giovedì 31 ottobre 2019

"In questi giorni di halloween, preghiamo e invochiamo i santi" - Intervista alla veggente Marija

 "La maggior parte degli uomini, quando muore, va in Purgatorio. Un numero pure molto grande va all’Inferno. Soltanto un piccolo numero di anime va direttamente in Paradiso. Vi conviene rinunciare a tutto pur di essere portati direttamente in Paradiso al momento della vostra morte.
 Le anime del Purgatorio aspettano le vostre preghiere e i vostri sacrifici.
 Pregate, pregate per loro! ... I santi non si pregano, ma si prega con loro!"

"Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito ad essere preghiera. Tutti avete problemi, tribolazioni, pene e inquietudini. I santi vi siano modello ed esortazione alla santità, Dio vi sarà vicino e voi sarete rinnovati con la ricerca e la conversione personale. La fede sarà per voi speranza e la gioia regnerà nei vostri cuori. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”



P. Livio: La Madonna ci ha ricordato che  ci sarà la festa di tutti i santi e anche la commemorazione di tutti i defunti, quando la Chiesa prega per tutte le anime del purgatorio. Vorrei che tu raccontassi la testimonianza dell’esperienza che avete avuto voi veggenti del Paradiso, purgatorio e inferno. A Fatima la Madonna ai bambini ha fatto vedere l’inferno, ma a voi anche il purgatorio e il Paradiso.
Marija: E’ vero. Già nei primi giorni delle apparizioni, la Madonna ci ha detto che esiste il Paradiso, il purgatorio e l’inferno. Poi ha portato fisicamente Jakov e Vicka in questi luoghi. Invece noi li abbiamo visti come guardando da una finestra. Il Paradiso è come un grande spazio con tante persone vestite con tuniche romane dai colori pastello e che erano come in un’estasi di gioia, di gratitudine e di preghiera. La Madonna ci ha detto che le persone sono andate in Paradiso perchè hanno accettato la volontà di Dio lungo tutta la loro vita ed ora conoscono sempre di più Dio e la sua volontà. Mostrando il purgatorio, la Madonna ha detto che le persone che sono lì erano indecise: un momento credevano, poi non credevano. Noi abbiamo visto come una nebbia, delle nuvole e abbiamo sentito delle grida, delle voci che chiedevano le nostre preghiere. Adesso queste persone credono profondamente in Dio e la loro sofferenza è più spirituale, perchè vorrebbero andare da Dio ma non possono. La Madonna ha raccomandato di pregare per le anime del purgatorio, offrire sante messe e sacrifici, perchè possano raggiungere presto Dio. Poi abbiamo visto l’inferno, dove c’era un fuoco e delle persone entravano in questo fuoco e si trasformavano diventando come bestie. La Madonna ha detto che Dio ci ha dato la libertà e così alcuni hanno scelto il male, hanno vissuto nel peccato e pertanto sono andati nell’inferno. La Madonna ha detto che noi non possiamo più fare niente per loro, ma che dobbiamo pregare perchè i peccatori si convertano finchè sono in vita, perchè dopo sarà troppo tardi.
P. Livio:  Allora non è vero che l’inferno è vuoto.
Marija: No, non è vero. Infatti Jakov e Vicka hanno visto tante persone che erano all’inferno.
P. Livio: La Madonna, in un messaggio dei primi mesi delle apparizioni, ha detto che il maggior numero di persone che muoiono vanno in purgatorio, un numero pure grande va all’inferno e solo un piccolo numero va direttamente in Paradiso.
Marija: Noi non sappiamo quanti. Sappiamo che Dio è misericordia e amore, ma non può forzare la nostra libertà. Per questo la Madonna sta chiedendo attraverso Mirjana ogni due del mese, come a Fatima, di pregare per tutti coloro che non pregano, non amano e non adorano. Dice: “Pregate per tutti coloro che sono lontani, quelli che non hanno conosciuto l’amore di Dio”.
P. Livio:  Invece Vicka e Jakov sono stati portati proprio col loro corpo in Paradiso, purgatorio e inferno, per circa 20 minuti.
Marija: Sì. Erano nella casa di Jakov e c’era anche la sua mamma. Di questo scherziamo sempre con Jakov perchè, quando la Madonna ha detto che li portava con sè, Jakov ha pensato che moriva e ha detto alla Madonna: “Prendi Vicka, perchè loro sono 8 figli, mentre io sono figlio unico”. Era piccolo, aveva 10 anni e ha pensato alla sofferenza della mamma. Invece la Madonna li ha portati e poi ha detto loro di testimoniare che nell’al di là esiste un’altra vita, perchè tanti non credono.
P. Livio: La Madonna ha detto che non è Dio che manda all’inferno, ma che siamo noi che vogliamo andarci.
Marija: E’ vero. Tante persone sono ostinate nel male e vivono nel peccato. Dovrebbero ascoltare la Madonna che anche in questo messaggio ci dice: “I santi vi siano modello ed esortazione alla santità”. Invece tante persone non seguono questi esempi, ma seguono esempi cattivi e diventano maledizione. La Madonna ci chiama invece ad essere benedizione per gli altri, ci chiama a benedire.
P. Livio:  Qual è il santo che ti piace di più?
Marija: Il mio santo preferito, fin dalla gioventù, è San Domenico Savio. Poi i santi francescani; io sono terziaria francescana perchè nella parrocchia di Medjugorje ci sono i frati. E poi una lunga schiera di santi fino all’ultimo che tocca il cuore e abbiamo festeggiato da pochi giorni: Giovanni Paolo II, il Papa della nostra gioventù... Siete nelle mie preghiere, nel mio cuore, in modo speciale in questi giorni di preghiera verso i santi. Chiedo a tante persone che vivono nelle difficoltà, persone costrette a letto, di unirsi a questa preghiera e di offrire i loro sacrifici a Gesù e alla Madonna. Preghiamo per le sue intenzioni, come Lei stessa chiede. Soprattutto in questi giorni di halloween, preghiamo e invochiamo i santi, mentre il mondo ci sta portando verso spiriti maligni. Che davvero i santi, come dice la Madonna siano i nostri modelli. Che possiamo anche noi essere sempre più santi come Lei desidera. Preghiamo per la nostra conversione, per la conversione del mondo, specie in questo anno centenario delle apparizioni di Fatima. Che possiamo essere davvero, come dice la Madonna, le sue mani allungate nel mondo.
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Marija ha quindi pregato il “Magnificat” e il Gloria.
... e Padre Livio ha concluso con la benedizione.
Marija e P. Livio

mercoledì 30 ottobre 2019

"Non perdete la speranza” , ma l'uomo la perde e sente come se Dio non lo ascoltasse, ma Dio non può dimenticare quello che ha creato....


La Madonna ci invita : “Pregate con il cuore e non perdete la speranza”. Succede che l’uomo perde la speranza, si sente come se Dio non lo ascoltasse, come se fosse ritirato da questo mondo e dalle sue creature. Dio non può dimenticare quello che ha creato, la sua creatura; l’uomo che ha formato e creato a sua immagine. Nella Bibbia risuonano le parole del profeta Isaia: “… non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti a me” (Is. 49, 15-16). Anche la Madonna ci dice che: “Dio ama le sue creature”. In questo messaggio vediamo una speranza indistruttibile della Madonna che vuole trasmetterci nonostante tutte le prognosi nere, le minacce della guerra; i giornali sono pieni di queste notizie nere.  Maria ci dice che anche noi siamo responsabili per la pace.
La
pace non viene da sola senza il nostro impegno, senza quello che noi possiamo fare. E’ sicuro che l’uomo si ricorda più facilmente di Dio quando si trova nelle situazioni pericolose, quando la sua vita è minacciata. Le minacce della guerra lo svegliano dal sonno spirituale e allora l’uomo si ricorda che Qualcuno esiste, Qualcuno che è assoluto, Onnipotente, Colui che non è minacciato come lo siamo noi. Perciò abbiamo bisogno di cercare e trovare le fondamenta della nostra vita, la pietra sulla quale possiamo edificare e appoggiare la vita e il mondo. Nella lettera del nostro Papa Giovanni Paolo II, “Novo millennio ineunte”, sentiamo pure questo invito alla speranza, nonostante che tutto intorno a noi non aiuta a tenere sveglia la speranza nei cuori umani. Ognuno di noi vive la propria vita con i suoi problemi personali, familiari e mondiali. Siamo anche noi nella tentazione di pensare che sarebbe meglio se ci fossero altre persone, un altro tempo, altre situazioni; ma non abbiamo altre persone, tempo e situazioni di quelle che viviamo oggi. E’ necessario iniziare da quello che abbiamo e che viviamo per poter contribuire per la pace, come ci dice la Madonna. Anche nostro Dio in Gesù, come anche Maria, sono vissuti sulla terra e vivevano le sofferenze, le gioie e i dolori come ognuno di noi. Anche loro non si sono liberati da tutto ciò che noi viviamo. Anche noi possiamo abbandonarci alla disperazione o alla fede; appoggiarci su Dio, sulla sua parola senza altri appoggi, come San Pietro quando è uscito con la barca, appoggiato solo sulla parola di Gesù. Qualcuno ha messo queste parole nella bocca di Dio: “Non mi meraviglio - dice Dio - perché credono in me: basta che vedano le mie creature e crederanno. L’amore non mi ammira perché per loro è un dono se si amano gli uni gli altri. Ma la speranza sì, la speranza mi ammira”. Anche i grandi santi non sono stati tentati nella fede o nell’amore, ma nella speranza. Anche Gesù nel Getsemani è stato tentato nella speranza. Esiste un mezzo che ci aiuta ad imparare a sperare; un mezzo che anche Gesù ha usato trovandosi nel Getsemani: ha passato la notte vegliando in preghiera. La fonte della speranza è la preghiera e la preghiera esige vigilanza. Per allenarsi nella speranza, bisogna accogliere quella permanente disposizione di Maria che ha detto “Sì” alla volontà di Dio e, attraverso il suo “Sì”, Dio ha fatto grandi cose. Un “sì” del cuore umano apre la porta a Dio e così Egli può venire e salvare questo mondo giorno per giorno, “uno per uno”, come dice la Madonna in questo messaggio. Noi per Dio non siamo anonimi, ognuno ha il proprio nome davanti a Lui. Maria anche oggi pronuncia il suo “Sì” attraverso le sue apparizioni, invitandoci sulla strada della santità. Anche Il nostro Papa ci invita sulla strada della santità dicendoci nella sua lettera: “Sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalistica e di una religiosità superficiale (Novo millennio ineunte n. 31)”. Anche Gesù nel discorso della montagna ci dice: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt. 5,48). Come se volesse dirci: “Siate felici come è felice il Padre vostro celeste”. Sentiamo nelle parole della nostra Madre celeste l’eco delle parole di Gesù e permettiamo a Lei di guidarci sulla strada della santità verso Gesù.


 Padre Ljubo

Ci sono molti modi di pregare. I migliori sono quelli più semplici, ma alcune volte sono distratto....- CONSIGLI



Ci sono molti  modi di pregare. I migliori sono quelli più semplici. Ma talvolta sono troppo distratto per pregare. Nella mia mente ci sono preoccupazioni che si affollano sulla mia preghiera, che mi riempiono il cuore, che mi distraggono dal darmi totalmente al Signore nella preghiera.
GESU' È SIGNORE DELLA MIA PREGHIERA E DELLA MIA VITA
La frase «Gesù è Signore» è una delle più antiche della tradizione cristiana. Gesù è Signore nel senso che si realizza pienamente nel mondo intero, è presente in ogni luogo e dovunque con l'influenza del suo amore risorto e universale. Ed è Signore nel senso che governa ogni cosa nel mondo ed ha la sovranità su tutta la creazione. Gesù è Signore perché riunisce tutto in sé per «riconciliare a sé tutte le cose» (1, 20).
Gesù: Signore della mia vita
Questo Signore di tutta la creazione, che governa, sostiene e riempie ogni cosa, è anche il mio Signore personale, il Signore della mia vita, che mi chiama per nome a vivere in stretta relazione interpersonale con lui. Riempie tutta la creazione del suo amore, e riempie me del suo amore. Governa il mondo, e vuole dirigere la mia vita verso una più grande pienezza in lui. Così come il mondo, anch'io dipendo da lui persino per la mia esistenza. Gesù dà significato al mondo e alla sua storia; e dà significato a me e alla mia vita. Alla destra del Padre, egli intercede per il mondo; e prega per me, innalzandomi fino al Padre.
Gesù è il mio Signore così come è Signore dell'universo. Il Padre vuole, cioè, riconciliare tutto in Gesù Cristo, tutte le cose sulla terra o nei cieli. Questo è il disegno di Dio sul mondo. E il disegno di Dio per me è che io sia sempre più unito interiormente; che tutto quello che è in me sia riconciliato, unificato, integrato, in Gesù Cristo; e che, in Gesù, io sia sempre più riconciliato col Padre nello Spirito Santo.
Gesù vuole darmi unità personale in lui, per integrare tutte le parti di me stesso in un tutto unificato in lui, per ricucire tutti i brandelli di me stesso in una nuova unità sotto la sua autorità. Questo è il progetto per me. E lo attua principalmente nella mia preghiera personale e attraverso di essa. Ed è nei miei momenti di silenzio con lui che io coopero al suo progetto nei miei confronti.

Gesù: Signore della mia preghiera

Gesù mi invita a riporre saldamente nelle sue mani, quando prego, tutti i miei interessi, le mie preoccupazioni, i miei problemi. Qualunque cosa che mi distragga nella preghiera o che possa farlo, posso innalzarla al Signore, rimettendola nelle sue mani.
In effetti, quando prego posso riporre nelle mani del Signore ogni cosa della mia vita: le mie paure, le mie angosce, i miei fallimenti; i miei progetti, le mie speranze, i miei successi; le mie scelte, le mie decisioni, le mie risoluzioni. Gesù si interessa ad ogni cosa della mia vita. Egli è - e vuole esserlo ancora di più - Signore della mia vita. Io coopero col suo disegno di agire in armonia con me e di concentrarmi su di lui quando porto a lui nella preghiera qualunque cosa io abbia in mente.
Quando, nella preghiera, rimetto qualcosa nelle mani del Signore, sotto la sua autorità, alla sua cura amorosa, allora quella cosa entra a far parte maggiormente della mia relazione personale con lui. Più lo faccio, e più la mia vita - attraverso la preghiera - diverrà unificata, integrata, incentrata su Gesù.
Per esempio, se mi preoccupo di un problema di soldi, nella mia preghiera personale posso dare quel problema al Signore, rimettendolo nelle sue mani e avendo fiducia in lui per il futuro. Non metto quel problema semplicemente fuori dalla mia mente. E come se lo mettessi nella sua; e poi posso smettere di preoccuparmene - o perlomeno, posso preoccuparmene di meno, per la fede che mi dona.
E ancora, se un rapporto personale è divenuto un problema serio - se, per esempio, non riesco ad andare d'accordo con qualcuno sul lavoro - mentre avrei bisogno di andarci d'accordo - posso pregare per quella persona, rimettendola nelle mani del Signore, mettendo quel rapporto interamente sotto la sua autorità, avendo fiducia che lui  è capace di appianarlo.

Distrazioni
Le distrazioni che ho quando prego possono aiutarmi. Mi indicano le parti della mia vita che non sono ancora completamente integrate nella mia relazione col Signore.
Per esempio, se una persona a cui voglio bene si inserisce nella mia preghiera come una distrazione, questo significa che il mio rapporto con quella persona non è stato ancora completamente integrato nella mia relazione con Gesù. Piuttosto che scacciare semplicemente quella distrazione, posso mettere il mio rapporto con quella persona devotamente nelle mani di Gesù, sotto la sua autorità.
Il motivo per cui quella persona è una distrazione è questo: Qualcosa nella mia relazione con quella persona non è completamente sotto l'autorità di Gesù, non è completamente integrato nella mia relazione con Gesù . Se così fosse, allora quella persona non sarebbe una distrazione; lui o lei sarebbero, fin dall'inizio, un oggetto della preghiera. Vale a dire che, poiché qualcosa nel rapporto con la persona a cui voglio bene mi allontana da Gesù nella vita, questo mi allontana da Gesù nella preghiera. E' perché qualcosa nel rapporto con quella persona non è pienamente orientato verso il Signore, che questa diventa una distrazione per la mia preghiera.
Che cosa, in quel rapporto, mi allontana dal Signore nella vita e nella preghiera? La possessività. Posso pensare che voglio troppo bene a quella persona, ma non è mai così. Non vogliamo mai troppo bene alle persone; dovremmo sempre amarle di più. Il problema è che tendo a voler bene in modo possessivo, trattando l'altro più come un oggetto che come un soggetto. Forse uso l'altro per gratificare i miei bisogni. Tendo a possedere la persona a cui voglio bene piuttosto che a lasciarla libera.
Il Signore vuole insegnarmi ad amare così come mi ama lui, a mani aperte, lasciando l'altro libero. Vuole insegnarmi ad amare altruisticamente, per amare, non di meno, ma di più.
Quando, nella preghiera, prego per la persona a cui voglio bene, innalzandola al Signore e ponendo esplicitamente il nostro rapporto sotto l'autorità di Gesù, allora coopero col disegno di Gesù di integrare la mia vita, di integrare questo rapporto di amore nella mia relazione personale con lui. Coopero con l'azione del Signore nella mia vita portando al Signore quella persona e il mio amore per lei. Posso farlo e farei meglio a farlo ogni volta che quella persona diviene una distrazione. Alla fine, quella persona non sarà più una distrazione, ma oggetto di una preghiera di intercessione. In qualunque momento penserò a lei, sarò immediatamente portato al Signore per pregare per quella persona.
Questa stessa procedura è utile per qualunque distrazione: converto l'oggetto della distrazione in preghiera; prego per la persona o per la cosa che mi distrae. Supponiamo che qualcuno abbia ferito me o i miei sentimenti, o entrambe le cose. Turbato mi è difficile pregare. La ferita è nella mia mente come un ostacolo ad entrare facilmente in relazione col Signore, come una distrazione. Posso convertire la distrazione in una preghiera, in un modo di essere in relazione col Signore.
Nel mio cuore perdono quella persona. Prego per quella persona, innalzandola fino a Gesù. E chiedo al Signore di guarire la ferita, di consolarmi. Posso offrire le mie sofferenze al Padre unendole alle sofferenze di Gesù per me sulla croce. Posso chiedere il dono della compassione e della comprensione verso questa persona che mi ha ferito.
Il Signore risponderà alla mia preghiera. Guarirà gradualmente le ferite del mio cuore. Userà quello che è successo per portarmi più vicino a sé.
Oltre ai rapporti positivi di amore e di ammirazione e a quelli negativi di ferimento, di risentimento o di odio, altre cose possono apparire come distrazioni nella preghiera. Posso usarle nello stesso modo.
Se il mio lavoro mi distrae, posso offrirlo al Signore, mettendolo sotto la sua autorità. Se un discorso che devo fare o qualcosa che devo dire in futuro mi distrae, allora, piuttosto che organizzare quello che dirò, affido la mia preoccupazione al Signore, invoco il suo aiuto e la sua guida, lascian do che mi ispiri riguardo a quanto dirò. Egli può ispirarmi subito, nella preghiera, o più tardi, quando vorrà lui.
Se mi distraggono problemi familiari, o progetti per il futuro, o fallimenti reali o possibili, o contrattempi, li rimetto al Signore. Voglio che sia il Signore di tutta la mia vita e di ogni cosa in essa.

Libertà e contemplazione
Cooperando col disegno di Gesù su di me - di fare di lui il centro della mia vita - si accresce la mia libertà. A poco a poco mi libero da qualunque cosa che possa allontanarmi dal Signore: il peccato, la paura, lo scoraggiamento, l'ansia, i sentimenti irreali di colpevolezza, e tutti gli altri legami negativi che mi trattengono da un'unione più stretta col Signore.
Quando guardo a Gesù con amore nella mia preghiera, rimettendo con fede tutto nelle sue mani, egli mi porta ad una libertà maggiore: libertà di amarlo e di amare gli altri in modo maturo, senza possessività, libertà di corrispondere al suo amore e all'amore degli altri per me. Mi aiuta a crescere in santità.
La santità è la capacità infinita di amare e di ricevere amore. Ecco perché solo Dio è veramente santo: solo Dio può amare e ricevere amore infinitamente,
Ma posso crescere in santità. Il modo principale di crescere in santità è quello di tenere con amore il mio sguardo fisso su Gesù, di guardare a lui con amore. Questa si chiama «contemplazione ». 



Robert Faricy 



Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/altri_doc_preghiera//01-preghiera_nel_cuore.php

martedì 29 ottobre 2019

Per piacere agli altri non parliamo più di Dio einvece la Madonna ci dice...

IL PROGRAMMA DI MARIA SU DI NOI E SUL MONDO - Parte seconda - Eco di Medjugorje nr.88
Ritornare ai Sacramenti perchè Dio ci guarisca e porti avanti la nostra conversione
La Madonna è venuta a farci vivere il Vangelo, richiamandoci alle esigenze che vengono dalla conversione, cioè al sacrificio, alla croce...

Nella Chiesa queste parole fanno paura e per piacere agli altri non parliamo più nè di penitenza, nè di sacrificio, nè di digiuno...
Vi sembra poco? Troppo facile prendere del Vangelo solo quello che ci piace e ci fa comodo. E invece la Madonna è venuta a ripetercelo tutto intero. E’ venuta a ridirci che è meglio camminare nel Vangelo un po’ alla volta per quello che è, e viverlo umilmente piano piano fino in fondo piuttosto che dimenticarlo o accomodano, e darci a grandi opere: l’esito di questo adattamento si vede già da tanti anni: una montagna di guai. Tutti agitati a rincorrere il mondo: e con quali risultati!
La Madonna ha preso l’iniziativa di venirci a suggerire, come maestra spirituale e universale, che è meglio ritornare ai Sacramenti... Ella, come Madre della Chiesa, ritorna a centrare il motivo per cui esiste la Chiesa.

La Chiesa esiste proprio per la forza di Cristo Risorto, presente nella SS. Eucaristia. Perciò ci dice: Cari figli miei, andate in Chiesa a pregare e a partecipare alla S. Messa, anzichè fare tante riunioni. Ricordiamoci che ciò che può fare l’Eucaristia non lo può fare nessun altro...

Allora il ritorno ai Sacramenti è una pedagogia, che indica un movimento per il quale si cammina, ci si alza, ci si scuote; si esce da una porta e si entra in un’altra: un movimento con il quale ci si inginocchia... Allora il ritorno ai Sacramenti deve essere proprio una cosa “violenta” da un punto di vista della pedagogia, anche quando si insegna ai bambini. Quando si fa il catechismo ai piccoli torniamo ad insegnare bene i Sacramenti...

Quando le cose negative in noi sono tante, come possiamo vincere da soli? Sei già caduto una volta, dieci... Come fai a vincere da solo una forza che ti ha già sotterato mille volte? Che pretesa hai? Se quella tentazione o il tuo amor proprio è molto più forte della tua capacità di resistere, mi dici da chi devi andare per vincere? Abbiamo a combattere con il principe delle tenebre, con i satanassi che si aggirano attorno, come si diceva nella preghiera a San Michele, (che è stata tolta forse perchè oggi è fuori moda parlare del diavolo). No, i satanassi ci sono davvero e bisogna combatterli con le anni giuste. Allora vai a confessarti! San Carlo ci andava tutti i giorni... Il Signore è nel Sacramento e occorre che tutta la pedagogia, anche infantile, riconduca a questa educazione evangelica nel senso pieno. Si riportano i bambini in Chiesa e li si aiuta a capire ciò che è male e ciò che è bene. I due grandi binari della vita spirituale sono: Eucaristia e Confessione. Tolto un binario, il treno va fuori carreggiata: tolto uno di questi due binari, la vita spirituale è inesistente. Questo è il punto tragico nella chiesa: alla fine tu ti sostituisci a Dio, anche nelle opere di carità; le quali, per questo motivo, il più delle volte sono un fallimento, perchè si ha la pretesa di fare ciò che solo Dio può fare. Allora i due Sacramenti riportano nella pedagogia e nell’educazione cristiana la categoria tanto aborrita e dimenticata del sacrificio.
Preghiera, rapporto indispensabile con Chi ti fa vivere. Stare davanti a Dio perchè Dio ti cambi

La preghiera e il digiuno sono la strada per la conversione... Ma per convertirci bisogna fare qualcosa: correre ai sacramenti. Questo è chiaro: dove Dio c’è si va. Se amo Gesù, se amo una persona vado da lei. Non puoi dire di amare una persona senza stare mai con lei. .E’la preghiera ciò che rimette il dito sulla piaga, la quale il più delle volte la si lascia marcire sotto le bende di tante altre cose che facciamo... Si fanno opere su opere senza considerare la verità ed entrare in essa.

La preghiera è l’atto con cui tu corrispondi alla verità, perchè l’uomo è creatura e figlio di Dio, e come tale deve stare in rapporto con Dio. Se togli questo rapporto, dell’uomo esiste solo una maschera... La Madonna ci richiama alla necessità di questo rapporto con Dio: se non si prega più, le cose non possono funzionare bene. Lui ha dato le leggi alla natura, Lui ha dato al cuore di ogni uomo lo Spirito che geme e aspetta che tu ti degni di guardarLo, di pregarLo, di ascoltarLo, di lasciarti guidare. La preghiera è la profonda verità dell’uomo. E’ l’atto supremo, più grande che L’uomo può compiere, di cui tutti gli altri sono la conseguenza, opere comprese...
E si fa fatica a pregare bene e sempre. Per questo la Madonna dice:
allora inuovetevi, pregate... E se fai fatica a pregare, vuol dire che è lì che ti devi purificare... E questa è la purificazione: stare davanti aDio finchè Dio determinerà le condizioni: ciò costa, ma tale è l’esigenza della conversione vera... Si cambia davanti a Dio perchè è Dio che ci cambia, non ci cambiamo da soli.
Digiuno è sacrificare l’istintività per ciò che è essenziale

Il digiuno, dice la Madonna, è anzitutto digiuno dal peccato. E’ assurdo fare qualsiasi altro digiuno e avere il proprio cuore incoLlato a dei vizi capitali. Ma il cominciare comunque a toglierti qualcosa, per cui ti fa un po’ male lo stomaco perchè hai fame, significa ricentrare tutto il discorso sul fatto che la tua istintività è meglio che si sacrifichi davanti a ciò che è essenziale per la tua vita e che si chiama Dio.

Gesù dice al demonio: non di solo pane vive l’uomo. Ma noi cristiani diciamo: Eh no! Bisogna mangiare. Cominciamo invece a dire: non di solo pane vive l’uomo, come afferma il Vangelo, perchè la nostra distruzione avviene così: prima mettiamo le nostre pensate e cerchiamo in questo modo di adattarvi il Vangelo. Invece la Madonna vuole che nella nostra vita prima ci sia il Vangelo, al quale convertire tutto il nostro modo di vivere, soprattutto l’istintività. San Francesco faceva quattro quaresime all’anno.., Oggi, se uno sta alla dieta per dimagrire è un uomo da stimare, ma se sta a pane e acqua perché Dio indica questa strada di purificazione, è un fanatico Ecco la pedagogia della Madonna: richiamare alla verìtà e dire bene a ciò che è bene e male a ciò che è male.
Il segreto per cui i peccatori si convertono è mettere il Signore al primo posto. Qui Maria li chiama e li tocca nel punto debole

Occorre tenere presente che tutto questo la Madonna lo desidera per l’umanità intera, tanto più per la Chiesa, perchè l’opera di purificazione è molto più pesante all’interno di una mentalità che si è consumata dietro a idoli falsi... Questo programma che si vede benissimo qui a Medjugorje è proprio per ogni uomo. La Madonna è rifugìo dei peccatori e qui avvengono conversioni che la Chiesa stessa in tanti anni non ha mai visto. Qual’è il motivo? E’ proprio questa chiamata alla radicalità del Vangelo.

Quando Gesù si presentava ai peccatori, i peccatori si convertivano. Se oggi non si convertono più, c’è qualcosa che non va nei programmi pastorali. Allora la Madonna è venuta a spiegare che, perché le cose funzionino, occorre che i peccatori —di cui i primi siamo noi— vengano riaccolti dentro la verità, che oggi non abbiamo il coraggio di proporre loro: e la verità è Gesù, che ti ama e che pensa realmente alla tua vita... Bisogna mettere il Signore al primo posto perché i peccatori si conver— tano: è Lui che li converte, non siamo noi: è qui dove manca la pastorale.

I peccatori si convertono solo perché Qualcuno li accoglie fino in fondo e li perdona, ma esige che non pecchino più: “Vai e non peccare più”. Ma chi pone questa possibilità del non peccare più? L’uomo? E’ solo Dio che pazientemente, nei Sacramenti, ti riaccolglie e ti dà la possibilità un p0’ alla volta di diventare un altro. Questo i peccatori lo sentono: capiscono dove devono andare per essere amati e per cambiare testa, perché Qualcuno finalmente capisce il loro peccato e dice loro i passi che devono fare.
Allora “Rifugio dei peccatori” significa che la Madonna è proprio Madre di tutti e quindi la missione prima di ciascuno di noi è di rievocare continuamente e insistentemente, prima di tutto in noi, la misericordia che Dio ha usato mandandoci la Madonna, per abbracciare poi tutti gli altri nello stesso dono. E Lei arriva ad uno ad uno a tutti i cuori che si spalancano. I cuori si sciolgono se sono sinceri. Lo abbiamo visto tantissime volte qui a Medjugorje.. Perchè Le trenta persone, salite sul Podbrdo nell’ultimo pellegrinaggio, alla fine piangevano? Come ci si arriva? E’ il Cuore della Madonna che tocca uno ad uno i cuori in quelle particolarità interiori che nessuno conosce, ma Lei sì. E quindi Lei ci può arrivare e ci arriva. Questo è Medjugorje..

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FONTE: http://medjugorje.altervista.org/doc/altri_doc_medjugorje/62-il-programma-di-Maria-su-di-noi-e-sul-mondo-parte-2.php

Questa vita mi faceva schifo, ma arrivando a Medjugorje.... - Testimonianza


  Già all'età di quattordici anni avevo incominciato a bere e a drogarmi. Dato che non avevo molti soldi per tutto ciò, andavo a rubare. A diciannove anni mi sono reso conto che tutto ciò non quadrava con quello che i miei genitori mi avevano insegnato e questa vita mi faceva schifo. I miei genitori, spesso parlavano a me e a mia sorella di Medjugorje, e ci invitavano a partecipare ai viaggi che loro organizzavano.. Io ero chiuso a ogni proposta ma nel settembre dell'87 mi venne il desiderio di andarvi (...). Durante il viaggio constatai che tutte le persone che vi partecipavano non erano di mio gusto e così quello che dicevano o facevano. Essi pregavano e cantavano (...) ma arrivando a Medjugorje fui subito colpito... una folla strabocchevole camminava a strada piena, tutta gente che arrivava dalla Messa (...).

Il giorno dopo cominciarono le attività del pellegrinaggio. (...) Io guardavo dappertutto e trovavo che le persone avevano l'aria felice (...), capivo che a Medjugorje c'era qualcosa di speciale. Mi sentivo attirato e sentivo una presenza d'amore che mi amava. Cominciai allora a partecipare alle preghiere col gruppo. Non le conoscevo, le ho imparate.
Il mattino del 15 settembre partiamo tutti per fare la Via Crucis sul Kricevac. Alla partenza i miei genitori invitano, chi lo desidera, a togliersi le scarpe e a salire a piedi nudi. Io guardo la montagna e penso: “Sono matti”. Due o tre persone si tolgono le scarpe. Sorpreso e interpellato, le imito pensando che devo mettercela tutta, che non sono venuto fin qui per non fare nulla.
Si comincia a salire (...). Arrivati alla dodicesima stazione tutti si inginocchiano. Anch'io mi metto in ginocchio e incomincio a piangere pur non sapendo perché. Il pianto aumentava sempre più e io mi chiedevo: “Che cosa mi capita qui? Ho fatto le altre stazioni e non ho pianto (...)“. Non capivo più nulla. Intanto una persona ebbe una profezia che diceva: “Una persona del gruppo è guarita dalla droga e da tutto il resto a lei connesso e il Signore le dà la grazia di una conversione straordinaria”. Mentre queste parole venivano dette ho sentito in me una grande pace e gioia. Immediatamente ho cominciato a ringraziare Dio.
E' veramente in questa dodicesima stazione che il Signore si è impadronito di me, mi ha convertito e cambiato di colpo. Non l'ho capito subito, ma poi ho compreso la grandezza di Gesù morto sulla croce (...) Egli è veramente morto sulla croce per salvarci, per salvare me dai miei peccati.
Da quel momento tutto ha cominciato a vivere in me. Ho desiderato con tutto il mio cuore seguire i Suoi comandamenti, ascoltare la Sua Parola, pregare Maria, praticare i Suoi messaggi. Ho capito che, come il giovane ricco, dovevo lasciare le mie cose se volevo seguire Dio. Medjugorje fu per me una seconda vita. Io rinascevo e la mia fede anche. Le confessioni fatte a Medjugorje mi hanno molto aiutato e anche il sentirmi circondato dalla Presenza di Maria (...). Ritornato dai viaggio ho immediatamente fatto ciò che non mi sembrava facile. Il mattino del mio arrivo, visito uno dei mie “compari” (...). Lui fissa lo sguardo sulla croce e la medaglia che avevo al collo. Ho visto subito dai suoi occhi che tutto era finito: io non dovevo più avvicinarmi a lui, sarebbe stato pericoloso per me ricadere. Se un giorno lo decidesse dovrà essere lui a tornare a me. Fu una grazia ma anche una croce. Era il mio migliore amico. Ho smesso anche di ascoltare la musica rock che mi piaceva molto. Ho lasciato la mia ragazza (.,.) perché con lei non potevo più vivere la castità. Altro duro colpo per me ma non avevo altra scelta (...). E' importante per me vivere le leggi e la Parola di Dio: “Felici i cuori puri, perché vedranno Dio”. lo voglio vedere Dio e allora il mio cuore deve essere puro. Il Signore fa meraviglie nella mia vita (...): mi ha dato un lavoro che mi piace molto: sono sagrestano nella chiesa della mia parrocchia da dieci mesi. Per me è una cosa grande perché prima non conservavo un lavoro per più di qualche settimana. Quale grazia mi ha fatto il Signore di lavorare in Sua compagnia, vicino a Lui! Ora cerco di capire qual'è la mia vocazione (...). So in anticipo che là dove Egli mi vuole è là dove sarò più felice. Prego per perseverare nella Sua Via. Quando faccio una balordaggine, con la Sua Grazia, mi rialzo. Lo ringrazio, davanti a voi, di quello che Egli ha fatto, e farà per me. Amen. Alleluia!

STEEVE DALLAIRE (traduz. di Enzo Cobelli, Mantova) 


Fonte: Eco di Medjugorje nr.76

lunedì 28 ottobre 2019

Non c'è una spiegazione scientifica del perché sto camminando.- Testimonianza Medjugorje

Donna Invalida Guarita a Medjugorje


Dopo 18 anni con le stampelle, Linda Christy dal Canada è arrivata a Medjugorje su una sedia a rotelle. I medici non sono in grado di spiegare come abbia potuto lasciarla e camminare sulla collina delle apparizioni. Perché la sua colonna vertebrale è ancora deformata, e anche altri test medici sembrano uguali a com'erano prima che guarisse.


Linda Christy
La scienza medica non può spiegare come Linda Christy dal Canada abbia lasciato la sua sedia a rotelle nel giugno 2010 a Medjugorje, dopo 18 anni con una lesione paralizzante della colonna vertebrale. "Ho sperimentato un miracolo. Sono arrivata su una sedia a rotelle, e ora cammino, come si può vedere. La Beata Vergine Maria mi ha guarito sulla Collina delle Apparizioni" dice Linda Christy a Radio Medjugorje.
Lo scorso anno, nel secondo anniversario della sua guarigione, ha consegnato i suoi documenti medici all'ufficio parrocchiale di Medjugorje. Essi testimoniano di un doppio miracolo: non solo Linda Christy iniziare a camminare, ma la sua condizione fisica-medica rimane anche la stessa di prima.
"Ho portato tutti gli accertamenti medici che hanno confermato la mia condizione, e non c'è una spiegazione scientifica del perché sto camminando. La mia colonna vertebrale è talmente in un cattivo stato tale che ci sono punti in cui non è affatto coerente, un polmone si è spostato sei centimetri, e ho ancora tutte le malattie e le deformità della colonna vertebrale", dice.
"Dopo che il miracolo è avvenuto alla mia spina dorsale, essa è ancora nella stessa povera condizione in cui era, e quindi non vi è alcuna spiegazione medica sul perché posso stare in piedi da sola e camminare dopo che ho camminato con le stampelle per 18 anni, e ha trascorso un anno su una sedia a rotelle".

Fonte:http://madonnadimedjugorje.org/donna-invalida-guarita-medjugorje/

Se hai ricevuto una "guarigione fisica miracolosa" a Medjugorje , ecco cosa devi fare

Guarigioni

Le apparizioni della Regina della Pace sono state e continuano ad essere seguite da numerose guarigioni miracolose, fisiche e spirituali.
Le guarigioni spirituali non possono essere confermate da una documentazione, ma la loro conferma viene data da una vita cristiana quotidiana.
Però per le guarigioni fisiche è possibile fornire una documentazione. In 20 anni di apparizioni, abbiamo ricevuto al santuario 445 relazioni, più o meno ben documentate, su guarigioni miracolose.
Vi preghiamo di comunicarci le vostre esperienze in tal senso, presso l'ufficio parrocchiale di Medjugorje, presso l'ufficio informazioni oppure contattando alcuni sacerdoti presso il santuario.
Potete anche inviarci un resoconto utilizzando il modulo di seguito riportato.

MODULO PER LA NOTIFICA DI AVVENUTA GUARIGIONE FISICA MIRACOLOSA

Data della notifica …………………………
Nome …………………………
Cognome …………………………
Data di nascita …………………………
Nazionalità …………………………
Indirizzo …………………………
Diagnosi …………………………


DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

A) Prove della malattia
  1. Fotocopie dell'attestazione della cura della malattia in questione negli ospedali
  2. Tutte le attestazioni delle visite di controllo fino alla guarigione
  3. Tutti i referti medici delle visite di controllo
  4. Descrizione della terapia e dei farmaci e quanto tutto questo sia stato di aiuto
B. Prove della guarigione
  1. Referti delle visite di controllo dopo la guarigione
  2. Dichiarazione di specialisti sulla condizione attuale
C) Libera descrizione dei fatti
La persona guarita deve fornire tutti i dettagli della guarigione (data, luogo, contesto religioso, periodo di tempo...). 

Fonte:
http://medjugorje.hr/it/fenomeno-di-medjugorje/medjugorje/guarigioni/

domenica 27 ottobre 2019

LA CONFESSIONE: PERCHÉ? COME? - di P. SLAVKO BARBARIC

DAMMI IL TUO CUORE FERITO



CHIEDI ED ASCOLTA
In cerca di una prima risposta alle domande sulla Confessione e continuando a fare le confessioni, ho avuto la possibilità di incontrarmi con il più grande teologo del nostro secolo: Hans Urs von Balthasar. Gli ho detto: "Da quando sono a Medjugorje, ed anche prima, ho incontrato persone che vengono a confessarsi solo per attenersi ai messaggi che invitano a farlo mensilmente, però spesso mi hanno detto: “Non ho niente, ma sono ugualmente venuto a confessarmi”. Ho chiesto dunque al teologo: "Come bisogna comportarsi con questo tipo di pentimenti? Che cosa bisogna dire?" Egli mi ha sorriso ed ha risposto: "Non deve aver paura, padre. Quando dicono che non hanno nulla da confessare, ringraziate insieme ad essi il Signore perché non hanno peccati. E poi fate questa domanda: “Avete in ogni caso amato Dio più di tutte le altre cose? Ed il vostro prossimo come voi stessi?”.
Domanda ed ascolta! Perché, chi può dire di aver amato perfettamente? Finché non può affermare ciò, deve ammettere qualcosa e per questo deve chiedere perdono.
In quel momento ho capito le parole della Sacra Scrittura in cui si dice che anche l'uomo giusto compie il peccato sette volte: "State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproverarlo; ma se si pente, perdonargli. E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: mi pento, tu gli perdonerai" (Lc 17,3-4).
Perché succede facilmente anche quando si dice che non si odia nessuno e che si amano gli altri come se stessi. Si scopre che in verità ancora non si ama Dio più di ogni altra cosa. Penso che non esprimiamo una condanna quando diciamo che nessuno può dire mai: "Il mio amore è perfetto. Il mio sentimento di pace e la volontà di riconciliazione sono così perfetti che posso rispondere sempre più affermativamente alla domanda: “Hai sempre amato Dio più di ogni altra cosa ed il tuo prossimo come te stesso?”
Intanto, si badi bene, questo interrogativo non viene posto per scovare in ogni occasione il peccato, ma viene rivolto per trovare, sempre, il modo di operare un maggior bene. Mi sembra, infatti, che non si sottolinei mai abbastanza che il Cristianesimo non è una ricerca del peccato per poi spaventare l'uomo.
Il Cristianesimo non si è manifestato per giudicare gli uomini, ma è una realtà presente per la sua salvezza. Il Cristianesimo è, inoltre, la Luce che segue le tracce dell'uomo al buio. E' l'amore che si manifesta e salva l'uomo dall'odio, è la pace che si offre all'uomo agitato, è il tutto che si offre all'uomo agitato e torturato. La Carità che si dona a coloro che sono torturati con crudeltà. E' il perdono che si concede all'uomo distrutto dalla sua implacabilità.
Dunque, come il medico non è importante in quanto scopre la malattia, ma in quanto ne conosce la cura, così avviene per la cristianità nei confronti della Confessione. Il medico non è colpevole perché scopre la malattia, è invece degno di lode proprio perché scopre o riesce ad individuare il medicinale appropriato.
Può capitare che talvolta nella mente del malato si presenti il dubbio che la sua malattia sia stata causata dal medico. Ciò non è giusto e non aiuta a guarire dal male. Qualcosa del genere si può dire del Cristianesimo. Non per difenderlo, ma per comprenderlo con maggiore semplicità.
Quando il Cristianesimo parla di peccato o quando invita alla Confessione, non è per svelare il peccato, ma perché desidera offrire salvezza.
Donando salvezza, più facilmente si trova il peccato. Più facilmente si trova l'uomo distrutto. Il Cristianesimo non ha avuto origine da un malato e peccatore, ma da un sano e santo. Al Cristianesimo non serve l'uomo peccatore, ma per manifestarsi gli è assolutamente necessario l'uomo capace di crescere nell'amore ed in tutte le buone virtù.
In altre parole, la mia domanda e la domanda di molti credenti sulla Confessione è molto fondata, se consideriamo la Confessione solo dal punto di vista di un errore o di una trasgressione compiuti. Ma ciò non è la Confessione e neppure la missione universale del Cristianesimo. La Confessione serve ed è motivata come Sacramento della Riconciliazione. Poiché così l'uomo può crescere sino a giungere alla sua immagine di perfezione che è annunciata e realizzata in Gesù Cristo.
"Cari figli! Per questa solennità desidero dirvi di aprire il cuore al Signore di tutti i cuori. Datemi tutti i vostri problemi. Io voglio consolarvi nelle vostre prove. Desidero colmarvi di pace, di gioia e di amore di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!" (20.6.1985). "Cari figli! Vi esorto verso il prossimo, e soprattutto all'amore verso chi vi procura del male. Così, con l'amore, potrete apprezzare le intenzioni del cuore. Pregate ed amate, cari figli: con l'amore potrete fare anche ciò che vi sembrava impossibile. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! " (7.11.1985).

venerdì 25 ottobre 2019

MESSAGGIO DEL 25 OTTOBRE 2019 - MEDJUGORJE

MESSAGGIO DEL 25 OTTOBRE 2019 DELLA REGINA DELLA PACE A MEDJUGORJE...DATO ALLA VEGGENTE MARIJA

Cari figli! Oggi vi invito alla preghiera. 
La preghiera sia il balsamo per la vostra anima perché il frutto della preghiera è la gioia, il dare, il testimoniare Dio agli altri attraverso le vostre vite. 
Figlioli, se vi abbandonate completamente a Dio, Lui si occuperà di tutto,  vi benedirà e i vostri sacrifici avranno senso.
Io sono con voi e vi benedico tutti con la mia benedizione materna. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

giovedì 24 ottobre 2019

Andare in pellegrinaggio nei Santuari ravviva la fede. Ecco perchè....

1. Il Santuario possiede nella Chiesa una «grande valenza simbolica»[1] e farsi pellegrini è una genuina professione di fede. Attraverso la contemplazione dell’immagine sacra, infatti, si attesta la speranza di sentire più forte la vicinanza di Dio che apre il cuore alla fiducia di essere ascoltati ed esauditi nei desideri più profondi.[2] La pietà popolare, che è una «autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del Popolo di Dio»,[3] trova nel Santuario un luogo privilegiato dove poter esprimere la bella tradizione di preghiera, di devozione e di affidamento alla misericordia di Dio inculturati nella vita di ogni popolo.
Fin dai primi secoli, infatti, si pensò al pellegrinaggio anzitutto verso i luoghi dove Gesù Cristo aveva vissuto, annunciato il mistero dell’amore del Padre e, soprattutto, dove si trovava un segno tangibile della sua risurrezione: la tomba vuota. I pellegrini, successivamente, si misero in cammino verso i luoghi dove, secondo le diverse tradizioni, si trovavano le tombe degli Apostoli. Nel corso dei secoli, infine, il pellegrinaggio si estese anche a quei luoghi, diventati ormai la maggioranza, dove la pietà popolare ha toccato con mano la misteriosa presenza della Madre di Dio, dei Santi e dei Beati.[4]
2. I Santuari permangono fino ai nostri giorni in ogni parte del mondo come segno peculiare della fede semplice e umile dei credenti, che trovano in questi luoghi sacri la dimensione basilare della loro esistenza credente. Qui sperimentano in modo profondo la vicinanza di Dio, la tenerezza della Vergine Maria e la compagnia dei Santi: un’esperienza di vera spiritualità che non può essere svalutata, pena il mortificare l’azione dello Spirito Santo e la vita di grazia. Molti Santuari sono stati a tal punto percepiti come parte della vita delle persone, delle famiglie e delle comunità da aver plasmato l’identità di intere generazioni, fino ad incidere sulla storia di alcune nazioni.
Il grande afflusso di pellegrini, la preghiera umile e semplice del popolo di Dio alternata alle celebrazioni liturgiche, il compiersi di tante grazie che molti credenti attestano di aver ricevuto e la bellezza naturale di questi luoghi permettono di verificare come i Santuari, nella varietà delle loro forme, esprimono un’opportunità insostituibile per l’evangelizzazione nel nostro tempo.
3. Questi luoghi, nonostante la crisi di fede che investe il mondo contemporaneo, vengono ancora percepiti come spazi sacri verso cui andare pellegrini per trovare un momento di sosta, di silenzio e di contemplazione nella vita spesso frenetica dei nostri giorni. Un desiderio nascosto fa sorgere in molti la nostalgia di Dio; e i Santuari possono essere un vero rifugio per riscoprire sé stessi e ritrovare la necessaria forza per la propria conversione. Nel Santuario, infine, i fedeli possono ricevere un sostegno per il loro cammino ordinario nella parrocchia e nella comunità cristiana. Questa osmosi tra il pellegrinaggio al Santuario e la vita di tutti i giorni è un valido aiuto per la pastorale, perché le consente di ravvivare l’impegno di evangelizzazione mediante una testimonianza più convinta. Pertanto, camminare verso il Santuario e partecipare alla spiritualità che questi luoghi esprimono sono già un atto di evangelizzazione, che merita di essere valorizzato per il suo intenso valore pastorale.[5]
4. Per sua stessa natura, dunque, il Santuario è un luogo sacro dove la proclamazione della Parola di Dio, la celebrazione dei Sacramenti, in particolare della Riconciliazione e dell’Eucaristia, e la testimonianza della carità esprimono il grande impegno della Chiesa per l’evangelizzazione; e perciò si caratterizza come genuino luogo di evangelizzazione, dove dal primo annuncio fino alla celebrazione dei sacri misteri si rende manifesta la potente azione con cui opera la misericordia di Dio nella vita delle persone.
Attraverso la spiritualità propria di ogni Santuario, i pellegrini sono condotti con la “pedagogia di evangelizzazione” [6] ad un impegno sempre più responsabile sia nella loro formazione cristiana, sia nella necessaria testimonianza di carità che ne scaturisce. Il Santuario, inoltre, contribuisce non poco all’impegno catechetico della comunità cristiana;[7] trasmettendo, infatti, in modo coerente ai tempi il messaggio che ha dato inizio alla sua fondazione, arricchisce la vita dei credenti, offrendo loro le ragioni per un impegno nella fede (cfr 1 Ts 1,3) più maturo e consapevole. Nel Santuario, infine, si spalancano le porte ai malati, alle persone disabili e, soprattutto, ai poveri, agli emarginati, ai rifugiati e migranti.
5. Alla luce di queste considerazioni risulta chiaro che i Santuari sono chiamati a svolgere un ruolo nella nuova evangelizzazione della società di oggi e che la Chiesa è chiamata a valorizzare pastoralmente le mozioni del cuore che si esprimono attraverso le peregrinazioni ai Santuari e ai luoghi di devozione.
Perciò, volendo favorire lo sviluppo della pastorale che viene svolta nei Santuari della Chiesa, ho deciso di trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in virtù dell’art. 97, 1° della Cost. ap. Pastor Bonus, erano finora attribuite alla Congregazione per il Clero e anche quelle previste nell’art. 151 della medesima Costituzione riguardo ai viaggi per motivi di pietà, senza pregiudizio, però, dei compiti delle legittime Autorità ecclesiastiche e di quelli che, in virtù di leggi speciali, spettano ad altri organismi nei confronti di determinati Santuari.
Di conseguenza, stabilisco che in avvenire sarà compito del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione:
a) l’erezione di Santuari internazionali e l’approvazione dei rispettivi statuti, a norma dei cann. 1232-1233 CIC;
b) lo studio e l’attuazione di provvedimenti che favoriscano il ruolo evangelizzatore dei Santuari e la coltivazione in essi della religiosità popolare;
c) la promozione di una pastorale organica dei Santuari come centri propulsori della nuova evangelizzazione;
d) la promozione di incontri nazionali e internazionali per favorire un’opera comune di rinnovamento della pastorale della pietà popolare e del pellegrinaggio verso luoghi di devozione;
e) la promozione della specifica formazione degli operatori dei Santuari e dei luoghi di pietà e devozione;
f) la vigilanza affinché venga offerta ai pellegrini, nei luoghi di percorrenza, una coerente e sostenuta assistenza spirituale ed ecclesiale che permetta il maggiore frutto personale di queste esperienze;
g) la valorizzazione culturale e artistica dei Santuari secondo la via pulchritudinis quale modalità peculiare dell’evangelizzazione della Chiesa.
Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera apostolica in forma di Motu Proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria anche se degna di particolare menzione, e stabilisco che venga promulgato mediante la pubblicazione sul quotidiano L’Osservatore Romano, entrando in vigore quindici giorni dopo la promulgazione, e quindi inserito negli Acta Apostolicae Sedis.
Dato nella Città del Vaticano l’11 febbraio 2017,
Memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes, anno IV di Pontificato.


FRANCESCO

Medjugorje è un boccone amaro per satana ed è una fortezza contro di lui- Intervista all'esorcista Padre Amorth




 "I satanisti credono alla presenza reale di Gesù nell'eucaristia più dei cattolici."

Un portavoce del gruppo satanico, Adam Daniels, ha affermato che “tutta la base della ‘messa’ [satanica] è che prendiamo l’ostia consacrata e le diamo una ‘benedizione’ o un’offerta a Satana. La censuriamo (penso che intenda usando incenso), facendo tutte quelle cose che vengono normalmente fatte per benedire un sacrificio, con l’ostia che è ovviamente corpo di Cristo. Poi la prendiamo e la riconsacriamo, o lo fa il Demonio…”

 Ecco allora un’affermazione della Scrittura, che dice “Anche i demòni lo credono e tremano!” (Giacomo 2,19).

 Come possono attestare molte persone che hanno assistito ad esorcismi, l’acqua benedetta, le reliquie, la croce dell’esorcista, il tocco della stola di un sacerdote e così via hanno un enorme potere di affliggere i demoni e spingerli ad andare via, e tuttavia molti cattolici e altri non tengono conto di questi elementi sacramentali (così come dei sacramenti), usandoli con noncuranza, raramente o per niente. Molti, anche fedeli cattolici, pensano che abbiano uno scarso significato. Ma per i demoni non è così. È vergognoso che i demoni a volte manifestino più fede (per paura) in queste cose dei credenti, che dovrebbero riverirle per fede amorevole. Perfino questo satanista dell’Oklahoma riconosce che Gesù è realmente presente nell’Eucaristia e cerca un’ostia per quel motivo, anche se ovviamente per scopi nefasti e perversi.

Il Signore è realmente presente nell’Eucaristia? Dovreste crederci, ci credono anche i demoni!

 Oggi satana ha le mani libere. Questo non significa che sia più potente che in passato, ma le porte sono completamente aperte a lui. In primo luogo, noi viviamo in un periodo di poca fede. E' matematico: quando cala la fede, cresce la superstizione. Quando abbandoniamo Dio, ci dedichiamo alle pratiche che aprono le porte a satana. Non c'è dubbio che i mezzi di comunicazione di oggi abbiano fatto molto in favore di satana, innanzitutto con l'immoralità di certi spettacoli, con l'abbondanza delle pellicole che mostrano violenza, orrore o sesso. Oltre a questo, i media hanno messo in primo piano e reso popolari indovini e maghi e così hanno pubblicizzato le loro opere. 


I sacerdoti in generale credono molto poco nell'azione straordinaria di satana. Se il vescovo propone loro di fare degli esorcismi, sono spaventati, come se pensassero "se lascio in pace il diavolo, lui lascerà in pace me. Se lo combatto, lui mi attaccherà". Questo è sbagliato. Più combattiamo satana, più lui ha paura di noi. 


 Nei messaggi della Madonna  Lei parla di satana. Ne parla spesso. Sottolinea che satana è potente e che vuole distruggere i Suoi piani. Ci invita a pregare, a pregare, a pregare. 

 Nei Suoi messaggi, la Madonna ci parla del Rosario, dell'Adorazione del Santissimo Sacramento, della preghiera di fronte alla Croce, e ci dice perfino che attraverso la preghiera le guerre si possono fermare.

Don Gabriele Amorth:Sì. Attraverso la preghiera, possiamo perfino fermare le guerre. Ho sempre inteso Medjugorje come una continuazione di Fatima. Secondo le parole della Madonna a Fatima, se avessimo pregato e digiunato, non ci sarebbe stata la Seconda Guerra Mondiale. Non l'abbiamo ascoltata e quindi c'è stata una guerra. Anche qui a Medjugorje, la Madonna ci invita spesso alla preghiera per la pace. Nelle Sue apparizioni, la Madonna si presenta sempre sotto un diverso nome per mostrare l'obiettivo delle Sue apparizioni. A Lourdes, si è presentata come l'Immacolata Concezione, a Fatima come la Regina del Santo Rosario. Qui a Medjugorje, la Madonna si è presentata come la Regina della Pace. Ricordiamo tutti le parole "Mir, mir, mir" (pace, pace, pace) che erano scritte in cielo proprio all'inizio delle apparizioni. Vediamo chiaramente che l'umanità sta correndo il rischio di una guerra, e la Madonna insiste sulla preghiera e su una vita cristiana per ottenere la pace.

Nei Suoi messaggi, la Regina della Pace sottolinea anche il digiuno, che è un po' dimenticato nella Chiesa. Parla del digiuno secondo quanto è scritto nel Vangelo, ovvero che attraverso il digiuno e la preghiera possiamo eliminare l'influenza di satana.

Don Gabriele Amorth:E' vero. Prima a Fatima ed ora a Medjugorje, la Madonna parla spesso di preghiera e di digiuno. Io penso che questo sia molto importante, perché oggigiorno gli uomini inseguono lo spirito del consumismo. L'umanità cerca di evitare ogni tipo di sacrificio e questo la espone al peccato. Per una vita cristiana, oltre alla preghiera, abbiamo bisogno di una certa austerità nella vita. Se non c'è una vita austera, non c'è perseveranza nella vita cristiana. Ti faccio un esempio. Oggi le famiglie si disgregano così facilmente. Si celebrano i matrimoni, ma le coppie divorziano facilmente. Questo accade perché non siamo più abituati al sacrificio. Per vivere insieme, dobbiamo essere in grado anche di accettare i difetti dell'altro. La mancanza dello spirito di sacrificio deriva dal fatto che non viviamo la vita cristiana in pieno. Vediamo con quanta facilità sono commessi gli aborti, questo a causa della mancanza della prontezza a fare il sacrificio di educare i figli. Ecco che la prima ragione del matrimonio è stata distrutta. Perché non c'è l'abitudine a fare sacrifici. Solo se siamo abituati a sacrificare noi stessi, saremo in grado di vivere una vita cristiana.

I frutti di Medjugorje sono numerosi. Le conversioni sono numerose. Un teologo ha detto che qui il Paradiso è sceso sulla terra. La Madonna ci invita ad abbandonarci completamente a Lei così può portarci a Gesù. Non è questa l'essenza della vita cristiana?

Don Gabriele Amorth:Senza dubbio! Medjugorje è davvero un posto dove uno impara a pregare, ma anche a sacrificarsi, dove la gente si converte e cambia la propria vita. L'influenza di Medjugorje è mondiale. E' sufficiente pensare a quanti gruppi di preghiera sono sorti grazie all'ispirazione di Medjugorje. Conduco anche io un gruppo di preghiera, che è stato fondato nel 1984. Questo gruppo ha già 18 anni. Passiamo un pomeriggio come se fossimo a Medjugorje. Ci sono sempre 700 o 750 persone. Meditiamo sempre il messaggio della Madonna del 25 del mese ed io leggo sempre il messaggio in relazione ad un insegnamento del Vangelo, perché la Madonna non dice nulla di nuovo. Lei ci invita a fare quello che Gesù fece. I gruppi come il mio esistono in tutto il mondo.

E' vero che Medjugorje è un boccone amaro per satana?

Don Gabriele Amorth:Sicuramente. Medjugorje è una fortezza contro satana. Satana odia Medjugorje perché è un luogo di conversione, di preghiera, di trasformazione della propria vita.

Ci daresti un tuo consiglio finale?

Don Gabriele Amorth:Il "testamento" di Maria, le Sue ultime parole scritte nel Vangelo, sono "fate ciò che Lui vi dirà". Qui a Medjugorje, la Madonna insiste ancora che le leggi del Vangelo siano rispettate. L'Eucaristia è al centro di tutti i gruppi di Medjugorje, perché la Madonna porta sempre a Gesù. Questo è la Sua principale preoccupazione: farci vivere le parole di Gesù. Questo è ciò che auguro a ciascuno. Possa l'Immacolata intercedere per voi, così che la benedizione di Dio possa discendere su tutti voi nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen! 


Fra Dario Dodig

mercoledì 23 ottobre 2019

Ciò che avvenne a Medjugorje cambiò radicalmente la mia vita - Testimonianza

Dopo 31 anni... lì, la Madonna mi fece sentire con "potenza" la sua presenza..e ciò che avvenne cambiò radicalmente la mia vita e quella di mia famiglia.
Fui trascinata in quel luogo da una comunità carismatica (dopo la separazione da mio marito) che per raggiungere chissà quali emozioni, aveva abbandonato me e mio figlio..avevo conosciuto..nei sei anni di separazione e dopo l'annullamento della sacra Rota.. . stavo per risposarmi con un avvocato.. ma non ero serena.. chiedevo a Maria di indicarmi la strada giusta.
I miei amici durante i quattro giorni vissuti in quel posto, erano felici, molti avevano avuto grandi segni, sentito profumi, visto il sole pulsare.
Io non avevo ne visto né sentito nulla, ma non immaginavo cosa mi stesse per succedere. La mattina presto, pronti per la partenza....sento il bisogno potente di entrare in chiesa.. ero sola. Ringraziando comunque per l'esperienza anche se SENZA RISPOSTE per me.. sento una voce di donna.. giovane.. che mi sussurra: TU SARAI LA CONVERSIONE non solo per PER LA TUA famiglia ma anche di ALTRE FAMIGLIE.
  Ero certa di essere vittima di una suggestione..guardando la statua della Madonna,  chiedo una conferma di ciò che avevo sentito..e all' improvviso il flash della macchina fotografica che tenevo in  borsa e che si era completamente frantumato sulla montagna la mattina ..si accende di una luce tanto forte da vedersi fuori dalla Chiesa...Venni raggiunta dagli amici ..ma immaginate il mio stato...piangevo e tremavo..dall'emozione...non capivo cosa intendesse  la Madonna. Ma al ritorno mio marito mi chiamò con una scusa e vedendomi iniziò a piangere e a chiedere perdono. Quella era la risposta, dovevo rinunciare alla mia vita per la sua salvezza...aveva in questi anni tentato anche il suicidio.....solo per grazia si può accettare ciò.. siamo tornati insieme da 25 anni e da allora la nostalgia di quel posto è sempre stata tanta .
Fonte:https://www.facebook.com/groups/823783064320986/?hc_ref=ARSSLTTJDEAF-CNF7lWXuaJJlyLauTF5psxkjirsw3ToL4aBABdlzeQibAxyNUxNJQU