, una salita non ripida,ma molto insidiosa, inizio a salire, si sente un sottofondo di rosari, mi colpisce una frase" Questi è il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto" mi risuona nella testa durante tutto il tragitto. Arrivata davanti alla statua, le mie gambe hanno ceduto ai suoi piedi e sono scoppiata in un pianto liberatorio. Ho avuto la visione di tutta la mia vita, i miei sbagli, i miei peccati, ma nello stesso tempo mi sentivo avvolta da una pace e da un amore indescrivibile.
Sono trascorsi altri sei giorni intensi e ricchi di emozioni. Al ritorno avevo una sete di Dio, ho iniziato a capire l'importanza della preghiera 

all' interno della famiglia. Sono passati molti anni dal mio primo viaggio, sono nate amicizie bellissime, con il senno del dopo dico che quel si detto d' istinto è stata una risposta alla chiamata della Mamma Celeste e del Signore.
 Auguro a tutti, di ascoltare quella voce interiore, che sta chiamando alla resurrezione del proprio cuore.
Potranno parlarmi tutti male di Medjiugorie, ma solo io so quello che ho provato in quel posto.


 Stefania Frattarelli

Novena a fra Slavko Barbarić. - Ottavo giorno, 22 novembre


Adorazione: "Tempo con Gesù". 
(meditazioni di Manuel R.)
“Kyrie eleison”

Dopo un ulteriore canto e momento di silenzio, apri nuovamente gli occhi e ti alzi. Per tutti noi quello era il segno di due cose: del fatto che l’Adorazione stava finendo, ma soprattutto che si avvicinava uno dei momenti più intensi della nostra preghiera: il canto del Kyrie eleison. Ricordo che la prima volta che venni a Medjugorje questo canto mi colpì tantissimo, o meglio, non tanto il canto in sé, ma il tuo modo di cantarlo. Con gli occhi chiusi tenevi sollevato l’Ostensorio con una dolcezza infinita e per tre volte intonavi la stessa preghiera che il cieco del Vangelo rivolse a Gesù: “Signore, abbi pietà di me!”. Questo mi aiutava a comprendere e credere con maggior forza che quello che era davanti a me nell’Ostia consacrata era veramente Gesù!
Intervallavi le tre invocazioni, ripetute da noi, con brevi momenti di silenzio in cui, girando l’Ostensorio verso le tre direzioni della spianata, pregavi per noi e noi, a nostra volta, supplicavamo il Signore. Veramente per me quello era sempre un momento atteso delle Adorazioni guidate da Te! Dopo aver fatto una così grande esperienza di Dio, come potevamo dubitare che ci ascoltasse, secondo la Sua Volontà, dandoci ciò di cui veramente avevamo più bisogno?
Veramente in quegli attimi si notava che pregavi per noi, che ti univi alle nostre suppliche a Dio. Non dimenticherò mai l’espressione di fiducia che c’era sul tuo volto: tu sapevi che non avevi in mano un pezzo di pane, ma il Figlio di Dio! Guardandoti adorare Gesù la mia fede nella Sua Presenza Eucaristica è diventata più forte e convinta!
Dopo aver pregato ci impartivi la Benedizione Eucaristica che suggellava quell’incontro di gioia col Signore in mezzo a noi: Egli ci riempiva di Pace e ci mandava ad annunciare al mondo che Lui è risorto e presente oggi fra noi!

Padre nostro - Ave Maria
Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.
Gloria.... (per tre volte)

Preghiamo con la preghiera che fra Slavko amava tanto:
Preghiera Semplice di San Francesco:

Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace:
Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

O Dio, che hai dato a fra Slavko Barbarić, la grazia di seguire sino in fondo Cristo povero e umile, concedi a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, per giungere alla perfetta carità che ci hai proposto nel tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
fra Slavko, prega per noi!

giovedì 21 novembre 2019

Fra Marinko Sakota attuale parroco di Medjugorie parla di Padre Slavko



Dopo la mia Ordinazione a Diacono, mi sentivo un po’ disorientato, avevo dubbi sulla mia vocazione e mi concessi un anno di riflessione. Durante questo periodo avvenne il mio profondo incontro personale con Padre Slavko. Lo incontrai per caso in Chiesa. Venne verso di me e mi chiese: “Cosa c’è, come stai?”. Mi fece un sorriso e mi invitò al suo seminario sul digiuno. Fui molto sorpreso dalla sua domanda su come stessi, fatta in modo così semplice come se sapesse dei miei problemi, e mi sorprese anche il suo invito. Lo accompagnai e da quel giorno sono sempre rimasto molto legato a lui. E’ stato il mio Padre confessore e fu lui a dire l’omelia durante la mia prima Messa. Dopo quel seminario mi fu molto facile scegliere il Sacerdozio. Ricordo bene le sue parole durante la mia prima Messa: esse sono per me di fondamentale importanza ancora oggi:
“Tutto ciò che fai nella tua vita non farlo perché gli altri ti amino, ma tutto ciò che fai fallo per amore degli altri!”. Questa frase caratterizza anche l’essenza di Padre Slavko: tutto ciò che ha fatto, lo ha fatto per amore degli uomini e non per essere amato dagli uomini.
Potrei parlare per giorni interi di Padre Slavko, poiché negli ultimi anni ho trascorso con lui ogni momento libero. L’ho cercato con gli occhi, per me era la gioia più grande poterlo accompagnare ovunque, sul Križevac, sulla collina delle apparizioni, in Chiesa. Ricordo una volta quando tornammo tardi la sera da un viaggio. Trascorremmo ancora un po’ di tempo nell’ufficio della parrocchia con i confratelli e poi mi disse: “Ora vai a dormire. Ti devi riposare”. Gli chiesi: “E tu cosa fai?”. Rispose: “Io vado a salutare la Madonna”. Era mezzanotte e soffiava un forte vento freddo. Tuttavia si recò presso la Croce blu ed io lo accompagnai.
Con questo voglio solo sottolineare il suo grande amore per la Madonna. L’ha amata veramente con il cuore ed ha realizzato tutti i suoi messaggi. Quando la Madonna ha chiesto di adorare il Figlio, egli ha introdotto l’Adorazione. Quando la Madonna ha chiesto di andare sul Križevac, lo ha fatto. Quando la Madonna ha chiesto di digiunare, egli ha avviato i seminari sul digiuno. Quando la Madonna ha detto: “Andate nella natura a scoprire Dio, il Creatore”, egli ha fatto di tutto per la natura. Spesso sul Križevac è stato visto mentre raccoglieva rifiuti, cosa che ha affascinato tanti pellegrini, i quali si sono spesso uniti a lui.
Fra Marinko Šakota

Saluto a Padre Slavko,tratto dal video ” Cari figli miei”.
Fonte:http://www.amrp.it/blog/?p=2561

Novena a fra Slavko Barbarić. - Settimo giorno, 21 novembre


Adorazione: "Tempo con Gesù".
 (meditazioni di Manuel R.)

"Dì a Gesù tutto quello che c’è nel tuo cuore”
La cosa che mi ha sempre affascinato del tuo modo di pregare, caro P. Slavko, era il fatto che per te pregare era semplicemente parlare con Gesù! Mi ricordo di una sera a Medjugorje durante la preghiera di guarigione: hai detto solo “Dì a Gesù tutto quello che c’è nel tuo cuore” e poi sei stato in silenzio per 20 minuti. All’inizio quella cosa mi era sembrata strana: come in una preghiera di guarigione non si fanno suppliche comuni? Che sciocco! Certo, devo riconoscere che non fu facile entrare in quel silenzio, ma quella sera capii veramente, o meglio sperimentai, che Gesù non desidera altro che questo: che gli apriamo con verità il nostro cuore perché questo è segno di fiducia in Lui! Non dimenticherò mai la pace che ho sperimentato nel mio cuore: sentivo di aver davvero incontrato Gesù e quello che mi stupiva e continua a stupirmi è la semplicità con cui si può parlare al Signore: basta aprire il nostro cuore!
La stessa cosa tu ci invitavi a fare in ogni Adorazione, per farci sperimentare che per Gesù nulla di ciò che noi viviamo è insignificante e che Lui desidera essere il nostro più grande amico e confidente. Così la preghiera non sarà mai ripetitiva perché ogni giorno abbiamo qualcosa da portare e confidare al Signore!
Dopo averci invitato a farlo, tu stesso ti immergevi in questo colloquio profondo con Dio e quante cose avrai avuto da dirgli… era bello perché in quel momento ci sentivamo tutti uniti intorno a nostro Padre che ci ascoltava! E piano piano, parlando con Lui, Egli ci dona i suoi occhi e le nostre difficoltà si ridimensionano perché sappiamo di non doverli affrontare da soli: c’è Lui, il Dio Onnipotente con noi! Ecco dove tu attingevi la tua forza straordinaria nelle prove, caro Padre Slavko, in questo colloquio semplice con Gesù! Lui ti dava il sorriso anche quando il tuo cuore era triste e ti concedeva il dono di infonderci tanta fiducia! Grazie per averci insegnato questo piccolo “segreto”!
Non mancava mai nelle tue Adorazioni una particolare intenzione di preghiera per i malati e anche lì si notava la tua fiducia sconfinata nel Signore: non ricorrevi a preghiere particolari, ma semplicemente dicevi a Gesù che noi tutti credevamo nella Sua Parola sulla guarigione dei malati e lo pregavi di dire “solo una parola” per noi! Anche questo per me è stato un grande insegnamento di fede umile e profonda, grazie fra Slavko!
(...continua domani, nel 8° giorno della novena).

Padre nostro - Ave Maria
Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.
Gloria.... (per tre volte)

Preghiamo con la preghiera che fra Slavko amava tanto:
Preghiera Semplice di San Francesco:

Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace:
Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

O Dio, che hai dato a fra Slavko Barbarić, la grazia di seguire sino in fondo Cristo povero e umile, concedi a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, per giungere alla perfetta carità che ci hai proposto nel tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
fra Slavko, prega per noi!

mercoledì 20 novembre 2019

Novena a fra Slavko Barbarić. - 6° giorno, 20 novembre


Adorazione: "Tempo con Gesù".
 (meditazioni di Manuel R.)

"Amare e adorare Gesù sopra ogni cosa!”
...Caro fra Slavko...chissà quante volte giungevi al momento dell’Adorazione pieno di sofferenze e macigni nel cuore, ma non importava: tu sapevi e credevi di avere davanti a te il Signore che vedeva nel tuo cuore ed era sempre pronto a venirti in aiuto secondo i Suoi amorosi disegni! Nelle tue meditazioni ci invitavi sempre a pregare il Signore per le nostre situazioni concrete, come a dirci che è la quotidianità il terreno vero in cui dimostriamo veramente di amare e adorare Gesù sopra ogni cosa!
Spesso ci invitavi a chiedere perdono al Signore per tutte le volte in cui non abbiamo avuto tempo per stare con Lui e non siamo stati capaci di “prendere tempo” per Lui. Quanto è vero: il Signore lo adoriamo anche dandogli il nostro tempo e mai come durante quelle Adorazioni guidate da te comprendevo che, non donando il tempo a Dio, mi privavo della più grande felicità e pienezza di vita. Tu sapevi benissimo che il tempo con Gesù era il più importante della giornata: ecco perché, fin dall’inizio dell’Adorazione toglievi l’orologio. E’ un gesto piccolo, forse per qualcuno insignificante, ma a me ha insegnato molto perché mi ha mostrato che quello che ci dicevi cercavi di viverlo tu per primo. Certamente ci saranno stati giorni nella tua vita in cui non sei riuscito a raccoglierti, ma non per questo diminuivi il tempo dedicato al tuo Dio a cui anelavi con tutta l’anima: sapevi che quel tempo era suo e doveva esserlo ad ogni costo. Mi hai insegnato che i momenti più veri in cui adoriamo Gesù sono proprio quelli in cui ci fidiamo di Lui anche se non vediamo nulla ma crediamo nel Suo amore contro ogni speranza!
(...continua domani, nel 7° giorno della novena).

Padre nostro - Ave Maria
Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.
Gloria.... (per tre volte)

Preghiamo con la preghiera che fra Slavko amava tanto:
Preghiera Semplice di San Francesco:

Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace:
Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

O Dio, che hai dato a fra Slavko Barbarić, la grazia di seguire sino in fondo Cristo povero e umile, concedi a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, per giungere alla perfetta carità che ci hai proposto nel tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
fra Slavko, prega per noi!

martedì 19 novembre 2019

Novena a fra Slavko Barbarić. - Quinto giorno, 19 novembre


Adorazione: "Tempo con Gesù".
 (meditazioni di Manuel R.)

“Ti adoriamo!”
Così, caro fra Slavko, terminavi sempre ogni tua meditazione durante l’Adorazione. In quella piccola frase era riassunto tutto ciò che sentivi di dire al Tuo Signore a nome tuo ed a nome di tutti noi presenti. Nel modo in cui lo dicevi si intuiva che davvero il tuo cuore lo sentiva e desiderava viverlo: ogni volta che lo dicevi il tuo volto si illuminava di grande felicità! Anche noi quella sera ci siamo uniti a quel “ti adoriamo” e abbiamo sperimentato che proprio lì sta la pienezza e il senso profondo della nostra esistenza. Stando davanti al Signore e cercando di adorarlo con tutto me stesso, mi sento accolto, amato e protetto: Gesù non è più un nome lontano, ma una Persona che inizio a conoscere e sento il desiderio di conoscere sempre di più! Comincio a considerare la Sua grandezza, la Sua fedeltà, la Sua presenza nella mia vita perché tu, fra Slavko, mi inviti a farlo, mi inviti a ringraziare, che poi significa adorare Dio! Nella luce dello Spirito santo mi si schiude un mondo nuovo, o meglio, inizio a vedere gli interventi d’Amore di Dio nella mia vita: come a San Paolo per la preghiera di Anania caddero le squame dagli occhi, così gli occhi dei nostri cuori cominciano a scorgere i passi di Dio nella nostra vita. Quanto è vera quella frase della Gospa: “Non vedete le grazie di Dio, pregate e le vedrete”. Sì, stando davanti a Gesù, luce che illumina, ci rendiamo conto di quanto Lui ci ami e cresce in noi, allora, la fiducia in Lui: quella stessa profonda confidenza in Lui che abbiamo potuto notare in te, fra Slavko. (...continua domani, nel 6° giorno della novena).

Padre nostro - Ave Maria
Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.
Gloria.... (per tre volte)

Preghiamo con la preghiera che fra Slavko amava tanto:
Preghiera Semplice di San Francesco:

Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace:
Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

O Dio, che hai dato a fra Slavko Barbarić, la grazia di seguire sino in fondo Cristo povero e umile, concedi a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, per giungere alla perfetta carità che ci hai proposto nel tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
fra Slavko, prega per noi!
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