Pochissimi sono capaci di ascoltare Dio che parla. Per
darvi un esempio: mentre stavo in un gruppetto che la Madonna ha
scelto, abbiamo pregato un'ora e alla fine con la veggente ci siamo
messi ad ascoltare il messaggio che Gesù ha dato attraverso di lei: «
Avete dimenticato che state nella mia mano ». Allora ho visto che
l'intero processo della nostra preghiera, un'ora e più, era stato quasi
una lamentela: dacci, dacci, dacci, e abbiamo tutto. Difatti abbiamo
tutto, ma dato che non abbiamo dato ascolto al Signore col cuore, noi in
continuo chiedevamo di darci questo, di darci quello. Ma egli opera per
noi, perché ci tiene nella mano, Egli lavora per noi più di quanto noi
non lo preghiamo; è con noi, si prende cura di noi.
Ma noi possiamo sentire questa cura del Signore soltanto
se noi abbiamo svuotato tutto come quella vedova, quando abbiamo aperto
tutto. E devo dirvi una cosa dura, durissima e su questo campo dovete
fare gli esami: dovete offrire al Signore i vostri peccati, le vostre
preoccupazioni. Ma tutti voi volete dare le preoccupazioni e tutti
quanti volete ritenerle per voi. Non abbiamo imparato ad essere
abbandonati, ad offrire al Signore le nostre preoccupazioni. Ecco, ho
capito perché Gesù disse: « Quando verrò sulla terra troverò la fede? ».
Difatti spesso le nostre preghiere seguono fino alla nostra utilità,
fino alla nostra visione che è logica per noi, ma quando si avvicinano
le prove, le difficoltà, noi ci ritiriamo. Non possiamo pregare fino in
fondo se non siamo in grado di abbandonarci al Signore nelle prove,
accettare dalla mano di Dio le cose contrarie alla nostra vita, come
qualche cosa di più positivo.
Quando si tratta della malattia, quando si tratta delle
calunnie, quando si tratta delle ingiustizie, quando si tratta della
mancanza di denaro, quando si tratta di qualsiasi difficoltà nella
vostra vita, siete in grado in quel momento di gioire, e dire: « Questa è
proprio l'occasione perché io scopra di più Dio, perché io possa
avanzare? ». Finché non siamo in questo atteggiamento, la nostra
preghiera non è persistente, noi non preghiamo, ma noi vogliamo qualche
cosa di nostro; noi non cerchiamo Dio fino in fondo. Questa è mancanza
di fede, perché la fede è dare ascolto completo a Gesù Cristo e a Dio.
La fede non è: « Io credo in Dio ». Allora tutta l'umanità crede in Dio.
Infatti io penso che non ci può essere in fondo un ateo teorico, perché
non può trovare le ragioni sufficienti a respingere Dio; ma siamo, in
un certo senso, tutti fedeli, tutti abbiamo fede, ma non quella fede che
il Signore vuole, la fede come ascolto totale del Signore. Allora
vedete, un ascolto totale, un ascolto fino in fondo, vuol dire la
persistenza della preghiera e vuol dire la fede, la fede che il Signore
cerca in questo momento.
Se volete esaminare se la vostra fede è vera, allora
esaminatevi nei momenti delle prove. Vi dico: i periodi più belli col
Signore sono i periodi delle prove. Se voi non siete pronti ad
attraversare le vostre prove con il Signore, ad accettare la sua
spiegazione nelle vostre difficoltà, allora non potete fare gli esami,
siete bocciati.
Se volete andare avanti vi resta soltanto quella strada
che vi ha indicato la Madonna: pregare, sempre di più, pregare col
cuore. Il Vangelo di oggi, proprio l'ultima frase, vi indica la strada:
pregare, ma pregare per persistere nella preghiera, nelle prove, perché
voi sapete tutti quanti che nelle strade della città i più malvagi
accetterebbero Dio se fosse secondo i loro desideri. Ma se noi che siamo
nella Chiesa, che preghiamo, ci comportiamo nella stessa maniera, che
differenza c'è tra noi e loro? Pochissima. Perciò non arriviamo a questi
frutti della pace, della gioia, e non siamo in grado di guardare il
futuro con la gioia e con la pace, anche se il nostro futuro sarà
difficile.
Se siete con questo atteggiamento profondo, cristiano,
allora vedrete, tutti voi che siete venuti qui a Medjugorje con le
preoccupazioni, sarete scaricati dalle vostre preoccupazioni, dalle
vostre difficoltà.
A proposito del futuro, molte persone fanno domande sul
futuro, sui segreti, sui messaggi. Domani avrete una spiegazione
bellissima. Gesù dice nel Vangelo di Marco cap. 15. « Dall'albero del
fico imparate questa similitudine, quando già il suo ramo si fa tenero e
mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina. Così anche voi,
quando vedrete accadere queste cose sapete che Egli è alle porte ». E il
secondo passo: « In verità vi dico, non passerà questa generazione
prima che tutte queste cose siano avvenute. Il Cielo e la terra
passeranno, ma le mie parole non passeranno. Riguardo poi a quel giorno e
l'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel Cielo, neanche il
Figlio, ma solo il Padre ». Avete capito? Dio nascosto e Dio svelato.
Dio che nasconde il futuro; neanche il Figlio conosce le date, però Dio
parla ai nostri cuori e siamo in grado di capire questo momento.
Ai veggenti sono date certe cose, certi segreti, non come
molti pensano una precisione matematica sul futuro. È stato dato loro
affinché noi, riflettendo nei nostri cuori, possiamo capire il momento
attuale del mondo. Se le nostre teste sul livello razionale non
conoscono le date del futuro, i nostri cuori sono in grado di capire la
strada da fare. Che cosa dobbiamo fare? Sapete bene che cosa dobbiamo
fare. Dobbiamo fare i passi del figlio prodigo. Avvicinarci alla casa
del Padre e quando saremo vicini allora vedremo e saremo nelle sue
braccia. Purtroppo molti stanno lontano dal Padre, nei propri peccati e
dicono: « Vedremo se le apparizioni saranno vere ». Molti aspettano che
il Padre venga nella solitudine del Figliol prodigo e si manifesti lì,
ma questo non può accadere mai. Dio aspetta, Dio chiama e noi dobbiamo
fare la strada. Come un figlio, un ragazzo bocciato deve essere
impegnato a studiare per fare gli esami e così sarà promosso, così
l'umanità in questo momento deve capire nel cuore la strada che deve
fare per arrivare al Padre. Ma voi conoscete la strada di sicuro,
soltanto non dobbiamo filosofare troppo. La pace: l'umanità non sarà
salvata senza la pace, lo sanno tutti, gli atei e i credenti. Dobbiamo
impegnarci. Dobbiamo cambiarci, cambiare la vita, lo dicono gli atei, lo
dicono anche i credenti. Tutti e due dicono: l'umanità deve essere
cambiata. Gli uni fanno le rivoluzioni con le armi, gli altri fanno la
rivoluzione spirituale, ma tutti e due sono d'accordo: l'umanità deve
essere cambiata, devono venire nel mondo: la giustizia, l'amore,
l'uguaglianza.
Se siamo credenti allora sappiamo che cosa vuol dire per
noi la preghiera e il digiuno: sono i mezzi per essere capaci di
promuovere un cambiamento nel mondo, un cambiamento positivo, senza
offendere nessuno, senza colpire nessuno.
Bisogna promuovere l'amore, promuovere la pace,
promuovere la dignità umana con i mezzi di Gesù Cristo; non una
rivoluzione con la spada, ma una rivoluzione per mezzo dell'amore, per
mezzo della pace.
Ecco volevo condividere questo con voi.
(Medjugorje 16 novembre 1985)
Fonte: http://wap.medjugorje.ws/it/articles/red-book/41
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