Messaggio, 25 febbraio 2018
"Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti ad aprirvi e a vivere i comandamenti che Dio vi ha dato affinché, attraverso i sacramenti, vi guidino sulla via della conversione. Il mondo e le tentazioni del mondo vi provano; voi, figlioli, guardate le creature di Dio che nella bellezza e nell'umiltà Lui vi ha dato, ed amate Dio, figlioli, sopra ogni cosa e Lui vi guiderà sulla via della salvezza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Vivere attraverso i Dieci Comandamenti dati da Dio non solo a Mosè, ma anche a noi, agli uomini e alle donne di ogni tempo.
Che senso hanno per noi queste Dieci Parole? Che cosa dicono al nostro tempo agitato e confuso che sembra voler fare a meno di Dio?
I Dieci Comandamenti sono un dono di Dio. La parola “comandamento” non è di moda; all’uomo d’oggi richiama qualcosa di negativo, la volontà di qualcuno che impone limiti, che mette ostacoli alla vita. E purtroppo la storia, anche recente, è segnata da tirannie, da ideologie, da logiche che hanno imposto e oppresso, che non hanno cercato il bene dell’uomo, bensì il potere, il successo, il profitto. Ma i Dieci Comandamenti vengono da un Dio che ci ha creati per amore, da un Dio che ha stretto un’alleanza con l’umanità, un Dio che vuole solo il bene dell’uomo. Diamo fiducia a Dio! Fidiamoci di Lui! I Dieci Comandamenti ci indicano una strada da percorrere, e costituiscono anche una sorta di “codice etico” per la costruzione di società giuste, a misura dell’uomo.
"Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti ad aprirvi e a vivere i comandamenti che Dio vi ha dato affinché, attraverso i sacramenti, vi guidino sulla via della conversione. Il mondo e le tentazioni del mondo vi provano; voi, figlioli, guardate le creature di Dio che nella bellezza e nell'umiltà Lui vi ha dato, ed amate Dio, figlioli, sopra ogni cosa e Lui vi guiderà sulla via della salvezza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Vivere attraverso i Dieci Comandamenti dati da Dio non solo a Mosè, ma anche a noi, agli uomini e alle donne di ogni tempo.
Che senso hanno per noi queste Dieci Parole? Che cosa dicono al nostro tempo agitato e confuso che sembra voler fare a meno di Dio?
I Dieci Comandamenti sono un dono di Dio. La parola “comandamento” non è di moda; all’uomo d’oggi richiama qualcosa di negativo, la volontà di qualcuno che impone limiti, che mette ostacoli alla vita. E purtroppo la storia, anche recente, è segnata da tirannie, da ideologie, da logiche che hanno imposto e oppresso, che non hanno cercato il bene dell’uomo, bensì il potere, il successo, il profitto. Ma i Dieci Comandamenti vengono da un Dio che ci ha creati per amore, da un Dio che ha stretto un’alleanza con l’umanità, un Dio che vuole solo il bene dell’uomo. Diamo fiducia a Dio! Fidiamoci di Lui! I Dieci Comandamenti ci indicano una strada da percorrere, e costituiscono anche una sorta di “codice etico” per la costruzione di società giuste, a misura dell’uomo.
I NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME
"Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande ed il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso."
Matteo 22,36
"Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perchè senza di me non potete far nulla".
Giovanni 15,5
"Cari figli! Oggi vi invito a vivere, nel corso di questa settimana, le seguenti parole: IO AMO DIO!
Cari figli, con l'amore voi conseguirete tutto, anche ciò che ritenete
impossibile. Dio desidera da questa parrocchia che gli apparteniate
completamente. E così desidero anch'io.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!".
Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje il 28.2.1985
"Cari figli, oggi vi invito affinchè ciascuno di voi cominci di nuovo ad amare prima Dio che ha salvato e redento ognuno di voi e dopo i fratelli e le sorelle che vi sono vicini.
Senza amore, figlioli, non potete crescere nella santità e non potete fare opere buone.
Perciò, figlioli, pregate, pregate senza sosta perchè Dio vi riveli il suo amore.
Io vi ho invitati tutti ad unirvi a me e ad amare.
Anche oggi sono con voi e vi invito a scoprire l’amore nei vostri cuori e nelle vostre famiglie.
Affinchè Dio possa vivere nei vostri cuori, dovete amare.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje il 25 novembre 1995
L’insegnamento della Sacra Scrittura e della
Madonna, che ovviamente conferma sempre la Parola di Dio, è chiaro. Il
comandamento più importante è il primo: l’amore verso Dio, da cui deriva
l’amore verso il prossimo. Sembrerebbe talmente ovvio da non richiedere
alcun chiarimento al riguardo. Purtroppo non è così, tant’è che il
Signore e la Madonna hanno persino costretto un prete dannato (Verdi
Depardieu) a spiegarlo durante alcuni esorcismi(1): "Si parla troppo
dell’amore del prossimo e si dimentica che l’amore del prossimo deriva
solo dal perfetto amore di Dio. Perchè parlare sempre di amore del
prossimo, di riconciliazione e di reciproca comprensione se si dimentica
il principale comandamento a questo proposito? Il primo ed il più
grande comandamento è: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima e con tutte le tue forze".
Da questo ribaltamento deriva una serie di
problemi e di atteggiamenti anticristiani operati, spesso in buona fede,
anche da quanti sono convinti di agire cristianamente. Senza
dimenticare certi moderni mercanti del tempio!
La Madonna a Fatima mise in guardia l’umanità contro
l’eresia comunista(2). Proprio i paesi che hanno sperimentato tale
eresia giunta al potere hanno vissuto esperienze infernali: nel nome
della solidarietà sociale furono creati i gulag ed i manicomi per gli
oppositori ed attivate le persecuzioni nei confronti dei cristiani.
Purtroppo la carenza di preghiere ha provocato un aumento progressivo
del peccato personale e sociale, spalancando le porte ad un’eresia che
non solo ha invaso ogni strato sociale, ma è penetrata anche in molti
settori del clero. Di conseguenza, anzichè occuparsi primariamente dei
veri poveri, di coloro cioè che non conoscono o non amano Cristo, molti
cristiani, compresi numerosi sacerdoti, si sono impegnati, ispirandosi
direttamente od indirettamente alle idee del massone Carlo Marx,
esclusivamente nel sociale, creando istituzioni od associazioni che
somigliano alle ASL. Pensiamo ad esempio ad alcuni centri di recupero
dalla droga in cui non viene predicato primariamente Cristo; non viene
offerta la Bibbia, ma si fornisce quasi esclusivamente un sostegno umano
intriso di buone intenzioni, ma asfittico se privo del Vangelo da cui
scaturisce la vera libertà dalla droga, dalle malattie, dalla
possessione diabolica(3). Papa Leone XIII ci aveva avvisati, mediante
due encicliche fondamentali(4), riguardo a questo pericolo: questa umana
filantropia che non risolve alla radice i problemi. Ed ecco che il
prete dannato Verdi Depardieu è costretto da Dio ad affermare: "E’
una messinscena, completamente riuscita, della massoneria il dire
sempre: amore del prossimo, vivere nella carità, rappacificarsi l’un
l’altro, perdonarsi e sostenersi a vicenda. E dove arrivano? Dove si
arriva con questo sostegno e questa riconciliazione? Guardate la
quotazione dei suicidi! Se questi uomini vedessero dov’è davvero il
principale comandamento! Certo, è detto nel primo e più grande
comandamento: "...E il prossimo tuo come te stesso", ma ciò viene dopo:
"Amerai il Signore Dio Tuo"....Si deve cominciare soltanto qui. Si deve
praticare di nuovo il principale comandamento...".(5) Infatti
proprio in un’epoca in cui molte bocche di sepolcri imbiancati
proclamano la solidarietà ai quattro venti, la caduta dei valori tocca
il massimo storico: pornografia, omosessualità, baby killer, violenza
privata e pubblica, corruzione, aborti, adulteri, manipolazioni
genetiche, disinformazione satanica ecc. Eccetto il papa, chi predica ad
es. contro l’adulterio, peccato gravissimo condannato dal sesto
comandamento e da numerosi passi biblici (Esodo 20,14 - Matteo 5,27) in
quanto causa di crisi personali, familiari e sociali? Chi, eccetto il
papa e rare eccezioni, predica contro l’aborto? Anche in ambito
cattolico ci si scaglia ad esempio contro la pena di morte nei confronti
di delinquenti che si sono macchiati di orrendi delitti, dimenticandosi
che il Catechismo della Chiesa Cattolica (espressione del Magistero
della Chiesa, la cui prefazione è stata firmata da Giovanni Paolo II nel
1992) la ritiene lecita "....nei casi di estrema gravità..." (Cap.
2266), e non si interviene, con egual forza e determinazione, contro il
moderno genocidio: l’aborto!
In nome di siffatta solidarietà si è giunti al punto
di garantire in un ospedale del Nord Italia la possibilità di abortire e
non di partorire(6).
Invece Gesù, il maestro vero di ogni cristiano, prima predicava il Vangelo
(Marco 1,15) eppoi guariva, liberava dai demoni e forniva
l’alimentazione a chi, da due giorni, era digiuno per ascoltarlo.
L’apostolo delle genti S. Paolo adotta emblematicamente uno schema di
comportamento che mira innanzitutto a distribuire la parola di
Gesù: rimedio per ogni male e necessità; secondariamente impone le mani
ed esorcizza nel nome di Gesù diffondendone ovunque, come testimone
credibile, la Sua realtà concreta in mezzo a noi(7). Il compito di ogni
credente(8), non solo quindi dei sacerdoti, è quello di predicare un
Gesù vivo e reale, non un personaggio storico! E lo deve fare negli
ambiti in cui è chiamato a vivere: famiglia, lavoro, conoscenze
occasionali che lo Spirito Santo predispone.
La Madonna a Fatima chiede sacrifici e preghiere per
salvare anime dall’inferno: principale opera di carità. Il resto è
secondario e corollario al rapporto con Dio. Quante conversioni
miracolose avvengono a Lourdes ed in altri santuari, specialmente
mariani. Vera conversione significa porre Dio e la Sua parola al primo
posto nella propria vita individuale e familiare mediante la preghiera e
la frequenza ai Sacramenti.
Gli stessi messaggi di Medjugorje tendono, nella loro
globalità, a riproporre, quale rimedio alla moderna eresia diabolica,
il primato del rapporto con Dio, da cui scaturisce ogni altro amore,
anche verso la natura: "Cari Figli! Oggi come non mai vi invito a
pregare. La vostra vita diventi in pienezza preghiera. Senza amore voi
non potete pregare. Percio' vi invito per prima cosa ad amare Dio
Creatore della vostra vita; dopo riconoscerete ed amerete Dio in tutti,
come Lui ama voi. Cari Figli, questa e' grazia, che io possa essere
con voi. Percio' accettate e vivete i miei messaggi per il vostro bene.
Io vi amo e percio' sono con voi per insegnarvi e condurvi verso una
vita nuova: quella della rinuncia e della conversione. Solo cosi'
scoprirete Dio e tutto quello che adesso vi e' lontano. Percio' pregate,
Figlioli!
Grazie per aver risposto al mio invito".
È scritto nel libro dell'Esodo: "Io sono il
Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla
condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti
farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò
che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.
Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il
Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri
nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi
odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per
quelli che mi amano e osservano i miei comandi" (Libro dell'Esodo
20,2-6).
Nel primo comandamento Dio ci chiede il nostro
amore reverenziale, dovuto alla grandezza della sua maestà divina e
alla povertà della nostra natura umana. Troppe volte, infatti, ci
dimentichiamo di rendere culto a Dio, noi che ci crediamo dèi; mentre
in realtà, se non abbiamo lo spirito vivificato dalla grazia, siamo
solo polvere (Vangelo di Giovanni 6,63).
Sempre dobbiamo dire: "Non abbiamo altro dio
all'infuori di Te, Signore". Dircelo mattina e sera, a mezzogiorno e a
mezzanotte, quando mangiamo e quando beviamo, quando ci corichiamo e
quando ci svegliamo, quando lavoriamo e quando riposiamo. Nella salute e
nella malattia, nel dolore e nella gioia, nella giovinezza e nella
vecchiaia, nella compagnia e nella solitudine, nell'impiego e nello
svago. Sempre! (Libro del Deuteronomio 6,6- 7).
Dall'umile filo d'erba alla splendidissima
stella, dal misero granello di polvere all'immensità dello spazio,
dalla mattutina goccia di rugiada alla grandezza dei mari, tutto canta:
"Io sono il Signore, tuo Dio". Non vi è attimo del giorno in cui Egli
non faccia risuonare queste parole, poiché l'universo è frutto del suo
amore creativo: "Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in
lui" (Lettera di San Paolo ai Colossesi 1,17).
La Divina Presenza soffia nella voce dell'aria,
canta nel gorgoglio dell'acqua, profuma nell'odore dei fiori, s'incide
sui pendii dei monti, s'innalza nel turbine dei venti; sussurra,
parla, chiama, rimprovera, illumina, insegna, assiste, ama. Anche nella
coscienza, che è in ogni persona, Dio alza la sua voce e proclama: "Io
sono il tuo Signore e il tuo Dio! Non questo oro che adori, questo
corpo che nutri, questa donna che ami, questo cibo che mangi, questo
lavoro che produci, questo potere che sfrutti, questa persona che
conosci, questo padrone che servi, questo tempo che usi, questo mondo
che abiti": "Volgetevi a me e sarete salvi, paesi tutti della terra,
perché io sono Dio; non ce n'è altri" (Libro del profeta lsaia 45,22).
Il denaro, il corpo, il cibo, la bevanda, il
sesso, non sono Dio! Il lavoro, il successo, le opere del genio umano,
il progresso, la tecnica, il mondo, non sono Dio! Il benessere, le
proprietà, gli affari, il potere, la cultura, l'affermazione di sé, la
salute, non sono Dio! Uno solo è il Signore: Colui che ci ha dato
questa vita materiale per meritarci la Vita che non muore; Colui che ci
ha dato vesti, cibo, lavoro, affetti, dimora, capacità e ogni cosa;
Colui che ci ha dato l'intelligenza per capire, la volontà per volere,
la libertà per scegliere; Colui che ci ha dato la facoltà di amare e la
gioia di essere amati; Colui che ci ha dato la vocazione di essere
santi e la grazia di essere salvati.
Il primo comandamento ci permette di essere
simili a Dio: "Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo" (Salmo
81,6; Vangelo di Giovanni 10,34), ma solo se osserviamo la sua legge e
viviamo nel suo amore. Se infatti ci creiamo un nostro regno in cui
vivere e godere, perdiamo il regno vero e ci priviamo della grazia.
Poiché non si può servire insieme l'errore e la verità, la morte e la
vita, la luce e la tenebra, il bene e il male, il peccato e la virtù
(Vangelo di Matteo 6,24).
Difficilmente chi non si tiene unito a Dio con
costanza e preghiera saprà rimanere libero dagli dèi del mondo! Se
invece lo ameremo, riconoscendolo come nostro Signore, non peccheremo,
perché chi ama non vuol dare dolore all'amato. Inoltre, riconoscere Dio
come nostro unico Signore è un segno di fede e di umiltà, virtù che
portano alla salvezza: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il
regno dei cieli" (Vangelo di Matteo 5,3), "Chi si umilia sarà esaltato"
(Vangelo di Luca 18,14), "Chi crede ha la vita eterna" (Vangelo di
Giovanni 6,47).
Non alziamo altari a dèi non veri come fece il
popolo d'Israele! (Libro dell'Esodo 32,31)! Non andiamo in cerca di
teorie e religioni diverse da quelle proposte dalla fede cattolica! Non
ricorriamo a cartomanti ed a pratiche superstiziose contrarie alla
fede! Ma fidiamoci del Signore nostro Dio, a Lui solo ubbidiamo e Lui
solo adoriamo sull'altare vivo del nostro cuore. Gesù ha detto: "Solo
al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai" (Vangelo di Luca
4,8). Come afferma il Catechismo: "Adorare Dio è riconoscere, nel
rispetto e nella sottomissione assoluta, il nulla della creatura, la
quale non esiste che per Lui. Adorare Dio è, come Maria nel Magnificat,
lodarlo, esaltarlo e umiliare se stessi, confessando con gratitudine
che egli ha fatto grandi cose e che santo è il suo nome. L'adorazione
del Dio Unico libera l'uomo dal ripiegamento su se stesso, dalla
schiavitù del peccato e dall'idolatria del mondo" (Catechismo della
Chiesa Cattolica 2097).
Proprio sul dovere di mettere sempre il Signore
al primo posto e di osservare la sua legge, un giorno una persona
domanda a Gesù: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita
eterna?". Prima di rispondere Gesù gli ricorda che "solo Dio è buono",
perché è il bene in assoluto e la sorgente di ogni bene. Poi gli dice:
"Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non
rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la
madre" (Vangelo di Marco 10,17-19). Similmente a un dottore della
legge che gli chiede qual è il più grande comandamento, Gesù risponde:
"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e
con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei
comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo
come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i
Profeti" (Vangelo di Matteo 19,16-17, 22,36-40).
È sempre Dio il fine di ogni azione e il senso
di ogni fine. Egli sta sempre di fronte a noi! È il nostro Creatore. Il
nostro Salvatore. Colui che ci ama. L'origine, il senso e il fine
della nostra vita. Chi accoglie la sua parola vivrà per sempre: "Se uno
osserva la mia parola, non vedrà mai la morte" (Vangelo di Giovanni
8,51). Perciò abbiamo il dovere di accettare Dio come nostro Salvatore,
di accogliere le sue parole e di aderire ai suoi comandi, riconoscendo
la sua buona Autorità e la sua autorevole Bontà. Ecco perché, nella
Bibbia, Dio inizia e conclude sempre i suoi interventi con la formula:
"Io sono il Signore!" (Libro dell'Esodo 6,8; 12,2; Libro del Levitico
18,5; 19,18.37, Libro del profeta lsaia 42,8; 43,11; 45,5; Catechismo
della Chiesa Cattolica 2086).
L'amore di Dio è messo al primo posto, perché
senza il Signore non siamo nulla e non possiamo far nulla (Salmo 38, 6,
Libro del profeta lsaia 40, 6, Vangelo di Giovanni 15,5-6; Lettera di
San Paolo ai Romani 14,78).
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