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martedì 29 ottobre 2019

Questa vita mi faceva schifo, ma arrivando a Medjugorje.... - Testimonianza


  Già all'età di quattordici anni avevo incominciato a bere e a drogarmi. Dato che non avevo molti soldi per tutto ciò, andavo a rubare. A diciannove anni mi sono reso conto che tutto ciò non quadrava con quello che i miei genitori mi avevano insegnato e questa vita mi faceva schifo. I miei genitori, spesso parlavano a me e a mia sorella di Medjugorje, e ci invitavano a partecipare ai viaggi che loro organizzavano.. Io ero chiuso a ogni proposta ma nel settembre dell'87 mi venne il desiderio di andarvi (...). Durante il viaggio constatai che tutte le persone che vi partecipavano non erano di mio gusto e così quello che dicevano o facevano. Essi pregavano e cantavano (...) ma arrivando a Medjugorje fui subito colpito... una folla strabocchevole camminava a strada piena, tutta gente che arrivava dalla Messa (...).

Il giorno dopo cominciarono le attività del pellegrinaggio. (...) Io guardavo dappertutto e trovavo che le persone avevano l'aria felice (...), capivo che a Medjugorje c'era qualcosa di speciale. Mi sentivo attirato e sentivo una presenza d'amore che mi amava. Cominciai allora a partecipare alle preghiere col gruppo. Non le conoscevo, le ho imparate.
Il mattino del 15 settembre partiamo tutti per fare la Via Crucis sul Kricevac. Alla partenza i miei genitori invitano, chi lo desidera, a togliersi le scarpe e a salire a piedi nudi. Io guardo la montagna e penso: “Sono matti”. Due o tre persone si tolgono le scarpe. Sorpreso e interpellato, le imito pensando che devo mettercela tutta, che non sono venuto fin qui per non fare nulla.
Si comincia a salire (...). Arrivati alla dodicesima stazione tutti si inginocchiano. Anch'io mi metto in ginocchio e incomincio a piangere pur non sapendo perché. Il pianto aumentava sempre più e io mi chiedevo: “Che cosa mi capita qui? Ho fatto le altre stazioni e non ho pianto (...)“. Non capivo più nulla. Intanto una persona ebbe una profezia che diceva: “Una persona del gruppo è guarita dalla droga e da tutto il resto a lei connesso e il Signore le dà la grazia di una conversione straordinaria”. Mentre queste parole venivano dette ho sentito in me una grande pace e gioia. Immediatamente ho cominciato a ringraziare Dio.
E' veramente in questa dodicesima stazione che il Signore si è impadronito di me, mi ha convertito e cambiato di colpo. Non l'ho capito subito, ma poi ho compreso la grandezza di Gesù morto sulla croce (...) Egli è veramente morto sulla croce per salvarci, per salvare me dai miei peccati.
Da quel momento tutto ha cominciato a vivere in me. Ho desiderato con tutto il mio cuore seguire i Suoi comandamenti, ascoltare la Sua Parola, pregare Maria, praticare i Suoi messaggi. Ho capito che, come il giovane ricco, dovevo lasciare le mie cose se volevo seguire Dio. Medjugorje fu per me una seconda vita. Io rinascevo e la mia fede anche. Le confessioni fatte a Medjugorje mi hanno molto aiutato e anche il sentirmi circondato dalla Presenza di Maria (...). Ritornato dai viaggio ho immediatamente fatto ciò che non mi sembrava facile. Il mattino del mio arrivo, visito uno dei mie “compari” (...). Lui fissa lo sguardo sulla croce e la medaglia che avevo al collo. Ho visto subito dai suoi occhi che tutto era finito: io non dovevo più avvicinarmi a lui, sarebbe stato pericoloso per me ricadere. Se un giorno lo decidesse dovrà essere lui a tornare a me. Fu una grazia ma anche una croce. Era il mio migliore amico. Ho smesso anche di ascoltare la musica rock che mi piaceva molto. Ho lasciato la mia ragazza (.,.) perché con lei non potevo più vivere la castità. Altro duro colpo per me ma non avevo altra scelta (...). E' importante per me vivere le leggi e la Parola di Dio: “Felici i cuori puri, perché vedranno Dio”. lo voglio vedere Dio e allora il mio cuore deve essere puro. Il Signore fa meraviglie nella mia vita (...): mi ha dato un lavoro che mi piace molto: sono sagrestano nella chiesa della mia parrocchia da dieci mesi. Per me è una cosa grande perché prima non conservavo un lavoro per più di qualche settimana. Quale grazia mi ha fatto il Signore di lavorare in Sua compagnia, vicino a Lui! Ora cerco di capire qual'è la mia vocazione (...). So in anticipo che là dove Egli mi vuole è là dove sarò più felice. Prego per perseverare nella Sua Via. Quando faccio una balordaggine, con la Sua Grazia, mi rialzo. Lo ringrazio, davanti a voi, di quello che Egli ha fatto, e farà per me. Amen. Alleluia!

STEEVE DALLAIRE (traduz. di Enzo Cobelli, Mantova) 


Fonte: Eco di Medjugorje nr.76

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