TUTTO È INIZIATO DA UN SASSO....
Il ritorno da Mediugorje di mia sorella Iolanda è stato per me un incubo. Parlava sempre della Madonna, dei messaggi, dei segreti, del digiuno... che noia, pensavo. Non ne potevo più: parlava, parlava, parlava tutta entusiasta, euforica e felice. A me della fede, di Dio, della Madonna e della Chiesa non me ne poteva importare di meno. Ricorrevo a Dio solo nei momenti in cui ne avevo bisogno. Poi: Stop! Per regalo, mia sorella, mi portò una pietra presa sul monte Krizevac che io, prontamente, misi su di un mobile e non vi pensai più. Dopo diversi mesi, eravamo nella primavera del 2008, in un momento di sconforto presi quella pietra in mano, la strinsi forte mentre guardavo un quadro del Sacro Cuore di Gesù a cui cominciai a dire di come mi sentivo. Poi guardai la pietra e... sgranai gli occhi dalla sorpresa. Nel-la parte alta si poteva vedere il volto della Madonna. Mi spaventai ed essendo sola in casa corsi da mia sorella. Le chiesi che cosa vedeva nella pietra e lei mi rispose: "È il volto della Madonna". Rimasi esterrefatta e insieme a mia sorella andammo da un sacerdote che lei conosceva per fargli vedere la pietra. "Sono segni personali che la Madonna dà a suo piacimento. Se vuoi farti un viaggetto a Medjugorje noi partiamo il 30 giugno", disse il sacerdote. Il mio cuore, a quel punto, era pieno di emozioni. Volevo partire ma come potevo farlo con un bambino dì appena cinque anni? Come facevo a stare sei giorni lontano da lui? Ma, siccome la curiosità è donna, decisi di partire e una settimana prima della partenza feci un sogno bellissimo. "Mi trovavo all'interno della Chiesa di Medjugorje (così percepivo nel sogno poiché io non l'avevo mai vista) ed era stracolma di persone. Andai alla ricerca di un posto per mettermi a sedere. Finalmente ne trovai uno nei primi banchi posti alla destra dell'entrata. Appena fui seduta, il signore seduto nella panca davanti a me si girò: era il Papa Giovanni Paolo II. Mi chiese delle informazioni, mostrandomi una cartina e una mappa, e se conoscevo quel posto. lo pur non conoscendolo gli risposi di sì. Poi sorridendo mi disse: Ma tu sei Maria". Mi meravigliai che conoscesse il mio nome. Risposi di sì. Allora tu e il tuo gruppo venite con me. Insieme al gruppo entrammo in una porta posta alla destra della Chiesa. Dentro vi erano quattro stanze. Nella prima stanza c'erano degli oggetti dimenticati per terra e, fra le tante cose, notai due medagliette miracolose del color dell'oro. Le raccolsi e me le misi in tasca. Delle altre stanze ricordo solo la terza dove il Papa disse esserci un ospedale. Finito il giro, il Papa mi salutò con un bacio sulla guancia e uscendo dalla porta da cui eravamo entrati vidi una bambina che mi disse: "Ho fame e ho la febbre". Io non sapevo cosa fare perché il pullman mi stava aspettando ma, improvvisamente, da dentro il pullman delle voci mi dissero di aspettare il prossimo pullman perché non c'era più posto. Si avvicinò di nuovo il Papa che mi disse: Come, la bambina ha la febbre e tu non la porti in ospedale? Andiamo! E. tutti e tre entrammo nella terza stanza, quella dove vi era l'ospedale. Lì vi era già un'altra bambina che parlava un'altra lingua e il Papa mi disse: Mettile una mano in fronte e senti se sta bene. Messa la mano sulla fronte mi accorsi che la bambina stava bene, allora il Papa felice iniziò a cantare una canzone e quando la finì fece un gesto con la mano con cui mi indicava. Mi svegliai con una serenità infinita... Finalmente arrivò il giorno della partenza. Ero davvero curiosa e poi quel sogno mi aveva incuriosita ancora di più. Per il lungo viaggio avevo scaricato un bel pò di musica sul cellulare perché troppa preghiera non ce l'avrei fatta a reggerla. Dopo diverse ore dalla partenza, l'organizzatrice mi comunicò che eravamo arrivati a Medjugorje. Io mi voltai ed ebbi un tuffo al cuore: davanti ai miei occhi un manifesto con una immagine grandissima del volto di Giovanni Paolo II. Ripensai al mio sogno mentre il cuore mi batteva a mille all'ora. Appena scesa dal pullman un'emozione grandissima mi avvolse. Non ne capivo il motivo. Poi, subito, andammo a salutare la Madonna... e qui un'altra forte emozione. Infine la Chiesa... era proprio come l'avevo sognata io. Volli mettermi a sedere nello stesso punto del sogno e vidi la porta sulla destra, l'emozione saliva sempre di più. Poi arrivò il momento in cui andammo dal primo parroco di Medjugorje, padre Jozo Zovko. Non sapevo come fosse fatto fisicamente poiché non lo avevo mai visto e pensai che fosse già sul palco insieme agli altri sacerdoti. Ero seduta, rilassata quando sentii un fuoco dentro, una emozione grandissima e poi padre Jozo che arrivò sul palco e si presentò. Io, intanto, continuavo a sentire questo calore fortissimo che mi divorava. Ascoltavo ogni singola parola che usciva dalla bocca del padre. Sentivo che non potevo distrarmi neppure per un attimo. E intanto continuavo a sentire questo fuoco interiore. Finita la Santa Messa, fra Jozo disse che ci avrebbe benedetti tutti e, da lontano, vidi che faceva un segno sulla fronte. In quel momento, mentre lo guardavo fare questo gesto, rividi il sogno, la mano in fronte a quella bambina malata. Ero carica di emozioni. Mi sentivo scoppiare. Da me venne un altro sacerdote ma io desideravo ardentemente la benedizione di padre Jozo e così feci di tutto per averla. Mi avvicinai e riuscii a farmi benedire da padre Jozo. Sentii un calore indescrivibile ma in pullman ero agitata, ansiosa, come se avessi ancora un'ultima cosa da fare... ma non capivo cosa. Lo capii salendo sulla Collina della Apparizioni che scalai piangendo e pregando. Poi, mi inginocchiai davanti alla statua e mentre le parlavo e pregavo una incredibile pace scese nel mio cuore. Quanti pianti mi sono fatta in quei giorni. Quanto amore si è riversato nel mio cuore. Un amore incontenibile e così da Medjugorje sono tornata cambiata. Adesso Gesù e la Madonna sono al primo posto nella mia vita. Vado spesso a Messa poiché non ne posso fare a meno e mi chiedo che tipo di vita io abbia condotto fino a quel momento. Una vita inutile senza Dio, adesso lo capisco bene. E ho capito molto bene anche il significato del sogno: Quella bambina che era ammalata, ero proprio io e adesso, grazie alla Vergine, sono guarita.
Il ritorno da Mediugorje di mia sorella Iolanda è stato per me un incubo. Parlava sempre della Madonna, dei messaggi, dei segreti, del digiuno... che noia, pensavo. Non ne potevo più: parlava, parlava, parlava tutta entusiasta, euforica e felice. A me della fede, di Dio, della Madonna e della Chiesa non me ne poteva importare di meno. Ricorrevo a Dio solo nei momenti in cui ne avevo bisogno. Poi: Stop! Per regalo, mia sorella, mi portò una pietra presa sul monte Krizevac che io, prontamente, misi su di un mobile e non vi pensai più. Dopo diversi mesi, eravamo nella primavera del 2008, in un momento di sconforto presi quella pietra in mano, la strinsi forte mentre guardavo un quadro del Sacro Cuore di Gesù a cui cominciai a dire di come mi sentivo. Poi guardai la pietra e... sgranai gli occhi dalla sorpresa. Nel-la parte alta si poteva vedere il volto della Madonna. Mi spaventai ed essendo sola in casa corsi da mia sorella. Le chiesi che cosa vedeva nella pietra e lei mi rispose: "È il volto della Madonna". Rimasi esterrefatta e insieme a mia sorella andammo da un sacerdote che lei conosceva per fargli vedere la pietra. "Sono segni personali che la Madonna dà a suo piacimento. Se vuoi farti un viaggetto a Medjugorje noi partiamo il 30 giugno", disse il sacerdote. Il mio cuore, a quel punto, era pieno di emozioni. Volevo partire ma come potevo farlo con un bambino dì appena cinque anni? Come facevo a stare sei giorni lontano da lui? Ma, siccome la curiosità è donna, decisi di partire e una settimana prima della partenza feci un sogno bellissimo. "Mi trovavo all'interno della Chiesa di Medjugorje (così percepivo nel sogno poiché io non l'avevo mai vista) ed era stracolma di persone. Andai alla ricerca di un posto per mettermi a sedere. Finalmente ne trovai uno nei primi banchi posti alla destra dell'entrata. Appena fui seduta, il signore seduto nella panca davanti a me si girò: era il Papa Giovanni Paolo II. Mi chiese delle informazioni, mostrandomi una cartina e una mappa, e se conoscevo quel posto. lo pur non conoscendolo gli risposi di sì. Poi sorridendo mi disse: Ma tu sei Maria". Mi meravigliai che conoscesse il mio nome. Risposi di sì. Allora tu e il tuo gruppo venite con me. Insieme al gruppo entrammo in una porta posta alla destra della Chiesa. Dentro vi erano quattro stanze. Nella prima stanza c'erano degli oggetti dimenticati per terra e, fra le tante cose, notai due medagliette miracolose del color dell'oro. Le raccolsi e me le misi in tasca. Delle altre stanze ricordo solo la terza dove il Papa disse esserci un ospedale. Finito il giro, il Papa mi salutò con un bacio sulla guancia e uscendo dalla porta da cui eravamo entrati vidi una bambina che mi disse: "Ho fame e ho la febbre". Io non sapevo cosa fare perché il pullman mi stava aspettando ma, improvvisamente, da dentro il pullman delle voci mi dissero di aspettare il prossimo pullman perché non c'era più posto. Si avvicinò di nuovo il Papa che mi disse: Come, la bambina ha la febbre e tu non la porti in ospedale? Andiamo! E. tutti e tre entrammo nella terza stanza, quella dove vi era l'ospedale. Lì vi era già un'altra bambina che parlava un'altra lingua e il Papa mi disse: Mettile una mano in fronte e senti se sta bene. Messa la mano sulla fronte mi accorsi che la bambina stava bene, allora il Papa felice iniziò a cantare una canzone e quando la finì fece un gesto con la mano con cui mi indicava. Mi svegliai con una serenità infinita... Finalmente arrivò il giorno della partenza. Ero davvero curiosa e poi quel sogno mi aveva incuriosita ancora di più. Per il lungo viaggio avevo scaricato un bel pò di musica sul cellulare perché troppa preghiera non ce l'avrei fatta a reggerla. Dopo diverse ore dalla partenza, l'organizzatrice mi comunicò che eravamo arrivati a Medjugorje. Io mi voltai ed ebbi un tuffo al cuore: davanti ai miei occhi un manifesto con una immagine grandissima del volto di Giovanni Paolo II. Ripensai al mio sogno mentre il cuore mi batteva a mille all'ora. Appena scesa dal pullman un'emozione grandissima mi avvolse. Non ne capivo il motivo. Poi, subito, andammo a salutare la Madonna... e qui un'altra forte emozione. Infine la Chiesa... era proprio come l'avevo sognata io. Volli mettermi a sedere nello stesso punto del sogno e vidi la porta sulla destra, l'emozione saliva sempre di più. Poi arrivò il momento in cui andammo dal primo parroco di Medjugorje, padre Jozo Zovko. Non sapevo come fosse fatto fisicamente poiché non lo avevo mai visto e pensai che fosse già sul palco insieme agli altri sacerdoti. Ero seduta, rilassata quando sentii un fuoco dentro, una emozione grandissima e poi padre Jozo che arrivò sul palco e si presentò. Io, intanto, continuavo a sentire questo calore fortissimo che mi divorava. Ascoltavo ogni singola parola che usciva dalla bocca del padre. Sentivo che non potevo distrarmi neppure per un attimo. E intanto continuavo a sentire questo fuoco interiore. Finita la Santa Messa, fra Jozo disse che ci avrebbe benedetti tutti e, da lontano, vidi che faceva un segno sulla fronte. In quel momento, mentre lo guardavo fare questo gesto, rividi il sogno, la mano in fronte a quella bambina malata. Ero carica di emozioni. Mi sentivo scoppiare. Da me venne un altro sacerdote ma io desideravo ardentemente la benedizione di padre Jozo e così feci di tutto per averla. Mi avvicinai e riuscii a farmi benedire da padre Jozo. Sentii un calore indescrivibile ma in pullman ero agitata, ansiosa, come se avessi ancora un'ultima cosa da fare... ma non capivo cosa. Lo capii salendo sulla Collina della Apparizioni che scalai piangendo e pregando. Poi, mi inginocchiai davanti alla statua e mentre le parlavo e pregavo una incredibile pace scese nel mio cuore. Quanti pianti mi sono fatta in quei giorni. Quanto amore si è riversato nel mio cuore. Un amore incontenibile e così da Medjugorje sono tornata cambiata. Adesso Gesù e la Madonna sono al primo posto nella mia vita. Vado spesso a Messa poiché non ne posso fare a meno e mi chiedo che tipo di vita io abbia condotto fino a quel momento. Una vita inutile senza Dio, adesso lo capisco bene. E ho capito molto bene anche il significato del sogno: Quella bambina che era ammalata, ero proprio io e adesso, grazie alla Vergine, sono guarita.
Fonte: Libro di Annalisa Colzi " Nel Segno della Gospa"
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