.... tutti vogliono portare i messaggi della
Madonna, vogliono sapere le risposte dei veggenti, vogliono sapere tutte
le notizie e sempre si sentono troppo poco nutriti di queste notizie,
c'è sempre una curiosità di sapere di più, di conoscere di più, di
imparare di più. Io questo lo vedo come un problema, perché i messaggi
della Madonna si accolgono e si mettono nelle cassette, dentro il nostro
cervello e rimangono lì. Ma noi dobbiamo andare oltre i messaggi,
perché i messaggi sono il punto di partenza, non il punto di arrivo. Se i
messaggi sono il punto di arrivo, allora tutto il processo del cammino,
del cambiamento e della conversione è già finito.
Non abbiamo fatto
nulla.
Noi abbiamo anche la Scrittura, ma purtroppo
se è messa nelle cassette, se è messa nei libri, è una parola morta. Voi
capogruppo, responsabili, in modo particolare dovete stare attenti,
dovete andare oltre i messaggi. Gesù ci ha insegnato come dobbiamo
accettare i messaggi. Nella parabola del seminatore dice: « Le persone
che ascoltano la Parola, ma non la capiscono, sono come il chicco di
grano che è caduto sulla strada, allora viene satana a portarla via ».
Ecco,
se abbiamo accolto i messaggi della Madonna soltanto con le orecchie,
se non li abbiamo capiti, se non siamo andati oltre, allora non possono
dare i frutti. Dio vuole portarci avanti, cioè non soltanto a capire i
messaggi, ma ad essere spinti a capire il Vangelo, a capire il momento
della storia. 1 messaggi ci portano avanti a comprendere il parlare di
Dio all'uomo, che può essere diversissimo. Dio non parla soltanto
attraverso i veggenti, attraverso i doni speciali, ma parla anche
attraverso il nostro cuore, attraverso la nostra riflessione, attraverso
tutto l'essere.
Allora i messaggi devono portarci
avanti per conoscere questa possibilità di comunicare con Dio e di
entrare in contatto con Dio, nell'intimità con lo Spirito Santo che ce
li interpreta dentro i cuori.
Voglio ora sottolineare
il silenzio come il momento più profondo nel quale noi possiamo capire
la Parola di Dio, quando proprio dentro di noi possiamo sentire quello
che Dio vuole, quello che Dio dice attraverso i messaggi.
Un
altro punto che vorrei ricordare è quello che è sottolineato in modo
particolare adesso nei gruppi di preghiera: l'umiltà. Se voi volete
rileggere i messaggi della Madonna dell'anno scorso, vedrete come molti
sottolineano la battaglia che si conduce tra satana e la Madonna.
Ultimamente diverse volte la Madonna ha detto al gruppo di preghiera: «
Siate i miei imitatori, combattete contro satana ».
Voi
capogruppo, responsabili, dovete esserlo in modo particolare. Ma qui si
fa una domanda: come fare la battaglia contro satana? Io voglio
sottolineare proprio questo aspetto. Satana da parte sua si presenta
come un potente, si dichiara anche onnipotente, vi promette tutto, a
volte sembra anche più forte di noi, ci schiaccia, ci promette sempre la
vittoria, offre, ma è una vittoria momentanea per ingannare; offre una
potenza qui sulla terra. La Madonna dice soltanto: umiltà.
Nella prima domenica di Quaresima ho scoperto quello che
ci spiegavano la Madonna e Gesù attraverso i veggenti, e per la
prima volta, ho scoperto una dimensione di satana, quando si è
avvicinato a Gesù nella seconda tentazione: « Ti darò tutta questa
potenza, la gloria dei regni, perché è stata messa nelle mie mani ed io
la do a chi voglio ». Satana dichiara di aver ricevuto tutto il potere
sui regni della terra e può darlo a chi vuole; satana ha ricevuto una
potenza e offre a Gesù questa potenza, ma Gesù non la vuole, Gesù rimane
umile. Se volete seguire questa tentazione dall'inizio alla fine c'è
satana che promette, offre anche la possibilità di fare miracoli: « Fa'
che queste pietre diventino pane; ti darò questo potere, salta dal
Tempio... », ma Gesù non accetta, Gesù rimane umile, senza questo
potere, anche senza il potere miracoloso.
Ma che
cos'è l'umiltà di Gesù? È stare nel Padre, essere radicato nel Padre.
Gesù può vivere senza la potenza, ma non può vivere senza il Padre: si è
abbandonato al Padre, si sottomette.
Questo non è
qualche cosa di teorico, ma è qualcosa di molto pratico. Adesso possiamo scoprire che cos'è l'umiltà: è essere umiliati, a
volte essere schiacciati, non aver forza, non poter agire, quando non ti
rimane nient'altro che stare nel Padre, stare in Dio, lasciare che Dio
faccia.
Noi abbiamo dimenticato, secondo me, una
cosa profonda nel cristianesimo, la cosa più preziosa della vita di
Gesù: andare sulla Croce. Lì c'è l'umiltà nella sua fase più profonda;
quando Gesù è legato non può fare dei miracoli, è schiacciato, è
annientato. La cosa più preziosa di Gesù è di offrire al Padre, in
umiltà, la sua vita per la salvezza del mondo.
Ultimamente
nei messaggi, attraverso le piccole veggenti, Gesù parlando delle cose
fondamentali della vita spirituale dice: « Dovete sentirvi nulla ».
Diverse
volte ha sottolineato: « Dovete sentirvi nulla. Incapaci. Proprio
nulla. È il Padre che farà tutto ». Ma questa esperienza di sentirvi
nulla non potrete viverla senza essere schiacciati nelle difficoltà.
Senza essere cancellati dagli uomini, senza essere umiliati, non potrete
arrivare a questo atteggiamento di umiltà, perché sarebbe soltanto
un'umiltà teorica.
L'umiltà della vita, l'umiltà
della prassi, può arrivare soltanto attraverso l'umiliazione, attraverso
la distruzione di tutto quello che è terreno e del peccato.
In
un messaggio, dopo che abbiamo pregato e digiunato secondo le
intenzioni che abbiamo avuto nei nostri cuori, Gesù disse attraverso
Jelena: « Vi ho esaudito, però non riceverete quello che voi avete
desiderato. Riceverete altre cose, perché non siete voi da glorificare,
ma sono io da glorificare in voi ».
Anche questo
atteggiamento di Gesù ci spiega come dobbiamo vivere in una umiltà
totale, abbandonati a Dio, affinché Dio faccia quello che Lui vuole per
essere glorificato. Ma questo non sarebbe sufficiente a dire che
dobbiamo essere umili, perché una umiliazione può produrre soltanto
un'umiliazione dell'uomo, ma qui c'è un'altra realtà da scoprire: io
sono nulla, ma Dio ha deciso di salvare gli uomini. Dio in questo
momento sta guidando' ciascuno di noi, ed è una cosa meravigliosa quando
voi sapete che Dio vi guida avanti attraverso le vostre debolezze,
attraverso i vostri peccati, anche attraverso i peccati di tutti gli
uomini. Molte volte nella Scrittura Gesù dice: « Non abbiate paura ».
Queste
parole le abbiamo sentite tante volte dalla Madonna e da Gesù
attraverso i veggenti: « Non abbiate paura, affidatevi al Padre. Pregate
così da essere sicuri che Lui guida tutto ».
Poi tante volte ci ha sottolineato: « Nelle difficoltà,
quando portate le croci, cantate, siate pieni di gioia ». Ma tutto
questo: la speranza, la gioia, provengono dal Padre il quale ci guida,
il quale ha deciso di salvare l'umanità.
Allora,
quando sappiamo che è il Padre che guida tutto, la nostra incapacità, il
nostro nulla non è altro che dare gloria a Dio, non è altro che non
preoccuparsi, lasciare tutto a Dio. Noi dobbiamo essere soltanto come i
servi inutili, disposti a fare quello che ci indica il Padre, a fare
quello che ci indica la Madonna, a fare quello che ci indica la Chiesa.
A
questo punto voglio dire un altro messaggio che potrebbe spiegare anche
a voi la vostra relazione con i pellegrini, con la gente con cui
lavorate. In un messaggio, attraverso una di queste piccole veggenti,
Gesù ci disse per una ragazzina, ma il messaggio è dato per noi, come
dovevamo comportarci verso quella persona che era in crisi: « Voi non
potete far nulla. Sono io l'unico che può cambiarla. Voi dovete soltanto
amarla », poi aggiunse: « Non fate delle dighe alla sua vita, perché
quando si fanno le dighe il fiume si arrabbia e non scorre. Lasciatela
libera come il fiume. Non fate neanche i ponti, perché quando si fanno i
ponti, il fiume si sente stretto e allora non scorre liberamente.
Lasciatela libera di scorrere come scorre il fiume ».
Quando
mi sono avvicinato alla ragazzina l'ho vista chiusa, aggressiva, perché
non si sentiva libera con nessuno. L'educazione familiare cristiana non
era data con spirito d'amore; era chiusa, non aveva fiducia in nessuno.
Ho sperimentato che cosa si doveva fare con lei: mostrarle amore. E ho
visto che la ragazzina pian piano si apriva, come sboccia un fiore e,
pian piano, ricevendo fiducia ha cominciato a gioire, a sbocciare.
Dopo un mese sono caduto io nella tentazione, mi sono stancato guardando tanti difetti della ragazzina, tanti sbagli.
Abbiamo
pregato Gesù, perché nel gruppo ci siamo sentiti proprio frustrati: «
Come mai la ragazzina non cambia? ». Abbiamo pregato a lungo e di nuovo
abbiamo ricevuto lo stesso messaggio: « Lasciatela scorrere come il
fiume. Non fate le dighe, non fate i ponti. Adesso mettetevi in
riflessione e vedete quante dighe avete già fatte, quanti ponti avete
costruiti. State attenti a non chiuderla. La ragazzina è già in via di
aprirsi, ha ricevuto fiducia in voi. Siate pazienti. Anche qui voi
dovete sentirvi nulla, dovete soltanto amare e lasciare tutto a me ».
Io
penso che questo messaggio può servirvi per come dovete comportarvi con
i pellegrini, come dovete comportarvi con l'altra gente a cui voi
parlate della Madonna, di Medjugorje. Dovete prima di tutto amare.
Dovete
amare, non fare le dighe, non fare i ponti. Questo è bellissimo, ma
dobbiamo scoprirlo. Tante attività sono i ponti, le dighe. Ultimamente
dicevo ad alcuni amici di tacere, di stare in silenzio, di pregare, di
lasciar scorrere le cose, di non fare le difese. Ma molti fanno i ponti,
le dighe... e il fiume si arrabbia, allora la nostra attività può
essere solo di inciampo.
Sappiamo benissimo che i
Santi non facevano le dighe, non facevano i ponti, ma hanno vissuto
profondamente la parola di Dio, ritirati nel silenzio, nella preghiera,
nell'amore, hanno vissuto radicati nel Padre e tutto proveniva da lì.
La
gente attorno a loro poteva scorrere come un fiume e ciascuno libero di
venire e di accettare i messaggi che provenivano dalla loro vita.
Questo lo considero fondamentale.
Se volete partecipare al piano della Madonna la cosa
fondamentale è di essere umili e di amare, ma quando dico di essere
umili non vuol dire di non lavorare, ma di lavorare con umiltà. Quando
vengono le dighe non distruggetele con le vostre forze, con la vostra
logica; quando andate dall'altra parte del fiume non fate i vostri
ponti, ma attraversate il ponte di Dio, il ponte che Dio ha costruito.
Ho
detto che l'umiltà non è un atteggiamento teorico, ma vuol dire
umiliazioni, vivere la vita della Croce, a volte essere anche distrutto,
annientato.
Ciascuno di noi possa
accettare questa umiltà come un dono: un dono prezioso essere umiliati,
cancellati, distrutti, essere crocifissi, essere morti per Gesù.
Che
nessuno di noi abbia la tentazione di essere fuori strada, di essere
perduto, perché distrutto. Se noi siamo distrutti per il Signore, se
siamo crocifissi per il Signore, se siamo sepolti per il Signore, non
potremo stare nella tomba neanche tre giorni: il Signore ci glorificherà. I capogruppo, gli accompagnatori di pellegrini devono
essere pellegrini prima di tutto verso la profondità di Dio. Se non
siamo così, allora tutti i pellegrini si bloccano, si fermano lì dove si
sono fermate le guide. Secondo me, voi avete anche la responsabilità di
organizzarvi. Sarebbe bene vivere i ritiri più profondi per arrivare
alla profondità - quello che ho detto all'inizio - di come vivere la
parola, di come vivere i messaggi, di andare oltre per approfondire. È
una cosa preziosa, ma può essere capita soltanto in un ritiro più
profondo, quando non siete occupati dai pellegrini, quando non siete
occupati da questo e da quello, ma potete stare in silenzio, ascoltare
per voi, non per gli altri. Noi sacerdoti abbiamo un problema: quando
prepariamo le prediche cerchiamo di prepararle per gli altri, non per
noi, e facciamo uno sbaglio fondamentale. Dobbiamo cercare la parola per
noi, per poi parlare agli altri. Anche per voi guide dei pellegrini è
molto importante avere del tempo per voi, per ascoltare la Parola per
voi.
Se avete delle difficoltà di fronte ai
pellegrini, alle strutture, non cercate di distruggere le strutture, ma
cercate di rivolgervi a voi, vedete che cosa bisogna cambiare dentro di
voi e Dio si prenderà cura degli altri. ... Quando la Madonna dice che i
messaggi sono prima di tutto per la Parrocchia vuole sottolineare che
voi siete responsabili per gli altri, voi dovete viverli, voi dovete
essere testimoni per gli altri, così che gli altri possano riceverli; è
un modo di procedere, non di escludere gli- altri. Per i gruppi di
preghiera la Madonna ha detto all'inizio che i gruppi devono restare
chiusi e che anche i messaggi non devono essere diffusi così come tutti
gli altri messaggi: adesso capisco il perché. Un gruppo, una persona può
dare soltanto quello che ha vissuto. Quello che è utile dare agli altri
gruppi nel mondo è l'esperienza di ciascuno di noi e dei gruppi di
preghiera, non i messaggi, perché i messaggi non possono essere capiti
fuori del contesto dell'esperienza. Tutti i messaggi vengono dati lungo
il cammino, così noi riceviamo la parola ad hoc, in una situazione
concreta, dove l'anima si apre con certi bisogni, allora c'è la risposta
della Madonna e di Gesù.
Allora se quella parola viene messa sui giornali diventa come tutte le altre parole, la gente non è in grado di accoglierla.
Quello
che sarebbe utile è dare le testimonianze, le esperienze del gruppo.
Quando la Madonna dice che dà i messaggi prima di tutto alla Parrocchia,
vuol dire che neanche questi messaggi saranno utili se voi non li
vivrete. Voi dovete essere un messaggio vivo per i pellegrini. Quando la
Madonna ha cominciato a dare i messaggi nel '84, nel secondo messaggio
ha detto il desiderio che la Parrocchia diventi una comunità, affinché
tutti coloro che vengono a Medjugorje possano vivete la conversione.
Medjugorje
25 febbraio 1986
25 febbraio 1986
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