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lunedì 30 settembre 2019

TESTO DELLA DIRETTA DEL 25 SETTEMBRE : MARIJA A TELEFONO CON PADRE LIVIO



TESTO DELLA DIRETTA DI MARIJA DA MEDJUGORJE CON P.LIVIO
PER IL MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL
 25 SETTEMBRE 2109
Cari figli!
Oggi vi invito a pregare per le mie intenzioni affinché possa aiutarvi.
Figlioli, pregate il rosario e meditate i misteri del rosario perché anche voi nella vostra vita passate attraverso le gioie e i dolori. 
In questo modo trasformate i misteri nella vostra vita perché la vita è un mistero finché non la mettete nelle mani di Dio. 

Così avrete l’esperienza della fede come Pietro che ha incontrato Gesù e lo Spirito Santo ha riempito il suo cuore.
Anche voi, figlioli, siete invitati a testimoniare vivendo l’amore con il quale di giorno in giorno Dio vi avvolge con la mia presenza. Perciò, figlioli, siate aperti e pregate col cuore nella fede. 

Grazie per aver risposto alla mia chiamata

P.LIVIO: E’ già la terza volta di seguito che la Madonna ci invita fortemente a recitare il Rosario. Vuol dire qualcosa di particolare?

MARIJA:  Non so, ma vedo in questo messaggio una cosa bellissima: la Madonna vuole che il Rosario diventi parte della nostra vita. Dice: “... anche voi nella vostra vita passate attraverso le gioie e i dolori”, come è stato per Pietro, il quale, certo aiutato dalla Spirito Santo, ha cambiato la sua vita con un cuore nuovo. La Madonna vuole cambiare anche noi, i nostri cuori, vuole che abbiamo l’esperienza della fede e dell’amore di Dio attraverso la sua presenza.  

P. Livio: Sì, mi ha molto colpito questo invito della Madonna di trasformare i misteri del Rosario nella nostra vita, proprio perchè il Rosario ci racconta i misteri della vita di Gesù, è la manifestazione della sua missione, della sua opera di salvezza. Quindi noi nel Rosario riviviamo in qualche modo la vita di Gesù nella nostra vita. 

Marija: E’ proprio così. Penso che la Madonna ci stia portando a capire che la nostra vita è in Dio. Se siamo con Dio, la nostra vita ha senso. Senza Dio non ha senso perchè saremmo come una foglia staccata dalla pianta.

P. Livio: La Madonna ci ha sempre invitato a recitare il Rosario, ma questa volta sottolinea che dobbiamo meditare i misteri. Mentre recitiamo la decina dobbiamo meditare il mistero?

Marija:  La Madonna dice: con amore e col cuore. La Madonna vuole che il Rosario diventi la nostra vita: non recitare, ma vivere.... Mi ha colpito che abbia detto “come Pietro”. Quando facciamo l’esperienza dell’amore di Dio, seguiamo la cosa più importante. Lui ha lasciato la sua barca, il suo lavoro di pescatore, ha lasciato la sua casa, la famiglia per seguire Gesù. Forse la Madonna non chiede a noi di lasciare tutto, ma certo ci chiede di dare più testimonianza. Oggi noi cristiani siamo tiepidi. La Madonna vuole che diventiamo più radicali, più decisi.

P. Livio: Mi ha molto colpito l’espressione "la vostra vita è un mistero finchè non la mettete nelle mani di Dio". Cioè, senza la fede la nostra vita è inspiegabile, è piena di interrogativi ai quali non sappiamo dare una risposta. Invece grazie alla fede comprendiamo perchè siamo al mondo, che veniamo da Dio e torniamo a Dio.

Marija: Esattamente, perchè con Dio abbiamo il senso della nostra vita, del nostro passaggio su questa terra. Il nostro vivere quotidiano, i sacrifici, le gioie, i dolori, hanno senso se li uniamo alla vita di Gesù, ai suoi dolori. Chi non crede, penso che abbia una vita disperata e povera.
P. Livio: E’ la prima volta che la Madonna nei suoi messaggi nomina Pietro. Parlando dell’esperienza della fede come Pietro, forse allude al momento in cui Gesù ha chiamato questi pescatori facendoli diventare pescatori di uomini o al momento in cui Pietro ha fatto la sua professione di fede dicendo: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente"? 

Marija:  Non lo so. Certo la parola di Gesù ha toccato subito il suo cuore. Come noi abbiamo l’esperienza della presenza della Madonna che ci fa vivere cose incredibili. Anche in questi giorni è arrivata una famiglia, marito e moglie. Mi hanno detto che sulla testa di lui è caduto un albero di 300 kg., che gli ha disfatto completamente il cranio, tutto spappolato. Era morto, non c’era niente da fare. Ma loro hanno pregato e hanno chiesto un miracolo alla Regina della pace. Ora è venuto a Medjugorje con la sua famiglia a ringraziare la Madonna. E’ un miracolo vivente! A lui è arrivato un albero sulla testa, ad altri arriva la conversione nel cuore. Questi dicono: “Che senso ha avuto la mia vita finora? Ma oggi ho l’opportunità che, grazie alla presenza della Madonna, posso cominciare una vita nuova nella santità, nell’amore di Dio, nell’amore della Madonna e di tutti i santi e con la speranza del Paradiso”. La Madonna ha detto: “Senza Dio non avete nè futuro, nè vita eterna”.

P. Livio: Mi ha colpito che la Madonna dica in pratica che le sue apparizioni quotidiane non sono soltanto una sua venuta in mezzo a noi, non sono soltanto una sua presenza; dice: "Dio vi avvolge con la mia presenza". E’ un’espressione bellissima! La Madonna irradia su tutta la terra, su tutti i cuori, su tutta l’umanità questa presenza di luce col suo amore materno. E’ molto più che dire che la Madonna appare.

Marija: Sì, è un’espressione nuova e bellissima. Rileggendo il messaggio, mi sentivo come una bambina nelle braccia della Madonna, con la sicurezza che sente un bambino nelle braccia della mamma. Penso non ci sia cosa più bella di sentirsi amati, sentirsi abbracciati e avvolti dall’amore della Madonna. Come quando una persona innamorata si sente al sicuro perchè c’è qualcuno che la protegge. Così noi, quando sappiamo che la Madonna è con noi e ci protegge sotto il suo manto col suo amore, possiamo solo gioire con orgoglio.

P. Livio: Nel messaggio c’è due volte la parola fede: "Così avrete l’esperienza della fede come Pietro" e alla fine "... siate aperti e pregate col cuore nella fede". La Madonna ci chiede di testimoniare oggi la luce della fede in un tempo in cui c’è molta incredulità e molti vivono senza Dio, senza speranza, senza la luce che illumina la vita.
Marija:  Per questo la Madonna vuole aiutarci. Noi abbiamo esperienza di questa luce e gioia della vita grazie alla sua presenza e noi la dobbiamo trasmettere agli altri. Tante persone che arrivano a Medjugorje anche per la prima volta, si sentono in un modo speciale chiamati, scelti e prediletti. La Madonna sta preparando con loro un mondo nuovo che ama Dio, che ama la preghiera, che ama vivere nella fede. Ama anche testimoniare perchè chi ha scoperto l’amore poi diventa testimone. La Madonna ci chiama a questo.
P. Livio: Cosa dobbiamo fare per "mettere la vita nelle mani di Dio" come ci chiede la Madonna?
Marija: La Madonna dice di pregare, di aprire il cuore. Ogni volta che ci decidiamo per la preghiera e ci mettiamo in ginocchio, facciamo un atto di fede.... Così viviamo i Comandamenti di Dio e andiamo all’adorazione ... Quando siamo davanti al Santissimo, sentiamo che Dio con la sua presenza irradia quella positività, quella gioia, quel profumo di eternità.

P. Livio: Ora che sta arrivando il mese di ottobre ti chiedo di ricordarci quante volte la Madonna ci ha raccomandato il Rosario in famiglia.

Marija:  Tante volte. Fin dall’inizio ci ha detto che il primo gruppo di preghiera deve essere la famiglia. Poi la parrocchia. La Madonna ci chiede di testimoniare, ma se non abbiamo esperienza di preghiera, non possiamo testimoniare; se però ci decidiamo, avremo questa esperienza... Quante persone nel momento del dolore si sono avvicinati alla fede! La loro vita è cambiata. Come noi quando appariva la Madonna non sapevamo cosa fare. Abbiamo pregato il Rosario per ringraziarla. E’ una preghiera semplice, bella, allo stesso tempo profonda, antica ma sempre moderna... E’ una preghiera concreta dove noi contempliamo la vita di Gesù. Io dico che un cristiano se è mariano è un cristiano sensibile, che ama, positivo, che non è acido. Ha la Madonna a fianco. Ha la Madonna nel cuore, ha la sua tenerezza e il suo amore... La Madonna ha cominciato a guidare la parrocchia di Medjugorje; poi a dare i messaggi che ha continuato a darli perchè la gente ha risposto con grande entusiasmo, gioia e fede. Infatti la Madonna ha detto che era apparsa qui perchè aveva trovato la fede ancora viva...

P. Livio: Con tutto quello che succede nel mondo la Madonna è sempre serena o qualche volta è seria? Una volta l’hai vista piangere.
Marija: Non una volta, ma diverse volte. A volte è preoccupata e ci dice di pregare per le sue intenzioni per poterci aiutare. Questa sera era serena.
P. Livio: Il 17/9 la Madonna ha dato ad Ivan un messaggio simile a quello che tu hai ricevuto il 25/10/2008. C’è una differenza: quello che ha dato a te dice che satana mette se stesso al posto di Dio; in quello che ha dato a Ivan il 17/9 dice che nel piano di satana è l’umanità che mette se stessa al posto di Dio. La Madonna non aveva mai dato a Ivan messaggi di questo tipo. Tu sai perchè?
Marija:  Penso sia stato perchè era in Italia ... Alcuni dicono che i messaggi sono uguali, che sono ripetitivi. La Madonna è una mamma che incoraggia, come fa una mamma col suo bambino: “avanti, vai, cammina” ... La settimana scora ero nella cattedrale di Santo Stefano a Vienna in preghiera dalle 16 del pomeriggio fino alle 23, con il Cardinale Schönborn. Nessuno è uscito. Che gioia! La gioia di stare insieme, tutto bello, tutto positivo, con Gesù in mezzo a noi. Il Cardinale col Santissimo è andato da un angolo all’altro del grande duomo, gremito da una marea di gente. Ringrazio il Signore per questo Cardinale che ha abbracciato con amore il messaggio della Madonna ...

Marija e Padre Livio hanno quindi pregato il “Magnificat” ed il Gloria

Padre Livio ha concluso con la benedizione.


Fonte: RADIO MARIA

Molti pellegrini ritornano da Medjugorje con un sincero desidero di fare qualcosa di speciale per la Vergine Maria...

Molti pellegrini ritornano da Medjugorje con un sincero desidero di fare qualcosa di speciale per la Vergine Maria, come per esempio partecipare o iniziare un gruppo di preghiera. Alcuni fortunati hanno trovato nel loro vicinato un gruppo giá in esistenza. La maggioranza, tuttavia, ha dovuto affrontare la realtá di un urgente bisogno di stabilire questa specie di gruppi nella loro zona. Sottoelencate troviamo alcune idee e suggerimenti che possono servire come guida generale o come modello per coloro che desiderano formare un gruppo di preghiera Mariano-Medjugorje. Non sono certo da essere intese come rigide regole, ma semplicemente come un gruppo di idee raccolte dalla esperienza di coloro che hanno avuto successo nel fondare i suddetti gruppi.
Sono qui presentate alcune idee pratiche ed esempi specifici di "ingredienti" usati nella formazione dei suddetti gruppi, dalla esperienza di altri partecipi alla creazione o coordinazione di molti gruppi di cui stiamo parlando.
Indubbiamente, ogni gruppo di preghiera che sorge, sarà unico e individuale dovuto ai talenti e doni particolari di ciascun membro, dovuto alle abilitá, alla perseveranza, all'impegno degli stessi membri. La chiamata persistente di Maria alla preghiera ispirerà la riposta e questa si rivelerá multiforme tanto quanto le persone che la compongono.
                                   "I GRUPPI DI PREGHIERA SONO COME I FIORI"
Paragoniamo i gruppi di preghiera a tanti fiori. Ogni fiore ha la sua individuale bellezza. Coi fiori si possono arrangiare e presentare mazzi svariati e alquanto diversi. Ogni fiore nel mazzo ritiene la propria individuale bellezza, ma insieme con gli altri fiori il bouquet aumenta in bellezza. Insieme formano una piacevole armonia intensificando la bellezza di ciascun fiore.
* "Sia la vostra famiglia un fiore armonioso che io possa donare a Gesù. Ogni famiglia sia attiva nella preghiera. Desidero che un giorno possiate essere consci dei frutti della preghiera nella famiglia. Allora offriró tutti voi come petali a Gesù nella realizzazione del piano di Dio." (1 Maggio 1986)
* "Oggi di nuovo voglio invitarvi alla preghiera. Miei cari figli, quando pregate diventate piú belli. Siete come fiori che dopo la neve presentano la loro bellezza e i colori dei quali diventano indescrivibili. Sia cosí di voi pure, miei cari figli, dopo la preghiera davanti a Dio sfoggiate tutta la vostra bellezza cosicché diventiate i Suoi amati. Quindi, cari figli, pregate ed aprite il vostro intimo al Signore acciocché possa fare di voi un fiore bello ed armonioso per il Cielo." (18 Dicembre 1986)
* "Cosí nel vivere la vostra vita potrete ringraziare Dio per ogni cosa, come pure saprete discernerne lí la Sua presenza. Anche nel fiorellino piú piccolo troverete gioia, certamente vi troverete Dio stesso." (25 Aprile 1988)
Come mazzi di fiori, i gruppi di preghiera possono essere di tante misure, grandi o piccoli. La loro preghiera insieme può durare trenta minuti o tre ore. La misura e la durata dipende dalla necessità del gruppo e dalla sua iniziale maturitá spirituale. Cercare di fare troppo e tutto in una volta quasi certamente creerá frustrazione e scoraggiamento. E' importante quindi iniziare con semplicità ed al proprio livello, nella vita di preghiera. L'onestá con se stessi e il seguire con sincerità il proprio passo portano ad un livello di preghiera piú profondo.
La parrocchia si San Giacomo a Medjugorje ed i visionari iniziarono con il Credo, sette Pater, sette Ave Maria e sette Gloria; ed alcuni lo trovavano difficile. Oggi, la gente di Medjugorje partecipa ad una Messa di due o tre ore, recita l'intero Rosario in aggiunta alle preghiere mattutine e serali in casa ed al lavoro; non si preoccupa e non lo ritiene difficile.
Chiunque visiti Medjugorje può testimoniare al fatto che il tempo passato in preghiera, come indicato sopra, non é considerato eccessivo né difficile.
Le adunanze del gruppo possono aver luogo in qualsiasi posto conveniente: può essere una chiesa o qualche altro edificio, la casa di qualcuno o persino uno spazio all'aperto. La cosa piú importante é che sia tranquillo e quieto.
Il gruppo di preghiera può e dovrebbe prendere le radici in casa coi genitori e i figli recitando una decade del Rosario. La preghiera recitata in un'ambiente famigliare ad una giovane etá istilla l'abitudine alla preghiera come parte naturale della propria esistenza giornaliera.
Il punto focale in ogni gruppo é la preghiera del cuore a Gesù ed a Maria e di crescere in perfezione. Si può raggiungere questo in molti modi. Come un mazzo di fiori che lo si crea iniziandolo con un fiore cosí iniziamo con una rosa: il Rosario.
Fonte :Medjugorje altervista

domenica 29 settembre 2019

Qui sono tutti angeli e alcuni arcangeli. Ma quando abbiamo problemi ... - Catechesi di fra Danko Perutina

Dio da la grazia, ma vuole vedere i cuori aperti. Senza il cuore aperto la grazia non può entrare. Dio onnipotente può fare tutto, ma se non vede il cuore puro e aperto… Dio non è tirchio: da la grazia in abbondanza, ma per quelli che sono pronti. Come è possibile che alcuni sono sempre in Chiesa, alla santa Messa, con il Rosario in mano a destra o a sinistra, e poi non parlano con il proprio padre, il proprio vicino o peggio li odiano? E prendono sempre la Comunione, perché dicono: “Non sono colpevole”. Colpevole è il cugino. Colpevole è la moglie… Come Adamo ha detto: “Colpevole è Eva”. 
Eva dice: “Non sono colpevole. Colpevole è il serpente”. Anche il serpente dice: “Non sono colpevole”. Sempre tutti noi siamo innocenti, buoni e bravi. Anche voi pensate così: che siete innocenti, buoni e bravi. Io sono d’accordo, ma dove sono quelli che sono cattivi? Loro verrano la settimana prossima in pellegrinaggio (risata generale). Qui sono tutti angeli e alcuni arcangeli. Ma quando abbiamo problemi con alcune persone, specialmente con quelle vicine, noi siamo sempre colpevoli. Dobbiamo chiedere perdono a Dio e agli altri. Per spiegare meglio questa tesi ho ripetuto questa storia mille volte e la ripeterò adesso. E’ una storia conosciuta riguardante una famiglia giovane che si è trasferita da un villaggio in una città. Dopo alcuni giorni la moglie ha guardato fuori dalle finestre e ha visto che la vicina stendeva la biancheria che non era bianca. Era sporca e piena di macchie. Lei ha chiamato suo marito e gli ha detto: “Guarda quella poverina. Non sa neanche lavare la biancheria”. Questo è accaduto alcune volte al mese. Un giorno, mentre lei faceva i servizi in casa, ha guardato fuori dalla finestra ed è rimasta sorpresa, perché la roba della vicina era stesa e per la prima volta era bianca. Lei ha chiamato suo marito e gli ha detto: “Guarda. Quella poverina finalmente ha imparato come si lava”. Il marito è venuto, ha guardato e ha detto: “Io non so cosa ha imparato lei, ma questa mattina io ho lavato le finestre di casa nostra”. (risata generale) Sempre quando critichiamo e giudichiamo gli altri abbiamo da correggerci. Quanto dobbiamo perdonare ed amare.

fra Danko Perutina

( uno dei vice parroci di Medjugorje )

CONSACRAZIONE A SAN MICHELE ARCANGELO

CONSACRAZIONE A SAN MICHELE ARCANGELO
Principe nobilissimo delle Gerarchie angeliche, valoroso guerriero dell'Altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli angeli ribelli, amore e delizia di tutti gli angeli giusti, mio dilettissimo Arcangelo San Michele, poiché io desidero di essere contato nel numero dei devoti e dei tuoi servi, oggi io come tale mi offro, mi dono e mi consacro a te, e pongo me stesso, la mia famiglia e quanto mi appartiene sotto la tua potentissima protezione.
E' piccola l'offerta della mia servitù, poiché sono un miserabile, peccatore. Ma tu gradisci l'affetto del mio cuore. Ricordati inoltre che se da oggi in avanti sono sotto il tuo patrocinio, tu devi assistermi in tutta la mia vita e procurarmi il perdono dei miei molti e gravi peccati, la grazia di amare di cuore il mio Dio, il mio caro Salvatore Gesù e la mia dolce Madre Maria, ed impetrarmi quegli aiuti che mi sono necessari per arrivare alla corona della gloria.
Difendimi sempre dai nemici dell'anima mia specialmente nel punto estremo della mia vita. Vieni, allora, o Principe gloriosissimo, ed assistimi nell'ultima lotta.
Con la tua arma potente respingi lontano da me nell'abisso dell'inferno quell'angelo prevaricatore e superbo che un giorno hai prostrato nel combattimento in cielo.
Amen.

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PREGHIERE AI TRE ARCANGELI
Venga dal Cielo nelle nostre case l’Angelo della pace,
MICHELE ,
venga portatore di serena pace e releghi nell’inferno le guerre, fonte di tante lacrime.

Venga GABRIELE,
l’Angelo della forza, scacci gli antichi nemici e visiti i templi cari al Cielo, che Egli trionfatore ha fatto elevare sulla Terra.

Ci assista RAFFAELE,
l’Angelo che presiede alla salute; venga a guarire tutti i nostri malati e a dirigere i nostri incerti passi per i sentieri della vita.

Chi sono gli ARCANGELI ,Michele, Gabriele e Raffaele ?- Oggi 29 settembre la chiesa celebra questa festa

CHI SONO GLI ARCANGELI?

Nella Sacra Scrittura si parla di sette arcangeli dei quali i più conosciuti sono Michele, Gabriele e Raffaele.

San Michele è potente, specialmente nella lotta contro il Maligno. San Gabriele è lo specialista nel campo delle comunicazioni e san Raffaele è, in modo speciale, il protettore dei viaggiatori, con poteri straordinari per guarire gli infermi.

San Gabriele è vestito da sacerdote e aiuta specialmente chi invoca molto lo Spirito Santo. È l’angelo della verità e nessun sacerdote dovrebbe lasciar passare nemmeno un solo giorno senza chiedergli aiuto.

Raffaele è l’angelo della guarigione. Aiuta specialmente i sacerdoti che confessano molto ed anche gli stessi penitenti. In particolar modo le persone sposate dovrebbero ricordarsi di san Raffaele.

L’arcangelo san Michele è l’angelo più forte contro ogni tipo di male. Dobbiamo chiedergli spesso che protegga non solo noi, ma anche tutti i membri vivi e defunti della nostra famiglia.


Michele: etimologicamente significa «Chi è come Dio?», “Grandezza di Dio”, “Il Grande Dio” o “Simile a Dio”. È l’Arcangelo della luce e del fuoco; è a capo delle schiere celesti. È lui che scaraventò Lucifero lontano dal Paradiso. Per questo, nell’iconografia cristiana viene raffigurato come un giovane forte, giovane e bello, con indosso un’armatura. Viene identificato come il protettore della Chiesa Cattolica Romana, nonché santo patrono della nazione ebraica. La liturgia dei defunti lo vuole accompagnatore delle anime.
Gabriele: il suo nome etimologicamente significa “Forza di Dio”, in quanto si suppone che abbia combattuto con Giacobbe rompendogli il femore (cfr. Gn cap. 32). Si presentò a Zaccaria come «colui che sta al cospetto di Dio» (Lc 1, 19). Apparve alla Vergine Maria, annunciandole la nascita di Gesù (Annunciazione). Per questo è considerato a capo degli ambasciatori, nonché l’Angelo della Rivelazione. Nell’iconografia cristiana viene raffigurato come un giovane elegante, maestoso, abbigliato di ricche vesti. Frequentemente viene anche ritratto in ginocchio di fronte alla Madonna con le braccia incrociate sul petto o con in mano una pergamena, uno scettro o un giglio.
Raffaele: il suo nome significa “Divino Guaritore”, o “Dio Guarisce”, “Salvezza di Dio”, è citato nel libro di Tobia, ed accompagnò Tobiolo nel viaggio in Mesopotamia per recuperare il denaro del padre, liberò Sara da un demonio e favorì il matrimonio di questa con Tobiolo. È spesso considerato come l’angelo custode per eccellenza, il capo degli Angeli custodi, l’Angelo della Provvidenza che vigila su tutta l’umanità. Viene spesso raffigurato, nell’iconografia cristiana, insieme al giovane Tobia e al suo cane, che l’accompagna fedelmente e costantemente. E’ identificato come il protettore dei pellegrini, di coloro cioè che compiono un pellegrinaggio verso un luogo religioso o meglio ancora sono in cammino verso Dio. Viene raffigurato per questo come un viandante che viaggia col bastone ed i sandali, la borraccia dell’acqua e la bisaccia a tracollo.

Non dimentichiamo che tutte le persone con le quali entriamo in relazione hanno il loro angelo custode, che noi possiamo salutare e invocare; specialmente gli angeli dei nostri familiari, che abitano proprio in casa con noi. Ma fra tutti gli angeli, non trascuriamo il fatto che l’intercessione di Michele, Gabriele e Raffaele è particolarmente potente. Quando dobbiamo fare un viaggio o anche solo attraversare la nostra città, invochiamo Raffaele; e facciamo altrettanto quando siamo malati o assistiamo un ammalato. Quando dobbiamo usare i mezzi di comunicazione, soprattutto internet, chiediamo l’aiuto di Gabriele. E in ogni momento ricorriamo a Michele, che è potentissimo nel liberarci dalle persone cattive e dal maligno. 
AUGURI A TUTTI COLORO CHE OGGI FESTEGGIANO L'ONOMASTICO

giovedì 26 settembre 2019

"La vita è un MISTERO finché non la mettete nelle mani di Dio." - Perché le “stazioni” del rosario si chiamano “misteri”?

Ieri la Madonna nel suo messaggio dato a Marija ha detto:" Figlioli, pregate il rosario e meditate i misteri del rosario perché anche voi nella vostra vita passate attraverso le gioie e i dolori.
In questo modo trasformate i misteri nella vostra vita perché la vita è un mistero finché non la mettete nelle mani di Dio.
Così avrete l’esperienza della fede come Pietro che ha incontrato Gesù e lo Spirito Santo ha riempito il suo cuore."


Il rosario è una preghiera molto importante poichè rappresenta un legame diretto con Gesù e la Madonna. Nella Chiesa Cattolica infatti, viene utilizzato in particolare per la venerazione della figura della Vergine Maria.
Per invocarla si recitano le litanie, contenute nei 50 grani che compongono la corona del rosario. Ciascun grano rappresenta un’Ave Maria ed è seguito dalla lettura dei Misteri. La recita della preghiera in modo lento e ripetitivo permette di entrare in uno stato di meditazione profonda che facilita la connessione con Gesù e Maria.
Conoscere i misteri del rosario è necessario per recitarlo nel modo giusto. Vuoi scoprire quali sono? Continua a leggere il nostro articolo!

La storia dei misteri del santo rosario

I misteri del rosario attualmente sono 20, dopo che San Giovanni Paolo II, molto devoto alla preghiera del rosario, ha introdotto i cinque Misteri Luminosi. Ognuno di questi è stato costruito sulla base degli eventi significativi che hanno segnato la vita di Maria e di Gesù.
La loro origine è molto antica, la prima comparsa risale al tardo medioevo, così come la nascita del rosario stesso, intorno all’850 per sostituire i 150 Salmi di Davide recitati all’interno dei monasteri. Questi venivano imparati a memoria fino a che, un monaco irlandese suggerì di sostituire i Salmi con 150 Padre Nostro. Quindi i fedeli iniziarono a portare con sé qualcosa di piccolo per tenere il conto delle preghiere fatte. Dai sassolini si passò presto alle cordicelle con 50 o 150 nodi.
La struttura medievale del rosario fu abbandonata in modo graduale con il Rinascimento, mentre la forma definitiva così come la conosciamo oggi si ha intorno al 1521, per opera del domenicano Alberto di Castello.


Il rosario è una preghiera di devozione mariana e per questo venera la figura di Maria Immacolata. Per invocarla si recitano le litanie contenute all’interno della corona del rosario. Anche il suo nome ha un origine ben precisa legata all’immagine della Vergine. La corona è intesa come ghirlanda di rose che vengono “donate” dal fedele per omaggiare la Madre di Gesù. La corona è composta da 50 grani, nella forma più tradizionale, ciascuno rappresenta le Ave Maria ed è seguito dalla lettura dei Misteri.
Ecco una breve suddivisione dei Misteri e i giorni in cui devono essere pronunciati:
  • I Misteri Gaudiosi: si contemplano gli episodi dell’Annunciazione e della visita di Maria alla cugina Elisabetta, la nascita di Gesù, la presentazione di Gesù al Tempio e il ritrovamento di Gesù. Si recitano il lunedì e il sabato.
  • I Misteri Dolorosi: si contemplano gli episodi di Gesù che prega nell’orto degli Ulivi, Gesù che viene flagellato e viene incoronato di spine, Gesù che viene caricato della croce e la sua morte. Si recitano il martedì e il venerdì.
  • I Misteri Gloriosi: si contemplano gli episodi della Resurrezione di Gesù e la sua Ascesa in Cielo, la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, l’Assunzione in Cielo di Maria e la sua incoronazione a Regina dell’Universo. Si recitano il mercoledì e la domenica.
  • I Misteri Luminosi: si contemplano gli episodi del battesimo di Gesù per opera di Giovanni il Battista, le nozze di Cana, l’annuncio del Regno di Dio, la Trasfigurazione e l’istituzione dell’Eucarestia. Si recitano il giovedì e sono introdotti solo nel 2002.

Perché le “stazioni” del rosario si chiamano “misteri”?

Per rispondere a questa domanda è necessario indagare sul vero significato del termine “mistero”. Una delle spiegazioni fornite dal dizionario corrisponde a “ciascuno dei passi della vita, della passione e della morte di Gesù, quando considerati separatamente”. Nella teologia cattolica, si utilizza il termine “mistero” per riferirsi a una “verità che la ragione non può di per sé attingere né può, se rivelata, comprendere o dimostrare, e che per il credente è materia di fede”.
Il mistero di fede è Gesù Cristo stesso, poiché la mente umana non è in grado di comprendere come Dio possa essere al contempo uomo. Nel corso del tempo vediamo dunque che il termine “mistero” viene usato per riferirsi alle immagini di Gesù e alle varie tappe della sua vita. Ecco che il suo utilizzo si è adattato alla perfezione alla preghiera del rosario.
Nella tradizione cristiana, il termine ha avuto due significati: uno sacramentale e l’altro storico. Nell’accezione sacramentale, indica i riti sacri e i segni che permettono agli avvenimenti storici di essere rappresentati e messi in pratica nella liturgia. Nell’accezione storica invece, i misteri sono gli eventi stessi, carichi di significato salvifico, senza tempo e senza spazio.

Pregare il rosario: perché è importante?

La preghiera del rosario ha sempre avuto un valore molto importante per il fedele. Fin da subito è stato considerato come un modo per facilitare la meditazione e per avvicinarsi a Gesù insieme alla comunità. Era, ed è ancora oggi, un momento di condivisione e di estrema generosità. Ricordiamo infatti che quando il fedele prega non lo fa per una necessità individuale, ma per tutti i cristiani.
Oggi questa preghiera, se vogliamo, è ancora più sentita rispetto al passato. Viviamo in un mondo così frenetico, vivace e ricco di eventi che il rosario assume un significato ancora più profondo. La ripetizione lenta delle stesse parole permette all’uomo di confermare delle certezze che guidano la sua vita. È proprio grazie alla ripetizione che il fedele può trovare le conferme e le rassicurazioni di cui ha bisogno.
Il rosario è uno strumento che ci permette di guardare Gesù con gli occhi di Maria e di rivivere gli istanti più significativi della loro vita.
È la stessa Madre Vergine che, nel corso delle sue apparizioni, ha indicato il rosario come preghiera necessaria per il bene dell’umanità. Nell’apparizione a Lourdes del 1858, la Madonna aveva una lunga corona del Rosario al braccio. Nel 1917 a Fatima così come nelle ultime apparizioni a Medjugorje, la Madonna ha invitato a recitare il rosario tutti i giorni.

Il rosario: la preghiera di Gesù del mondo occidentale

Nel mondo orientale i fedeli recitano la “preghiera di Gesù”. Si tratta di un’invocazione ripetuta molto lentamente, seguendo il ritmo del respiro. È una preghiera molto breve ma ricca di significato e recita così: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me”.
Nell’immaginario cattolico, possiamo considerare il rosario come la “preghiera di Gesù” del mondo occidentale. Certo, è un po’ più complicata e composta da molte più parole ma questo è dovuto alle particolarità tipiche dell’occidente. La preghiera di Gesù richiede molta calma e una notevole distensione. Lo stesso vale per il rosario, per riuscire a pronunciarle con la stessa intensità le preghiere, è necessario ripeterle lentamente.
I misteri del rosario e le Ave Maria sono gli strumenti che permettono al fedele di sentirsi più vicino alla vita di Cristo. Possiamo intenderli come una sintesi e un richiamo del messaggio di salvezza che Gesù ci ha consegnato.
Pensiamo al santo rosario come una catena d’amore che unisce tutti coloro che amano la Vergine e il Cristo. I grani rappresentano invece il forte legame tra Dio e gli uomini, e tra ognuno dei fratelli. Ecco perché questa preghiera ha una grande importanza per i cristiani, poiché è forza d’amore, protezione contro il male e annuncio di pace.
Per questo motivo il rosario si trasforma nel respiro dell’anima… per mezzo di esso tutti possono raggiungere Dio, Cristo e Maria. La sua preghiera fa bene al cuore. Ecco perché tutti i fedeli dovrebbero avere un rosario sempre pronto per la preghiera. Nel nostro negozio online puoi trovarne di tante forme e materiali: scegli il rosario più giusto per te!

Fonte:https://www.myriamartesacrastore.it/blog/quali-sono-misteri-rosario.html

mercoledì 25 settembre 2019

Messaggio del 25 settembre 2019 Medjugorje



Cari figli! Oggi vi invito a pregare per le mie intenzioni affinché possa aiutarvi. Figlioli, pregate il rosario e meditate i misteri del rosario perché anche voi nella vostra vita passate attraverso le gioie e i dolori. In questo modo trasformate i misteri nella vostra vita perché la vita è un mistero finché non la mettete nelle mani di Dio. Così avrete l’esperienza della fede come Pietro che ha incontrato Gesù e lo Spirito Santo ha riempito il suo cuore. Anche voi, figlioli, siete invitati a testimoniare vivendo l’amore con il quale di giorno in giorno Dio vi avvolge con la mia presenza. Perciò, figlioli, siate aperti e pregate col cuore nella fede. Grazie per aver risposto alla mia chiamata

"Dovete soltanto amare e lasciare tutto a me. Non fate le dighe, non fate i ponti, lasciatela scorrere come il fiume....."

.... tutti vogliono portare i messaggi della Madonna, vogliono sapere le risposte dei veggenti, vogliono sapere tutte le notizie e sempre si sentono troppo poco nutriti di queste notizie, c'è sempre una curiosità di sapere di più, di conoscere di più, di imparare di più. Io questo lo vedo come un problema, perché i messaggi della Madonna si accolgono e si mettono nelle cassette, dentro il nostro cervello e rimangono lì. Ma noi dobbiamo andare oltre i messaggi, perché i messaggi sono il punto di partenza, non il punto di arrivo. Se i messaggi sono il punto di arrivo, allora tutto il processo del cammino, del cambiamento e della conversione è già finito.
 Non abbiamo fatto nulla.
Noi abbiamo anche la Scrittura, ma purtroppo se è messa nelle cassette, se è messa nei libri, è una parola morta. Voi capogruppo, responsabili, in modo particolare dovete stare attenti, dovete andare oltre i messaggi. Gesù ci ha insegnato come dobbiamo accettare i messaggi. Nella parabola del seminatore dice: « Le persone che ascoltano la Parola, ma non la capiscono, sono come il chicco di grano che è caduto sulla strada, allora viene satana a portarla via ».
Ecco, se abbiamo accolto i messaggi della Madonna soltanto con le orecchie, se non li abbiamo capiti, se non siamo andati oltre, allora non possono dare i frutti. Dio vuole portarci avanti, cioè non soltanto a capire i messaggi, ma ad essere spinti a capire il Vangelo, a capire il momento della storia. 1 messaggi ci portano avanti a comprendere il parlare di Dio all'uomo, che può essere diversissimo. Dio non parla soltanto attraverso i veggenti, attraverso i doni speciali, ma parla anche attraverso il nostro cuore, attraverso la nostra riflessione, attraverso tutto l'essere.
Allora i messaggi devono portarci avanti per conoscere questa possibilità di comunicare con Dio e di entrare in contatto con Dio, nell'intimità con lo Spirito Santo che ce li interpreta dentro i cuori.
Voglio ora sottolineare il silenzio come il momento più profondo nel quale noi possiamo capire la Parola di Dio, quando proprio dentro di noi possiamo sentire quello che Dio vuole, quello che Dio dice attraverso i messaggi.
Un altro punto che vorrei ricordare è quello che è sottolineato in modo particolare adesso nei gruppi di preghiera: l'umiltà. Se voi volete rileggere i messaggi della Madonna dell'anno scorso, vedrete come molti sottolineano la battaglia che si conduce tra satana e la Madonna. Ultimamente diverse volte la Madonna ha detto al gruppo di preghiera: « Siate i miei imitatori, combattete contro satana ».
Voi capogruppo, responsabili, dovete esserlo in modo particolare. Ma qui si fa una domanda: come fare la battaglia contro satana? Io voglio sottolineare proprio questo aspetto. Satana da parte sua si presenta come un potente, si dichiara anche onnipotente, vi promette tutto, a volte sembra anche più forte di noi, ci schiaccia, ci promette sempre la vittoria, offre, ma è una vittoria momentanea per ingannare; offre una potenza qui sulla terra. La Madonna dice soltanto: umiltà.
Nella prima domenica di Quaresima ho scoperto quello che ci spiegavano la Madonna e Gesù attraverso i veggenti, e per la prima volta, ho scoperto una dimensione di satana, quando si è avvicinato a Gesù nella seconda tentazione: « Ti darò tutta questa potenza, la gloria dei regni, perché è stata messa nelle mie mani ed io la do a chi voglio ». Satana dichiara di aver ricevuto tutto il potere sui regni della terra e può darlo a chi vuole; satana ha ricevuto una potenza e offre a Gesù questa potenza, ma Gesù non la vuole, Gesù rimane umile. Se volete seguire questa tentazione dall'inizio alla fine c'è satana che promette, offre anche la possibilità di fare miracoli: « Fa' che queste pietre diventino pane; ti darò questo potere, salta dal Tempio... », ma Gesù non accetta, Gesù rimane umile, senza questo potere, anche senza il potere miracoloso.
Ma che cos'è l'umiltà di Gesù? È stare nel Padre, essere radicato nel Padre. Gesù può vivere senza la potenza, ma non può vivere senza il Padre: si è abbandonato al Padre, si sottomette.
Questo non è qualche cosa di teorico, ma è qualcosa di molto pratico. Adesso  possiamo scoprire che cos'è l'umiltà: è essere umiliati, a volte essere schiacciati, non aver forza, non poter agire, quando non ti rimane nient'altro che stare nel Padre, stare in Dio, lasciare che Dio faccia.
Noi abbiamo dimenticato, secondo me, una cosa profonda nel cristianesimo, la cosa più preziosa della vita di Gesù: andare sulla Croce. Lì c'è l'umiltà nella sua fase più profonda; quando Gesù è legato non può fare dei miracoli, è schiacciato, è annientato. La cosa più preziosa di Gesù è di offrire al Padre, in umiltà, la sua vita per la salvezza del mondo.
Ultimamente nei messaggi, attraverso le piccole veggenti, Gesù parlando delle cose fondamentali della vita spirituale dice: « Dovete sentirvi nulla ».
Diverse volte ha sottolineato: « Dovete sentirvi nulla. Incapaci. Proprio nulla. È il Padre che farà tutto ». Ma questa esperienza di sentirvi nulla non potrete viverla senza essere schiacciati nelle difficoltà. Senza essere cancellati dagli uomini, senza essere umiliati, non potrete arrivare a questo atteggiamento di umiltà, perché sarebbe soltanto un'umiltà teorica.
L'umiltà della vita, l'umiltà della prassi, può arrivare soltanto attraverso l'umiliazione, attraverso la distruzione di tutto quello che è terreno e del peccato.
In un messaggio, dopo che abbiamo pregato e digiunato secondo le intenzioni che abbiamo avuto nei nostri cuori, Gesù disse attraverso Jelena: « Vi ho esaudito, però non riceverete quello che voi avete desiderato. Riceverete altre cose, perché non siete voi da glorificare, ma sono io da glorificare in voi ».
Anche questo atteggiamento di Gesù ci spiega come dobbiamo vivere in una umiltà totale, abbandonati a Dio, affinché Dio faccia quello che Lui vuole per essere glorificato. Ma questo non sarebbe sufficiente a dire che dobbiamo essere umili, perché una umiliazione può produrre soltanto un'umiliazione dell'uomo, ma qui c'è un'altra realtà da scoprire: io sono nulla, ma Dio ha deciso di salvare gli uomini. Dio in questo momento sta guidando' ciascuno di noi, ed è una cosa meravigliosa quando voi sapete che Dio vi guida avanti attraverso le vostre debolezze, attraverso i vostri peccati, anche attraverso i peccati di tutti gli uomini. Molte volte nella Scrittura Gesù dice: « Non abbiate paura ».
Queste parole le abbiamo sentite tante volte dalla Madonna e da Gesù attraverso i veggenti: « Non abbiate paura, affidatevi al Padre. Pregate così da essere sicuri che Lui guida tutto ».
Poi tante volte ci ha sottolineato: « Nelle difficoltà, quando portate le croci, cantate, siate pieni di gioia ». Ma tutto questo: la speranza, la gioia, provengono dal Padre il quale ci guida, il quale ha deciso di salvare l'umanità.
Allora, quando sappiamo che è il Padre che guida tutto, la nostra incapacità, il nostro nulla non è altro che dare gloria a Dio, non è altro che non preoccuparsi, lasciare tutto a Dio. Noi dobbiamo essere soltanto come i servi inutili, disposti a fare quello che ci indica il Padre, a fare quello che ci indica la Madonna, a fare quello che ci indica la Chiesa.
A questo punto voglio dire un altro messaggio che potrebbe spiegare anche a voi la vostra relazione con i pellegrini, con la gente con cui lavorate. In un messaggio, attraverso una di queste piccole veggenti, Gesù ci disse per una ragazzina, ma il messaggio è dato per noi, come dovevamo comportarci verso quella persona che era in crisi: « Voi non potete far nulla. Sono io l'unico che può cambiarla. Voi dovete soltanto amarla », poi aggiunse: « Non fate delle dighe alla sua vita, perché quando si fanno le dighe il fiume si arrabbia e non scorre. Lasciatela libera come il fiume. Non fate neanche i ponti, perché quando si fanno i ponti, il fiume si sente stretto e allora non scorre liberamente. Lasciatela libera di scorrere come scorre il fiume ».
Quando mi sono avvicinato alla ragazzina l'ho vista chiusa, aggressiva, perché non si sentiva libera con nessuno. L'educazione familiare cristiana non era data con spirito d'amore; era chiusa, non aveva fiducia in nessuno. Ho sperimentato che cosa si doveva fare con lei: mostrarle amore. E ho visto che la ragazzina pian piano si apriva, come sboccia un fiore e, pian piano, ricevendo fiducia ha cominciato a gioire, a sbocciare.
Dopo un mese sono caduto io nella tentazione, mi sono stancato guardando tanti difetti della ragazzina, tanti sbagli.
Abbiamo pregato Gesù, perché nel gruppo ci siamo sentiti proprio frustrati: « Come mai la ragazzina non cambia? ». Abbiamo pregato a lungo e di nuovo abbiamo ricevuto lo stesso messaggio: « Lasciatela scorrere come il fiume. Non fate le dighe, non fate i ponti. Adesso mettetevi in riflessione e vedete quante dighe avete già fatte, quanti ponti avete costruiti. State attenti a non chiuderla. La ragazzina è già in via di aprirsi, ha ricevuto fiducia in voi. Siate pazienti. Anche qui voi dovete sentirvi nulla, dovete soltanto amare e lasciare tutto a me ».
Io penso che questo messaggio può servirvi per come dovete comportarvi con i pellegrini, come dovete comportarvi con l'altra gente a cui voi parlate della Madonna, di Medjugorje. Dovete prima di tutto amare.
Dovete amare, non fare le dighe, non fare i ponti. Questo è bellissimo, ma dobbiamo scoprirlo. Tante attività sono i ponti, le dighe. Ultimamente dicevo ad alcuni amici di tacere, di stare in silenzio, di pregare, di lasciar scorrere le cose, di non fare le difese. Ma molti fanno i ponti, le dighe... e il fiume si arrabbia, allora la nostra attività può essere solo di inciampo.
Sappiamo benissimo che i Santi non facevano le dighe, non facevano i ponti, ma hanno vissuto profondamente la parola di Dio, ritirati nel silenzio, nella preghiera, nell'amore, hanno vissuto radicati nel Padre e tutto proveniva da lì.
La gente attorno a loro poteva scorrere come un fiume e ciascuno libero di venire e di accettare i messaggi che provenivano dalla loro vita. Questo lo considero fondamentale.
Se volete partecipare al piano della Madonna la cosa fondamentale è di essere umili e di amare, ma quando dico di essere umili non vuol dire di non lavorare, ma di lavorare con umiltà. Quando vengono le dighe non distruggetele con le vostre forze, con la vostra logica; quando andate dall'altra parte del fiume non fate i vostri ponti, ma attraversate il ponte di Dio, il ponte che Dio ha costruito.
Ho detto che l'umiltà non è un atteggiamento teorico, ma vuol dire umiliazioni, vivere la vita della Croce, a volte essere anche distrutto, annientato.
Ciascuno di noi possa accettare questa umiltà come un dono: un dono prezioso essere umiliati, cancellati, distrutti, essere crocifissi, essere morti per Gesù.
Che nessuno di noi abbia la tentazione di essere fuori strada, di essere perduto, perché distrutto. Se noi siamo distrutti per il Signore, se siamo crocifissi per il Signore, se siamo sepolti per il Signore, non potremo stare nella tomba neanche tre giorni: il Signore ci glorificherà. I capogruppo, gli accompagnatori di pellegrini devono essere pellegrini prima di tutto verso la profondità di Dio. Se non siamo così, allora tutti i pellegrini si bloccano, si fermano lì dove si sono fermate le guide. Secondo me, voi avete anche la responsabilità di organizzarvi. Sarebbe bene vivere i ritiri più profondi per arrivare alla profondità - quello che ho detto all'inizio - di come vivere la parola, di come vivere i messaggi, di andare oltre per approfondire. È una cosa preziosa, ma può essere capita soltanto in un ritiro più profondo, quando non siete occupati dai pellegrini, quando non siete occupati da questo e da quello, ma potete stare in silenzio, ascoltare per voi, non per gli altri. Noi sacerdoti abbiamo un problema: quando prepariamo le prediche cerchiamo di prepararle per gli altri, non per noi, e facciamo uno sbaglio fondamentale. Dobbiamo cercare la parola per noi, per poi parlare agli altri. Anche per voi guide dei pellegrini è molto importante avere del tempo per voi, per ascoltare la Parola per voi.
Se avete delle difficoltà di fronte ai pellegrini, alle strutture, non cercate di distruggere le strutture, ma cercate di rivolgervi a voi, vedete che cosa bisogna cambiare dentro di voi e Dio si prenderà cura degli altri. ... Quando la Madonna dice che i messaggi sono prima di tutto per la Parrocchia vuole sottolineare che voi siete responsabili per gli altri, voi dovete viverli, voi dovete essere testimoni per gli altri, così che gli altri possano riceverli; è un modo di procedere, non di escludere gli- altri. Per i gruppi di preghiera la Madonna ha detto all'inizio che i gruppi devono restare chiusi e che anche i messaggi non devono essere diffusi così come tutti gli altri messaggi: adesso capisco il perché. Un gruppo,  una persona può dare soltanto quello che ha vissuto. Quello che è utile dare agli altri gruppi nel mondo è l'esperienza di ciascuno di noi e dei gruppi di preghiera, non i messaggi, perché i messaggi non possono essere capiti fuori del contesto dell'esperienza. Tutti i messaggi vengono dati lungo il cammino, così noi riceviamo la parola ad hoc, in una situazione concreta, dove l'anima si apre con certi bisogni, allora c'è la risposta della Madonna e di Gesù.
Allora se quella parola viene messa sui giornali diventa come tutte le altre parole, la gente non è in grado di accoglierla.
Quello che sarebbe utile è dare le testimonianze, le esperienze del gruppo. Quando la Madonna dice che dà i messaggi prima di tutto alla Parrocchia, vuol dire che neanche questi messaggi saranno utili se voi non li vivrete. Voi dovete essere un messaggio vivo per i pellegrini. Quando la Madonna ha cominciato a dare i messaggi nel '84, nel secondo messaggio ha detto il desiderio che la Parrocchia diventi una comunità, affinché tutti coloro che vengono a Medjugorje possano vivete la conversione.

Medjugorje 
25 febbraio 1986

" Se abbiamo paura, non abbiamo fede o la fede è molto debole."- Catechesi di P. Slavko

Mirjana ha detto che ha visto come in un film questo primo segreto e ha detto: « Mio Dio, deve succedere questo? ». La Madonna avrebbe risposto che non è Dio che fa questo, ma è il peccato che lo fa.

Per questa notizia io sento che molti sono stati presi dalla paura, dall'angoscia. E molti si domandano fortemente: perché pregare se devono succedere queste cose, perché digiunare, perché lavorare?...

Voglio dirvi come io ho capito questi messaggi apocalittici.

Nel Nuovo Testamento abbiamo un libro che porta il nome di Apocalisse. In questo libro potete leggere molte cose brutte che ha visto Giovanni nelle sue visioni e che ha descritto, molti disastri... Ma tutto questo, guardate, non si può spiegare anzitutto nel senso di una catastrofe fisica; questo si deve sempre capire nel senso della conversione.

Il primo livello di questi messaggi, anche se sembrano terribili, è l'invito alla conversione, cioè servono alla nostra fede. La nostra fede deve avere sempre la dimensione dell'aspettare.

Aspettare: per questa ragione anche il digiuno.

Lascio il materiale per due giorni la settimana, proprio lo lascio e aspetto il mio Signore.

Allora se la nostra fede non ha questa dimensione, non è fede cristiana nel senso pieno.

Io dico qualche volta che molti con la loro fede restano proprio in questo mondo: mangiano e bevono, coi soldi contano di organizzare la propria vita, la vita della propria famiglia, ma non hanno questa dimensione che ti fa dire: devo essere pronto ogni giorno per il mio. Signore.

Forse conoscete quello che ha fatto tante volte S. Agostino. Lui ripeteva: « Non oggi la conversione, domani », ma per noi tutti vale il contrario: « Proprio oggi la conversione ».

Pensate alla parabola di Gesù sulle vergini stolte e sagge: cinque hanno aspettato lo sposo e sono entrate con Lui e le stolte non L'hanno aspettato. Hanno perso la dimensione della fede. E non potevano entrare.

Nel Nuovo Testamento, soprattutto nell'Apocalisse, si trova una parola che la Chiesa ripeteva molte volte: Maranathà! Cioè, Signore Gesù, vieni!

I veggenti hanno vissuto questa dimensione nella fede che si apre al mondo dell'al di là e che aspetta nella speranza.

Non c'è posto per l'angoscia, per la paura. Anche quando sentiamo queste cose, se abbiamo paura, non abbiamo fede o la fede è molto debole.

Ieri sera ho parlato con tutti e tre i veggenti (Marija, Ivan e Jakov) anche di questa visione di Mirjana e ho chiesto: « Voi avete paura? ». Hanno detto: « No ». Badate, questo è un segno della fede: avere sempre confidenza.

E c'è un'altra cosa. Nella lettera ai Tessalonicesi S. Paolo scrive che uno, quando ha sentito che Gesù sarebbe venuto presto, non voleva più lavorare. Allora S. Paolo ha detto: « Bene, se non vuol lavorare, non lasciatelo mangiare... ».

Ripeto che tutti questi messaggi non hanno senso se noi rispondiamo con la paura. Dobbiamo rispondere con la confidenza, con l'amore e dire: « Tutto è nelle mani del Signore e io ho bisogno di vivere oggi tutti i miei doveri, amando e sperando ».

Io ho capito così e lo dico a tutti: le apparizioni non portano mai una nuova rivelazione; sono sempre un impulso a pregare, a digiunare, ad amare, a riconciliarsi, a fare per la pace.
E allora neanche questi messaggi segreti possono portare qualcosa di nuovo; dicono che la nostra fede di nuovo diventi più viva, che non dormiamo.

Voglio parlarvi ora degli ultimi messaggi

Ieri abbiamo ricevuto un messaggio molto bello, pieno di maternità, dell'amore di una madre: 

« Cari figli, io vostra Madre vi amo e desidero incitarvi continuamente alla preghiera. Io sono, cari figli, instancabile e vi chiamo anche quando siete lontani dal mio cuore. Sento dolore per ognuno che si va perdendo. Ma io sono vostra Madre e perdono facilmente e sono contenta per ogni figlio che ritorna a me. Grazie di aver risposto alla mia chiamata ».

Due volte ripete « io sono vostra Madre » e dice che non sarà mai stanca. Vuole salvarci, vuole incitarci, e naturalmente, come Madre parla anche del suo dolore. Uno che ama può avere anche dolore. La Madonna non è indifferente se qualcuno si perde nel peccato, nel conflitto, nella guerra, nell'odio, nella droga, nell'alcool... Allora sente il dolore e dice di nuovo: « Io sono vostra Madre e perdono facilmente, sono contenta, felice, gioiosa, piena di gioia per ognuno che ritorna, che viene di nuovo ». Questa è una chance per noi: c'è il cuore di una Madre che ci ama, che vuole salvarci.

Se io posso aggiungere a questo messaggio una parola è questa voi e noi abbiamo sentito questo messaggio e dobbiamo ogni giorno pregare per tutti coloro che sono nel peccato, sono nei conflitti, odiano, non si riconciliano, perché possano ricevere la grazia della riconciliazione. Aiutiamo la Madonna a salvarci.

Nel penultimo messaggio ha domandato l'amore verso il prossimo. Ha detto soprattutto: « Amate quelli che vi provocano il male ».

L'amore per i nemici, come domandava Gesù. Ma a questo punto comincia l'amore cristiano.

Se non vogliamo perdonare, non possiamo dire che amiamo nel senso di Gesù. E con il perdono comincia la pace. Se non amiamo questi che ci provocano il male, Gesù ci dirà, come ha già detto che cosa fate di strano se amate coloro che vi amano?

Una seconda frase di questo messaggio era: « Amate per poter giudicare le intenzioni del cuore ». Guardate: ci dà qui un criterio per poter conoscere il cuore dell'uomo. E questo è vero.

Senza amore non si può vedere l'altro; senza amore si comincia a giudicare, senza amore calunniamo, senza amore odiamo, senza amore bastoniamo gli altri, ma quando c'è amore abbiamo un nuovo metro, una nuova misura per l'uomo.

Anche uno che odia, che ci provoca il male, dietro questa provocazione, dietro l'odio, dietro il conflitto è un uomo che ha bisogno della pace, di essere amato. E molti che fanno il male, sono già stati giudicati da noi. Cercavano l'amore, cercavano la pace. Non c'era nessuno che poteva darli loro e allora la cosa è diventata un male, un peccato.

La terza cosa dello stesso messaggio è questa: « Amate e pregate, così anche le cose impossibili diventano possibili ». Allora, guardate: questo amore, questa preghiera alla quale ci invita la Madonna sono i mezzi forti, fortissimi che possono rendere possibile anche l'impossibile.

Questa è una chance per noi, una grande possibilità, ma anche un dovere, di non lasciare niente come impossibile nella nostra vita. In un messaggio ha domandato l'attività. Ha detto: « Voglio che siate attivi », che coi nostri piccoli fiori aiutiamo la Chiesa e Gesù che tutti siano contenti. Quando la Madonna dice « attività per tutti » questo significa che nessuno di noi può dire: « Non posso far niente ».

E la prima attività è la preghiera. È la preghiera con la quale possiamo rendere possibile anche l'impossibile.

Le altre attività sono: visitare i malati, pensare ai poveri, aiutare, consolare, pensare agli altri...

Se facciamo così, forse saremo sorpresi quando Gesù dirà: « Venite, beati nel mio Regno, perché mi avete visitato, mi avete dato da mangiare... ». Forse noi domanderemo: « Come mai? Io ho visitato un altro, ho visitato un malato, ho aiutato un povero... ». Gesù dirà: « Sì, ma tutto quello che hai fatto a quello lo hai fatto a me ». Di nuovo dico: questa è la porta dell'amore cristiano; essere attivo e mai lasciarsi stancare.

La stanchezza si supera - dice la Madonna - nella preghiera.

In un messaggio la Madonna ha domandato, tra l'altro, la consacrazione alla Croce: « Pregate davanti alla Croce. Dalla Croce vengono grandi grazie. Consacratevi alla Croce. Promettete di non offendere Gesù nella Croce ».

Questo è un punto importante: consacrarsi alla Croce significa sentire la Croce. E la Croce è una parola sull'amore, sul sacrificio, sulla vita eterna. Dalla Croce si dice: « Ecco tua Madre, ecco tuo figlio ».

E noi come ci comportiamo davanti alla Croce? Forse non perdoniamo, forse facciamo i conflitti, forse bestemmiamo. Se facciamo così la Croce diventa muta, non ci parla più.

Ma consacrarci significa sentire la Croce, lasciarla parlare. E per il popolo italiano, il popolo slavo e il popolo ungherese, questo messaggio è importantissimo.

Forse qualcuno fra voi non sa che questi tre popoli hanno le più brutte bestemmie del mondo.

Io, facendo un esorcismo su un pellegrino italiano, ho sentito durante la preghiera tutte le vostre bestemmie. Sempre, quando nella preghiera dell'esorcismo dicevo: Gesù, Croce, Madonna, Chiesa, Dio: bestemmie...

Questo è anche segno dell'ossessione, se si reagisce così alla preghiera. Io non so come si fa da voi a scusarsi; da noi si dice: « Sono arrabbiato, sono nervoso, il lavoro non andava come volevo... bestemmio, ma non lo penso col cuore... » .

Io credo che non si pensa col cuore, ma non so se la Madonna accetta queste scuse.

Promettiamo di non offendere più Gesù e la Croce con le nostre bestemmie. Ma anche di più: noi non siamo cristiani per non offendere, siamo cristiani per fare le cose positive. Ogni bestemmia che forse sentirò dopo, nella famiglia, sul pullman, sul treno, nella strada, nel lavoro sarà per me un impulso per pregare, per lodare, per benedire... Per pregare per questo che bestemmia: allora non giudicare, ma pregare.

Così, questa sera, prima della benedizione, alla fine della preghiera per i malati quando io vi dirò « Consacratevi alla Croce » : dite nei vostri cuori una parola a Gesù, una parola vostra. E io pregherà la Madonna che diventi una realtà per tutti noi, che dalla Croce possano venire grandi grazie per noi.

(P. Slavko Barbaric - 15 novembre 1985)

martedì 24 settembre 2019

“Sorpresa inaspettata e incredibile" Papa Francesco nella Cittadella Cielo di Frosinone

Oggi, 24 settembre 2019, nella Cittadella Cielo di Frosinone, sede centrale dell’associazione Nuovi Orizzonti, la comunità, nel suo XXV anno di fondazione, ha accolto la visita di Papa Francesco.

 VIDEO :



Alle ore 9.30, in un clima di grande festa e gioia, Papa Francesco è stato accolto da tutta la comunità della Cittadella Cielo e dai responsabili dei Centri in Italia e all’estero che si trovavano riuniti per l’Assemblea Centrale annuale.
Chiara Amirante, fondatrice e Presidente di Nuovi Orizzonti, dopo i saluti e le canzoni di benvenuto, ha ringraziato il Papa per la Sua visita in Cittadella, “sorpresa inaspettata e incredibile, un dono immenso per tutta la Famiglia Nuovi Orizzonti”. Chiara  ha brevemente sintetizzato la storia e la mission della Comunità Nuovi Orizzonti.
In questi anni, grazie ad un percorso di guarigione del cuore e di conoscenza di sé basato sul Vangelo, tanti giovani sono usciti da tunnel infernali, diventando poi testimoni di speranza per altri giovani in situazioni di grave disagio. 
In pochi anni in più di 700.000 hanno voluto impegnarsi come Cavalieri della Luce per portare la rivoluzione dell’Amore nel mondo. 
Ha poi sottolineato che questo permette alla Comunità di “incontrare costantemente migliaia di giovani e, se da una parte è grandissima la nostra gioia nel vedere tantissimi uscire da tunnel infernali, contemplare i miracoli di resurrezione che ogni giorno l’Amore di Dio opera, dall’altra tocchiamo con mano che il grido del popolo della notte resta per lo più inascoltato e le nuove povertà costituiscono una vera emergenza che continua a mietere milioni di morti invisibili,  nell’inconsapevolezza dei più.  Abbiamo infatti constatato che oggi l’85% dei giovani che incontriamo, non solo in strada ma anche nelle scuole dei quartieri benestanti, vivono situazioni di grave disagio: uso ed abuso di alcool, di sostanze stupefacenti, anoressia, bulimia, depressione, ludopatia, internet-addiction, bullismo, abusi, sesso-dipendenzaLa sesso-dipendenza, di cui non si parla affatto, continua a colpire un numero crescente di persone con terribili conseguenze. Basti pensare al dilagare inquietante della prostituzione-schiavitù, della pedofilia, degli aborti: secondo alcune stime dell’OMS si parla di 56 milioni di interruzioni di gravidanza in un anno, quindi altrettante le donne con questa ferita indelebile nel cuore, (si stima che i morti della II guerra mondiale siano stati 55 milioni). I dati ufficiali Unicef segnalano : circa 250 milioni di bambini sottoposti in un solo anno a rapporti sessuali forzati. Stiamo vivendo una terza guerra mondiale invisibile, drammatica e devastante. Sentiamo più forte che mai  l’urgenza di fare tutto il possibile per rispondere al grido inascoltato di tanti”… 
“Non fare tutto il possibile per portare il nostro piccolo contributo alla nostra grande famiglia umana che corre verso l’auto-distruzione sarebbe per tutti noi un grave peccato di omissione di soccorso!
Queste alcune parole di Chiara che ha poi introdotto le testimonianze di alcuni giovani, “storie di ‘morte e resurrezione’, rappresentative dei tanti ragazzi che ogni giorno bussano alle porte del nostro cuore e della Comunità”. Ciascuno di loro ha poi presentato una domanda a Papa Francesco.
“Non rispondo alle vostre domande, sarebbero solo parole, parole, parole … sarebbe sporcare la sacralità di quello che avete detto voi: perché non avete detto parole, avete detto vite, cammini di spirito e di carne!” – con queste parole è intervenuto il Santo Padre, continuando – “Le vostre storie sono storie di sguardi. Lo sguardo di amore di Gesù che trae dagli inferi. Ti ha guardato con amore. Con le vostre testimonianze mi avete fatto sentire che lo sguardo del Signore è uno sguardo paziente. Ti aspetta. Uno sguardo rispettoso, che ti lascia libero.
Mi ha colpito tanto che tutti voi avete dato testimonianza di Gesù. L’unica volta che Gesù ha guardato qualcuno dall’alto in basso è stato per aiutarlo a rialzarsi. Un Dio che si abbassa. La vostra testimonianza è anche un seminare. Anche voi oggi avete seminato qualcosa in me.”
È stato un dialogo intenso, intervallato da brani musicali dei giovani artisti di Nuovi Orizzonti e da artisti di fama internazionale, amici dell’associazione, come Andrea Bocelli, Andrea Griminelli e Filippo Neviani (Nek), che hanno portato la loro testimonianza come Cavalieri della Luce.
Alle ore 11.30 il Santo Padre ha celebrato l’Eucaristia e ha pranzato, in un clima familiare, con la comunità; poi ha salutato, ad uno ad uno, i presenti all’incontro; e alle 15.30 ha benedetto e piantato un ulivo nella Cittadella Cielo. 
Dopo il saluto finale, espressione di una gioia incontenibile di tutti, il Papa ha lasciato Cittadella Cielo per rientrare in Vaticano. 

Fonte: Nuovi Orizonti

Da quando sono venuto a Medjugorje non soffro più di solitudine - TESTIMONIANZA

Dopo tre tentativi di suicidio, Tibor ha trovato il senso della sua vita
Tibor, di Praga, ha avuto un passato terribile. Quando aveva un anno, la madre è stata condannata a 12 anni di carcere. Poi suo padre è morto e lui è stato cresciuto in un istituto. Qui ha vissuto nella derisione e nell'isolamento. Quando la madre terminò di scontare la sua pena, andò a vivere con un ubriacone che spesso la picchiava. Tibor ha raccontato il suo calvario:

"Le esperienze che ho fatto nell'istituto e poi a casa con mia madre sono state terribili. Cominciai ad odiare gli uomini.

Quando mia madre mi cacciò di casa dovetti tornare in istituto. Mi ammalai di malattie psichiche e mi tagliai le vene. I medici riuscirono a salvarmi. Un'altra volta ingoiai 500 pasticche, ma le dovetti vomitare e rimasi in vita.

Quando una psicologa giovanile mi rinchiuse in una stanza, fui preso dal panico e mi piantai un lungo coltello nello stomaco. Di nuovo i medici riuscirono a salvarmi, ma fui ricoverato in una clinica psichiatrica. Un medico pio mi preservò dal manicomio. Per decisione dell'ufficio tutorio, finii in una famiglia credente che si occupò di me gratuitamente. I miei genitori adottivi mi fecero battezzare nella chiesa cattolica. A quel tempo avevo molti complessi, soffrivo di solitudine e di profonde depressioni. 

La mia madre adottiva pregava molto per me. Mi chiese di andare a Medjugorje. Quando mi trovai lì, mi sedetti davanti alla chiesa a riflettere, pieno di dubbi. Dei pellegrini vennero da me e mentre conversavamo mi sentii improvvisamente molto contento e provai una profonda pace.

Caddi di nuovo in una profonda depressione. Piangevo e piangevo, rimproverando aspramente la Madonna. Le chiedevo:

"Perché mi lasci piangere così se sei qui?". Allora venne da me un sacerdote, mi pose le mani sul capo e mi benedisse. Dopo questa benedizione sentii un grande sollievo. Ero contento e provavo un amore sincero per il prossimo.

Sulla collina delle apparizioni vissi un'altra esperienza davvero straordinaria. Lì piansi come non avevo mai fatto prima in vita mia. Lentamente mi avvicinai alla grande croce e misi le mani sui piedi del Crocifisso. lmprovvisamente avvertii un forte colpo di vento che scosse la croce da una parte all'altra. In quel momento nacque in me l'anelito al sacerdozio.

Non soffro più di solitudine perché ho trovato Dio e Maria. Vengo volentieri in pellegrinaggio in questo luogo a pregare per la mia completa dedizione a Dio come sacerdote. Sempre più chiaramente sento il desiderio di guidare gli uomini alla fede in Dio". 

Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/testimonianze/petar.html

Un "urgente" appello alla conversione sta arrivando a Medjugorje- L' Arcivescovo di Trieste ...




Arcivescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi: Un urgente appello alla conversione sta arrivando a Medjugorje


- Riuniti attorno all'altare, su cui si rinnova l'offerta del Signore Gesù al Padre, attraverso la potente opera dello Spirito Santo, vogliamo esprimere la nostra leale gratitudine all'Amore della Trinità, che qui a Medjugorje si manifesta soprattutto nella caratteristica del suo perdono e della sua misericordia. E noi, donne peccatrici del brano evangelico, venivamo qui per cadere ai piedi di Gesù. Come lei, siamo chiamati a coltivare un grande amore, perché l'amore ci dà l'esperienza della gratuità del perdono, sono le parole con cui mons ha iniziato la sua omelia a Medjugorje. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste.
È giovedì (19 settembre) presso l'altare esterno della chiesa di San Giorgio a Medjugorje. James presiedette la Santa Messa ed è stato concelebrato da 81 sacerdoti.
Anche noi dobbiamo sentirci salvati e completamente redenti dal nostro male, che spesso e a lungo piangeva la nostra anima, riconoscendo quella profonda pace che Gesù stesso ci proclama: i tuoi peccati e la tua fede sono stati perdonati e salvati; vai in pace! Questa è una delle formule con cui il confessore conclude il rito della confessione, ribadendo a ciascun penitente lo stesso desiderio di salvezza e pace. Facciamo tesoro di questo tesoro: e non ci mancherà la sua misericordia, ha affermato l'arcivescovo Crepaldi, sottolineando che una chiamata urgente per la conversione sta arrivando a Medjugorje, "che si concretizza nella chiamata a dirigere la nostra vita a Cristo".
-E la Vergine Maria è la Madre che ci accompagna nel nostro viaggio per raggiungere Gesù Cristo; È la madre che, collegando il nostro cuore al suo cuore, ci consente di scioglierci in Cristo, nei suoi pensieri e intenzioni, nella sua volontà. In questa luce, vogliamo aprirci alla dedizione di noi stessi alla Regina della Pace, consapevoli che Maria vuole la nostra salvezza e la salvezza dei nostri fratelli.
Questa è la strada della santità da percorrere con il rosario in mano: nel considerare i segreti cristiani, altrimenti le misteriose vite e storie dell'umanità che trovano la luce rimarrebbero incomprensibili per essere affidate stasera all'amore materno della Regina della Pace, ha detto l'arcivescovo Crepaldi, spingendoci a fidarci di questa Regina: per coniugi e famiglie, i nostri giovani, i nostri sacerdoti, i consacrati e i teologi. Ci ha chiesto di confidare in Lei anche coloro che sono malati, soli e respinti, umiliati e disperati, quelli che sono indeboliti dal pensiero che la vita è un peso insopportabile, di affidare sia le nostre città sia coloro che le governano, le nostre chiese diocesane e alla fine della sua omelia ci ha chiesto di "affidare questa vita alla nostra Regina, chiedendo che la grazia fosse protetta nell'incommensurabile buona fede, speranza e amore di Cristo Signore".