«Sono Irena e vengo da Mostar, che si trova a
mezz’ora da Medjugorje.
Per me era stupido stare qui perché si prega,
non credevo in niente e in nessuno. Sono una ex tossica, ma la mia
tossicità è cominciata da piccola perché ero già
triste e pensavo che la gioia non esistesse, credevo di essere nata
per essere triste. Non avevo nessuno che mi aiutava ad aprire gli
occhi, le orecchie, il cuore, non avevo una mano forte in famiglia
per guidarmi. Così giravo e cercavo la libertà. Tutto è
cominciato lì, e la droga è venuta come l’ultimo
gradino. Il passo più importante, dopo tanti anni di male, è
stato quando ho detto: “Non ce la faccio più. Per favore
aiutatemi!”.
Sono entrata in Comunità con molta fatica, i primi giorni era strano: mi sembrava che solo io ero tossica, le altre ridevano, cantavano.
Ero arrabbiata con me, con tutti e con Dio. Il primo amore concreto che ho visto è stato il bene della ragazza che si è presa cura di me. Avevo proprio bisogno di questo perché tanti mi avevano parlato di Dio ma io non li ascoltavo, perché l’amore lo dovevo vedere, toccare, sentire...
Non ho vissuto una conversione “lampo”, ho avuto bisogno di piangere, di soffrire, di questa lotta interiore per capire che Dio esiste. Oggi, dopo tanti anni di cammino, mi sono sposata in Comunità, e da donna sterile nel corpo e nello spirito come ero, ho la gioia di aver partorito una piccola bambina e di attendere un altro figlio. Vorrei dire soprattutto a voi ragazze che forse come me avete avuto delle ferite profonde, che magari avete abortito, che dobbiamo dare a Dio tutti questi pesi per guarire.
Ho visto in questi anni ragazze molto ferite che si odiavano per questo, e vi voglio dire che c’è una speranza, che quei bambini non sono morti perché Dio li ha accolti nel suo regno, e che anche noi dobbiamo rinascere...»
«Per tanti anni ero lì sulle panche come voi, e non avrei mai avuto il coraggio di salire qui a parlarvi se oggi non mi sentissi amato da Dio. Ringrazio la Madonna perché mi ha chiamato qui venti anni fa, e qui ho incontrato la Comunità Cenacolo. Non avevo mai usato le droghe, non avevo vizi tipo alcool, sigarette, marijuana, ma il mio cuore si sentiva solo, non amato, abbandonato da Dio. Per tanti anni giravo e cercavo in tutti i santuari una risposta, un aiuto, ma non trovavo la pace perché non mi lasciavo toccare da Dio, avevo come paura di Lui, paura dell’amore...
In Comunità ho incontrato una suora che mi ha fatto conoscere un Dio che mi ama quando sono buono e anche quando sono cattivo; oggi quando cado sento che Lui mi rialza, mi accoglie. Ho la certezza che Dio mi ama e mi ha voluto qui nonostante le mie debolezze, le mie fragilità, la mia timidezza, mi ama e desidera che io sia uno strumento di luce per gli altri e per me stesso soprattutto...
Ringrazio di cuore il Signore di poter vivere come famiglia in Comunità, perché ogni giorno mi riscopro marito, padre, e questo guarisce le ferite ricevute nella mia famiglia, per poter donare ai nostri figli un amore genuino, sincero, cristiano.
Vorrei dire a voi che Dio ci ama! Possiamo venire tante volte a Medjugorje, ma basta venire una volta sola e sentire che Dio ci ama, e la vita cambia! Grazie.»
Tratto dalla rivista “Resurrezione” della comunità Cenacolo
http://www.comunitacenacolo.it
Sono entrata in Comunità con molta fatica, i primi giorni era strano: mi sembrava che solo io ero tossica, le altre ridevano, cantavano.
Ero arrabbiata con me, con tutti e con Dio. Il primo amore concreto che ho visto è stato il bene della ragazza che si è presa cura di me. Avevo proprio bisogno di questo perché tanti mi avevano parlato di Dio ma io non li ascoltavo, perché l’amore lo dovevo vedere, toccare, sentire...
Non ho vissuto una conversione “lampo”, ho avuto bisogno di piangere, di soffrire, di questa lotta interiore per capire che Dio esiste. Oggi, dopo tanti anni di cammino, mi sono sposata in Comunità, e da donna sterile nel corpo e nello spirito come ero, ho la gioia di aver partorito una piccola bambina e di attendere un altro figlio. Vorrei dire soprattutto a voi ragazze che forse come me avete avuto delle ferite profonde, che magari avete abortito, che dobbiamo dare a Dio tutti questi pesi per guarire.
Ho visto in questi anni ragazze molto ferite che si odiavano per questo, e vi voglio dire che c’è una speranza, che quei bambini non sono morti perché Dio li ha accolti nel suo regno, e che anche noi dobbiamo rinascere...»
«Per tanti anni ero lì sulle panche come voi, e non avrei mai avuto il coraggio di salire qui a parlarvi se oggi non mi sentissi amato da Dio. Ringrazio la Madonna perché mi ha chiamato qui venti anni fa, e qui ho incontrato la Comunità Cenacolo. Non avevo mai usato le droghe, non avevo vizi tipo alcool, sigarette, marijuana, ma il mio cuore si sentiva solo, non amato, abbandonato da Dio. Per tanti anni giravo e cercavo in tutti i santuari una risposta, un aiuto, ma non trovavo la pace perché non mi lasciavo toccare da Dio, avevo come paura di Lui, paura dell’amore...
In Comunità ho incontrato una suora che mi ha fatto conoscere un Dio che mi ama quando sono buono e anche quando sono cattivo; oggi quando cado sento che Lui mi rialza, mi accoglie. Ho la certezza che Dio mi ama e mi ha voluto qui nonostante le mie debolezze, le mie fragilità, la mia timidezza, mi ama e desidera che io sia uno strumento di luce per gli altri e per me stesso soprattutto...
Ringrazio di cuore il Signore di poter vivere come famiglia in Comunità, perché ogni giorno mi riscopro marito, padre, e questo guarisce le ferite ricevute nella mia famiglia, per poter donare ai nostri figli un amore genuino, sincero, cristiano.
Vorrei dire a voi che Dio ci ama! Possiamo venire tante volte a Medjugorje, ma basta venire una volta sola e sentire che Dio ci ama, e la vita cambia! Grazie.»
Tratto dalla rivista “Resurrezione” della comunità Cenacolo
http://www.comunitacenacolo.it
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