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mercoledì 21 agosto 2019

Se Dio è buono, perché permette il male? Sant’Agostino ha detto....


Com’è possibile che un Dio che è Amore abbia creato il male? Questo è un problema che prima o poi affrontiamo tutti. E’ una domanda che non possiamo evitare di fronte ai mali del mondo, ma anche di fronte ai dolori che ci toccano quotidianamente, dolori più o meno grandi. Sant’Agostino ha detto che il male non è stato creato da Dio, ma è quello stato che si genera, in noi, quando siamo lontani da Dio. Eppure Dio è in ogni luogo, quindi come possiamo essere lontani da lui? Dio è in ogni luogo perché è sempre con noi, ma noi in ogni momento possiamo scegliere di non accettarlo e quindi di essere lontani da Lui. Possiamo fare scelte di possesso e non di Amore, scelte che ci allontanano da Dio, ma Lui non si allontana mai da noi. Ci offre sempre la possibilità di sceglierLo e per fare questo ci rimane vicino.
Il problema della Teodicea, ovvero della giustizia di Dio (in greco Dio si dice Theon e giustizia Diché, combinando i due termini si ottiene Teodicea) possiamo affrontarlo osservando che nel corso della nostra vita ci scontriamo con due tipi di male:
– dipendente dalla volontà umana
– non dipendente dalla volontà umana
Nel male del primo tipo rientrano tutti quei casi in cui un soggetto umano fa delle scelte che nuocciono a un altro essere vivente. Per esempio una persona che decida di fare una rapina, di guidare ubriaca, di abbandonare un animale, sceglie liberamente un comportamento che o è già sbagliato in sé o ha delle grosse potenzialità per fare del male (se passo col rosso o guido ubriaco può anche non succedere nulla, ma è molto più probabile il contrario). Perché, però, Dio permette questi comportamenti? Per Amore, perché l’Amore è libertà e libertà vuol dire che io devo anche poter rifiutare l’Amore. Certo Dio potrebbe toglierci la voglia di bere, potrebbe impedirci di passare col rosso o di fare qualunque altra cosa che Lui riterrebbe negativa per noi, ma se lo facesse dove sarebbe la nostra libertà? E senza libertà dove sarebbe il suo Amore per noi?
Dio, però, non ci ha lasciati soli a decidere cosa è bene e cosa è male. Con i Dieci Comandamenti ci ha detto chiaramente come deve essere il nostro comportamento, perché noi siamo sì liberi di comportarci come crediamo, ma sappiamo come Lui vuole che ci comportiamo. Amore vuol dire esattamente questo, nessuna costrizione, piena libertà, ma anche un completo e reale avviso di ciò che dovrei e non dovrei fare e delle conseguenze cui portano le mie azioni.
Accade però spesso che a pagare le conseguenze delle nostre scelte siano persone che non c’entrano nulla, persone innocenti. Se, ad esempio, ho sonno e decido di guidare lo stesso, non vedo uno stop e investo una persona che invece si aspettava di poter attraversare tranquillamente, che colpa ha lei della mia scelta di guidare morto di sonno?
Nessuna, lei è davvero innocente, però è morta, mentre io sono ancora vivo. Il problema del male è che, come il bene, esso si esercita sempre su qualcuno, ha bisogno di un soggetto, ma anche di un oggetto. Non lo si può mai confinare in modo che non faccia danni, perché se così fosse non sarebbe male. Se un comportamento sbagliato non provocasse alcuna conseguenza negativa non ci sarebbe alcun motivo per giudicarlo sbagliato. Alle volte l’oggetto del male siamo noi stessi (nel caso di eccesso di alcool o droga ad esempio) spesso lo sono anche gli altri (se io dico una bugia in ufficio ne risente anche la collega che lavora con me che dovrà scegliere se assecondarmi o meno). Così, come quando facciamo scelte d’amore questo si riversa su tutti coloro che ci stanno intorno, quando facciamo scelte di possesso, esso si riversa su coloro che ci stanno intorno e che spesso sono innocenti rispetto alle nostre scelte.
Veniamo ora al secondo tipo di male, quello che non sembra dipendere dalla nostra volontà. Prendiamo alcuni esempi concreti per vedere come stiano in realtà le cose. La situazione del Terzo Mondo è drammatica, guerre e carestie portano spesso le popolazioni a morire in modo atroce, ma è evidente che, per quanto complesso il fenomeno, è tutto causato dalle nostre scelte. I governi che votiamo, per mantenere il nostro stile di vita, foraggiano governi fantoccio in stati che spesso coltivano droghe o depredano le risorse naturali per rivenderle a noi, per poi comprare armi per le loro guerre. Dio non c’entra nulla, si tratta sempre di scelte di uomini, scelte che possiamo fare solo perché Dio ci ama e ci lascia liberi.
Analizziamo ora il caso di un evento naturale, pensiamo al recente Tsunami che molte vittime ha provocato. Sembra che non ci sia causa umana, ma ne siamo proprio sicuri? Nel libro di Giobbe, quando il protagonista chiede conto a Dio del male che gli capita, Dio risponde così: “38,1 Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine: Chi è costui che oscura il consiglio con parole insipienti? Cingiti i fianchi come un prode, io t’interrogherò e tu mi istruirai. Dov’eri tu quand’io ponevo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza! Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la misura? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio? Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando erompeva uscendo dal seno materno, quando lo circondavo di nubi per veste e per fasce di caligine folta?”.
Apparentemente sembra una risposta arrogante, quasi che Dio dica, ma che vuoi, misero uomo? Io non devo dare conto a te. Invece io non credo sia così. E’ una risposta che dice tutto, che rivela tutto quello che può all’uomo, infatti Dio con quelle parole intende dire a Giobbe: “Ma tu lo sai come funziona l’universo? Sai quali sono le leggi che lo governano? Io l’ho creato e lo so e quindi so il perché delle cose, ma tu? E’ inutile che ti fai domande su cose che non puoi capire, perché non è nella tua natura capirle”. Anche per lo Tsunami vale lo stesso, sappiamo quali leggi governano l’universo? Le conosciamo tutte in maniera sicura? No, ne conosciamo qualcuna, abbiamo molte teorie, ma pochissime certezze che poi vengono del tutto ribaltate se scendiamo a livello subatomico. Possiamo escludere che lo Tsunami sia causato da noi? Sia il risultato di scelte, ambientali o meno, fatte da noi? No, non possiamo e anche qui ricadiamo nel principio della libertà di scelta e nel fatto che noi non abbiamo presente la reale portata delle conseguenze delle nostre azioni. Esiste una teoria scientifica che sostiene come lo sbattere d’ali di una farfalla in Cina possa provocare un uragano in America. Se una farfalla può fare questo senza saperlo, cosa può fare l’azione consapevole di un uomo?
Poi abbiamo le malattie che ci colpiscono in modo apparentemente casuale, pensiamo ai  tumori, ma anche in questo caso possiamo operare un ragionamento del tutto simile a quello dello Tsunami: sappiamo noi quali sono le cause di quel tumore? Di quella terribile malattia? Possiamo escludere senza alcuna ombra di dubbio la responsabilità umana? Io non me la sento di dire di no. Poco tempo fa, nel quartiere dove vivevo, hanno installato una grande antenna, un ripetitore per i cellulari. Lì vicino ci sono due scuole, una elementare, l’altra la sezione distaccata di un Liceo Classico. Che non ci sia alcuna conseguenza per la salute futura di quei ragazzi io non lo so. So che per molto tempo test scientifici hanno detto che il fumo non era dannoso alla salute, poi la scienza è progredita e le cose sono cambiate.
In conclusione, il male non è una creazione di Dio, ma una libera scelta dell’uomo. Dio mostra all’uomo tutto il suo amore, ma non c’è amore senza libertà e non c’è libertà senza la possibilità di rifiutare l’amore e quindi di compiere esattamente il suo contrario. Dio non è impotente di fronte al male, è impotente di fronte alla libera scelta dell’uomo e lo è per amore, per Sua libera scelta. Però Dio un modo per superare anche questo lo ha trovato, dal momento che non vuole costringere l’uomo, può però mostrargli come dovrebbe essere. Allora ecco che prima ci ha dato i Dieci Comandamenti, ma poi è diventato uno di noi. Per soffrire egli stesso, accanto all’uomo di ogni sofferenza possibile e mostrarci la via da seguire, la via che ci salva.

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