mercoledì 10 luglio 2019

"Non mi ritornerai da Medjugorje mica convertita?" Testimonianza


«Non mi ritornerai mica convertita con una sfilza di rosari ... !!!».
«No, non credo... Mi conosco troppo bene...». Questo è uno degli ultimi messaggi scambiati su Fb con una amica, mentre ero sull'autobus che ci avrebbe portato a Medjugorje.
Non avevo ancora idea di cosa mi aspettava, alcuni mi dicevano che era un posto bellissimo, altri mi chiedevano cosa ci andavo a fare; io, che sono un po' come S. Tommaso, prima
di esprimere un'opinione volevo andare a vedere con i miei occhi.
Il cammino di fede, secondo me, è una strada accessibile a tutti, anche se non perfettamente asfaltata; io però non ho cercato quella strada volontariamente, mi ci sono trovata sopra.
Le basi per una vita cristiana, le ho avute come moltissimi altri: il Battesimo a pochi mesi dalla nascita, la Comunione in quarta elementare, la Cresima alle medie... poi si «appoggia lo zaino» del viaggio e ci si dimentica un po' dove lo si è lasciato... e si va avanti convinti di essere più leggeri.
Dopo diverse esperienze, sia positive che negative nella vita di tutti i giorni, nel lavoro, nelle amicizie, negli affetti, ho incontrato Andrea, la persona giusta, ci siamo messi insieme
nel dicembre del 1999 e poco dopo abbiamo deciso di metter su prima la famiglia, poi la casa (....sarebbe stato meglio il contrario, beata gioventù spensierata....).
Nell'aprile del 2001, dopo otto settimane di gravidanza, ci siamo tristemente ritrovati in due.
Dopo lo sconforto iniziale, mentre cercavamo quattro mura dove andare ad abitare, in settembre 2001 arriva la bella no-tizia e comincia finalmente l'avventura a tre; contemporaneamente troviamo anche un appartamentino, ancora in costruzione più o meno alla nascita del cucciolo.
Matteo nasce a Maggio del 2002 con 5 settimane di anticipo dopo aver trascorso Ia maggior parte ciel tempo per consentire alla gravidanza di andare il più avanti possibile.
 Intanto l'appartamento viene reso abitabile e alla dimissione dall'ospedale ci trasferiamo tutti e tre nella nuova casa, con una cucina, un letto e poco altro.
Avevamo saltato un passaggio importante, anche se allora non ci sembrava cosa essenziale.
Non ci eravamo sposati. Tanti lo fanno... a cosa serve poi?
Forse si hanno più privilegi rimanendo così, gli assegni familiari sono più alti, poi se due vogliono stare insieme, non importa che ci sia un legame ufficializzato, ci si riesce lo stesso...
Questo è stato il nostro pensiero fino a poco tempo fa.
Dopo tre anni arriva Massimo, febbraio 2005, il matrimonio era l'ultimo dei nostri pensieri.
«Mamma, perché non siete sposati??? Se non ti sposa babbo, ti sposo io!!».
I figli crescono, e con loro cresce la curiosità. Abbiamo sempre risposto «prima o poi lo faremo», ma nessuno dei due voleva cominciare a parlarne seriamente.
Non ho avuto un'educazione cattolica, a Messa si andava perché si doveva, ma non ricordo di essere stata accompagnata da mia mamma ad una Messa che non fosse una festività solenne come la Comunione; addirittura il giorno della mia
Cresima, mio babbo non si alzò nemmeno da letto e non venne... devo ancora capire il perché.
Mi sono accorta presto che i figli prendono esempio dai genitori: non puoi pretendere che un bambino stia legato ad un seggiolino in auto se poi non metti per primo la cintura di sicurezza.
Lo stesso vale per l'educazione religiosa, non potevamo pretendere di mandare i nostri figli a Messa, quando io per prima (Andrea è sempre stato un po' più bravo di me) mi agganciavo 
a qualsiasi scusa per rimanere a casa (i lavori in casa erano l'alibi migliore...).
 Una delle poche cose che riuscivo a frequentare senza cercare scuse erano le Rogazioni durante il mese di Maggio. Ai bambini piaceva e cercavamo quindi di esserci puntuali.
Matteo é stata la persona che ha messo ín moto un po' tutto.
Entrato nel gruppo scout, era la persona tra noi più vicina all'ambiente della Chiesa e nel 2012, con la prima Comunione, ci ha portato molto più «vicino all’ altare abbiamo frequentato la festa parrocchiale, almeno c'era qualcosa per passare un po' il tempo.
In quell'occasione abbiamo partecipato all'incontro con Annalisa Colzi, per curiosità e con la consapevolezza che più si andava avanti, sarebbe stata dura crescerei figli adolescenti.
Conoscevo già l'esistenza del demonio, ma non la sua presenza dietro ogni angolo, però quella sera il concetto mi è rimasto impresso molto bene.
Come difendere i nostri figli dai suoi attacchi??? Annalisa dice: "Consacrateli al Cuore Immacolato di Maria».
"Bello!» ci siamo detti, con lo stesso entusiasmo che ha un medico quando trova la cura giusta. «Ma come fai» Non me la sono sentita di chiedere approfondimenti , sembrava che tutti lo sapessero e mi vergognavo al pensiero 
di fare la figura dell'ignorante in materia.
A casa ho cercato su Internet, rara quando l'argomento è nuovo, non sai bene come muoverti e non sai se quello che trovi in rete è veramente quello che stai cercando.
Poteva cadere tutto nel dimenticatoio, ma stavolta col pensiero ricadevo spesso su quella domanda; l'incontro con Annalisa mi aveva dato la prima «infarinatura» di quello che avrei incontrato più avanti.
Inizió  a starmi scomoda la nostra situazione familiare, senza il matrimonio, cominciava a pesarmi fino quasi a farmi  senti re in colpa.... ma nei confronti di chi??
Se Andrea fosse arrivato a casa e mi avesse detto 
“Dai, ci sposiamo?”, avrei detto subito di si, senza pensarci su due volte.
 Ma quella proposta non arrivava mai.
Andrea era più interessato di me ai messaggi ricevuti a Medjugorje, ogni tanto veniva a casa dal lavoro con un fogliettino  che gli aveva dato un suo collega. Li teneva sul comodino,
 ma non credo di averne mai letto uno.
Dal punto di vista religioso, Andrea ha  sua nonna con una fede d'acciaio, per quel che la conosco, potrei descriverla con tre semplici parole: "Rosario, uncinetto e un bicchiere di vino rosso" tutti i giorni.... L'anno scorso ha compiuto 97 anni, per problemi alla vista ha dovuto mettere da parte l'uncinetto, ma non si addormenta mai senza prima aver pregato la Madonna con un Rosario intero.
Per il capodanno 2013 alcune persone della mia parrocchia organizzarono un pellegrinaggio a Medjugorje.
Proposi ad Andrea di iscriverci, lui fu d'accordo, i bambini un po meno: «Mamma, non andremo mica a Messa tutti i giorni uffa  ».
Ma tant'è che siamo partiti e già dopo il primo giorno, Andrea, i miei figli ed io avevamo ciascuno una corona del Rosario personale, scelta come più ci piaceva, che ancora oggi teniamo sempre a portata di mano.
Abbiamo partecipato alla Sante Messe e ai Rosari tutti i giorni, senza sentirne il peso; siamo saliti  sulle cime del Podbrdo e del Krizevac pregando insieme, con i bambini sempre davanti; abbiamo visitato le case di accoglienza e ascoltato le loro storie e le loro esperienze.... Ovunque andavamo ci sentivamo accolti, coccolati dalla sensazione di pace che non mancava mai.
E così ho consacrato tutta la mia famiglia  e sulla strada del ritorno si è cominciato a pianificare il nostro matrimonio che abbiamo celebrato il 26 maggio 2014. Finalmente il " PASSO "  che ci mancava , per essere una famiglia  a tutti gli effetti, davanti a Dio e davanti agli uomini.  

Anonima 

 Fonte: libro di  Annalisa Colzi  
"Nel segno della Gospa"

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