La Pentecoste è una festa cristiana in cui viene celebrata l'effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù, e la nascita della Chiesa.
I Discepoli iniziano la loro missione di evangelizzazione. Cade nel cinquantesimo giorno dopo Pasqua, di domenica, ed è quindi una festa mobile, dipendente dalla data della Pasqua.
La Festa dello Spirito è una delle più grandi feste. Stiamo parlando del momento in cui lo Spirito
di Dio ha riempito la prima comunità di Cristo.
Lo Spirito del Santo ci insegna, ci consiglia, ci
disciplina, ci disseta, ci difende.
Ci aiuta a portare la
croce pazientemente, ci aiuta asuperare l'attacco, ci fa compiere fedelmente i doveri
cristiani. Ci insegni a pregare.
Secondo il rituale ebraico, la festa comportava il pellegrinaggio di
tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro,
un’adunanza sacra e particolari sacrifici; ed era una delle tre feste
di pellegrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste), che ogni devoto ebreo
era invitato a celebrare a Gerusalemme.
La discesa dello Spirito Santo
L’episodio della discesa dello Spirito Santo è narrato negli Atti degli
Apostoli, cap. 2; gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano
riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, probabilmente della casa della
vedova Maria, madre del giovane Marco, il futuro evangelista, dove
presero poi a radunarsi abitualmente quando erano in città; e come da
tradizione, erano affluiti a Gerusalemme gli ebrei in gran numero, per
festeggiare la Pentecoste con il prescritto pellegrinaggio.
“Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti
insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo,
come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si
trovavano.
Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su
ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di
esprimersi.
Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione
che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase
sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua.
Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: ‘Costoro che
parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno
parlare la nostra lingua nativa?…”.
Il passo degli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca in un
greco accurato, prosegue con la prima predicazione dell’apostolo Pietro,
che unitamente a Paolo, narrato nei capitoli successivi, aprono il
cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità e la
cattolicità della fede cristiana, dono dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo non è una energia, come molti cristiani pensano. Lo
Spirito Santo è una Persona con la quale dobbiamo instaurare una
relazione vivente e personale. Come preghiamo il Padre e il Figlio così
dobbiamo pregare lo Spirito.
Chi non vede e non gusta la tenerezza di Dio, ha un cuore rigido e glaciale. È severo con se stesso e con gli altri.
Senza l'effusione dello Spirito, il cristiano cammina con la testa
bassa, pensando sempre ai suoi problemi e dolori con un'angoscia
mortale. Lo Spirito Santo dona all'uomo la forza di non affogare nelle
acque tempestose della vita, ma di camminare su di esse.Senza
l'effusione dello Spirito Santo, il cristiano vede il prossimo come il
nemico da uccidere e non da amare e perdonare.Se ricevi lo Spirito, hai
tutto.
Senza l'effusione dello Spirito, l'uomo si sente senza vita,
verità e pace. Con un cuore pieno di pessimismo cammina diffondendo
intorno a sè il puzzo della morte.
Vieni, Spirito Santo , a rotolare via quel macigno che ancora chiude il mio cuore. Vieni e fammi rinascere di nuovo!
VIENI, SANTO SPIRITO E FAMMI SANTO. VIENI, SANTO SPIRITO E FAMMI COME
GESÙ. VIENI, SANTO SPIRITO, SULLA MIA FAMIGLIA PERCHÈ SIAMO UNITI
NELL'AMORE. VIENI, SANTO SPIRITO, SULLA MIA PARROCCHIA PERCHÈ NON SIA
COME UNA PIANURA DI OSSA INARIDITE.
La Liturgia è spesso arricchita da inni allo Spirito Santo: si pensi
al magnifico “Veni Creator”. Nella solennità di Pentecoste invece si
recita la Sequenza:
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni padre dei poveri,
vieni datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
sana ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Amen.
Presso gli Ebrei la festa era inizialmente denominata “festa della
mietitura” e “festa dei primi frutti”; si celebrava il 50° giorno dopo
la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano; nei
testi biblici è sempre una gioiosa festa agricola.
È chiamata anche “festa delle Settimane”, per la sua ricorrenza di sette
settimane dopo la Pasqua; nel greco ‘Pentecoste’ significa 50ª
giornata. Il termine Pentecoste, riferendosi alla “festa delle
Settimane”, è citato in Tobia 2,1 e 2 Maccabei, 12, 31-32..
Quindi lo scopo primitivo di questa festa, era il ringraziamento a Dio
per i frutti della terra, cui si aggiunse più tardi, il ricordo del più
grande dono fatto da Dio al popolo ebraico, cioè la promulgazione della
Legge mosaica sul Monte Sinai.
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