mercoledì 7 agosto 2019

Record di presenze a Medjugorje per il 30° Festival dei Giovani, con più di 700 sacerdoti

Record di partecipanti a Medjugorje
 - più di 50.000 giovani ogni giorno
- da 80 paesi del mondo
- più di 700 sacerdoti


- Valutazione totale: 11.482.500 (tramite la televisione via cavo)


A Medjugorje  il Festival dei giovani 

6 giorni per “Seguire Gesù”


 Ragazzi da tutto il mondo hanno raggiunto la località della Bosnia per riflettere sul passo evangelico “Seguimi”, tema scelto per la 30° edizione del Festival con interventi di numerosi vescovi e cardinali.

Il Festival è iniziato con la messa presieduta dal cardinale vicario del Papa per la diocesi di Roma, Angelo De Donatis. L’evento si è chiuso martedì 6 agosto con un'altra celebrazione eucaristica celebrata da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione.

"Seguire Gesù" al centro delle catechesi

Le riflessioni di questa edizione del 2019 sono state dedicate al passo evangelico “Seguimi”. In programma : catechesi, testimonianze, processioni, adorazioni che metteranno il messaggio di Cristo al centro della vita dei ragazzi. Erano attesi  50mila pellegrini guidati da 400 sacerdoti. L’iniziativa è stata trasmessa in streaming in diverse lingue grazie a sei telecamere, due spidercam e un drone. Per tutto il tempo del Festival  c'è stata la traduzione simultanea in 18 lingue proprio per assicurare la piena partecipazione dei giovani provenienti da tutto il mondo.

I vescovi e  i cardinali  che hanno parlano ai giovani

Il tema del Festival è stato approfondito grazie agli interventi di mons. Jose Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; del nunzio apostolico in Bosnia-Erzegovina mons. Luigi Pezzuto; di mons. Dominique Rey, vescovo di Toulon in Francia; di mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste; di mons. Vlado Kosic, vescovo di Sisak (Croazia); del cardinale e arcivescovo di Sarajevo Vinko Puljic e del visitatore apostolico per la parrocchia di Medjugorje mons. Henryk Hoser.

INTERVISTA A  MONS. HOSER NEI GIORNI  CHE HANNO PRECEDUTO IL FESTIVAL 



Mons. Hoser: a Medjugorje i giovani ritrovano Dio

“Gesù mostra ai giovani la strada verso la verità”, ha detto a Vatican News mons. Henryk Hoser, parlando anche dei numerosi frutti portati dalla devozione per la Madonna di Medjugorje:



R. – Il passo evangelico scelto per questa edizione è un dialogo tra Gesù e un giovane, che gli chiede come vivere. Gesù gli dice di arrivare alla pienezza della comunione con Lui, e alla fine termina dicendo: “Seguimi, seguimi e troverai la vita della santità”.
Nel programma sono previste catechesi, testimonianze, processioni, adorazioni. Tutto questo evento serve a porre la figura di Cristo al centro della vita dei giovani?
R. – Sì, ovviamente. Gesù, che chiama questo giovane, si mostra come centro della vita, come maestro. E allora per i giovani è molto importante vivere in vicinanza con l’autorità, l’autorità assoluta, che mostra anche la strada sicura, la strada verso la verità.
Medjugorje continua a portare grandi frutti in termini di conversioni, vocazioni, e opere di bene. Questo luogo può rappresentare un faro per i giovani europei che si confrontano con l’odierna società dello scarto?
R. – Senza dubbio. Medjugorje è il luogo dove i giovani - ma tutti, non soltanto i giovani - ritrovano la strada che conduce a Dio, ritrovano un legame con Dio che si era perso, era stato dimenticato. E allora la conversione, che è al centro della spiritualità di Medjugorje, fa scoprire che Dio è nostro Padre, e noi siamo suoi figli. E allora questo legame tra padre e figli è costituito per vivere la pienezza dell’immagine di Dio nella nostra vita.
All’evento parteciperanno 50mila pellegrini guidati da 400 sacerdoti. Perché questa località nel cuore dei Balcani richiama tante persone? Perché tutti vogliono salire sulla collina del Podbrdo?
R. – Questo luogo è riconosciuto, perché quest’anno vi si svolge la trentesima edizione del Festival. Mi sembra quindi che questo Festival goda di una certa fama, i giovani vengono con gioia e vivono delle giornate molto intense e belle, molto luminose. Mi sembra che è diventata una sorta di tradizione che viene trasmessa da una generazione all’altra. A Medjugorje sviluppiamo il culto della Madonna, di Maria, soprattutto la sua vocazione di Regina della Pace, la pace del cuore umano, la pace familiare e sociale. E questo è importante soprattutto nei Balcani, che hanno vissuto una guerra terribile, fratricida. Ora, anche il nostro cuore ha bisogno di una pace interiore. E credo che il messaggio di Medjugorje trovi una grande eco nel cuore dei giovani.

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