Amen
Amen" è una
delle parole più frettolose e buttate lì per
abitudine, forse anche pronunciata con un senso
di sollievo perché segna la fine di una
liturgia. Eppure questa non è una parola
qualunque, ma è una parola da scoprire per
pronunciarla con maggiore consapevolezza.
La parola
"Amen", conservata nelle liturgie
cristiane, ha la stessa radice ebraica della
parola fede: indica fermezza, solidità,
sicurezza. Nell'"Amen", quindi, non è
contenuto solo il desiderio che qualcosa si
avveri, come nella formula "così
sia". "Amen" è una parola
forte, "inserisce l'instabilità della
creatura nella fedeltà di Dio"
(Guardini).
Il linguaggio della
Chiesa primitiva e la tradizione più antica
mantengono, in gran parte, gli usi con i quali
l'"Amen" veniva pronunciato fin dall'
Antico Testamento per attestare l'accordo con
qualcuno, per accettare una missione, per
assumersi le responsabilità di un giuramento.
Chi risponde "Amen" dichiara un
consenso pieno e un'adesione fiduciosa a
qualcuno. L'"Amen" ha un significato
intensamente coinvolgente, personale, e un
significato sociale: lo dice il cristiano e lo
proclama l'assemblea. Per S. Agostino "dire
Amen è firmare": "Fratelli miei, con
il vostro Amen, che è la vostra firma, voi
sottoscrivete, acconsentite, definite l'accordo
con il Signore". Come a dire: se manca
il vostro Amen, la preghiera del celebrante è
incompleta. Quel piccolo vocabolo di due sillabe
significa "dare la parola", è un
sincero e solenne "sì".
Gesù è così fedele
alla volontà del Padre da essere chiamato "l'Amen",
cioè colui che è "il Testimone
verace e fedele"(Ap 3,14).
Essere dei cristiani
credenti vuol dire unirsi a Cristo che pronuncia
il suo "Amen" al Padre, anzi unirsi a
Cristo che è "l'Amen" di Dio.
Nella liturgia
vi sono molti usi della parola "Amen".
L'"Amen" più solenne della liturgia è
quello dell'assemblea, al termine della preghiera
eucaristica, in risposta alla lode del
celebrante: "Per Cristo, con Cristo e in
Cristo...".
Già nel II secolo S.
Giustino, che era un laico, conferma l'esistenza
dell'"Amen" al termine della grande
preghiera eucaristica. Dice che "era
gridato da tutto il popolo" come solenne
professione di fede eucaristica.
S. Girolamo paragona
questo Amen cantato dal popolo a un fragore di "tuono
nel cielo". In questo modo i fedeli
vogliono approvare con forza ciò che il
sacerdote ha detto e compiuto, accolgono Cristo
realmente presente tra loro e si lasciano
trasportare con lui nel grande movimento che li
conduce verso il Padre. E' un grande atto di fede
comunitaria.
Anche
l'"Amen" che pronunciamo al momento di
ricevere la comunione eucaristica ha origini
antiche. S. Ambrogio, vescovo di Milano, lo
spiegava bene ai suoi cristiani: "Non è
senza ragione che tu dici Amen, perché riconosci
nel tuo spirito che tu ricevi il Corpo di Cristo.
Infatti, quando tu ti presenti, il sacerdote ti
dice: "Il Corpo di Cristo", e tu rispondi: "Amen", cioè: "E' vero". E
S. Ambrogio concludeva: "La convinzione
del cuore custodisca ciò che la lingua
confessa". L'"Amen" della
comunione è l'accoglienza che facciamo a Gesù
con tutta la nostra fede.
- “quando Nostro Signore usa il termine ‘Amen‘ per introdurre una dichiarazione, sembra richiedere la fede dei suoi ascoltatori nella sua parola o nel suo potere”
- È una traduzione interessante, visto che il “Sì” della Madonna in occasione dell’Annunciazione è noto in latino come il suo “Fiat”, termine che indica l’umile obbedienza di Maria alla Parola di Dio. In questo contesto, “Amen” non si limita ad affermare ciò che è stato detto, ma è un pegno di fedeltà a Dio in umile sottomissione.
- “quando Nostro Signore usa il termine ‘Amen‘ per introdurre una dichiarazione, sembra richiedere la fede dei suoi ascoltatori nella sua parola o nel suo potere”
- È una traduzione interessante, visto che il “Sì” della Madonna in occasione dell’Annunciazione è noto in latino come il suo “Fiat”, termine che indica l’umile obbedienza di Maria alla Parola di Dio. In questo contesto, “Amen” non si limita ad affermare ciò che è stato detto, ma è un pegno di fedeltà a Dio in umile sottomissione.
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