Un piccolo fuori programma durante la catechesi di Papa Francesco
VIDEO CLICCA QUI'--->:https://www.facebook.com/Tv2000it/videos/420456768816667/?q=tv2000&epa=SEARCH_BOX
“ in Aula Paolo VI. Durante l’udienza di oggi, a metà circa della catechesi, una bambina con lunghi capelli neri e una maglietta fucsia è salita sul palco e si è messa a correre, a più riprese per tutta la durata dell’udienza, passando davanti al Papa, quasi per renderlo partecipe della sua particolare “coreografia”. “Lasciala tranquilla, Dio parla con i bambini”, le parole rivolte alla mamma che cercava inizialmente di bloccare il suo slancio. "Tutti noi abbiamo visto questa ragazza tanto bella, perché è bella. Poverina, è vittima di una malattia e non sa cosa fa. Io domando una cosa e ognuno risponda nel suo cuore: 'Ho pregato per lei? Affinché il Signore la guarisca? Ho pregato per i suoi genitori, la sua famiglia? Sempre dobbiamo pregare per chi è in sofferenza".
"Tutti noi abbiamo visto questa bambina tanto bella - lei non sa cosa fa – ognuno risponda nel suo cuore: ho pregato per lei? Ho pregato per i suoi genitori e la sua famiglia? Quando vediamo una persona sofferente dobbiamo sempre pregare"
L'autenticità di un cristiano si vede dalle tasche: se si dona agli altri e non si accumula per sè, allora c'è autentica conversione. Lo sottolinea il Papa nel corso dell'udienza generale nell'Aula Nervi. Francesco riprendendo il ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli, incentra la sua meditazione sul tema 'Fra loro tutto era comune. La comunione integrale nella comunità dei credentì.
"La comunità cristiana - osserva il Papa - nasce dall'effusione sovrabbondante dello Spirito Santo e cresce grazie al fermento della
condivisione tra i fratelli e le sorelle in Cristo. C'è un dinamismo di solidarietà che edifica la Chiesa come famiglia di Dio, dove
risulta centrale l'esperienza della koinonia, parola greca che vuol dire 'mettere in comunè, essere come una comunità, non isolati,
mettere in comune, partecipare, non isolarsi condividere, comunicare, partecipare".
Francesco si rivolge a fedeli e pellegrini arrivati da tutto il mondo: "Se voi volete sapere se siete buoni cristiani dovete pregare,
riconciliarvi ma quel segnale che il tuo cuore si è convertito è quando la conversione arriva alle tasche. Lì si vede se uno aiuta i
più poveri. Quando la conversione arriva lì, stai sicuro che è vera conversione ma se resta nelle parole non è buona conversione. La vita eucaristica, le preghiere, la predicazione degli Apostoli e l'esperienza della comunione fanno dei credenti una moltitudine di persone che hanno un cuore solo e un'anima sola e che non considerano loro proprietà quello che possiedono, ma tengono tutto in comune, per aiutarsi ad essere generosi non tirchi".
Il Papa fa l'esempio del volontariato: "Quanti cristiani in Italia fanno il volontariato! Questo è bellissimo, è comunione e condividere con chi ha bisogno. Così è il volontariato, le visite ai malati: sempre condividere e non cercare solo il proprio interesse!".
“L’ipocrisia è il peggior nemico di questa comunità cristiana, dell’amore cristiano: quel far finta di volersi bene, ma cercare soltanto il proprio interesse”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, sulla scorta degli Atti degli Apostoli, ha spiegato che “venire meno alla sincerità della condivisione significa coltivare l’ipocrisia, allontanarsi dalla verità, diventare egoisti, spegnere il fuoco della comunione e destinarsi al gelo della morte interiore”.
“Un esempio concreto di condivisione e comunione dei beni ci giunge dalla testimonianza di Barnaba”, l’esempio scelto dagli Atti degli Apostoli: “egli possiede un campo e lo vende per consegnare il ricavato agli Apostoli . Ma accanto al suo esempio positivo ne appare un altro tristemente negativo: Anania e sua moglie Saffira, venduto un terreno, decidono di consegnare solo una parte agli Apostoli e di trattenere l’altra per loro stessi. Questo imbroglio interrompe la catena della condivisione gratuita, serena e disinteressata e le conseguenze sono tragiche, fatali. L’apostolo Pietro smaschera la scorrettezza di Anania e la sua frode e gli dice: ‘Perché Satana ti ha riempito il cuore, cosicché hai mentito allo Spirito Santo e hai trattenuto una parte del ricavato del campo? Non hai mentito agli uomini, ma a Dio’. Potremmo dire che Anania ha mentito a Dio per via di una coscienza isolata, ipocrita, per via cioè di un’appartenenza ecclesiale ‘negoziata’, parziale, opportunista”.
Fonte: Avvenire.it
Nessun commento:
Posta un commento