martedì 16 luglio 2019

Lo Scapolare del Carmelo un "dono". Ecco il suo vero significato


Molti lo usano come amuleto o come una moda, ma non è questo il suo vero senso

Molte persone usano lo scapolare o altri oggetti di devozione senza conoscerne il vero significato, o anche come un amuleto, qualcosa di magico che “porta fortuna”, che libera dal “malocchio” o cose simili, come se il vero senso non derivasse dal cuore di chi usa questo o quell’oggetto, perché il suo vero significato è quello di indicare qualcosa che è dentro di sé, nella propria fede, nei propri propositi e nella propria conversione. Molti usano croci, medagliette, rosari e scapolari di Nostra Signora del Carmelo come una moda, perché li usa questo o quell’artista. Ma qual è il vero significato dello scapolare?


 Lo scapolare che libera dalle pene del Purgatorio
  La Madonna assicurò che  indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio, affermando: «Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo». La consacrazione alla Madonna, mediante lo scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo di imitarla, almeno negli intenti, a fare ogni cosa come Lei l’avrebbe compiuta. 

I doveri di chi indossa lo scapolare carmelitano e il privilegio sabatino

 1. la Madonna ha promesso a chi porta con sé lo scapolare carmelitano di portarlo in Paradiso nel primo sabato successivo alla sua morte. È il cosiddetto privilegio sabatino.
Questa promessa è legata ad alcune condizioni che di fatto fanno capire quale sia lo scopo di questa bella devozione.
Non si tratta di un facile salvacondotto per entrare al più presto in Paradiso, ma di un aiuto concreto per attendere alla santificazione e alla purezza di vita, senza delle quali in Paradiso non si può entrare.
A bene vedere gli impegni sono quelli di condurre una vita cristiana intessuta di preghiera, castità e unione permanente col Signore.
2. Ecco le condizioni per poter fruire delle promesse, così come ho potuto ricavarle:
– portare abitualmente lo scapolare o la medaglia,
– vivere in castità secondo le condizioni del proprio stato,
– recitare il piccolo Ufficio della Madonna che può essere commutato col Rosario o altre preghiere o pratiche penitenziali;

3. Se non si osservano queste condizioni non si commette alcun peccato, ma non si può fruire della promessa fatta dalla Madonna.
4. La prima condizione consiste, dunque, nel portare con sé lo scapolare benedetto.
Si tratta di un segno e di un richiamo permanente alla devozione alla Madonna, che ci è stata donata da Cristo come Madre e come Patrona. La sua presenza è incompatibile con quella del comune avversario.
Togliere casualmente lo scapolare per effettive necessità non costituisce uno svincolarsi da questo segno perché nel proprio animo permane la volontà di portarlo sempre.
Non ci si deve preoccupare se al momento della morte – per motivi indipendenti dalla volontà personale – non si indossasse lo scapolare.
Sono certo che la Madonna guarda alla sostanza, e cioè alla disposizione del cuore, che è la cosa principale e insostituibile.

5. Desidero notare che vivere in castità non è un obbligo nuovo, ma è un’esigenza di vita per ogni cristiano.
Per castità s’intende vivere la propria sessualità e vita affettiva secondo il disegno di Dio e secondo le condizioni proprie di ogni stato di vita (vita individuale, vita consacrata, vita matrimoniale e prematrimoniale).

6. Secondo le interpretazioni più larghe, per fruire del privilegio sabatino, si deve conservare la castità abitualmente.
Pertanto si considera vita casta anche quella di chi qualche volta cade e poi subito si rialza con la confessione.
Secondo le interpretazioni più strette ci deve si attenere alla richiesta fatta dalla Madonna, nella quale l’abitualmente non c’è.
Credo sia giusto pensare che ci deve essere la tensione concreta ed effettiva verso la castità e verso la santità. Diversamente la castità rimane solo una vuota parola.
Per questo in un sito carmelitano ho letto che questa è una “condizione da osservarsi con tutte le proprie forze per l’acquisto del privilegio sabatino”.

7. Lo stesso discorso vale per la preghiera.
Inizialmente l’impegno prevedeva la recita del piccolo Ufficio della Madonna, che è una formula leggermente più breve del Breviario o Liturgia delle Ore. È costitutivo dalle varie ore canoniche: mattutino (così veniva chiamato), lodi, prima, terza, sesta, nona, vespri e compieta.
È tutto dedicato alla Madonna. Lascia in chi lo recita un grande senso di serenità e di pace.
La recita del piccolo Ufficio comporta lo stare in preghiera per un certo spazio di tempo e questo è già purificante e santificante di per se stesso.
Di solito il piccolo Ufficio della Madonna viene sostituito con la recita del Rosario o con altre preghiere stabilite dal sacerdote all’atto della consegna dello scapolare.
La commutazione deve essere fatta nell’orizzonte del mantenersi uniti a Dio nel compimento dei propri doveri e tenendo nel debito conto le condizioni di vita dei singoli soggetti.
Mi piace ricordare che inizialmente chi non poteva recitare il piccolo Ufficio della Madonna perché era analfabeta o si trovava nell’impossibilità di recitarlo, era tenuto all’astinenza dalle carni il mercoledì, venerdì e sabato.

9. Come vedi, portare lo scapolare carmelitano è una cosa molto bella e la promessa è attraente.
Ma non si tratta di una strada comoda che sostituisce le esigenze evangeliche della conversione e dell’unione permanente con ìl Signore mediante la vita di grazia.
Anzi è uno stimolo ad essere più ferventi ed è uno stimolo accompagnato da particolari grazie.

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